5 settembre 2014

Se Spacca gna' fa..delenda Favrià!




Come dice un amico che lo conosce bene mai sottovalutare Gianmario Spacca, creatura sorniona e dotata di sette vite, un Gatto Mammone capace di far sentire l’artiglio politico proprio quando ha le convergenze astrali sfavorevoli e Saturno contro. Fateci caso: fino a ieri il Governatore sembrava dantescamente tacito, solo e sanza compagnia, consolato soltanto da un selfie con Al Pacino, da un sussulto di leopardismo in celluloide e da qualche suo pensiero a voce alta su calzature, Marche e Micam. Il tutto mentre il Segretario Regionale del PD ordiva una strana congiura ai suoi danni; strana perché priva di mistero e di corridoio, anzi comunicata alla stampa, dichiarata in pubblico e accompagnata da un tour di partito nel territorio regionale alla ricerca di un qualche disperato accordo interno per silurare il Fabrianese. Insomma un marchigiano, il segretario del PD, del tutto immemore degli antichi complotto orditi in queste terre, a partire dal magnifico inganno della Cena di Senigallia dove, nel 1502, Cesare Borgia fece strangolare i nemici Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo. E infatti, nel giro di poche ore, Spacca ha avuto una prima reazione indiretta, strutturata in forma di puntello esterno: non più il vecchio e blasonato “soccorso rosso” ma un inedito e pesantissimo “soccorso azzurro”. Sul Messaggero di oggi la prima azione di spariglio porta infatti la firma di Giacomo Bugaro - consigliere regionale e coordinatore marchigiano del Nuovo Centro Destra – che non esclude, per il governo delle Marche, una coalizione uguale a quella che sostiene il Governo Renzi, rispetto alla quale “Spacca potrebbe essere uno dei punti di equilibrio”. Una linea politica che troverebbe anche il sostegno dell’UDC, sia per i rapporti che intercorrono tra Spacca e Viventi, i Castore e Polluce della politica fabrianese e regionale, sia per la recente convergenza politica ed elettorale tra Alfano e Casini alle elezioni europee. A questo asse centrista andrebbe a sommarsi la lista del Governatore (Marche VentiVenti), componenti dichiarate e spezzoni sotterranei e catacombali di un PD che piglia una barca di voti ma non riesce a trovare un filo di unità interna, e forse anche frazioni dell’area più radicale della destra forzista e leghista che avrebbero un’occasione unica per uscire dall’isolamento. In questo senso le dichiarazioni di Bugaro aprono il varco che mancava al rimescolamento delle carte e a rendere plausibile uno Spacca Ter politicamente sparigliante e originale. In questo modo il Governatore ha qualche ragione in più per fare la mossa del cavallo e uscire dal cul de sac in cui lo aveva confinato il suo stesso partito che, tra l’altro, indicando Sagramola per la Provincia ha tolto dall’ordine delle cose possibili qualsiasi rivendicazione aggiuntiva di cariche e poltrone provenienti dall’area fabrianese, facendo del Sindaco di Fabriano un nemico di fatto del Governatore in cerca del terzo mandato. E, notoriamente, rompere un fronte locale per creare confusione e panico nel campo d’Agramante è delizia degna d’un Messer Niccolò o, per venire a noi, di un Luttwak che argomenta sulle tecniche del colpo di stato. Per noi osservatori lontani e non coinvolti, ma sempre e comunque voyeur asserragliati attorno alle mille trame della democrazia e del governo, ci sono, insomma, tutte le condizioni per seguire con passione d’artisti la saga di Palazzo Raffaello. Ma non possiamo nemmeno dimenticare d’essere cittadini di questa Maker City che cena con gli avanzi del pranzo ma si presenta al pubblico linda, pinta e in lingua inglese. E siccome le candele si fanno con  la cera che c’è, è bene ricordare agli idealisti e a quelli che pensano che la politica sia alta e nobile, che se Spacca non si farà il terzo giro da Governatore la cara Fabriano, in quanto naìio borgo selvaggio del Gianmarione leonardesco, farà la fine di Cartagine. E sarà un pesarese, nel discorso di insediamento, a pronunciare la frase, riveduta e corretta, che Catone il Censore consegnò al Senato di Roma: Carthago delenda est. Delenda Favrià!
    

7 commenti:

  1. Bravo Simonetti! Analisi politica non faziosa

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  2. Ma dove lo vedi il lindo e il pinto Simonetti!
    Le strade del centro storico sono sporche, prova a fare il percorso dal Museo della Carta, alla Cattedrale, fino al Corso, passando per via Fogliardi o via Balbo e poi ti accorgi quanto siamo accoglienti per i turisti.
    Se poi ti affacci dalle finestre che guardano verso il cortile del Buon Gesù vedi ragnatele e vetri sporchi e per fortuna che hanno speso un milione di euro per la mostra, non li avevano mille euro per affittare un carrellino elevatore con un lavavetri?
    E non parliamo della sporcizia che si vede nelle cappelle di Sant'Agostino e San Domenico.
    Mi chiedo se chi ha organizzato la mostra inviterebbe un ospite importante a casa propria mostrandogli i vetri con le ragnatele vecchie di anni!
    Boh!

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  3. Era una metafora per raccontare le nostre pretese non la nostra realtà, come ci rappresentiamo non come siamo. Che fabriano sia una città sporca lo scrivo e lo sostengo da tempo. E più è sporca e più diventa sporca

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  4. Lo votato due volte.. nn ci sarà una terza!!!!

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  5. Bugaro? Chi l'amico del dj?

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  6. Carthago? allora aridatece Pergamena sindaco!

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