Nonostante l’impegno psicologico
che ci metto - e il pressante invito che mi si rivolge a essere costruttivo, a
proporre soluzioni e a fare l’ufficiale di complemento dell’armata di governo locale -
mi rendo conto che a Fabriano è davvero impegnativo trovare una sola ragione
per annuire e concordare con le posizioni della politica di maggioranza. Il Sindaco, che oggi
spegne la prima candelina del suo mandato, ha rilasciato un’intervista al Resto
del Carlino che, forse, aveva l’ambizione di essere una sorta di consuntivo
ragionato di questo primo tratto del percorso amministrativo. Ma a leggere bene
non c’è traccia di bilancio politico ma solo una prevedibile e
stentata meditazione sulla tanta gente che si reca in Comune a chiedere aiuto, su un’ipotesi farlocca di rilancio
economico e produttivo incentrata sull'azione taumaturgica di Unifabriano - su
cui sarebbe il caso di stendere un velo definitivo e pietoso e che viene tenuta
in piedi per ragioni che sfuggono all'umana comprensione (con le principali
imprese locali che hanno comprensibilmente smesso di finanziarla) – e su un’azione risolutiva ed epocale per il lavoro e l’occupazione come la ricognizione dei
capannoni sfitti (sic!) da destinare a nuove attività, di cui però non si vede
neanche l’ombra. Il resto dell’intervista presenta risvolti che sconfinano nell'onirico, con la fase REM incentrata sui grandi segnali che, secondo il Sindaco,
proverrebbero dal turismo e comprensiva di nota accorata su Fabriano città
accogliente, quando anche i sassi sanno che appena vediamo la faccia di un turista
corriamo a cancellare insegne e a incatorciare chiese e portali. Di fronte a questa
narrazione, assolutamente fantasiosa e unilaterale, fa capolino un interrogativo
sostanziale: ma per quale stravagante ragione il Sindaco ritiene necessario
rimarcare risultati di attrazione che non trovano corrispettivo nella realtà,
invece di riconoscere che siamo all'anno zero del turismo e che questa consapevolezza
del limite è la vera azione propedeutica di cui abbiamo bisogno? E per quale
recondita contorsione politicista si ritiene tanto peccaminoso il riconoscere
che il turismo non si improvvisa e che, in quanto settore produttivo come altri,
ha bisogno di competenze, managerialità, pianificazione e investimenti? E per quale strampalata anomalia di percezione invece di
decantare una generica bellezza cittadina Sagramola non si attiva per attuare simboliche
riforme estetiche a costo zero, ad esempio liberando una piazza suggestiva come
quella di San Nicolò dalle barbariche esigenze di parcheggio e dalla presenza
qualificante dei bidoni della raccolta differenziata? Non lo sapremo mai così come non conosceremo la ragione per cui chi ha ruoli pubblici tende sempre a dire una cosa in più invece che una in meno. The answer is blowing in the wind...
22 maggio 2013
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uno per fare il "costruttivo" deve ridursi a proporre/sperare interventi di facciata...
RispondiEliminail bello è che, a pensare alla tipica recettività delle amministrazioni locali, anche proposte del genere sembrano fantascienza!
comunque io di questo stallo generale ritengo responsabile anche l'opposizione...a parte il minimo sindacale in consiglio, che cosa sta facendo?
L'opposizione è sempre responsabile ma ha sempre un'attenuante e cioè che non ha in mano le leve decisionali. Riguardo alle cose di facciata penso che quando inviti qualcuno lo fai in un ambiente pulito e accogliente. Sennò la gente non ci torna più. Sbaglio?
Eliminasu quello non c'è dubbio ma il punto è che mi aspetterei più vitalità.
Eliminadi solito l'intervento di facciata è l'escamotage delle amministrazioni per coprire la mancanza di interventi strutturali...qua neanche questo! se addirittura dobbiamo augurarci "almeno" degli interventi di facciata stiamo messi proprio male!
l'opposizione pure, non avrà potere decisionale, ma almeno proporre interventi, strategie, soluzioni...boh...un anno fa si parlava di cambiamenti culturali, conversioni produttive...
a me sembra che stiamo sempre a questa insipida gestione dell'esistente, sia in amministrazione che all'opposizione.
gps capisco e rispetto i tuoi sforzi costruttivi ma io, (non) vedendo certe cose, non ci riesco proprio...
Tranquilli ci pensa l'Ing. Balducci.
RispondiEliminaAh beh, allora siamo in buone mani !!!
EliminaOgni tanto ricevo la newsletter di Fabriano Turismo e invece dello stemma di Fabriano nella foto che accompagna la mail compare la fotografia del dipendente comunale Giorgio Pellegrini. Quella che si dice una mail "istituzionale"! :-)
RispondiEliminaSalve Giampietro,
RispondiEliminal'ottimo proposito di questo articolo ad essere costruttivo e proporre soluzioni per questa città ti è veramente difficile mantenerlo, ma d’altronde ne sei consapevole.
Non entro nel merito del giudizio politico che non mi compete, ma intervengo in risposta a qualcosa a cui mi sta a cuore, Unifabriano. Da quanto affermi appare evidente che oltre ai luoghi comuni, non hai conoscenza di che cosa in Unifabriano si stia facendo o meglio quali sono i tentativi di rilanciare una struttura che certamente, su questo hai ragione, non ha avuto il felice futuro per cui era nata, ma certamente è una realtà formativa che potrebbe, a cominciare dal sostegno di quelle aziende che tu dici hanno abbandonato il consorzio universitario, ripartire. E' più facile chiudere, che rilanciare perchè la seconda ipotesi impegna uomini, intelligenze, lavoro e anche denaro. E' dal 2008 che Fabriano chiude stabilimenti, piccole aziende, botteghe artigiane, negozi, i giovani preferiscono investire dove può esserci una maggiore opportunità lavorativa. Eppure c'è chi ci crede in questa città, c'è chi pensa che il proprio impegno e la caparbietà possono a volte premiare per il bene di un territorio, del futuro di una città indiscutibilmente ricca di storia e di bellezza artistica ed umana. Ma non la voglio fare troppo lunga, semplicemente invitarti a conoscere ed approfondire ciò che scrivi, come anche l'etica dell''informazione politica di un blog richiede, prima di esprimere pareri che gettano fango e denigrano generando opinioni in una città che farà sempre più fatica a ripartire se ci sono persone che scrivono senza minimamente conoscere ciò che dicono. Il rischio è che in questa città andranno via tutti e rimarranno solo coloro che non potranno nemmeno leggere il tuo BLOG e ciò sarebbe veramente molto triste!!!.
Un caro saluto.
Fernanda Dirella
Se andranno via tutti da questa città la colpa non sarà certo di chi se ne và, ma di chi ha fatto, sta facendo e farà di tutto perchè ciò accada.
EliminaCara Fernanda,
RispondiEliminaUnifabriano non è un luogo di culto, quindi se non ha bisogno di fango di certo non necessita di spirito acritico e di zelante devozione. Io non contesto il diritto di provarci e di ridare linfa alla struttura ma rivendico il diritto/dovere di giudicarla, di domandarmi perché non ha funzionato, di chiedermi come è stata gestita e per quale ragione gli investitori aziendali hanno tagliato il finanziamento, evidentemente ritenendolo un puro costo senza ritorno. Questo non è fango ma domande che si fanno molti fabrianesi. Hai ragione quando dici che è più facile chiudere che rilanciare ma questa è una città in cui la parola “rilancio” è stata usata costantemente come allucinogeno per alimentare mille forme di credulità popolare. Poi mi accusi di luoghi comuni, di etica giornalistica violata, di fango e qui secondo me commetti un errore. La differenza è che io giudico le strutture e tu punti il dito contro la mia persona, io mi concentro sul peccato e tu sul peccatore. E questo anche cristianamente dovrebbe stimolare in te una qualche riflessione di corollario. Concludo con una piccola postilla: fermo restando il tuo insindacabile diritto di rivolgermi le critiche più aspre sarebbe stato opportuno, visto che sottolinei la questione del corretto informare, rimarcare anche il tuo ruolo in Unifabriano. Giusto per dare un risvolto più ampio e completo alle ragioni per le quali tale struttura ti sta così tanto a cuore.