29 settembre 2014

Gli interessi di Fabriano



Ieri Francesco Casoli ha rilasciato una lunga intervista al Corriere Adriatico, in stile tipicamente casoliano: epigrafica, tambureggiante e secca come un ramo. Il Presidente di Elica, affrancato dagli obblighi di prudenza e mediazione della politica attiva e del ruolo senatoriale, si è preso la libertà di ipotizzare una sponda critica a Spacca, alternando giudizi severi, ironici elogi al surfista che sa scegliere e cavalcare l’onda e una cognizione minimalista del Governatore in carica, inquadrato come candidato senza alternative seppur incartato dal decennio di governo. Insomma, il meno peggio che passa il convento in un momento in cui il sistema marchigiano d’impresa vive una stagione difficile e non fa più quadrato, come un tempo, attorno alla linea centrista e tecnocratica di Spacca. L’intervista di Casoli si colloca, quindi, in una linea del dialogo di cui si era già colto il simbolismo quando Spacca, qualche settimana fa, decise di partecipare alla cerimonia per l’inaugurazione di Via Ermanno Casoli. Sono, quindi, lontani, per non dire remoti, i tempi della polemica dura sulla vicenda Ardo, quando tra il Governatore e il Presidente di Elica si approfondì una linea di faglia che li vide più rivali che sodali rispetto allo sviluppo di quella crisi infinita e tuttora senza soluzione. In questo senso va colto anche un elemento collaterale del dialogo, un dettaglio che si colloca ben oltre il ruolo dei due protagonisti e cioè la tutela degli interessi di Fabriano. Non si tratta, ovviamente, di un richiamo sentimentale - perché la tutela di una comunità e di un territorio non si fa con le partite del cuore – ma di mantenere in piedi un canale di relazioni con la Regione e con tutto ciò che ruota attorno ad essa – a partire dalla sanità - che verrebbe immediatamente e violentemente ostruito qualora Spacca venisse liquidato dalla congiura in atto nel PD. In questo senso l’intervista di Casoli contribuisce a rimescolare le carte, ad aprire un dialogo senza diplomazie parallele tra le istituzioni regionali e una parte del mondo dell’impresa “biologicamente” ostile alla sinistra, e a promuovere una risposta unitaria rispetto agli interessi di Fabriano. Questa convergenza tra “carissimi nemici” è un dato di fatto che può non quadrare ai puristi del conflitto politico, ma di certo costituisce uno degli elementi di struttura di un’agenda regionale che, nei prossimi mesi, dovrà emanciparsi dall’attuale gioco di fiction e diktat. Un gioco in cui Fabriano, stavolta, rischia di rimetterci il collo e una fetta di culo. Saperlo per tempo magari non aiuta, ma di certo non guasta.
    

6 commenti:

  1. Simonetti sei politicamente e umanamente stronzo ma ci capisci

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  2. Umanamente ti sbagli di grosso. Politicamente può anche darsi

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  3. il Monastico29 settembre, 2014

    Non è che Simonetti sia divenuto istruttore di Orienteering ?

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  4. No tranquillo. Semplice narratore

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  5. A proposito di entità biologicamente ostili ai piani industriali e ai lavoratori, a Gaifana, quello che resta dei lavoratori (di quello che resta della J&P), stanno bloccando i cancelli della fabbrica per evitare che escano, per l'ennesima volta, i macchinari venduti all'estero. Forza Paris! Sogni d'oro Fabriano!

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    1. A Fabriano al massimo si riuniscono per bere Tavernello davanti al bancomat della Banca Toscana.

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