23 febbraio 2013

Spirito diVoto e luoghi comuni

Théodore Géricault La zattera della Medusa
Alla fine siamo giunti al dunque. Domani e lunedì si vota. E così sia. In poche settimane siamo scivolati dalle abitudini del bipolarismo politico - coi suoi giochi stanchi, le sue regole vetuste e le sue indifendibili miserie - al bipolarismo morale, tutto invettive e infibi: lo tzunami contrapposto alla palude, la novella Gerusalemme contro l'incorreggibile Sodoma, l'onestà certificata on line contro il peccato partitico della tradizione, il cittadino Robespierre contro il compromesso Danton. Antinomie da combattimento che scaldano le viscere ai semplificatori, incendiano la lingua agli zeloti, inebriano l'inguine a una generazione di mezzo invaghita dall'eros rivoluzionario dopo un ventennio di rigoroso, indefesso e flaccido privatismo. Il moralismo del "tutto nuovo", del "tutto a mare" e del "tutti a casa" è un'arma politica che non può tirare troppo a lungo, ammantata di doppiezze e sortilegi suadenti, buona e comoda per rimpiazzare la nomenklatura morente con una nomenklatura scalciante, pronta a strafare di più e di meglio, come l'allievo che si fa beffe del maestro. Quindi, di fronte alla parabola di una palingenesi che si cristallizzerà in fretta, consentitici il disinvestimento dalle insane passioni, il voto smunto, il consenso itterico, la sensazione che non c'è una Bastiglia da espugnare, non c'è devianza da redimere e ramo storto da raddrizzare. Domani e lunedì è solo una matita che traccia una croce ma raccontata, con l'ipocrisia dei poteri nuovi, come spada che insanguina e redime.

Premesso che eserciterò il mio diritto di voto. Tutto ciò premesso stento a decifrare il livore contro chi si astiene, questo ritenere disertori i concittadini che in piena libertà rifiutano le urne, il rimarcarne di continuo il senso civico diminuito, la virtù democratica consumata e  il civismo sepolto. Questo dito puntato è l'eredità permanente di un antico assioma: astensionista uguale fascista, come se il non voto fosse la formula del me ne frego mussoliniano e del rancore repubblichino applicata al regime democratico e alle libere elezioni. Oggi, però, è rimbrotto al netto di ideologia. Si preferisce la lagna sdegnosa del Mississipì sul tradimento degli ideali, sui nonni, le nonne e gli zii morti invano per libere elezioni e per matite indelebili. Oppure, a piacere, è l'ombra del misfatto civico  "se non scegli non puoi criticare"; o ancora la sagoma della rinuncia involontaria, "tu che non scegli fai scegliere gli altri al posto tuo". Tutte minchiate funzionali, malversazioni dialettiche, ricatti rituali che funzionano solo coi dementi. Perchè l'astensione dal voto non è astinenza dalla politica e, men che meno, voto di castità rispetto alle seduzioni del potere. E' un vaffanculo senza piazze e senza demiurghi: triste, solitario y final.

Il voto utile. Si, ma utile a chi. E' una costante di fine campagna, da quando si è rimpiazzata l'appartenenza proporzionalista con la governabilità maggioritaria. Serve il voto utile, la massa critica, il fare fronte, il sassolino schiacciato dal grande sasso. In realtà, da liberali in un paese corporativo, è utile qualsiasi voto corrisponda ai desideri e alla coscienza del singolo. Punto. E' utile il voto congiunto e quello disgiunto, quello spaiato, quello insensato e quello sprecato. Dipende solo dal cerebro e dalle viscere. Stavolta, per la prima volta in un quarto di secolo, prediligo e predico un vituperata e dimessa stabilità. Parole che puzzano di vecchio, di muffa arrampicata al soffitto, di cantina senza finestre e di Vandea inspiegabile e impaurita. Per la prima volta non cerco nel voto una causa massimalista ma soltanto la zattera di Gericault, malmessa e e ridondante di corpi feriti con cui uscire dal gorgo. E' giusto essere rivoluzionari a venti anni. Patetico a quarantacinque, perché se non lo sei stato a venti a quarantacinque sei sicuramente un informatore della polizia. Scampato pericolo.

Nella primavera del 1987 l'economista Federico Caffè uscì di casa e non ci rientrò più. Come Ettore Majorana. Sparizioni misteriose. Affascinanti. Storie di spiriti inquieti e senza fissa dimora. Caffè ci ha lasciato molte cose, molti pensieri aguzzi e un testo bellissimo: "La solitudine del riformista". Lo dedico a quelli che domani andranno a votare col naso turato, ma senza deflettere per un istante dal proprio feroce dispotismo della ragione. "Il riformista è ben consapevole d'essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico effetto di richiamo. La derisione è giustificata, in quanto il riformista, in fondo, non fa che ritessere una tela che altri sistematicamente distrugge. E' agevole contrapporgli che, sin quando non cambi «il sistema», le sue innovazioni miglioratrici non fanno che tappare buchi e puntellare un edificio che non cessa per questo di essere vetusto e pieno di crepe (o «contraddizioni»). Egli è tuttavia convinto di operare nella storia, ossia nell'ambito di un «sistema», di cui non intende essere né l'apologeta, né il becchino; ma, nei limiti delle sue possibilità, un componente sollecito ad apportare tutti quei miglioramenti che siano concretabili nell'immediato e non desiderabili in vacuo. Egli preferisce il poco al tutto, il realizzabile all'utopico, il gradualismo delle trasformazioni a una sempre rinviata trasformazione radicale del «sistema». Il riformista è anche consapevole che alla derisione di chi lo considera un impenitente tappabuchi (o, per cambiare immagine, uno che pesta l'acqua nel mortaio), si aggiunge lo scherno di chi pensa che ci sia ben poco da riformare, né ora né mai, in quanto a tutto provvede l'operare spontaneo del mercato, posto che lo si lasci agire senza inutili intralci: anche di preteso intento riformistico. Essendo generalmente uomo di buone letture, il riformista conosce perfettamente quali lontane radici abbia l'ostilità a ogni intervento mirante a creare istituzioni che possano migliorare le cose.". Leggetelo e fatelo scivolare dentro come una medicina salubre ma amarognola. Vaccina dalla via Gluck e dall'isola che non c'è.
    

70 commenti:

  1. Volevo l intervista di Maria Paola visto che lavoro alla Indesit ed indirettamente ci ha chiesto Il voto.

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    1. potevi approfittare per farla tu, indirettamente, l'intervista...ci sarebbe stato da ridere!!!

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    2. Volevo farla ma ha detto che veniva qui. Ha preso per il culo Giampietro i lettori e i cittadini ma quello lo fa già da anni :-)

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    3. Forse è stata impegnata...

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    4. Vuol dire che non mantiene le promesse e chi non le mantiene è un bluff ed i bluff vanno estirpati come i tumori

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    5. Maria Paola Merloni aveva dato disponibilità a fare l'intervista. Ma non si è fatta. Peccato perchè le domande erano interessanti

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  2. Massimo Frascarello23 febbraio, 2013

    Ci beviamo un Caffè ormai da alcuni anni, con quel sentimento e spinta riformista. Ed è sempre piacevole fermarsi per un Caffè, in compagnia o da soli, per ripartire sempre di buona lena.

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    1. Un Caffè sicuramente. Ma anche una Birra Fresca ogni tanto ci sta. Mai da soli peró (la birra)

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  3. Per questo articolo che esce il giorno del mio compleanno GRAZIE.

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  4. Sei un Vandeano impaurito, meglio ancora, un sanfedista (anche se, forse, spiegabile).
    Non è importante votare in una situazione nazionale come questa?
    Allora, non sarà mai più importante!

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  5. Caro amico anonimo il voto serve per eleggere il Parlamento non per fare rivoluzioni che non ci saranno. Fra un po' faremo il consuntivo di questa rivoluzione. I democratici vandeani hanno la virtù della pazienza e dei tempi lunghi

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    1. Per quando avrai finito di pensare, l'Italia sarà cambiata...in meglio! Se conoscessi un po' meglio la storia sapresti che il voto in democrazia serve anche per fare rivoluzioni sociali ed è (la democrazia e il voto) una guerra combattuta con mezzi non violenti.

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    2. Sui miei liveli di conoscenza storica ti consiglio di informarti un pochino meglio prima!!!Potresti rimanere male. Molto male. E ovviamente ti invito a farmi un esempio di rivoluzione sociale ottenuta attraverso il voto. E quando parli di rivoluzione sociale abbi la decenza di rendeti conto di cosa stai parlando. Rivoluzione sociale significa cambiamento radicale delle strutture economiche, dei modi di produzione, della configurazione delle classi sociali. Trovami una rivoluzione sociale ottenuta col voto. Senza scadere nel ridicolo possibilmente. E senza ricorrere a due frasette di wikipedia

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    3. Hai sempre in bocca la storia se è per questo. Ma la tua storia è quella che non serve a nessuno, o meglio serve solo alla classe al potere. Le tue conoscenze storiche si riducono a questo. "Che ci volete fare, il potere necessita di qualche carognata" e inoltre "chi vuole cambiare lo fa solo per mettersi lui a fare carognate" e quindi "state zitti!" e ascoltate i nostri spiegatori, giornalisti,professori di corte. Poi qualcosa è cambiato, perchè con la democrazia ognuno può voler dire la sua, non stare zitto e sperare che possano cambiare le cose. E se non va bene, calcio in culo e avanti un altro. Queste cose Macccchiavelli non le poteva sapere.
      Ma Churchill si e il concetto finale è suo, e non era nemmeno grillino. Grave per uno che conosce la storia.

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    4. Churchill dovresti sapere che fu uomo di potere spietato, rotto a ogni compromesso, con una visione geopolitica dove quel che contava era l'Inghilterra. Ma fu un grande combattente che fece la guerra totale contro Hitler. Strano che ti piaccia Churchill uomo della ragion di stato e ti faccia così orrore Machiavelli che descrisse la natura del potere. Se vuoi c'è anche Jean Bodin che teorizzò la ragion di stato. Ma se troppo per il tuo livello evidenemente bassino accontentati di Casaleggio. Ognuno ha i suoi guru amico mio

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    5. E comunque quando scrivi che Churchill non era nemmeno grillino sei da incorniciare perchè credo che metteresti in imbarazzo intellettuale anche le galline del pollaio di nonna

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    6. Non vorrai fare una gara di Rischiatutto! Cerchiamo di non essere frivoli e finiamola qua. Per ora.
      Diciamo così: Chi la pensa come Simonetti fa bene a non andare a votare, a meno che non ne abbia un suo diretto tornaconto, tanto è tutto uguale. Chi, come me, pensa che quando il momento è grave bisogna lottare e sperare, non mancherà di votare.

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    7. Un nero alla Casa Bianca, i diritti civili, o anche il salario di cittadinanza sono esempi di rivoluzione sociale non violenta.

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    8. Almeno impara a leggere " Premesso che eserciterò il mio diritto di voto. Tutto ciò premesso stento a decifrare il livore contro chi si astiene, questo ritenere disertori i concittadini che in piena libertà rifiutano le urne".

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    9. I diritti civili e la rivoluzione sociale non c'entrano una beata minchia. Il nero alla casa Bianca non ha cambiato di un millimetro il sistema sociale e istituzionale americano. Il salario di cittadinanza è una scelta di governo delle grando socialdemocrazie europee. Mi sa che avete un concetto semplicino della rivoluzione sociale

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    10. Forse confondi riforme sociali e rivoluzione sociale. Le definizioni sono importanti.

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  6. Non credo che ci siano rivoluzioni come tanti credono vogliono o sperano o chissachè. Penso e spero che ci sarà una grande EVOLUZIONE.

    Fabrizio Lampini

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  7. Interessantissio articolo!!!

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  8. Dai su Simonetti sei stato leghista fino all'altro ieri e per anni avete rotto i coglioni con la secessione e con Roma ladrona e con i ministeri al nord e via dicendo sapendo benissimo che ciò altro non era che [citandoti] "un'arma politica che non può tirare troppo a lungo, ammantata di doppiezze e sortilegi suadenti, buona e comoda per rimpiazzare la nomenklatura morente con una nomenklatura scalciante, pronta a strafare di più e di meglio".

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  9. Il caffè che ti bevi è della Illy com macchinetta Merloni assemblata in Polanchia? ( ma Andreuccio Merlonuccio non le poteva assemblare a Fabriano) poi dicono che sono per l'occupazione di qualità con Monti. Che roba le piate per il c..o non finiscono mai.

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  10. io, su chi non vota, ho da parecchio tempo la mia opinione e, sinceramente, in tanti anni, non si è modificata che per poche virgole; apprezzo molto di più chi va a votare ed annulla la propria scheda...lo trovo molto più "impegnato" che rimanersene a casa a guardare domenica in o all'andare al mare.

    detto questo, mi sto arrovellando il cervello per capire per chi diavolo voterai...mi rifiuto di pensare che...no, non può essere.

    stavolta non mi turo il naso...alla peggio, dovrò farlo dopo... che ci vuoi fare, sotto sotto, sono un'ottimista ed un credulone...e mi piacciono le cose difficili
    _______________
    G.R.

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    1. sapessi che opinione ha chi non vota della gente che parla parla, s'incazza...le rivoluzioni,la casta, berlusconi e le mignotte, tangentopoli e le monetine a craxi, noi la crisi non la paghiamo...quelli che brucerebbero tutto e tutti...e poi vanno a votare legittimando tutto quello contro cui si sbattono tanto!
      bla bla bla...

      e poi il mare d'inverno è bellissimo...

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    2. ecco,.....mi piacerebbe saperlo.
      ma io, non mi riferisco a chi sceglie a ragion veduta di non votare, ma a chi non ci va per "pigrizia", per pseudo-distacco...perchè. semplicemente, è molto più comodo lasciare che ad occuparsi delle cose siano gli altri; questo, è un tipo di atteggiamento che mi manda in bestia, un lassismo che in genere lo ritrovi anche nella quotidianità di chi butta la monnezza sulle scarpate o nei peggio posti perchè "tanto c'è chi ci pensa"

      spero di essermi spiegato.
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      G.R.

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    3. caro GR ti sei spiegato benissimo!
      l'astensionismo è un fenomeno variegato: ci si astiene per totale disinteresse (sicuramente), magari per triste rassegnazione ed anche per ragionate convinzioni.
      ovviamente non parlo quindi a nome di tutto l'astensionismo, ma, personalmente, e credimi non intendo provocare, posso benissimo ribaltare la tua indignazione verso gli atteggiamenti lassisti nei confronti di chi vota!
      i parlamentari italiani sono circa un migliaio (tra camera e senato), mentre la popolazione italiana è di 60.000.000 di persone (arrotondando per comodità)...quindi la teoria implica che ogni parlamentare debba rappresentare esigenze, necessità e diritti di circa 60.000 cittadini.
      personalmente ritengo che un tale compito sia arduo anche per un mostro di empatia come il mahatma gandhi ma, visto che la mia non vuole essere una critica al sistema, ammettiamo che sia possibile.
      pur essendo possibile resta comunque abbastanza complicato...ora, per fare un esempio, chi "per compiere il proprio diritto/dovere di cittadino" ha votato la vezzali (ribadisco, un esempio) ha, in pratica, scelto in questi tempi duri di crisi di farsi rappresentare in tutti i propri bisogni....dalla vezzali, grande atleta, della quale la cosa più politica che ho sentito dire prima di questa campagna elettorale è stata: "sig. presidente (*silvio), io da lei mi farei veramente toccare!".
      GR non ho dubbi che il tuo voto sia stato molto più ragionato di "voto la vezzali perchè è mio diritto/dovere di cittadino" ma sappi che anche all'interno dell'elettorato sono molto diffusi atteggiamenti lassisti, giusto per fare, disinformati, consuetudinari a prescindere...questa la possiamo definire partecipazione attiva?
      A dire di più, l'elettorato indeciso e disinformato consiste nella massa che sposta gli equilibri una volta a favore di chi strilla di più, poi a favore del meno peggio, e la volta successiva a favore del nuovo che avanza...ecco perchè ti ritrovi con liste che sembrano compagnie d'avanspettacolo, con nomi famosi prestati alla politica o sconosciuti scelti con selezioni tipo "the club" o i provini del GF.
      chi vota per contenuti più o meno si conosce numericamente e si sa che è difficile cambiare le sue idee, per cui si preferisce trasformare la campagna elettorale in un enorme show dove le varie performances di comici, ballerine, nani, professori, duri e puri, moderati rassicuranti (tutta gente che comunicativamente ci sa fare), finiscono per essere determinanti.
      risultato finale: qualcuno vince, festeggia tipo vittoria di champions il boom ottenuto, ai meno peggio gli rode come sempre, chi la sa lunga ride sotto i baffi anche se ufficialmente magari ha perso (perchè tanto ha ottenuto ciò che voleva) e vedrai che le solite facce con cui tutti erano/sono/saranno indignati le ritroverai più o meno dove stavano prima.
      non ritengo in malafede ne' te, caro GR, ne' chi vota in maniera più o meno disinvolta...ma il prossimo governante sarà uno dei soliti o al massimo troveranno una faccia nuova espressione dei soliti interessi.
      quando questo si farà forza di essere stato scelto dal popolo, magari nel giustificare decisioni impopolari, lo farà legittimato anche dai voti dati per protesta (dal m5s al pcl), oltre che da tutti gli altri...ma dal mio no.

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    4. purtroppo(si fa per dire, visto che non ho certo la verità assoluta in tasca), devo ammettere di non aver avuto ragione nei tuoi confronti!
      e i fatti, "cosano"...

      ieri, nel seggio, per qualche secondo, prima di mettere la x, ho riflettuto sull'opportunità di annullare il voto...ma poi, mi sono reso conto che la mia era una scommessa; un tentativo di affondo al mulino a vento che tanto mi fa torcere le budella; c'ho provato...stiamo a vedere.
      forse, la prossima volta, prendiamo una macchina sola, per andare al mare ;-)

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      G.R.

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  11. Caro Giampiero, è sempre un piacere leggere i tuoi articoli. Ma oggi ti sei superato. In questi ultimi anni, mi ci metto, l'Italia meritava di meglio rispetto alla politica rissosa di questi ultimi anni. Ma molti, la maggioranza, lo hanno fatto con il cuore. Sono stati commessi errori ma la democrazia ha retto e oggi abbiamo la possibilità di esprimere il voto ancora una volta. Ed e questo quello che ora conta. Io non so come andrà a finire ma io sono per andare avanti e quello che conta penso sia il futuro, duro ma futuro. Spero che non cadremo nel: "sfasciamo tutto e facciamo cadere il paese nel caos" il nostro paese non se lo merita. Votiamo, destra sinistra centro sopra o sotto, ma non perdiamo quello che abbiamo conquistato, poco o tanto, con tanta fatica.

    Francesco Casoli

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  12. Riassumendo: Basta non votare M5S e questo sarà un paese migliore!

    Non ho mai insultato qualcuno che non va a votare, mi dispiace più che altro. Preferisco anche io quelli che fanno scheda bianca, ma non perchè ce l'ho con quelli che non votano, al contrario io ce l'ho con quelli che li hanno fatti arrivare a questa convinzione.

    Articolo scritto bene, ma di una tristezza infinita.
    Preferisco di gran lunga l'ottimismo dell'intervista di ieri, aria fresca per i polmoni e non CO2 che ti ammazza piano piano.

    Vi hanno convinto che bisogna votare il meno peggio? Vi hanno convinto che arriverà qualcuno che farà i vostri interessi? Vi hanno convinto a non votare?

    Forse questo uccidere la speranza è stata la colpa più grande di cui li possiamo accusare...

    William Giordano

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    1. Basta votare M5S e questo sarà un paese migliore?

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    2. Ovviamente io scommetto di si...
      William ;-)

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  13. La speranza il 5 Stelle l'ha uccisa nel momento in cui ha scelto di "eleggere" i propri parlamentari con una legge elettorale illiberale. Non serve una poltrona per fare una profonda rivoluzione ... se il 5 Stelle avesse avuto il coraggio di rifiutare questo sistema elettorale, avrebbe dato una lezione etica e democratica dirompente, tale da proiettarlo come la prima forza politica nazionale, invece avete preferito di sonnecchiare dentro un Parlamento che, ormai, lavora ben poco ed e' ampiamente esautorato dal Parlamento Europeo o dal Governo. Lavora ben poco ma costa troppo e il 5 Stelle con una mano accusa, con l'altra accetta il sistema.

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    1. Cioè non ci saremmo dovuti presentare alle elezioni? E poi?
      William

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    2. Se la politica di questi ultimi 20 anni fosse stata un pò più corretta e lungimirante il movimento 5 stelle non sarebbe esistito e forse sarebbe stato un bene (un bene è inteso come fatto che non saremmo a questo punto). La crisi magari ci sarebbe stata comunque, ma dai vertici ad arrivare negli abissi ce ne è di strada e questo è stato tutto merito dei componenti attuali dei partiti. Io non sono contrario ai partiti e nemmeno ai sindacati " sebbene su questi ultimi dico solo che ne servirebbe uno unico con le differenziazioni per categorie e non in associazione con la politica. Insomma un sindacato indipendente che faccia il sindacato". Colgo l'occasione dell ospitalità di questo blog per aggiungere un mio modesto parere personale Grillo dice dopo 2 mandati a casa, io aggiungo anche dopo 65 anni a casa, in alcuni stati lo fanno a 60. I paesi governati da una classe politica più giovane sono più efficenti.

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    3. Bene, grillo avrà membri in parlamento. Vediamo se la crisi passerá.....a me pare una stronzata però se uno ci vuole credere.....

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    4. William rispondendo in questo modo dimostri di non capire che cosa significa cambiare modo di agire e di pensare. Non puoi predicare cambiamento e poi accettare regole che negano la democrazia. Non siete piu' credibili. E tra la gente, con le azioni concrete che si costruisce il cambiamento. Il parlamento sara' la vostra prigione ... ricordi pure queste parole William.

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    5. Sarà che sono stanco questi giorni ma non ho proprio capito cosa vuoi dire. O me lo spieghi in maniera meno criptica oppure lasciamo perdere.
      William

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    6. non sono daccordo...
      i partiti hanno avuto tutto il tempo per cambiare la legge elettorale e non l'hanno fatto, non raccontiamoci le favole; se il M5S avesse deciso per coerenza di non partecipare alle elezioni col porcellum, quegli altri, avrebbero fatto un altro mandato ed avrebbero continuato a lasciare tutto così com'è!...soprattutto sapendo che così facendo avrebbero tenuto fuori il movimento dal parlamento
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      G.R.

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    7. La disaffezione dalle urne è un fenomeno che si manifesta in tutto l'Occidente e in tutte le democrazie avanzate. E' probabile che esista un nesso tra astensione e modernità. Certo è che il percorso di partecipazione al voto degli italiani procede in modo inverso rispetto ai tassi di sviluppo e di modernizzazione del paese. Anche qu questo forse è il caso di approfondire...

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  14. L'ITALIA ha 2.000 miliardi di debiti. Solo l'ultimo anno 85 in più nonostante le tasse e le misure pazzesche sulle pensioni.

    Ma in questi ultimi 20 anni in cui hanno governato tutti:
    - 2500 miliardi di EVASIONE FISCALE
    - 1000 miliardi di CORRUZIONE
    - 1000 miliardi di sprechi e sovrafatturazioni
    - 200 miliardi di costi della politica

    CHI HA DISTRUTTO L'ITALIA, NON PUO' SALVARLA!

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  15. Infatti ci salveremo con la riforma agraria......ah ah ah

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    1. La riforma agraria è un addendo. In matematica la somma fa il totale.

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    2. no, ci salveremo con il rinnovo della CIG....ma per piacere...
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      G.R.

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  16. Propongo ai grillini di puntare anche sulla raccolta dei fiori di campo ed il commercio delle pacche sulle spalle. Allevamento gamberi sui torrenti e banchetti di vendita limonate a S.Maria. Supereremo tutte le crisi con queste brillanti idee.

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    1. Se il programma dei grillini non fosse firmato, a leggerlo uno penserebbe essere scritto da un grande economista. Duro da ammettere, ma questi inesperti nuovi della politica danno 2 giri ai vecchi della politica. Sono felice, perchè almeno la mia generazione, ho figli di 30 anni può dire di aver cretato tanti problemi, ma generato anche perle di speranza. Ora è il loro momento, non mettiamogli i bastoni tra le ruote, abbiamo già fatto troppi danni.

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    2. questo, a mio avviso, è lo spirito giusto con cui guardare a questa novità.

      poi, sull'efficacia, staremo a vedere...
      meglio fare qualcosa che non fare niente.
      ________
      G.R.

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  17. Io ho 30 anni, se non metto i bastoni tra le ruote ai grillini mi ritrovo in un paese africano. E di quella parte dell'africa depressa.

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    1. Cosa ti fa pensare questo? Cita almeno un motivo concreto...

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    2. Perchè adesso dove ti ritrovi ?

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    3. La societa' civile non esiste. Tutta la societa' e' civile o incivile. I grillini ci terrorizzano. Quelli più puri di tutti di solito fanno i danni più grossi. Spero di vivere un futuro sereno con i miei figli senza dover proccuparmi per un branco di matti senza nessuna idea di dove stanno andando. A Fabriano avremo una senatrice di estrema destra mascherata da 5 stelle. E la estrema destra o sinistra e' pericolosa. Sempre.

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  18. E' tristissimo che ormai qualsiasi riflessione diventi un referendum su Grillo...la politica e questo Paese sono molto più ricchi...pazienza...

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  19. Caro Gianpietro hai perfettamente ragione. Nei tuoi ultimi post i commenti piu sensati sono stati fatti dai Grillini Da Maurizio Corte, Stopponi e pochi altri la maggioranza sfrutta questo spazio per le proprie frustazioni

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  20. Io credo che questo spazio possa essere usato per qualsiasi cosa si ritenga utile. Anche lo sfogo delle frustrazioni. Credo di aver scritto un post dove c'erano molti elementi di riflessione. A volte è come se parlassi della neve e tutti cominciano a parlare di beach volley. :))))

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    1. evidentemente, c'è chi ti segue senza leggere...oppure gode a boicottare le discussioni, dietro l'anonimato
      _____________
      G.R.

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  21. Simonetti buonasera, io non sono molto al dentro della politica ma mi sto preoccupando. Leggendo i vostri commenti sembra che chi vota grillo e' intoccabile. Noi che non lo voteremo, verremo deportati?

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  22. Ma no....è che sti ragazzi sono convinti che la politica può cambiare il mondo. Invece è il mondo che cambia noi. Ma lo impareranno presto. La politica è il regno delle grandi delusioni...

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    1. so' ragazzi...molti dei quali dei veri geni: http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2013/2013/02/24/foto/i_grillini_postano_su_fb_le_foto_delle_schede_votate-53320522/1/?ref=HREA-1

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  23. Grande Simonetti! Conoscere cosa accade nel mondo, i grandi cambiamenti che non vogliamo vedere, le centinaia di milioni di persone che chiedono diritti, l'etica e la responsabilita' civile, cose molto piu' grandi di una misera poltrona. Il cambiamento si costruisce prima fra la gente, con azioni concrete.

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  24. L'ITALIA ha 2.000 miliardi di debiti. Solo l'ultimo anno 85 in più nonostante le tasse e le misure pazzesche sulle pensioni.

    Ma in questi ultimi 20 anni in cui hanno governato tutti:
    - 2500 miliardi di EVASIONE FISCALE
    - 1000 miliardi di CORRUZIONE
    - 1000 miliardi di sprechi e sovrafatturazioni
    - 200 miliardi di costi della politica

    CHI HA DISTRUTTO L'ITALIA, NON PUO' SALVARLA!

    Ho riportato solo dei dati di fatto, ma voi ci vedete subito Grillo, non ragionate più, vi condannate da soli all'oscurantismo, qualsiasi cosa è Grillo, potevano essere tutti i nuovi, i non corrotti, ma voi avete l'ossessione di Grillo.
    Quindi Grillo ha già vinto!

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  25. Io penso ad emigrare con tutti i parenti. Arrivano quelli bravi e puri. E a noi ci mettono l'ansia. Mi ricordano gli integralisti islamici.

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    1. è tutto un complotto dei produttori di ansiolitici!

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    2. No, è tutto un complotto di quelli che vogliono l'Italia in ginocchio. Germania, Francia, Spagnia, Inghilterra... E noi tutti contenti... Sfasciamontutto!!!! E che il sangue scorra!!!

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  26. alle 22 affluenza -7,3% rispetto al 2008...non male direi...

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  27. PREMETTO che io ho sempre votato (i timbri sul mio certificato elettorale ne sono la riprova) e che nella mia famiglia TUTTI hanno votato.

    PREMETTO che ogni volta che ho deciso di andare a votare, ho dovuto comunque lottare non poco contro quella vocina che mi diceva: “Non andarci! Neanche per diventare complice di quei partiti che fanno sempre ciò che vogliono, ancorati alla loro viscerale voglia di potere e poi, ogni tot numero di anni, ti fanno anche votare per farti credere di essere in democrazia! Ricorda lo scandalo delle influenze politiche in quella banca, in quella USL, in quel concorso, in quella votazione al Senato…”… ma poi lavoravo dentro me stessa per far prevalere il senso del dovere, nonostante tutto.

    PREMETTO che ho aspettato la chiusura delle urne per scrivere questa riflessione, per evitare che qualcuno mi accusasse di aver influito (nel mio piccolo) sul diffuso astensionismo elettorale.
    Ora che tutta la baracca dei seggi ha chiuso e quel che è fatto è fatto… ora che si sta finendo di fare la conta dei voti, però lo dico!

    Nell’ultima settimana la mia bacheca e la mia casella di posta elettronica sono state inondate da messaggi che mi invitavano ad andare a votare. Qualcuno ha scomodato perfino Benigni (che io adoro) per far girare questa sua frase: ANDATE A VOTARE, NON SIATE IGNAVI! LA FOLLA SALVA SEMPRE BARABBA!”
    Sarebbe poeticamente bella questa frase, se non fosse che in Italia la folla degli elettori ha votato per anni Berlusconi (quello che era impegnato in decine di processi, proprio come Barabba - che ne aveva cmq solo uno in corso -).
    Quindi non è certamente l’andare a votare tutti, che ci salva automaticamente dal potere dato a chi non se lo merita. Anzi!
    La folla (e il suo meccanismo psicologico) è presente anche nel voto di massa.

    Qualcuno, in preda non so se ad una ventata di ottimismo o ad un delirio di onnipotenza, si è anche immaginato protagonista del supremo compito di cambiare il mondo e le sue sorti (ed io, arrivata a 51 anni, questo ideale l’ho ristretto a me stessa: ho capito infatti che dovrò accontentarmi di sconfiggere almeno le mie piccole paure/vigliaccherie/limiti/egoismi, per lasciare l’orma migliore possibile sul questa terra, evitando di illudermi di poter puntare al cambiamento del mondo intero).

    Dunque: PREMESSO CHE HO VOTATO COME SEMPRE, non ho ben capito questa sorta di clima da Rivoluzione Francese dove ognuno, col suo voto, ha creduto davvero di rovesciare l’antica Italia, votando quegli stessi partiti presenti nella scheda elettorale che, governandoci in questi ultimi decenni, ci hanno portato sull’orlo del fallimento (con buona pace di un’opposizione che ancora devo vedere dare il meglio).
    Capisco emotivamente la voglia di rinascita e gli arcobaleni che giravano in rete con su scritto” DA LUNEDI POMERIGGIO SAREMO LIBERI”, ma, razionalmente, capisco un po’ di meno questa specie di clima da PRESA DELLA BASTIGLIA senza nomi realmente nuovi su cui poggiare tale speranza.

    Quindi, quando qualcuno mi dice schifato che non andrà a votare, non me la sento di rispondergli automaticamente e con tono altrettanto schifato “E’ un tuo diritto/dovere farlo!”

    Leggendo questo pezzo di Gian Pietro Simonetti quindi, non ho potuto non apprezzarlo!!!

    Detto questo io mi auguro fortemente che nel futuro ci siano politici capaci di far sentire “degno ed importante” l’atto di andare a votare; e ci siano cittadini capaci di votare con la libertà basata sia sulla profonda cultura che sullacoscienza personale che lo Stato siamo noi e che il vero cambiamento nasce SEMPRE dentro ciascuno cittadino!

    Ergo: ne abbiamo di strada da fare!!!

    M. Cristina

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    1. la strada è ben lunga...e forse più ripida del previsto.
      sono daccordo con quanto hai scritto, a parte il discorso dell'astensione, su cui ho già esposto la mia idea
      _______________
      G.R.

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