Sul sito di Fabriano Storica l'amico Federico Uncini racconta, con dovizia di particolari, la vicenda del Castello di Belvedere, ricordandone la fondazione trecentesca, le dimensioni imponenti, la relazione con Fabriano, la distruzione ad opera delle truppe sforzesche e la ricostruzione avvenuta verso la fine del XV secolo. Poi, per secoli, Belvedere ha svolto una funzione marginale, configurandosi di recente come feudo solidamente democristiano e terra d'origine di Guido Papiri, uno degli uomini di potere più discreti, influenti e longevi della storia fabrianese. Con il terremoto del 1997 Belvedere ha subito gravi lesioni strutturali, ma la sfortuna sismica ha aperto una nuova fase nella vita della piccola frazione che si affaccia sulla valle di Salmaregia. Belvedere è diventata, infatti, il luogo prescelto per sperimentare una ricostruzione mediaticamente efficace, lo spazio simbolico del fare attorno a cui allargare il consenso e sostenere l'irresistibile ascesa del Governatore Spacca. Per ottenere questi risultati politici e amministrativi su Belvedere si è riversato un fiume di denaro, con cui è stata realizzata una ricostruzione esteticamente terrificante che ha trasformato un castello del XIII secolo in un simil outlet, con le casette multicolore che rimandano ai centri commerciali di Foiano della Chiana o di Valmontone più che ai bastioni di un antico insediamento medievale. Ma nonostante il cattivo gusto il sistema politico fa quadrato a plaude accorato e accalorato ogni volta che si fa cenno alla vicenda Belvedere. Il 14 aprile 2007, alla presenza dell'allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso e a poche settimane dal voto per le Comunali, il paese ristrutturato viene restituito ai suoi abitanti. Oltre a Bertolaso sono presenti Spacca, l'allora Presidente della Provincia Giancarli, il Sindaco Sorci e Maria Paola Merloni. Spacca, secondo quanto riporta un'eccitata ricostruzione del Corriere Adriatico del giorno dopo, definì la ricostruzione "un'esperienza che farà scuola"; Sorci, per sottolinearne l'incanto, giunse a paragonarla a un presepe. Ma il pezzo forte lo riservò Bertolaso, che si tolse la maglietta della protezione civile per donarla a Vincenzo Castriconi, il portavoce dei senza casa di Belvedere, che di lì a qualche settimana sarebbe stato eletto consigliere comunale e che tuttora siede sugli scranni del Consiglio Comunale; scranni da dove tutela, senza sosta, tutte le questioni a vario titolo belvederensi, come un castellano medievale trapiantato nei meccanismi della democrazia postmoderna. E Castriconi, nonostante un appeal non propriamente anglosassone, è uno che conta assai nel Pd, al punto che nel processo di rinnovamento del partito democratico non potrà non porsi, prima o poi, anche una
questione Belvedere. Basti pensare che nel mese di maggio del 2010, ossia tre anni dopo la riconsegna del paese ai suoi abitanti, vengono concessi finanziamenti per realizzare la nuova viabilità di accesso al nucleo storico per i quali la Giunta Regionale disponeva un importo massimo di 347 mila euro. Nel corso dei lavori, però, emersero rinvenimenti archeologici che portarono alla luce il tracciato delle antiche mura castellane. Ciò determinò l'intervento della Soprintendenza, la conseguente sospensione dei lavori e la necessità di realizzare un nuovo accesso lungo le mura esistenti, modificando il perimetro del programma di recupero. In questo quadro si resero necessari interventi di consolidamento e restauro delle mura storiche, che si concretizzarono in un progetto di variante per un maggior costo complessivo pari a 290 mila euro, ossia quasi quanto previsto nello stanziamento iniziale. Rispetto a questi giri di valzer c'è chi ritiene inaccettabile una variante che corrisponde quasi al valore iniziale dell'opera e chi, invece, vorrebbe capire a quale tipologia sia riconducibile in base al Codice degli Appalti. E poi c'è chi ritiene che 637 mila euro di lavori in una frazione di 60 anime rimessa a nuovo, seppur con evidente sfregio estetico, nel 2007 sia davvero troppo. Fatti due conti significa circa 10.400 € pro capite che esteso a 32 mila abitanti di Fabriano equivarrebbe a circa 335 milioni di investimenti, ossia una cifra da capogiro di cui la città non disporrà mai. E già questi numeri evidenziano l'esistenza di un problema politico che coinvolge un partito come il Pd che, invece di governare il territorio, si fa dettare l'agenda da uno dei suoi antichi e piccoli castelli. Il che la dice lunga su quante e quali possano essere le possibilità di salvezza per questa nostra sfortunata comunità cittadina.
Non c'era anche un Pierrot parecchio che veniva da Belvedere?
RispondiEliminaNon c'era anche un Pierrot parecchio influente che veniva da Belvedere?
RispondiEliminamodello marche ragazzi! Ecco i risultati.
EliminaSimone', non fa il disfattista (con questa, ho fregato il primo Piddino che si presenta :-D )!!
RispondiEliminainnanzi tutto, ci sarebbe da vedere l'oggetto di tale spesa, perchè, in linea di massima, se si tratta di qualcosa per cui valeva davvero la pena impegnare un capitale del genere, allora il fatto che si trovi a Belvedere, piuttosto che in piazza del Comune o a Precicchie, non dovrebbe far differenza; pertanto, per una volta, mi riservo di darti torto o ragione in un secondo tempo, se qualcuno si dovesse degnare di portare spunti propositivi alla discussione dell'argomento.
quanto al "presepe colorato"...storicamente parlando, è una ciofeca...però è innegabile che attrae l'attenzione al "viandante"; certo, nel medioevo, le case colorate, non erano mai così colorate...però non avevano manco il riscaldamento... :-D
la strada era necessaria per ragioni di sicurezza...la stessa sicurezza che ha portato alla realizzazione della nuova strada nel PIR del Borgo.
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G.R.
se penso a come hanno voluto risparmiare con le rotatorie in centro, una spesa del genere per una frazione la differenza la fa eccome...
Eliminaah, perchè hanno risparmiato???
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G.R.
Con tutto il rispetto per Belvedere, non credo di scadere nel campanilismo atomistico se esprimo profonda tristezza nel constatare che le frazioni senza (più) luogotenenti sono praticamente condannate a una regressione poco civile (l'acqua calda s'è freddata, lo so). Albacina è ancora la più popolosa (se non sbaglio), è un castello medievale bombardato e dimenticato, in cui di medievale comincia a esserci un certo degrado. Pare che se otterranno i fondi del GAL (modello Castelletta) verrà inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, in cui ancora non compariva. Speriamo, perché poi lì, nel castello, la gente ancora ci vive ecco. Per non dire che i ragazzini che vanno a giocare nel parchetto pubblico rischiano di farsi veramente male, (e qui chiudo e lascio perdere le implicazioni culturali del crescere così). E. L.
RispondiEliminaCredo che la questione non sia del bello o del brutto del colorato o meno e se sono investimenti esorbitanti o no, di certo fattori importanti ma secondari. La questione fondamentale è il concetto dell'utilizzo del denaro pubblico nell'ambito della propria sfera di influenza e di interessi. E' importante il gusto e il giusto recupero ma ovunque e non solo frutto di coinvolgimenti personali. Capisco che è una tentazione forte ma decisamente il modo di fare ci ha portato a dove siamo arrivati. Come dire che comunque và sempre di moda fare i finocchi con il c...o degli altri. Quindi se continua questa tentazione magari che sò potremmo aspettarci ora fiumi di denaro per Valleremita o Attiggio ? Oppure chi andrà a fare compagnia a Bertolaso ?
RispondiEliminaCaro Giampietro, volevo solo esprimere molto velocemente il mio pensiero in merito a un paio di questioni. Non vorrei che il fatto di utilizzare dei fondi per una frazione, piuttosto che per un'altra, faccia scoppiare una guerra tra poveri e, a tal riguardo, vorrei che fosse chiaro che non è tanto l'importo (se un'opera è necessaria va fatta) ma la metodologia con la quale questo importo è stato speso. A questo proposito è stata fatta una variante d'opera su un appalto dato a ribasso e tale variante è per un importo pari quasi alla cifra inizialmente stanziata.. La cosa fa riflettere. Certo è che le frazioni in questo comune sono sempre più abbandonate a loro stesse, in un crescendo di degrado allucinante. Le frazioni sono sempre più usate come "feudi" politici dai noti di turno, per accaparrarsi un posto al sole, creando, anche ad arte, faide interne che permettono di pilotare voti nel più classico dei classici "divide et impera". Classico esempio ne fu la, da te citata, inaugurazione faraonica del 2007 alla presenza di telecamere e autorità roboanti, fatta quando tutti e dico TUTTI sapevano che ancora non vi erano i servivi (luce, gas e quant'altro) allacciati, tant'è che finita la pagliacc.... ehm, l'inaugurazione, la popolazione tutta è rientrata nei propri alloggi provvisori (leggi casette di legno) per entrare, solo oltre un anno dopo, nelle proprie abitazioni... e questa volta in un assordante silenzio, perchè non c'era più la campagna elettorale. Un caro saluto
RispondiEliminaGiancarlo Pellacchia
Sicuramente l'assessore Giovanni Balducci potrebbe fornire molti chiarimenti rispetto alle scelte operate a Belvedere, visto che anche lui ne è stato pars magna.
RispondiEliminaMa quanti proffesionisti ci hanno mangiato sul terremoto?
RispondiEliminaFacciamo prima a elencare chi non ci ha mangiato!!
EliminaMeglio lasciar perdere questo tasto. Il bello che si sono accordati per il massimo della parcella e per 10 anni hanno avuto l'imbarazzo della scelta sul lavoro da prendere. A parte qualche povero privato che ha dovuto tirare fuori i soldi di tasca propria per ultimare i lavori della propria casa.
RispondiEliminaI politicanti di destra, centro e sinistra che hanno fatto le corse per farsi belli con il SUPER-BERTOLASO, dovrebbero guardarsi allo specchio e farsi un esame di coscienza. Si dovrebbero chiedere perché, in Italia, i Vigili del Fuoco sono sotto organico e non hanno più i soldi per la benzina e le manutenzioni dei mezzi, mentre il "sistema Bertolaso" risolveva problemi spendendo e spandendo e togliendo soldi ai veri professionisti della sicurezza. Ve le ricordate le dichiarazioni in cui i politici fabrianesi millantavano sui giornali che a Belvedere era stata creata una scuola nazionale della Protezione Civile? Forse qualcuno di loro ancora gira tra le stanze della nostra amministrazione?
RispondiEliminamaaa...infatti...de sta "scuola"???..non se n'era saputo più niente...
EliminaGiustissimo per fortuna che hanno evitato che la protezione civile diventasse una SPA. Dobbiamo accontentarci di una merda meno puzzolente, ma sempre merda è. Hanno la fortuna che nelle Marche la magistratura non esiste.
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