2 aprile 2014

Il Giano visto da Veccerica e il rischio della palude





Rendering realizzato da Carlo De Maria
La notizia di oggi è l’intervista che il Vescovo Giancarlo Vecerrica ha rilasciato al Resto  del Carlino. Una dichiarazione forte con cui il capo della Diocesi benedice senza diplomazie la riapertura del Giano. E lo fa nell’unico modo possibile per l’istituzione che presiede, ossia soffermandosi con sguardo pastorale sulla felicità e sulla commozione dei fabrianesi per questa riscoperta dell’acqua e del rumore del fiume. E a supporto del suo ragionamento il Vescovo richiama anche l’attenzione sulla centralità dell’acqua nel pensiero francescano, consapevole di quanto Fabriano abbia storicamente rappresentato nel quadro complessivo della spiritualità francescana. E non manca un cenno di filosofia cristiana al valore intrinseco di tutto ciò che richiama apertura in relazione al suo naturale controcanto, ossia il chiudere, il rinchiudere e il tombare che rappresentano la verbalità delle tenebre che si contrappone alla lumen fidei. Riaprire il fiume richiama quindi il mondo della luce mentre il chiuderlo nuovamente riconduce alle direttamente alle tenebre. La chiave di lettura offerta dal vescovo sulla questione del Giano – proprio per la comprensibile attenzione a non invadere il campo delle della politica e dell’amministrazione – rappresenta una scelta di campo che modifica radicalmente lo scenario delle decisioni in materia perché cementa e consolida un consenso che è già esteso alla stragrande maggioranza dei fabrianesi e che sposta anche l’asse degli orientamenti istituzionali. Il sostegno del Vescovo significa infatti attenzione delle parrocchie, coinvolgimento dei parroci e mobilitazione dei fedeli su un tema in cui spirito laico e religioso convergono senza ostacoli e senza frizioni. Ma la scelta di campo della Curia pone un gigantesco problema anche al Sindaco. Sagramola potrà rivendicare la laicità del suo incarico di primo cittadino così come la libertà di coscienza che si conviene a un “cattolico adulto” ma non potrà esimersi – per ragioni politiche, culturali e di sensibilità – dal fare i conti con la moral suasion esercitata dalle parole di Monsignor Vecerrica, che si fa testimone di bellezza, in quanto la bellezza appartiene e risponde all’idea stessa del miracolo creaturale. L’operazione politica in corso di svolgimento è facile da intuire e decodificare: c’è un pezzo di apparato politico e decisionale che punta a prendere tempo, che cercherà – in questi due anni – di sfruttare i naturali cali di tensione dell’opinione pubblica, l’assuefazione del giudizio e il restringimento di questa inattesa passione fluviale. Quando il segretario del Pd afferma che, in questi due anni, si può valutare con ponderazione e serenità il da farsi - immaginando anche una possibile variante che consenta di scoperchiare il tratto di fiume che va dal ponte di San Rocco al Ponte dell’Aera – non fa altro che rinverdire un letale mito andreottiano e cioè che un “problema rimandato è mezzo risolto”. E’ invece strategico non farsi incantare dalla tempistica lunga, perché in essa alligna il rischio concreto della palude. La palude è fatta di mezze aperture, di “vorrei ma non posso”, di un passo avanti e due indietro, di norme che impongono, di eccezioni amministrative impossibili e non gestibili, di microinteressi che dettano l’agenda e prevaricano i diritti e le prerogative della collettività. Alcuni amici, che seguono la vicenda con genuina e generosa passione, mi hanno riferito che, pwer dare forza allo scoperchiamento del Giano, non è possibile ricorrere al Referendum Consultivo previsto dall’art.73 dello Statuto Comunale. Si tratta di una questione che dovrebbe essere affrontata anche dal punto di vista politico, perché è tecnicamente che lo Statuto individui materie escluse dalla consultazione popolare. Per la semplice ragione che l’esito del referendum, proprio per la sua natura consultiva, non vincola ad alcun tipo di decisione. E non è un caso che il comma 1 dell’articolo 73 dello Statuto del Comune di Fabriano reciti” Il comune di Fabriano prevede il referendum consultivo quale strumento di partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica; questo è un istituto che permette agli amministratori di assumere determinazioni nella consapevolezza dell'orientamento prevalente nella comunità su materie di esclusiva competenza locale”. Ciò significa che le forze politiche presenti in Consiglio Comunale dovrebbero richiedere l’abolizione del comma 2, ossia quello che delimita abusivamente i campi d’intervento. Ma se non fosse possibile modificare lo Statuto credo che il Comitato possa organizzare un referendum informale, individuando una data di svolgimento delle operazioni di voto e dislocando gazebo elettorali in città e nelle frazioni. Con la consapevolezza che più saranno i fabrianesi favorevoli allo scoperchiamento a tempo indeterminato minore più concreta è la possibilità che l’amministrazione rinunci alla ritombatura del tratto San Rocco - Aera. E la scelta di campo del Vescovo rappresenta, seppure naturalmente distante da qualsiasi opzione politica, uno stimolo e un viatico aggiuntivo.
    

15 commenti:

  1. La modifica dello Statuto è importante. Ma chi se ne farà carico tra i consiglieri comunali?

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  2. La Chiesa, che in alcuni passaggi storici sembrava rincorrere a fatica i cambiamenti della società, oggi sembra essere anni luce avanti rispetto a questa politica retrograda e senza lungimiranza. Bellissimo pezzo Simonetti e complimenti all'impegno sociale dei tanti cittadini. L.C.

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  3. Gian Pietro, penserei prima a fare la battaglia per fare in modo che il referendum consultivo si possa fare.
    Ad oggi mancano i regolamenti attuativi riguardanti gli articoli dello statuto che prevedono la partecipazione dei cittadini (71,72,73), così come il regolamento di contabilità non prevede il bilancio partecipativo (perché l'ultimo aggiornamento risale al 1997 e lo statuto è del 2005).
    Allora se vogliamo essere ancora boccaloni, crediamoci pure che la politica voglia la partecipazione dei cittadini. Nei fatti ancora nessuno in consiglio comunale, nè maggioranza nè opposizione, ha fatto una sola interpellanza affinchè questi regolamenti attuativi prendano corpo e diano sostanza allo statuto.

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  4. La sola partecipazione che interessa è quella alle primarie del PD

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  5. Nella palude, per una gita d'istruzione ci avranno portato anche il nuovo segretario del PD Crocetti?
    Più passa il tempo più vedo come al comitato per il Giano, suicidatosi nella palude comunale, non rimanga altro che fotografare le mosche che ha strette in pugno!

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    1. Il Comitato ha già salvato i ponti storici da un intervento criminale in cemento armato sulle volte medievali, e anche avesse raggiunto solo questo risultato è già tanto. Ma la partita, da come la vedo io, è tutt'altro che chiusa, da esperta ci vedo gli estremi per segnalazioni alla procura. L.C.

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    2. O il Giano si riapre, oppure la battaglia è persa per il Comitato. Non ci sono mezze misure che tengano. Sul fatto della Procura, poi, sono d'accordo che l'unico soggetto che può far davvero chiarezza è un'autorità sopra le parti e non condizionabile localmente.

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    3. Con il Giano andrà a finire come con i lavori di Valleremita. Prima associazioni e comitati, regionali e locali, protestavano scandalizzate.
      Ora sono tornati tutti zitti e buoni, in attesa che venga il momento della festa per osannare questo capolavoro del restauro architettonico e ambientale.
      Comunque leggete anche la norma del codice sugli appalti relativo alle varianti, credo che sia evidente come i margini sono stretti per autorizzare una variante.
      Converrà allertare Mandrake, oppure sarà il caso di chiedere l'intervento della procura?

      http://www.codiceappalti.it/Art._132._Varianti_in_corso_d_opera.htm

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    4. Non siamo in un campo di gioco, nella questione non c'è chi perde e chi vince. Se non si cambierà direzione andando verso la scopertura e la vera riqualificazione del centro storico, sarà la città intera a rimetterci. Ma questo qualcuno si ostina a non capirlo e trasferisce la cosa ad un semplice scontro personale.

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    5. IL RUMORE DELL'ACQUA CHE SCORRE SARA' L'ACCOMPAGNO FUNEBRE DEL PD E DI QUESTA MAGGIORANZA. LA POLITICA NON RIESCE A METABOLIZZARE IL FATTO CHE SCELTE NON CONDIVISE DALLA MAGGIOR PARTE DEI CITTADINI, DI QUESTI TEMPI, SI TRADUCE IN UN SUICIDIO POLITICO. QUESTO PORTERA' IN FUTURO AD ALLEANZE IMPROPONIBILI PD-NCD PUR DI NON FAR SINDACO UN M5S.

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    6. tranquilli. il crocetti la qualunque organizza il PD regionale...membro di diritto per aver portato a votare una sig.ra di 82 anni... e Sorci indovinate quale incarico gli hanno affidato: il controllo dello statuto e dei regolamenti!! da paura...

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    7. Stiamo messi bene!!! Una cosa sul discorso Giano non avete valutato, ma lo ha già fatto Sagramola da buon Pilato. Fra ritardi, sospensioni del cantiere per maltempo, impicci burocratici e probabilmente intervento della Procura, i lavori si prolungheranno ben oltre il tempo previsto che comunque è già da adesso preventivato per 2-3 anni. Cosa vuol dire questo? Che la scopertura Giano dietro a Piazza Garibaldi passerà dalla competenza di questa alla prossima, e non sono troppo sicuro che avrà gli stessi colori.

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    8. Stiamo messi bene!!! Una cosa sul discorso Giano non avete valutato, ma lo ha già fatto Sagramola da buon Pilato. Fra ritardi, sospensioni del cantiere per maltempo, impicci burocratici e probabilmente intervento della Procura, i lavori si prolungheranno ben oltre il tempo previsto che comunque è già da adesso preventivato per 2-3 anni. Cosa vuol dire questo? Che la scopertura Giano dietro a Piazza Garibaldi passerà dalla competenza di questa giunta alla prossima, e non sono troppo sicuro che avrà gli stessi colori.

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