30 aprile 2014

Ardo: o Porcarelli o muerte?

Ieri è stato il giorno dello stupore, della rabbia e dell'orgoglio. I sindacati di fronte al pronunciamento del Tribunale del Riesame, che ha confermato l'annullamento della vendita di Ardo a JP, hanno replicato il poco che sono riusciti a combinare in questi mesi e in questi anni: chiamare a raccolta i lavoratori davanti agli stabilimenti che furono della Antonio Merloni. E' una volontà di ritrovarsi nel contempo prevedibole e difensiva, ma il cuore ha ragioni che la ragione non conosce. Quindi il primo appello alla mobilitazione ci sta tutto. Come ci sta la semplificazione brutale delle responsabilità e l'attacco fasciocomunista ai poteri forti e alle plutocrazie bancarie. Ma quello delle emozioni è un tempo oggettivamente breve per il sindacato, perchè la contrattazione è un gioco di forze razionale e realista, dove le emozioni servono a dare anima alla trattativa ma non possono mai condizionarne le ragioni e il profilo. Invece le federazioni dei metalmeccanici hanno preferito replicare una simbolica "chiamata alle armi" per le sette di stamattina. Così come sembra inutile e disperato il fuoco amico del Governatore Spacca - che sulla vicenda ci si è giocato il terzo mandato - quando fa appello al liberale Renzi per consigliargli un improbabile intervento statalista e assistenzialista. Ma oggi mobilitare è un po' morire, perchè c'è una lezione duplice e durissima da apprendere in fretta e cioè che non si può fare sindacato, rappresentanza e difesa del lavoro restando appollaiati attorno al pronunciamento di un Tribunale e che non si può gridare per mesi, con toni caraibici e un po' castristi, "o Porcarelli o muerte". Fossi al posto di Bassotti, Gentilucci e Cocco - che sinceramente non invidio - smetterei di inseguire sentenze e lascerei Porcarelli ai suoi affari e al suo destino di imprenditore smaliziato e furbo. Il pronunciamento del Tribunale del Riesame ha tracciato una linea netta di demarcazione e tutti dovrebbero ragionare dando per certo l'azzeramento della situazione e il ritorno al punto di partenza, come in un beffardo e drammatico Gioco dell'Oca. Ed è esattamente adesso che serve un minimo di fantasia contrattuale e di pensiero laterale. Se la Cassazione conferma in terzo grado l'annullamento, la palla torna ai commissari che teoricamente dovrebbero riaprire le procedure di vendita. E siccome un bando internazionale andrebbe sicuramente deserto ci potrebbe essere spazio per un'operazione imprenditoriale originale che veda protagonisti - in forma responsabile e volontaria - parte dei lavoratori JP e di quelli che non riassunti da Porcarelli. Ci sono a disposizione 32 milioni di euro dell'Accordo di Programma che non si riescono a smobilizzare perchè le procedure di accesso, di fatto, hanno un timbro orwelliano che vincola, impedisce e scoraggia. Occorre invece il coraggio di usare queste risorse non per creare qualche decina di posti di lavoro a pioggia ma per finanziare un vero e proprio progetto di  autogestione dei lavoratori. Con 32 milioni di euro i lavoratori - a seguito di un eventuale e definitivo annullamento della vendita - potrebbero rilevare alcun asset della ex Antonio Merloni e finanziare le operazioni di avviamento di una "impresa etica" - impegnata in settori della meccanica diversi dal "bianco" - che dovrebbe funzionare col sostegno del sistema produttivo locale, regionale e nazionale e con un ruolo di garanzia e di vigilanza etica assolto dalle parti sociali e dalle istituzioni. Su questo versante è in corso una riflessione da parte della Confindustria Ancona e dell'imprenditore fabrianese Urbano Urbani che è stato il primo, qualche mese fa, a illustrarmi le potenzialità e la fattibilità industriale di questa soluzione originale e creativa. Per questo con il pronunciamento di ieri si dovrebbe chiudere anche una fase segnata dal piagnisteo collettivo, dalla rassegnazione agli ammortizzatori sociali e da una cassa integrazione nata per svolgere funzioni di sostegno temporaneo al reddito e via via trasformata in salario minimo garantito ma non dichiarato. Servono nuovi approcci e nuove soluzioni. Ma più di tutto sono necessarie altre teste e assai diverse da quelle che gestito questa infinita e penosa transizione.
    

20 commenti:

  1. Simonetti sono favorevolmente colpito dal suo approccio che guarda avanti

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  2. Condivido. E la prima proposta concreta che sento da cinque anni a questa parte

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  3. Un ottimo Simonetti ....bravissimo! Questo vuol dire fare politica , creare consensi attraverso l'esempio, spiegando le scelte .questa e' la politica ..non le buche o le girelle!

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  4. Bene Gian Pietro, ma così scavalchi a sinistra 'sti ciarlatani, mo' li spiazzi...

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  5. Bravissimo Simonetti, la tua analisi rappresenta un cambio radicale nell'affrontare i problemi. Speriamo si riesca a concretizzare

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  6. Si chiama riconversione di un territorio più che di un'industria.
    Il vero dramma è che i parolai che sostengono Sagramola non stanno portando avanti un piano strategico per la riconversione del territorio di Fabriano, o almeno non lo raccontano.
    Anche il Movimento 5 Stelle si è manifestato con idee molto frammentarie sullo sviluppo e sul futuro di Fabriano. Le parlamentari locali perché non presentano progetti per il territorio che le ha elette?
    Esiste una forza politica in città che abbia le palle per tirare fuori un piano strategico intorno a quale far convogliare le sinergie e gli sforzi di tutti? Boh?!?
    Sempre più la filiera istituzionale che ha sbandierato Sagramola assomiglia più alla filiera di un allevamento di polli. Per capire che cosa sta succedendo con l'accordo di programma e se questo permetterà di fare una riconversione concreta, ormai non resta che rivolgersi alle divinazioni del Mago Otelma!
    Ogni tanto poi all'orizzonte compare la domotica senza che nessuno ci racconti come questi progetti innovativi sapranno incidere sul contesto economico locale.
    Insomma un gran guazzabuglio che conferma la pochezza di risorse mentali di cui ci siamo ammantati negli ultimi vent'anni, anche se eravamo pasciuti come vitelli all'ingrasso.
    La Fondazione Carifac ha commissionato una ricerca ad Ancona ma poi, presentazione a parte, non si riesce a capire come sarà usato questo studio. La Fondazione diventerà un interlocutore forte e autorevole, come dovrebbe essere, per guidare lo sviluppo del territorio?
    La Fondazione Marche ha fatto investimenti per Fabriano e stanno avendo successo?
    Confindustria batte un colpo su Fabriano?
    La stessa accademia di Urbano Urbano è un bel progetto e Urbano mi sembra una persona credibile, ma pure lui anche se ha duecento soci deve valorizzare questa massa critica e diventare un protagonista nel dare la sveglia alle istituzioni e nel presentare progetti.
    Ci sono tutti gli elementi per uscire di matto, a guardare come la nostra città sia in mano a gente senza idee. O forse il matto sono io che vedo tutto nero.

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    1. Bravo, un'esposizione che non fa una piega!

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  7. Secondo me la sentenza che cancella la vendita a Porcarelli è il primo vero bagno di realtà dal dopoguerra ad oggi. Se non ci mettiamo a costruire adesso in modo solidale è finita.

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  8. Vedo che oggi quelli che l'accusano di demagogia non si sono fatti vedere. Simonetti vada avanti così

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    1. Attenzione ci potrebbe sempre scappare un viva Sorci viva Spacca viva Viventi viva Tini viva Sagramola viva Merloni mica siamo qui a pettinar le bambole o a smacchiare giaguari con il tetracloroetilene.

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  9. Questa proposta i sindacati dovrebbero portarla a Roma

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  10. 32 milioni di euro che li gestisca Urbano Urbani, forza DAJE!!!

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  11. Il progetto al quale fa cenno GianPietro nel suo post si chiama Fabriano Fabbrica Etica inserita in una Zes ( zona economica speciale) ed è completato. Spero di poterlo illustrare durante il prossimo consiglio comunale del 13 maggio consapevole che per la sua realizzazione dovranno crederci e parteciparvi tutti i soggetti che possono dare il loro supporto al di la di ogni appartenenza politica , imprenditoriale e sindacale .buon primo maggio a tutti. Saluti. Urbano Urbani

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  12. Stamattina parla di questo tipo di soluzioni il vicedirettore Dario di Vico sulla prima pagina del Corriere della Sera. WbO: workers by out. Almeno una quarantina di casi in Italia

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  13. Ciao Gian Pietro, leggo sempre con molto interesse i tuoi commenti. È interessante la proposta dell'impresa etica che se non ho capito male viene caldeggiata da Urbani. Come giustamente dici, questa proposta funzionerebbe se ci fosse il sostegno produttivo locale, ed è proprio qui il punto. Per poter fare in modo che ci sia tale sostegno, bisognerebbe che i maggiori industriali del territorio, unissero le proprie forze in modo da sviluppare sinergie atte a sviluppare quel nuovo soggetto industriale. C'è, però un problema. Forse oramai 8 anni fa, quando incominciai a comprendere che Fabriano stava imboccando il percorso di un lento ma inesorabile declino industriale, iniziai a parlare in tutti i tavoli di trattativa nel settore delle cappe aspiranti, di possibili alleanze atte a sviluppare sinergie per rendere i prodotti meno costosi e più concorrenziali sui mercati, in modo da arginare competitors cinesi, turchi ecc. L'unione su acquisti di materie prime, energia elettrica, metano, sistemi informatici, consulenze, tecnologia, avrebbe portato a poter acquistare tutto a prezzi più bassi. Morale, la risposta è stata sempre la stessa: non è possibile. Tutti hanno sempre guardato il proprio orticello che oggi si è molto ristretto "IN ITALIA". Gli imprenditori locali sono strani, unire le forze su quanto sopra riportato, lo vedo complicato. Ti ringrazio per non invidiarmi e come sempre ti saluto con affetto. Vincenzo.

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  14. Ciao Vincenzo e' un po' che non ci sentiamo! Che questa proposta sia difficile da percorrere e' un dato di fatto ma secondo me dovrebbe essere sviscerata perché potrebbe essere una ipotesi veramente innovativa. E' davvero un tema su cui si potrebbe convergere anche coinvolgendo il sistema della Bilateralità oltre che governo e parti sociali. Un saluto ne anche a te e confermo che non ti invidio!

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    1. l'importante è non dargli una colorazione politica altrimenti diventa mera propaganda. Urbani la condivida con tutti oltre le appartenenze politiche la politica buona non ha colore ... e finiamola con la storia del Tribunale al servizio dei poteri finanziari. Quella vendita era da annullare, lo capisce pure un bambino. Porcarelli facesse causa a quelli che gli hanno consentito di comprare ad un prezzo risultato palesemente fuori mercato.

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    2. E' proprio quello che ho detto nel mio post ed è quello che cercherò di fare e proprio per questo porterò il progetto in consiglio comunale . Ancora saluti U.U.

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  15. Magari la Fondazione CARIFAC ci mette sopra qualche decina di milioni di euro

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