6 aprile 2014

Rissa e supermaket dei poveri: una proposta all'assessore

Foto di Roberto Di Claudio

Ho saputo ieri mattina presto del supermarket dei poveri. Chiuso per precauzione, a seguito di una rissa. L'ho saputo grazie alla foto, scattata da Roberto Di Claudio, che trovate a corredo di questo post. La notizia non ha suscitato in me alcun moto di sorpresa. Non che me l'aspettassi, ovviamente. Ma di certo ho sempre avuto il sentore di gravi superficialità nel modo di concepire e realizzare il progetto del market sociale. Di quelle che restituiscono l'impressione del ramo storto, di una costruzione sghemba ideata mescolando consenso politico e interessi materiali. Chi mi segue sa bene che non ho mai coltivato simpatie politiche per lo "zelo compassionevole" del Dott.Giorgio Saitta - un neocon benestante che si atteggia a Padre Tereso -, e che fatico a comprendere quella vera e propria ossessione storica che spinge le diverse amministrazioni comunali a coinvolgere sistematicamente cooperative che, nel corso del tempo, hanno dato all'esternalizzazione dei servizi la forma insindacabile del monopolio. Una distacco critico che ho trasformato, in almeno due post pubblicati dai Bicarbonati, in un ciclo di fondatissime domande a cui nessuno dei soggetti coinvolti, ovviamente, ha fornito risposta. Il supermarket dei poveri è nato male e costituisce un'opera incompiuta all'origine perchè non prevede un deterrente fondamentale che, invece, è stato concepito altrove e cioè che l'accesso ai beni del supermercato fosse vincolato non solo a una card - incentrata su quel monumento di iniquità sociale che è il modello Isee - ma a una prestazione lavorativa nel supermercato stesso. In questo modo c'erano buone possibilità di tenere a distanza quei soggetti, e non sono pochi, che immaginano la spesa alimentare gratuita come una sorgente aggiuntiva di scrocco a fatica zero. Se l'assessore Saitta ha davvero intenzione di imprimere una svolta all'operazione social market - al netto di tutte le critiche fin qui rivoltegli dal sottoscritto - si faccia carico di una operazione verità: vincoli la card di accesso ai generi alimentari a prestazioni lavorative socialmente utili: manutenzione dei giardini pubblici, arredo urbano, pulizia delle strade. A quel punto i cittadini disporrebbero di un quadro più definito e trasparente di chi davvero ha bisogno di assistenza e di chi si approfitta per farsi i cazzi propri.
    

23 commenti:

  1. Secondo l'ottimo principio del "Chi non lavora non magna". Non ci vuole una laurea in scienze sociali per arrivarci.

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    1. E' un principio duro da far digerire a chi "lavora" negli enti pubblici. I primi a digiunare sarebbero loro.

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  2. caro Gian Pietro, noi di sveglia fabrianesi sono mesi che ci occupiamo del social market , abbiamo fatto incontri con l'assessore Saitta, con il responsabile del progetti Cristiano Ferro, abbiamo raccolto testimonianze di chi si è visto negare le social card e abbiamo aiutato altri ad averla, dimostrandone i requisiti necessari, infine con un sopralluogo all'interno dello stesso Market in seguito alla segnalazione di distribuzione di alimenti " scaduti" e la nostra sensazione, più volte espressa anche attraverso comunicati stampa, è stata da subito quella di un servizio sociale nato troppo in fretta con la necessità di un lavaggio di immagine in seguito alla barzelletta TARES , di una organizzazione assolutamente inesistente e quella poca presente estremamente superficiale, un servizio dato in gestione al solito amico bisognoso e che ormai ha le mani in pasta su ogni esternalizzazione messa in pratica dal comune, e che regolarmente non funziona, gestione bagni pubblici, gestione centralini , con ritardo degli stipendi ormai arrivato a 5 mesi, e via dicendo servizi concessi in gestione diretta in violazione a tutte le norme inerenti la regolarità contributiva di detta cooperativa, e i risultati si vedono chiaramente. poi i cartelli messi sulla saracinesca descrivono gli episodi come fatti da incivili!!! io questi li chiamo atti di delinquenza comune!! almeno mi pare che le nostre leggi li definiscano così; comunque dicevo nel condannare il gesto, però bisogna fare una riflessione, ma era proprio così difficile da prevedere episodi di questo genere per come era , ed è , impostato il social market? e soprattutto avendo a che fare con etnie che fanno della violenza e della rissa un normale metodo di discussione non era il caso di prevedere un metodo di distribuzione diverso? perchè trasformando uno strumento di sostegno sociale in una casbha e soprattutto non facendolo sempre trovare rifornito era plausibile che si arrivasse a questo punto.
    ma poi conoscendo i problemi avuti fino a quì, il come erano scarsamente organizzati , e soprattutto l'iniquità con cui sono state distribuite le social card, che dopo gli interventi di ritiro di circa 25 social card nei giorni scorsi , malignamente mi viene da pensare che dopo ulteriori controlli si siano accorti che le tessere impropriamente distribuite siano ben più di 25 e che si siano trovati di fronte ad una situazione tale da indurli addirittura a chiudere , utilizzando la scusa della rissa per coprire le verità scomode, mi sembra un po frettoloso che dopo il primo episodio si faccia riferimento all'aiuto di tutti affinchè il fatto non si ripeta, e che in futuro non saranno più tollerate aggressioni neppure verbali, pena la chiusura definitiva!!!! a me personalmente puzza tanto di stratagemma d'uscita da una situazione alquanto critica. da una gestione farraginosa e inconcludente , e come sempre a pensar male si fa peccato ma spesso ci si piglia. Muratori Davide

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    1. Bravo Davide, e bravi tutti quelli del Comitato. Continuate così !!!

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    2. grandi non potevate essere più chiari di cosiibravissimi

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    3. "etnie che fanno della violenza e della rissa un normale metodo di discussione"???
      bassa, bassissima lega...

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    4. Pura realtà invece.

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    5. no, puro qualunquismo...discriminare categorizzando è un metodo che la realtà la semplifica enormemente e può avere conseguenze molto pericolose!
      pensatela come volete ma pesatele le parole.

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    6. E' la pura realtà, basta uscire dai salotti imbiancati e ormai deserti e farsi un giro per la città.

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    7. caro anonimo, qundo si fa riferimento ad etnie che fanno della rissa un metodo di dialogo!!! che c'è chec non rispecchia la realtà, allora andiamo ad analizzare il fatto nei dettagli , come è scoppiata al rissa, 2 albanesi, popolazione tipicamente calma e ragionevole, non erano daccordo che ci fosse un tunisino , altro popolo che perde molto tempo in parole!!! a regolare l'ingresso al social market , non è qualinquismo è un dato di fatto chre al mondo ci siano popolazioni inclini al dialogo e altre inclini a metodi più spicci , se nelle mie parole hailetto discriminazione raziale, bhe allora è ora che ti fai uno shampo , ma non ai capelli. M.D.

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    8. era un invito a non generalizzare/banalizzare; mi si ripropone lo stesso esempio specifico per ribadire le stesse strampalate teorie socio-antropologiche.
      dai va be', chi vuol capire capisce...anche se, stando a certi ragionamenti e a certi scambi di opinioni che si leggono su questo blog, dovrei dedurre che i fabrianesi, e in modo particolare quelli più "svegli", abbiano serie difficoltà a comprendere quello che leggono.
      naturalmente evito di farlo, perché mi ritengo una persona corretta, e la chiudo qua ribadendo il concetto: pensatela come volete ma pesatele le parole.

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  3. Faccio parte del Comitato Sveglia Fabrianesi e detto della casba Social Market ad uso e consumo per 80% della comunità mussulmana a discapito delle vere famiglie e persone singole Fabrianesi e italiane qui residenti che hanno davvero bisogno di sostegno ma che sono serate messe nella condizione di non riceverne causa regolamenti pro mussulmani ,che ne diresti anche di parlare ed approfondire anche come funziona e come ha funzionato la lista di chi ha d aveva diritto all'assegnazione della casa popolare?? Sarebbe il caso caro Simonetti come sta cercando di fare il nostro Comitato di squarciare il velo di omertà e del sistema clientelare che da tantissimo qui in città caratterizza questo campo!! Parlarne anche tu su Bicarbonati sarebbe una buona cosa non credi? Saluti

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    1. In una città cattocomunista ( o meglio coatto comunista) il funzionamento del market sociale e' l'esempio lampante.

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    2. The shareef don't like it
      Rockin' the Casbah
      Rock the Casbah
      The shareef don't like it
      Rockin' the Casbah
      Rock the Casbah...

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  4. Caro Bruno il buon Simonetti lo ha fatto in totale solitudine a partire dal 2009 come segretario della Lega. I giornali di quegli anni sono pieni di mie dichiarazioni.

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    1. Giornali pieni anche di dichiarazioni su Carifac e Fondazione Carifac di cui oggi non parli più!

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    2. Finito il carosello in superstrada oppure oggi sei andato al mare?

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    3. e per fortuna, a un certo punto, il buon gps ne è uscito!
      io ti preferisco "slegato"...

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    4. Al primo anonimo in ordine di risposta, sei un lettore poco attento e dalla memoria corta, Simonetti ha parlato della Carifac anche pochi mesi fa in un post a proposito della tesoreria comunale, quindi lascia perdere non attacca, sei solo invidioso della sua intelligenza e del suo seguito. Bravo Gianpietro avanti così, il tuo blog é l' unico spazio democratico e veramente libero che raccoglie tutte le voci della città.

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  5. Ecco un bellissimo esempio di market sociale:

    http://portobellomodena.it

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    1. A Favria nun so capaci manco a copia'

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  6. Ottima idea quella di Simonetti. Magari si riuscisse a fare. La estenderei come ho sempre sostenuto anche ai cassaintegrati, che percepiscono soldi pubblici

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    1. Infatti, hai ragione! Molti cassintegrati fancazzisti che da questo blog criticano i dipendenti pubblici accusandoli di essere dei fannulloni, in realtà ogni mese percepiscono soldi che tutti i cittadini pagano con le tasse SENZA FARE NULLA.
      Se tu vai a proporre a questa gente di lavorare per la città, costoro, ormai abituati a stare tutto il giorno senza far nulla oppure (quelli svegli) a fare lavoretti a nero, non accetterebbero di sicuro. E se qualcuno accettasse, oppure se li costringessi, lavorerebbero molto molto molto meno di un dipendente pubblico. Si trascinerebbero tutto il giorno imprecando con la ramazza in mano, a dispetto dei santi.
      Chi critica gli altri normalmente è sempre quello che alla prova dei fatti da il peggiore esempio. Sono pronto a scommettere che andrà così.

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