Ho chiesto a Nico Bazzoli, fabrianese esperto di urbanistica e sociologia urbana, di scrivere un articolo/saggio sulle possibili prospettive di riqualificazione generate dallo scoperchiamento del Giano. Ve lo propongo integralmente (GPS)
Il rapporto uomo-ambiente naturale si è da sempre caratterizzato in base al periodo storico e di sviluppo economico che ha interessato un territorio. Se l'età medioevale si può definire in questi termini come un periodo in cui la natura era vista come forza magica e trascendente, con lo sviluppo dell'attività scientifica la natura ha cominciato ad essere considerata come un contesto di possibile dominio e sfruttamento su vasta scala. In questo senso l'economia a prevalenza industriale è stata in grado di utilizzare la natura allo scopo di generare plusvalore con delle modalità che non hanno precedenti nella storia umana. Nonostante la creazione di un benessere piuttosto diffuso le esternalità insite nel paradigma della crescita industriale hanno generato inquinamento, depauperamento delle risorse, cementificazione selvaggia e una scarsa attenzione alla qualità ambientale. Il passaggio ad un'economia postindustriale, cominciato nelle città globali all'inizio degli anni Settanta, obbliga a riconsiderare questo rapporto uomo ambiente che si sta configurando su basi diverse. L'ambiente naturale e artificiale infatti cominciano ad essere considerati da una prospettiva differente, che punta più alla valorizzazione (in chiave economica) che ad un semplice sfruttamento delle risorse. Esplicativa di questo passaggio è la diffusa sensibilità ambientale che si è andata a creare dagli anni Ottanta ad oggi, con una presa di coscienza sia a livello globale, nazionale e locale dei problemi generati dallo sfruttamento industriale.
Il passaggio ad un'economia di tipo postindustriale è cominciato in Italia con modalità e tempistiche ben differenti da quelle degli altri paesi a sviluppo avanzato ed ha dato luogo ad una riconsiderazione del valore ambientale. Fabriano sta vivendo questo passaggio negli ultimi anni con un notevole ritardo rispetto alla media nazionale, e con una colpevole inconsapevolezza da parte della classe dirigente. La fine del paradigma industriale come volano di sviluppo si è abbattuto sulla nostra città senza che fossero state programmate le basi per un futuro sviluppo economico. La miopia che contraddistingue la classe dirigente locale si può evidenziare non soltanto nelle modalità di gestione di questo passaggio, ma anche dal retaggio culturale all'interno del quale affonda le sue radici. L'attuale amministrazione risulta infatti una mera espressione dell'epoca industriale; un periodo nel quale, come precedentemente indicato, il valore ambientale era sottomesso al funzionalismo industriale.
Se volessimo analizzare attraverso questa chiave di lettura le vicende che stanno interessando i lavori attorno al fiume Giano, potremmo considerare come il dibattito sulla sua riapertura ruoti attorno a due paradigmi concettuali spesso divergenti. Da una parte troviamo un'amministrazione locale che intende provvedere alla sistemazione idrogeologica e fognaria per procedere ad un ritombamento del fiume (probabilmente aumentando la superficie di alcuni parcheggi), dall'altra assistiamo ad un fermento associazionistico che desidera una valorizzazione del fiume cittadino e una sua riscoperta.
Queste differenti visioni si inscrivono in due modalità differenti di intendere il territorio ed il rapporto uomo-ambiente: il primo di stampo funzionalistico modernista, il secondo di tipo rivalutativo. Estremizzando si potrebbe dire che il fiume è visto dai primi come un problema da risolvere e dai secondi come una risorsa da valorizzare ed in questi mesi abbiamo assistito a vivaci discussioni tra esponenti di questi due diversi punti di vista.
Dato l'inizio dei lavori di scopertura del fiume e l'incerta sorte a cui sarà destinato il corso d'acqua ritengo opportuno soffermarci su quelle che possono essere le implicazioni e i riflessi collettivi di tali lavori in corso. Partiamo da una premessa: il Giano non è soltanto il fiumiciattolo che attraversa la città di Fabriano, ma ne rappresenta storicamente il valore aggiunto che ha permesso lo sviluppo della tradizione artigianale e cartaria di questa città. Il fiume è stato utilizzato dai fabbri delle botteghe della piazza bassa per secoli ed è con il massiccio sviluppo industriale della cartiera che è divenuto una problematica. Infatti i liquidi di scarico della cartiera sversati a monte del centro storico ed i conseguenti problemi relativi all'inquinamento hanno portato alla tombatura del fiume. Un corso d'acqua che è stato per anni martoriato e nascosto alla cittadinanza per via del suo odore e dei suoi strani colori (ricordo giornate estive in cui era pieno di schiuma rosa). Oggi ci troviamo di fronte alla possibilità di rivalutare il suo ruolo, di bonificare le sue sponde e conferirgli di nuovo il valore storico-ambientale perso da tempo. Infatti la scopertura del fiume ed i lavori di sistemazione a cui è sottoposto rappresentano un'occasione di sviluppo che la nostra città non dovrebbe perdere.
Da oltre trent'anni in tutta Europa si stanno sviluppando processi di valorizzazione dei corsi d'acqua che attraversano le città, proprio perchè essi sono passati dall'essere visti in chiave esclusivamente funzionale al sistema industriale all'essere percepiti come motori di rigenerazione di alcune aree. L'Inghilterra, paese che per primo ha conosciuto la crescita industriale ed il suo conseguente declino, può fungere da esempio: in città che hanno subito dei forti disinvestimenti postindustriali negli ultimi decenni oggi si stanno realizzando opere di sviluppo locale in chiave turistica. In questi contesti il fiume costituisce un ambiente privilegiato di intervento, attraverso la retorica architettonico-urbanistica dei waterfront. A New Castle ad esempio il Tyne è stato sottoposto a delle massicce opere di bonifica ed oggi sulle sue sponde stanno sorgendo nuove unità residenziali e prolificando attività commerciali prevalentemente orientate allo svago e all'intrattenimento, oltre che una rivalutazione del patrimonio storico che vi si affaccia. Esperienze come questa non sono limitate solo al caso inglese ma si sono diffuse in tutta Europa ed anche in Italia, sia in città marittime che interne, di grande, piccola e media dimensione.
Dunque quali prospettive si presentano per Fabriano nel caso di una scopertura permanente del Giano? Nel rispondere ad una tale domanda mi sento di dover sottolineare come la semplice scopertura del fiume non costituisca un intervento di valorizzazione dell'area. La scopertura del Giano infatti andrebbe seguita da una serie di interventi che dovrebbero riguardare la riqualificazione edilizia delle sue sponde per migliorarne l'aspetto estetico e funzionale, con la creazione di percorsi pedonali. Solo in questo modo si può provvedere alla valorizzazione del patrimonio storico che tocca le sue sponde, come il Ponte dell'Aèra. Le potenzialità di un tale intervento sono molteplici se si riuscisse ad intercettare i contributi europei per la costruzione dei parchi fluviali.
L'area sottoposta ad intervento potrebbe infatti estendersi a monte e a valle del centro storico, creando un parco fluviale che parta dalle vecchie cartiere, prosegua sotto il ponte della Canizza, nel centro storico e si dirami fino alle aree sotto l'ospedale Profili e al ponte della Stazione. In questo modo si provvederebbe alla sistemazione di aree della città lasciate all'incuria per anni. L'idea del parco fluviale potrebbe costituire anche una risorsa turistica con lo sviluppo di percorsi naturalistici, storici e ciclabili da integrare agli esistenti. A questo si aggiungono le potenzialità che il miglioramento estetico può dare all'insediamento di attività ricettive e ludico-ricreative e alla potenziale propulsione che si potrebbe dare ad una delle aree immobiliari più depresse della città, in termine di crescita dei valori degli immobili. Inoltre si potrebbero dedicare diversi spazi, oggi sottoposti all'incuria, ad esperienze di agricoltura urbana di cui si sente sempre più la necessità.
La realizzazione di un tale ambizioso progetto non può che realizzarsi tramite una governance degli attori interessati che coinvolga da un lato l'amministrazione pubblica e dall'altro le associazioni ed i comitati del territorio. Potrebbe costituire una prima esperienza di progettazione partecipata per Fabriano, attraverso la quale l'interessamento di molti cittadini alla scopertura del fiume potrebbe concretizzarsi in un'opera di più ampio respiro. Logicamente ci troviamo nel piano delle possibilità: si tratta di interventi che possono vedere la luce solo grazie ad una decisa volontà politica, ed il ruolo dei cittadini nella guida di questo processo è di centrale importanza sia in termini di indirizzo che di realizzazione. Garantire alla nostra città una riqualificazione ambientale e una rivalorizzazione storica degne di tal nome passa necessariamente per una presa di coscienza.
Se questa sembra essere avvenuta grazie al Comitato alla Scoperta del Giano, a Fabriano Storica, all'associazione Hypogeum e ai tanti abitanti che stanno spingendo in tal senso, quel che sembra mancare è la volontà dell'amministrazione nell'impegnarsi in tal senso. Una scarsità di visione in prospettiva che ha sempre caratterizzato l'attuale giunta, ma che può smentirsi nell'implementazione di un ambizioso progetto del genere, sopratutto in considerazione dell'assensa di rischio esondazione del fiume (un rischio costituito più dalla tombatura stessa che dalla portata del corso d'acqua). Forse ciò di cui questa città ha veramente più bisogno è lo slegarsi dal paradigma di crescita che l'ha caratterizzata per decenni, affacciandosi ad una nuova idea di sviluppo che ha sempre meno a che fare con la produzione industriale e sempre più con lo sviluppo di servizi, cultura e un nuovo rapporto uomo-ambiente.
Nico Bazzoli
Analisi lucida e corretta che mi trova pienamente d'accordo. La scopertura del Giano semplice significherebbe poco, se invece facesse parte di un progetto piu' ampio e strutturato sarebbe magnifico... ma i nostri amministratori saranno cosi' lungimiranti? io ho paura di no...
RispondiEliminaMi sembra che ormai solo il PD, o meglio parti di esso, sia per non rivedere il progetto e andare avanti a testa bassa. Ma l'ostinata presa di posizione si dice non sia dovuta tanto a mancanza di senzibilità o lungimiranza quanto alla "copertura" (in tutti i sensi) di alcune torbide situazioni.
RispondiEliminaNon hanno le palle...la peggiore giunta degli ultimi 30 anni...visto che sono residente dal 1982..non me ne ricordo una peggiore...ma forse e' un mio difetto di memoria!
RispondiEliminaG. F .cav.
Se vanno a testa bassa troveranno pane per i loro denti.....di magagne dietro ce ne sono molte...e verranno tutte fuori!
RispondiEliminaIL SOLITO COMPORTAMENTO DA 5S. TIRARE IL SASSO E NASCONDERE LA MANO, DIRE E NON DIRE. MA SE AVETE QUALCOSA DA DENUNCIARE FATELO E PER FAVORE NOMI E COGNOMI.
EliminaSarebbe interessante rendere pubbliche queste "magagne", qua si scrive in maniera anonima volendo quindi perchè non condividere la propria conoscenza?
RispondiEliminaL'anonimato non può essere un alibi per aprire la bocca e dare fiato. Se ci sono magagne politiche se ne parla, ci si firma e si pubblica anche qui. se qualcuno ipotizza magnagne penali c'è la procura della repubblica più che il blog
RispondiEliminaBRAVO! UNA VOLTA TANTO CONCORDO CON TE SIMONETTI. CRITICARE L'AMMINISTRAZIONE CI STA, MA GETTARE FANGO GRATUITAMENTE QUELLO NO. SE CI SONO MAGAGNE C'E' LA GIUSTIZIA. MA VEDRAI CHE SONO TUTTE CHIACCHIERE E MINACCE A VUOTO.
EliminaBellissima analisi, condivido in pieno, staremo a vedere
RispondiEliminaIeri ho approfittato per far vedere il fiume ai miei figli da sopra il ponticello appena scoperto. Sono bambini ed hanno subito collegato l' elemento acqua con pesci. Chissà se così esposto e tutto sommato pulito, potrà essere ricolonizzato da qualche specie ittica? Complimenti a Nico per il saggio. Luca
RispondiEliminaPer ripopolare il fiume di pesci credo che serva un intervento di bonifica delle sponde tra il ponte della Canizza e Vetralla, oltre che vigilare sugli sversamenti delle Cartiere; causa della mancanza di pesci nel Giano fino al depuratore di Santa Maria.
EliminaMa guardate che i pesci dentro fabriano già ci sono. Certo non li mangerei ma sotto l'ospedale li ho visti più di una volta e non avevo bevuto. Poi anche un mio amico pescatore me lo ha confermato.
Eliminama li hai visti dentro il fiume o dentro la boccia di vetro?
Eliminache motivo avrei di mentire? Li ho visti nel fiume, sotto l'ospedale, sono scuri e lunghi 10 20 cm, ti ho detto che non avevo bevuto e topi di certo non sono :) Non so dirti che pesci sono, se sono ritornati da soli o ci sono stati lasciati però ci sono. e non sono l'unica a averli visti
Eliminaconfermo non sono tanti ma io li o visti sotto fermaket vicino al molino mezzanotte sono cavedani. è qialche anno che ci sono tornati
Eliminaio ho visti i pesci dal ponticello delle cartiere vecchie, però l'anno scorso d'estate. Però non so che specie è.
EliminaBellissimo pezzo Nico Bazzoli come tutti gli altri che ho avuto modo di leggere. Rappresenti quella generazione di fabrianesi competente e preparata che è mancata negli ultimi decenni. Personalmente auspico un tuo futuro impegno politico a favore della città. Fabriano adesso più che mai ha bisogno di persone come te. L.C.
RispondiEliminaUltimamente non ti ho seguito perche' ho fatto una pausa un po su tutto ma concordo con il tuo commento. La critica positiva e' il sale di ogni buona democrazia quando e' fine a se stessa, ' becera .....o in malafede come posso interpretare in qualche commento di chi non e' riuscito a sedersi su qualche poltroncina!!! Q.B.
RispondiEliminaConsentimi ma questa storia chi chi critica lo fa perhcè non ha avuto un posto a tavola è una delle peggiori eredità del democristianesimo. La critica è il fondamento della democrazia non un sottoprodotto degradato
RispondiEliminaCaro Gian non avevo finito di esprimere il mio concetto dato che scrivendo con il tel.e' tre volte che mi si cancella il contenuto e tu mi hai anticipato . Riprovo : La critica positiva e' il sale di una vera democrazia ma quando e' fine a se stessa , becera o in malfede come ho potuto interpretare in alcuni commenti anche da chi forse non si e' potuto sedere su una modesta poltroncina ( mia riflessione non democristiana!!!!) allora non mi stimola, ma mi lascia indifferente!!!! Cmq grazie del pezzo pubblicato e delle tue osservazioni.Q.B.
Eliminamah!
Eliminacrediamoci un pò Q.B. che il telefonino ti ha annullato l'ultimo concetto.
Parola d'onore gian poi libero di pensarla come vuoi!!!!! Q. B.
EliminaQuinto guarda che io ho scritto solo il commento firmato Miura. Non lascio commenti anonimi e non ho mitivo di dubitare di quel che dici
Eliminamah!
RispondiEliminacon tutto l'ottimismo possibile non credo che avremo mai il tamigi,la senna(e neppure il tevere) a fabriano!
"fiumi" di parole e un rivolo scoperchiato!
troppe aspettative su questo cambiamento urbanistico,che anche nella migliore delle ipotesi,apporta un arricchimento sociale molto molto marginale ai cittadini.
un po di sano realismo,su!
l'entusiasmo e' bello da leggere ,peccato che poi si scontra con una realta' amara.
certo che se dissoci il Giano dalla storia della città vedi solo un rivolo. Ma questo ottuso modo di pensare è lo stesso che magari ti fa vedere Gubbio come un mucchio di pietre o magari le Grotte di Frasassi come un inutile buco; e non a caso ho fatto questo merloniano paragone. Sarai sempre un miope metalmezzadro, credimi.
EliminaE non occorre aver lavorato in fabbrica per aver acquisito la mentalità metalmezzadra. Stai indietro come le palle di un cane. La metelmezzadria è un periodo chiuso, morto e sepolto ed anche se il fiume porterà pochi benefici alla città, meglio poco che niente.
EliminaE' logico tutto va contestualizzato, Fabriano non ha nè la dimensione naturale nè quella antropica di tante altre città. Ciò non toglie che l'arricchimento sociale di cui parli andrebbe misurato in termini di qualità della vita, che interventi del genere possono migliorare sotto diversi punti di vista (ambientale, storico, culturale, turistico e di percezione). La realtà invece risulta amara solo dalla prospetiva in cui la si guarda: la crisi è un'occasione di cambiamento che sancisce una linea tra le potenzialità del nuovo e l'arretramento del vecchio. I disinvestimenti industriali che stiamo conoscendo hanno afflitto realtà come la nostra già da diverso tempo ed è grazie ad un cambio di corso che molte realtà urbane si sono rinnovate. Personalmente tento sempre di guardare al futuro perchè del passato, tranne il benessere economico, c'è poco da rimpiangere e sono fiducioso in una ripresa della città da una differente prospettiva. Nico
EliminaPiù che sano realismo mi sembri affetto da una devastante miopia.
RispondiEliminaComplimenti a Nico Bazzoli e naturalmente a Gian Pietro che lo ha ospitato. Nell'articolo sono stati citati compagni di avventura importanti (Comitato alla Scoperta del Giano, Fabriano Storica, Hypogeum e tanti altri) con i quali giornalmente ci si confronta e si discute; ci tengo a dirlo, sono compagni di avventura delle più varie estrazioni politiche uniti però dalla stessa visione del futuro. La battaglia per il Giano è principalmente una battaglia dall'alto significato simbolico, e per questo è molto, molto importante. L'esito di questa battaglia (pare assurdo pure combatterla ma è così) probabilmente mostrerà alla città tutta cosa e come sarà il futuro.
RispondiEliminaCaro dottor Pascucci, con il 'probabilmente' e con il 'significato simbolico', la vicenda del Giano non si sblocca ora e difficilmente si sbloccherà da qui a due anni.
EliminaIl PRG del Comune di Fabriano già prevede, lungo le sponde del fiume, il parco fluviale del Giano. Basterebbe attuarlo. Evidentemente la classe dirigente della città, qualcosa ha fatto.
RispondiEliminaAltri soldi buttati al vento per progetti che non vengono realizzati !!! Complimenti al comune.
EliminaCaro dottor Bazzoli, bisogna guardare in faccia alla realtà: il 'potrebbe' che lei utilizza nel suo commento, cozza in modo drammatico con il 'dato l'inizio dei lavori di scopertura del fiume e l'incerta sorte ...'. Questo è l'unico dato di fatto certo sul Giano.
RispondiEliminaSono passati due anni dall'incontro pubblico del Febbraio 2012, quando furono presentate proposte analoghe a quelle a cui si richiama. Che cosa è successo?
Allo stato attuale un buco nell'acqua per i cittadini che hanno e continuano a protestare, perché l'Amministrazione continua imperterrita a portare avanti il progetto iniziale.
Questi sono fatti e mai come ora che è iniziato il cantiere, i margini di manovra sono sempre più stretti e le belle parole sul Giano e sul futuro di Fabriano stanno sfiorando, drammaticamente, la quota ZERO.
Dunque arrendersi all'indifferenza dell'amministrazione sarebbe una soluzione?
EliminaLe proposte, quando diventano battaglie, vanno portate a fondo.
NB
Lei ha suggerimenti su come portarle concretamente in fondo?
EliminaIo mi sono limitato a dire che sono passati oltre due anni di proteste e non si è ottenuto mezzo risultato.
Concordo che non si è smossa una foglia a riguardo per il momento, tuttavia dato che i lavori interesseranno l'area in questione per almeno due anni (tempistica ottimistica dato che siamo in Italia) esiste il margine temporale per apportare modifiche al progetto. Dati gli stanziamenti europei previsti dal 2014 per interventi di questo tipo si potrebbero attivare gli organi comunali preposti per intercettarli ed eseguire i lavori con una quota di compartecipazione da parte del Comune. Inoltre vi è anche il margine temporale per creare una rete di investimenti provenienti dal privato. In questo caso penso a banche e fondazioni locali disposte a piccoli finanziamenti a fondo perduto, mentre si potrebbero innescare meccanismi di ritorno di capitali innestando nel progetto di riqualificazione un sistema di social housing. La CARIPLO ha dato vita alla Fondazione Housing Sociale nel 2004 e sta dando luogo a diversi interventi di riqualificazione urbana sostenibile in Italia che prevedano anche investitori privati ed una remunerazione del capitale investito. Si tratta di interventi sostanzialmente a costo 0 per le amministrazioni che devono soltanto mettere a disposizione alcune competenze tecniche, terreni e agevolazioni fiscali. In questo modo l'idea del parco fluviale e della riqualificazione dell'area del fiume potrebbe dar luogo anche ad interventi in materia di politiche abitative, destinati a quelle fasce sociali che oggi risultano troppo ricche per accedere agli alloggi popolari ma sono sottoposte ad un serio rischio abitativo (perdita lavoro o coniuge, anziani, giovani precari).
RispondiEliminaCome ho scritto nell'articolo è necessaria un decisa volontà politica e senza di questa si assisterà solamente a un ulteriore malcontento della popolazione e a ulteriori proteste. Tuttavia la cittadinanza, come già sta facendo, può autorganizzarsi verso la sensibilizzazione e magari raccogliere firme come dimostrazione di consenso.
Quel che voglio sostenere è che esistono i margini per interventi anche più ambiziosi di quelli che ho proposto nell'articolo e che sono stati proposti già da tempo. La discriminante non è nè relativa al rischio esondazione nè relativa al fattore economico ma del tutto politica. Non solo in relazione alla volontà decisionale ma anche in merito al dinamismo dell'amministrazione: è logico che se riempiamo il Comune di persone statiche sarà difficile cogliere le sfide che questo periodo storico ci impone. Dunque a mio avviso si può ancora tutto se si manifesterà la volontà politica di attivarsi. Senza di quest'ultima si può solo assistere ad un malcontento diffuso che sfocerà prima o poi in crisi di rappresentanza.
In merito alla realtà ritengo sempre più proficuo tentare di migliorarla che arrendersi ad essa quando il problema è un rapporto di potere tra persone.
NB
C'è una questione di fondo, non di poco conto, purtroppo per Fabriano!
EliminaDa quanto si è chiusa la gara d'appalto e sono iniziati i lavori i margini per l'azione politica, ormai, sono di fatto sempre più sottili.
La normativa parla chiaro, inutile farsi illusioni o costruirci sopra sogni di nuova gloria per Fabriano.
Se vogliamo vedere riaperto il Giano rimane solo di affidarsi al giudizio di un organo inquirente o giudicante.
Altrimenti, coloro che hanno fatto in modo di portare la discussione fino allo sfinimento per oltre due anni, ingabbiando le parole dentro le carte degli atti amministrativi, l'hanno avuta vinta alla grande.