I giornali di domenica, primo fra tutti il Corriere della Sera, hanno dato ampio risalto all'assemblea degli azionisti di Veneto Banca che, a seguito della pesantissima perdita di bilancio registrata nel 2013 e delle ispezioni ordinate dalla Banca d'Italia, ha proceduto all'elezione degli 11 membri del nuovo Consiglio di Amministrazione. Nel CdA di Veneto Banca, tra gli altri, è stato eletto, in rappresentanza della Fondazione che aveva diritto a un posto, l'avvocato Maurizio Benvenuto e sul merito di questa nomina ci occuperemo in un post di prossima pubblicazione. Ma l'uscita di scena di Trinca e Consoli ha sollecitato anche un tempestivo intervento dell'ex sindaco Roberto Sorci, storico avversario del vecchio board di Veneto Banca e pugnace oppositore dell'operazione. Con un'anticipazione consegnata al Resto del Carlino, il Sindaco Emerito di Fabriano ha, infatti, annunciato l'imminente pubblicazione di un volume dedicato alla vendita della Carifac a Veneto Banca. Il libro, di cui al momento si ignorano formula editoriale e modalità di distribuzione, è destinato a diventare, sin dalle prossime settimane, oggetto di una polemica politica di cui è facile supporre le dinamiche, prevedere la temperatura e immaginare gli sconfinamenti. Il titolo del libro - che è una novità in una città che tollera soltanto ricostruzioni basate su un minimo sindacale di almeno vent'anni di distanza dai fatti - già restituisce il filo conduttore e una sintesi essenziale dei contenuti: "Una banca acquistata coi soldi di chi vende". Così come non pare esattamente neutrale il probabile sottotitolo dell'opera sorciana, da cui si prefigura una vera e propria chiamata di correità collettiva: "Lo strano silenzio di una città". Conoscendo Roberto Sorci e la sua forma mentis brutalmente retroscenista ci sono almeno un paio di linee metodologiche e di stesura che si possono presumere, anche senza disporre in anticipo del manoscritto: da un lato il probabile ricorso a una concatenazione mirata di dettagli, circostanze, allusioni politiche e "corridoi" informali impastati con l'abilità di un Mino Pecorelli pedemontano e destinati a rivelare un complotto di cui tutti sapevano e tutti tacevano. Tranne uno, ovviamente: Roberto Sorci; dall'altro una ricostruzione incentrata su una contestualizzazione breve, ossia su quanto accadde in quell'arco temporale delimitato dai primi abboccamenti tra i vertici di Carifac e di Veneto Banca e l'ingresso ufficiale dell'istituto del Nord Est nel capitale Carifac. Sviluppare una contestualizzazione di lungo periodo significherebbe, infatti, risalire alla natura e alla storia non certo ortodossamente bancaria e creditizia di Carifac, istituto che - assieme all'Ospedale, al Comune e alle industrie Merloni - fu uno dei quattro pilastri del consenso e del potere della Democrazia Cristiana a Fabriano. Ossia di quel partito di cui Roberto Sorci fu segretario cittadino dal 1985 al 1990, quindi assessore nella giunta Merloni (quella trionfante del 1990) e poi erede politico nei suoi due mandati da sindaco. Una escalation politica frutto non solo di capacità personali e politiche, ma anche di quel sodalizio eterno tra democristiani che, a Fabriano e non solo, è rimasto intatto a prescindere dalle scelte politiche dei singoli e dallo spacchettamento del voto alla Balena Bianca tra Pd e Udc. Parlare di Carifac e della vendita di Carifac significa, quindi, avere la piena consapevolezza che si tratta del declino di un centro di consenso bianco, di un regolamento di conti tra democristiani e di una modifica degli equilibri politici che intercorrono tra di loro. Un po' come, assai più in piccolo, fu la Coop per i comunisti. E da questo punto di vista sarà davvero interessante scoprire la "parentopoli" bancaria su cui l'ex sindaco sembra intenzionato a mettere il dito. Perchè sono proprio le assunzioni, i vecchi concorsi farsa e le ragazze di buona e fedele famiglia spedite agli sportelli della banca la cartina di tornasole di quella governance tutta Biancofiore che fu ragione di clientelismo e di sfascio strutturale e gestionale dell'istituto bancario fabrianese. Quindi il testo di Sorci - al di là del valore documentale e di testimonianza che indubitabilmente sarà in grado di esprimere - non sarà soltanto un utile seppur parziale libro inchiesta, quanto un episodio di guerra sotterranea rispetto alle nuove configurazioni del potere democristiano che la crisi ha purtroppo mantenuto e consolidato. E' assai probabile che l'ex Sindaco non sbagli quando sostiene che Carifac è stata svenduta, ma resta da capire se la cosiddetta svendita sia stata frutto di intenzionalità o di un'ultima spiaggia incentrata su un salvataggio senza alternative. Così come sarebbe utile ricostruire la storia economica di Carifac per comprendere quali politiche di lungo periodo abbiano determinato il contesto di "svendita"", chi sia stato a svuotarla, quali specifiche operazioni di svuotamento siano state compiute e avallate e quale ruolo abbiano giocato, nel destino della Carifac, alcuni grandi gruppi industriali locali e il loro ritenere l'istituto una sorta di sputacchiera buona per tutti gli usi e per tutte le stagioni. Nel libro di Sorci, che questo blog avrà il piacere di recensire e discutere direttamente con l'autore, pare ci sia anche un capitolo dedicato agli appoggi politici a Veneto Banca. Su questo versante offro ai lettori un mio contributo personale perchè credo di essere stato l'unico a dichiarare apertamente il proprio sostegno a Veneto Banca mentre tutti attendevano di capire chi fosse il vincitore e quale probabilità di successo potesse avere la cordata promossa e capitanata da Francesco Merloni. Il 15 ottobre del 2009, in veste di segretario cittadino della Lega Nord, inviai ai quotidiani locali un comunicato stampa di sostegno all'operazione di acquisizione, che riporto integralmente e che a distanza di quasi cinque anni sottoscrivo ancora nelle sue linee generali: "La Carifac ha perso molti treni. Mentre altre casse di risparmio marchigiane si aggregavano l’istituto fabrianese rimaneva da solo convinto di potercela fare. La crisi della Antonio Merloni e dell’indotto hanno rotto l’incantesimo dell’autosufficienza. Oggi la Carifac, per restare sul territorio, ha bisogno di un’altra banca che metta i soldi e tuteli il credito della nostra terra. Per rimanere ancorato al territorio l’istituto perderà un po’ della sua autonomia. Ci dispiace come fabrianesi ma è sempre meglio un po’ di autonomia in meno che un declino sicuro. Meglio una Carifac viva, in un gruppo bancario che garantisce, che consegnata al libro dei ricordi. Le banche devono fare accordi con altre banche, che conoscono il mestiere e possono portare vantaggi ed opportunità. Le altre soluzioni sul tappeto parlano di salvaguardia del territorio ma rientrano nei disegni della grande impresa globalizzata e senza radici e non in quelli dell’artigianato, del commercio e della piccola impresa territoriale. Per queste ragioni valutiamo positivamente l’accordo tra Carifac e Veneto Banca. Non è sicuramente un accordo da applausi ma l’unica soluzione possibile tra quelle che passa il convento. Adesso tocca a Veneto Banca scoprire le carte pubblicamente. I massimi dirigenti vengano a Fabriano, incontrino i lavoratori Carifac, la popolazione locale, la società e le imprese. Perché per fare accordi sul territorio non basta mettere i soldi ma serve innanzitutto il consenso. Dimostrino con le scelte concrete di non agire da colonizzatori e di non essere interessati soltanto a comperare sportelli." Di fatto fui l'unico politico fabrianese a prendere esplicitamente posizione a favore di Veneto Banca e lo feci per una duplice ragione, politica e gestionale: perchè sostenere l'ingresso di un soggetto esterno era l'unico modo di staccare la Carifac dal sistema di potere democristano che aveva affondato Fabriano e l'unica possibilità di farla agire da banca invece che da ufficio di collocamento della Dc. Veneto Banca ha sicuramente tradito le attese e ha agito da colonizzatore focalizzato a crescere per acquisizioni selvagge, ma lo sfascio che aprì la strada alla necessità del salvataggio e a quella vendita non proprio conveniente ha una sola mano e un'unica regia: la Democrazia Cristiana e ciò che negli ultimi anni ne ha preso il posto - in termini di sigle politiche - senza alterarne la continuità e le solidarietà incrociate. E sono davvero curioso di apprendere la versione di Roberto Sorci e di registrare, nel caso con grande piacere, anche la presenza qualche elemento di verità politica e sistemica (1. continua)
28 aprile 2014
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Oh, ed ecco un altro tema fondamentale per capire la crisi nera di questo territorio.
RispondiEliminaSara' veramente interessante approfondire questa analisi. Ma riusciremo mai a capire i veri MOTIVI, quelli politici, striscianti che hanno portato la Cassa di Risparmio QUI? Le rotture vere all'interno del regime democristiano, gli sgambetti, le furbate, le strategie di potere ed i calcoli sbagliati? Intanto, a un livello più' basso ma più' visibile ai piu', chi il posto se lo e' preso se lo tiene, e di questi tempi non mi pare poco! E tra questi c'e' chi si lamenta pure per timore di spostamenti di sede più' consistenti di qualche chilometro. Cmq fiera di non aver MAI avuto un C/C in questa banca. E mi raccomando, sviscera più' che puoi la questione. GRAZIE!
Chi pensa che le altre banche siano differenti (come dice Doris) non ci ha capito davvero un cazzo. Banca Marche e MPS insegnano. Ad maiora.
EliminaGran pezzo!!!
RispondiEliminaCaro Simonetti leggendo il tuo articolo ci vedo dietrologia. Nascondi i tuoi progetti passati e presenti. Sorci ha sempre sostenuto alla luce del sole le sue tesi e se non erro ha avuto anche una denuncia . Il caffè ti dice nulla? Ripeto quello che tu fai non è giornalismo ma dietrologia!
RispondiEliminaIl progetto del Caffè te lo spiego rapidamente: creare un'aggregazione capace di pescare a sinistra e far vincere il centrodestra alle elezioni del 2007. Missione fallita per qualche decimale. Dove sarebbe il mistero? Riguardo ai miei progetti attuali quali sarebbero oltre a scrivere su questa pagina? Puoi enunciarli tranquillamente se ne sei a conoscenza
RispondiEliminaHo solo detto che Carifac è una storia democristiana. Quindi cosa del tutto estranea alla mia vita politica
RispondiEliminaMi pare che simonetti sia uno abituato a parlare chiaro. Se poi ha obiettivi suoi mi pare normale. Chi non li ha a questo mondo? La sua analisi della Carifac cimunque non fa una piega.
RispondiEliminauna altro pezzo di pezzo di fabriano dove hanno mangiato molti "politici" che hanno portato negli ultimi 20 anni questa città con il culo a terra.....ma ancora governano...
RispondiElimina“Conoscendo Giampietro Simonetti e la sua forma mentis brutalmente retroscenista ci sono almeno un paio di linee metodologiche e di stesura dell’articolo che si possono presumere, anche senza disporre in anticipo del manoscritto: da un lato il probabile ricorso a una concatenazione mirata di dettagli, circostanze, allusioni politiche e "corridoi" informali impastati con l'abilità di un Mino Pecorelli pedemontano e destinati a rivelare un complotto di cui tutti sapevano e tutti tacevano”.
RispondiEliminaCome vedi o cambiato solo il nome, usando quello che hai scritto, perchè Giampietro abbiamo una differenza io non faccio dietrologia parlo sempre con dati di fatto, non costruisco notizie ,ma parlo sempre con fatti ufficiali. Il cazzeggio lo lascio ad altri che costruiscono storielle. Nella vicenda Carifac, lo so benissimo che non ti “gusto” come si dice a Fabriano, ma ti ricordo che io non mi sono mai nascosto. I fatti parlano, non le chiacchere, ti ricordo ad esempio i giornali del 21febbraio 2008 sulla Carifac dove dicevo che sarebbe successo il casino ma ero il solo contro tutti e in particolare i tuoi amici. Ma tu furbescamente fai finta di scordarlo. Cosi su Veneto Banca ho avuto sempre una posizione lineare e chiara, finché acquistavano rispettando accordo sottoscritto mai avuto problemi anzi direi il contrario, mi sono “incazzato” quando siamo stati svenduti a 0,78 € con grande danno al territorio e non solo ma mi sono sempre esposto pubblicamente e con conti alla mano. Giampietro, tu agli altri puoi far credere che i somari volano, non parlo dello stemma del Chievo calcio, ma a me è molto più difficile e questo tu lo sai bene. Io e te siamo differenti perché tu sei un filosofo e quindi fai filosofia e puoi dire che è rosso quando è verde e viceversa e ti piace e ti appaga, io invece sono ingegnere, parlo solo con numeri riscontrabili (fatti) e li metto in sequenza temporale per leggerli, non li invento. Guarda che poi quello che ti incuriosisce è agli atti del Comune visto che Carmenati mi ci ha denunciato e aggiungo addirittura l complesso fabrianese i Motozzappa ci hanno fatto una storia canzone al teatro Gentile, quindi non è quella la lettura. E tu sai bene che non è nessuna guerra di democristiani o cose del genere ma ti piace farlo sembrare perché così………….Però divertiamoci. Ciao Sorci
Caro Roberto spero che il libro sia scritto in un italiano migliore di quello che hai utilizzato per questo commento perché per pubblicare libri bisogna anche essere un po’ filosofi e non soltanto uomini di conto. Noto che con gusto brutalmente retro scenista alludi ai miei amici, come se facessi parte di una cordata. Caro Roberto vorrei rassicurarti: non faccio parte di nessuna cordata per due ragioni molto semplici: la prima è che non amo gli umani al punto di diventarci amico; la seconda è che l’unica cordata che concepisco è quella dove sono io il capo. Quindi fattene una ragione: le mie posizioni sono ispirate da me medesimo e basta. Quel che ho scritto te lo ripeto: ben venga il tuo libro che sarà sicuramente una miniera di informazioni. Spero solo che racconterai anche come si è giunti a dover concepire per Carifac l’unica strada del salvataggio e cosa abbia rappresentato Carifac nel sistema di potere democristiano di cui hai fatto legittimamente parte in quanto dirigente politico di primo piano di quel partito. Un tempo rivendicavi il tuo essere democristiano fino in fondo. Fallo anche su Carifac perchè la verità ne avrà beneficio generale. Spero anche in succose rivelazioni su Parentopoli dove sicuramente non stiamo col culo stretto né io né te! E siccome consideravo Carifac un covo della Dc da ex comunista non pentito non ho mai aperto un conto lì e non ho comprato una sola azione come invece fecero tanti cittadini che certo non erano estranei a quel sistema di potere. E dimmi che sbaglio!!! Gian Pietro Simonetti
RispondiEliminaAlla fine verrà fuori che Fabriano l'hanno governata Simonetti e i suoi amici e non la Dc!!!! Roberto il limite del ridicolo è sempre in agguato
RispondiEliminaGuarda caro Simonetti ti ostini a fare dietrologia e cerchi di coprire i tuoi amici che di quella DC erano parte integrante e sostanziale. Ora sono li che scalciano per accaparrarsi le ultime briciole che poi alla fine tanto briciole non sono. Beh, caro Simonetti, posso anche capire, ma non accettare, la tua dietrologia: a fine mese devi pur mangiare!
RispondiEliminaTi garantisco che Sergio Mustica, titolare della società per cui notoriamente lavoro come dipendente, è un gentiluomo che mi paga per le mie prestazioni professionali - sono uno oggettivamente bravo - e non certo per consonanza politica. E oltre a essere dipendente della sua società sono anche suo amico anche in ragione di una diversa visione delle cose che arricchisce il nostro rapporto. Il giorno che troverai un solo vantaggio ottenuto da me grazie alla Fondazione denunciami e dichiaralo. Altrimenti sei solo un picchiatore senza testicoli, adattissimo a questa città che adora l’anonimato
RispondiEliminaCaro Simonetti a questo punto visto che stai cominciando ad assumere le proprietà del pomodoro (sei ovunque) spiegaci come hai fatto a far fallire la ARDO e la CARIFAC. E magari forse sei anche responsabile della INDESIT ? Mi sembra che nessuno abbia voglia di dare risposte come è noto ma mi sembra che bruci un pochino il di dietro e che pensano di poter affievolire i bruciori incolpando te caro Simonetti di alleanze e amici salottieri che fino ad ora sono riusciti a vivere nell'ombra con chissà quali grandi azzi vostri vi siete fatti. I dati di fatto per rimanere in tema sono ben altri queste sono solo deviazioni sul tema.
RispondiEliminaSinceramente me ne frego! E vado avanti. Tanto non indietreggio neanche di un cm
RispondiEliminaad uso del dott. Sorci...
RispondiElimina"dietrologia[die-tro-lo-gì-a] s.f.
• Nel l. politico e giornalistico, attribuzione di motivazioni e cause occulte a determinati fatti e decisioni; usato spesso con valore polemico: fare troppa d."
Hai detto una grande verità, non ami abbastanza gli umani per esserci amico e si vede, non ti frega un bel niente di Fabriano e fabrianesi, puoi dire tutto e il suo contrario e lo fai. Come dice Sorci, divertiamoci, però è necesario non prenderti affatto sul serio.
RispondiEliminaDi Fabriano e dei fabrianesi frega più a Giampietro che a tutta la giunta
EliminaSimonetti parla di COSE fabrianesi e lo fa in modo critico spesso, ma lo fa. Mette in discussione fatti, eventi e scelte e soprattutto solleva veli pietosi che diversamente mettono tutto a tacere, ben nascosto sotto una nebbia fitta che lascia trapelare ben poco. Se il confronto e' serio, ad esempio su questo tema, ciascuno potrà' farsi la propria idea. Ma perché' attaccare subito senza nemmeno stare a sentire? Se sulla vicenda CARIFAC dovessimo scoprire che la DC e' stata correttissima, che non ha avuto alcun interesse "personale", che non ci sono stati favoritismi, che nessuno ha agito per avere potere e che chi aveva il comando e' stato ineccepibile e non ci sono stati ne' interessi ne' difesa di posizioni di poteri "PERSONALI" BENE, ben venga. E se scopriamo che invece non e' stato così', bene lo stesso, ben venga ancora di piu'. Perché' tanta agitazione dietro al tentativo di capire? Sorci dice la sua, Simonetti pure e se il confronto sara' serio magari avremo modo di capirci qualcosa di più. GIUSTO?
EliminaE'arrivata Madre Teresa
RispondiEliminaCredo invece che Simonetti sia uno dei pochi che dice davvero come stanno le cose con un livello culturale raro e davvero profondo. Puó capitare cb
RispondiEliminache le sue opinioni non sono condivise da tutti, ma questo fa parte della democrazia.Le capacità (meglio dire incapacità) di Sorci invece che ha governato 10 anni questa città ne stiamo ancora raccogliendo i frutti, ha lasciato il deserto
Hanno annullato la vendita della antonio merloni -Notizia di una gravita'assoluta altro che le vostre cazzate,
RispondiEliminaIl caffè. ..chi erano i commensali? Da chi fu finanziato? Quale sarà il caffè del 2017? Chi i componenti? Cpme verrà finanziato? Simonetti illuminaci!
RispondiEliminaHanno annullato la vendita della antonio merloni -Notizia di una gravita'assoluta altro che le vostre cazzate,
RispondiEliminaTizio ti dà 1000 euro, gliene ne ridai 70 tramite una "vendita" diciamo un po' particolare. Tizio fa causa, vince. Appello: rivince. Sarà anche grave, ma è normale che finisca così.
EliminaHanno fatto bene alla faccia dei politici e dei sindacalisti.
EliminaVota Antonio
RispondiEliminae comagnia: i manager dell'ardo e i politici che dall'1985 sono in comune, all'Asur...
EliminaHanno confermato che la vendita di ardo a porcarelli era una cazzata gigantesca.
RispondiEliminaClass Action!
Eliminaconvinto della tua stessa tesi, in tutta sincerità, sono dispiaciuto...sarò ipocrita, ma speravo che almeno ci fosse un'altra chance; ora, non ci resta che apettare il botto...e sarà come la peste, temo.
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G.R.
C'e' il ricorso in cassazione,ma nel frattempo......un'altra lenta agonia...........Fabriano e' alla deriva e con lei tutti i suoi abitanti anche quelli con i soldi.
RispondiEliminala cassazione non giudica nel merito. Game over.
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