Ricordiamo, a chi se ne fosse incautamente dimenticato, che a Fabriano - caso più unico che raro nel Belpaese - è stata riconosciuta la qualifica di città creativa dell'Unesco. Personalmente questa nomina mi è sempre sembrata una forzatura nominale, un'etichetta sul nulla, il tentativo nobilitato e maldestro di tenere in ordine una stanza sporca occultando la polvere sotto il tappeto e sotto i mobili. Per aver assunto questa posizione critica ho ricevuto, da più parti, l'accusa di nichilismo e disfattismo, manco avessi plaudito alla disfatta di Caporetto o profanato il Monte Grappa. Ma anche i critici più severi, a un certo punto, devono prendere atto dei fatti e di quel che concretamente accade. E quindi, pur confermando per intero l'armamentario critico iniziale, prendo atto che Fabriano è città creativa dell'Unesco. Penso che ciò possa significare molte cose: tutelare i beni artistici e architettonici; promuovere la conoscenza che è alla base della creatività; proteggere la bellezza e il decoro urbano; riservare alla cultura scientifica e umanistica un posto d'onore in una città prevalentemente sedotta dalla tecnica e dalle sue connessioni con i processi produttivi. Penso anche che una città creativa dell'Unesco abbia pure il dovere e la missione di tutelare la formazione delle sue generazioni più giovani. E sono altresì convinto che i cittadini della città creativa debbano indignarsi coralmente nello scoprire che forse il Liceo Francesco Stelluti il prossimo anno non avrà iscritti a sufficienza per formare una classe legata all'indirizzo classico. Speriamo che sia solo una chiacchiera dal sen fuggita ma se fosse vero vorrebbe dire che nella città creativa è destinata a venir meno l'unica vera centrale formativa di cultura e di visione umanistica, il luogo didattico in cui veniva forgiato quel poco di classe dirigente di cui questa città ha potuto disporre pur in presenza di una dinastia di potere di tipo rinascimentale che gradiva poco l'autonomia culturale dei suoi cittadini. Sarebbe del tutto inutile e ozioso ricercare e rincorrere le ragioni di questa storica sconfitta della scuola e della cultura cittadina, perché certi disastri fioriscono dal concorso di mille circostanze e dall’azione distruttiva di molte mani. Quel che resta come dato inoppugnabile è che, dopo mezzo secolo, i giovani fabrianesi che voglio intraprendere studi classici dovranno affrontare i sacrifici di un nuovo
pendolarismo umanistico in direzione di Jesi o di Camerino. Certo, nessuno può imporre a un giovane uscito dalle medie di scegliere il Liceo Classico perchè significherebbe mutilare vocazioni e comprimere tendenze che vanno invece rispettate. Ma è comunque emblematico che una comunità in crisi, che si compiace di molte chiacchiere e di nuovi distintivi internazionali non si ponga neanche il problema di fare i conti con una vena umanistica inaridita e prosciugata e con le conseguenze che ciò determinerà sul valore complessivo della cultura dei suoi cittadini. Fabriano non ha mai brillato per vocazione culturale e per sensibilità umanistica, sentimenti e passioni da fannulloni poco propensi a
fatigà. Eppure, nonostante la pressione della fabbrica e la seduzione di un lavoro da scimmie ammaestrate, un barlume di umanesimo era rimasto in piedi, così come resistevano all'usura del tempo l'orgoglio e il pregiudizio che il liceo classico fosse la scuola che "
dava il metodo e apriva il cervello". Gli indicatori che restituiscono lo stato di salute di una comunità possono essere tanti e di solito sono quelli economici e sociali a colpire maggiormente l’attenzione. Eppure sarebbe un errore clamoroso considerare la questione del liceo classico come un fuoco fatuo e un segnale minore della crisi. Per ora - e forse non a caso - nessuno si è mobilitato, nessuno ha raccolto firme, nessuno si è strappato le vesti per questa ennesima parete che si sbriciola. In questo Fabriano somiglia a Pompei, dove ormai ogni muro che cade è solo una riga in più nella contabilità del disastro. La prima volta è scandalo poi sopraggiunge l’assuefazione. Fabriano città indifferente dell'Unesco.
Simonè fa che levano i camioncini della porchetta il sabato mattina al mercato. Allora sì che ce incazzamo tutti!! Del Liceo Classico non ce frega niente a nessuno
RispondiEliminail calo e‘ ovunque, qui impressiona perche‘ si aggiunge al resto. I nuovi parametri gelminiani che aumentano il rapporto tra numero di alunni e prof per classe non aiutano, il classico rimane difficile e non v e‘ sbocco se non universitario. Alla fine c‘e‘ il crollo, per una volta sono propenso a pensare che la crisi del sistema in questo caso conti piu‘ della crisi della citta‘. Per fare molte iscrizioni ci vogliono edifici nuovi ed attrezzature, chi ha lasciato che.dopo il terremoto la citta‘ facesse a meno degli edifici originari?
RispondiEliminaAnche secondo me, il problema non è solo di Fabriano. Architettura, ingegneria, medicina, scienze forestali, agraria, matematica, botanica avvantaggiano chi sceglie lo scientifico. Lettere e Giurisprudenza, scienze della comunicazione, sociologia sono facoltà strapiene, vere e proprie fabbriche di disoccupati.....chi tra genitori o professori delle scuole medie si sentirebbe di indirizzare i propri virgulti tredicenni verso il classico, in un momento come questo? Altro dato, le università hanno ormai costi improponibili, costi che un tempo potevano essere coperti dal proprio lavoro (anche l'operaio ebbe il figlio dottore! ), adesso un genitore non può sapere se da qui a 5 anni potrà permettersi di far studiare i propri figli.... Il declino locale è lo specchio del declino nazionale.
RispondiEliminaSamuele
indubbiamente anche la propensione a distruggere invece che valorizzare le ricchezze architettoniche e culturali del nostro paese non aiutano in una scelta per studi classici, certo è eclatante che proprio nell'anno dell'assegnazione di città creativa Unesco si presenti un episodio del genere , come potrebbe essere sintomatico di una rassegnazione latente al veder svanire tutto ciò che è , nel cittadino , nell'accettare nel silenzio generale il fatto , il non urlarlo a denuncia, è un ulteriore segnale dell'incapacità reattiva che negli anni si è inculcata in questa città, il vedere sfiorire le realtà , prenderne atto e non fare nulla per evitarlo, accettarlo e basta, la presenza di una miopia mentale che impedisce di guardare al di la del giorno dopo, troppe volte durante la raccolta firme per il punto nascita dell'ospedali ci siamo sentiti dire" e che firmo a fare tanto io mica devo partorire più" oppure " non firmo.. tanto a che serve?" il punto è che o ci rendiamo conto il più presto possibile che questa città è da rifondare sotto tutti gli aspetti , culturali, industriali turistici, mentali!!! o si rischia seriamente di rimanere schiacciati da questo alone di indifferenza passiva che serpeggia.
RispondiEliminal'era del benessere spinto, dei Merloni salvatori della patria , del tanto ci pensa babbo Antonio è finita, bisogna tornare a ragionare come i nostri genitori e prima di loro come i nostri nonni, se si vuole fare studiare un figlio bisogna entrare nella logica di farlo con sacrificio, e questa è una parola il cui significato a Fabriano col tempo si è persa a favore del tutto e subito .
Muratori Davide
calano gli iscritti alle superiori tipo il classico...calano gli iscritti all'università ...con la crisi ci si accorge che studiare laurearsi e entrare nel mondo del lavoro 7-10 anni dopo l'amico che ha fatto l'istituto tecnico non paga....
RispondiEliminacomunque dai licei non escono questi ottimi manager o grandi dirigenti, spesso non sanno fare una proporzione o mettere 2 parole in fila...vale più la persona che gli studi fatti (cogito ergo sum), dall'industriale o da ragioneria può uscire un bravo universitario, un grande ad o un grande lavoratore post-diploma....poi se chiude il classico è ovvio che mi dispiace, se non altro è un pezzo di storia che perdiamo...
Il problema è che formare una classe dirigente costa nei lunghi anni degli studi e - quando finalmente arriva l'inserimento nel mondo del lavoro - negli stipendi che devono essere proporzionati ai sacrifici che questi giovani e le loro famiglie hanno fatto. Ma con l'aria giacobina che tira, con questo livellamento anche salariale imposto dalla crisi, con questo continuo dare addosso a chi prende stipendi più sostanziosi, anch'io come genitore, ancorchè abbia un figlio intelligente e promettente, non me la sento di farlo studiare 10 - 12 anni per poi andare a prendere la paga di uno che di sacrifici ne ha fatti pochi. Meglio - per me e per lui - un impegno minore.
EliminaCi scandalizziamo, forse anche giustamente, per gli stipendi dei super manager, ma per me se i soldi se li meritano è giusto che li prendano. Ma noi a fabriano siamo provinciali anche in questo e il declino culturale è la logica ed inevitabile conseguenza.
Scegliete una formazione agraria e imparate per bene a coltivare la terra in modo sano, abbiamo acqua, sole e oltre la metà di terre coltivabili ancora incolte. L'agricoltura e la natura hanno bisogno di giovani capaci di pensare in modo diverso e se non si rischia quando si è giovani, non si può aspettare che siano i vecchi a portare il cambiamento.
RispondiEliminaSi, si intanto i pomodori marocchini costano la metà di quelli italiani.
EliminaE poi non dimentichiamci che oltre al sola, l'acqua, la terra abbiamo anche sussidi niente male per gli agricoltori.
Con questi amministratori non possiamo andare da nessuna parte.I bar sono pieni di extracomunitari ubriaconi e rissosi che vivono foraggiati dal comune .I fabrianesi sono tutti a casa, i piu' fortunati in cassaintegrazione e meno male che a maggio ci sono le europee altrimenti era finita pure quella.Un altro mandato o un nuovo incarico in politica fa davvero comodo a Spacca e Viventi ,vedrete nelle prossime settimane le promesse........sono proprio curioso di vedere cosa si inventeranno questa volta in campagna elettorale pur di mantenere le poltrone. Non diranno mica che grazie al loro intervento : alla JP arriverà tutta insieme finalmente la cig che non prendono da gennaio, all'indesit invece si fara' un nuovo piano industriale molto vantaggioso per i lavoratori,alla ardo ci sara' una proroga di 6 mesi a partire da maggio,il reparto ostetricia non chiudera',l'accordo di programma sta funzionando a meraviglia..ecc ecc..?Tutto questo naturalmente prima delle elezioni.Dopo le elezioni buonanotte a tutti....diranno : cazzi vostri.Ma non è bellissimo ? Ci inxxxxranno un altra volta non e' che cominciamo a prenderci gusto ? Perché non fondiamo un comitato anche noi..tipo ..che so..."dormi fabrianesi" ?
RispondiEliminaL.
hahahahah !!!!! ma dormi fabrianesi esiste già, se dormono un altro po finiscono in coma irreversibile!!! hahahahaah
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