L'insostenibile leggerezza dello scaricabarile

Fabriano ha conosciuto un potere pietroso ma anche capace di mimetizzarsi rendendosi tollerabile e, a volte, anche indulgente. Un potere che per strangolare non utilizzava corde e nodi da marinaio ma educatissimi e fumosi nastri di seta. E se nel tempo si è radicata, da parte di alcuni soliti noti, un'abitudine a comandare che rasenta l'eternità, in parallelo la nostra gente ha metabolizzato un suo specifico modo di sopportare quel potere senza contestarlo: rompendo la catena di comando e puntando dritti all'anello debole, agli esecutori materiali, ai soggetti su cui era più semplice e meno rischioso focalizzare i risentimenti e gli strali. Ultimamente questo meccanismo è ritornato prepotentemente in auge con la ausiliarie del traffico, che sono state percepite dai fabrianesi come schegge impazzite, poteri autonomi in grado di flagellare la libera sosta degli automobilisti e di rilevare senza pietà infrazioni e divieti. In realtà si tratta di un caso emblematico di capro espiatorio - di cui faccio ammenda perché le ho definite anche io soggette a un eccesso di zelo degno di miglior causa - perché queste due ragazze altro non fanno che eseguire alla lettera le attività per le quali sono state assunte, sperando in una riconferma del contratto di lavoro che, di questi tempi, è qualcosa che spiega qualsiasi rigore e  abnegazione. Eppure circolano, sui social network, dosi di asprezza sempre più cavalline sull'operato delle ausiliarie. Al punto che è dovuto scendere in campo il Comandante dei Vigili Urbani Strippoli che ieri, attraverso alcune dichiarazioni al Messaggero, ha improvvisato una difesa d'ufficio che però sembra quasi una presa di distanza, laddove le ausiliarie vengono definite "sicuramente molto solerti" che, tradotto in linguaggio corrente, vuol dire che la loro è una vera caccia all'infrazione che non ammette margini di flessibilità e di conciliazione informale. Ovviamente il Comandante Strippoli si guarda bene dal fornire dati, rimpiazzati da affermazioni linguisticamente vaporose e vaghe: "...sembra che ci sia un innalzamento delle multe. ma forse questo è stato vero nelle prime settimane, ma ora è un trend che va normalizzandosi"; "da metà aprile in poi i verbali di contravvenzione elevati si sono ormai stabilizzati". Semplificando la lingua e scremando le mezze ammissioni, significa che le multe letteralmente impazzano. La sensazione è che le ausiliarie abbiano ricevuto un mandato molto preciso: fare più multe possibile, perché questo è l'unico modo per fare cassa e prelevare soldi dalle tasche dei cittadini con la scusa dell'educazione civica. E ha fatto bene Claudio Curti del Messaggero a riportare le parole di Tini che sabato, in Consiglio Comunale, ha affermato che è necessario migliorare gli incassi delle multe. Il sospetto sale in aria in splendente e spontaneo: perché l'assessore alle Finanze ,parlando del Bilancio Consuntivo, sente il bisogno di rimarcare i problemi di incasso delle multe? Probabilmente perché quella è una voce che si punta a far diventare sempre più consistente e centrale, inaugurando uno stile amministrativo dove si tagliano i servizi per finanziare la struttura, mettendo le mani in tasca ai cittadini, ma con tutti i crismi della legalità e del senso civico. Il punto cruciale, come sempre, è quello della responsabilità politica e della completezza della catena di comando. Puntare sulle multe per esigenze di Bilancio, evitando di coinvolgere direttamente la Polizia Municipale attraverso l'assunzione di due ausiliarie abbastanza solerti da risultare antipatiche e da fungere da capro espiatorio, probabilmente non è un caso ma una scelta politica. E la politica, nel rispetto del ruolo che gli compete, deve avere il coraggio di farsi carico delle sue responsabilità senza sbolognare su altri il peso di scelte e di posizioni che sono solo della politica. Perché lo scaricabarile è assai più consono a una scuola elementare che a una classe politica minimamente seria e responsabile.