3 aprile 2014

Perchè finisce la solidarietà ai lavoratori JP

I lavoratori ex Ardo formalmente riassunti dalla JP - e dico formalmente con piena volontà e inevitabile malizia  - e i sindacati che li spalleggiano in una demenziale crociata contro le banche che punta a influenzare la sentenza della Corte d'Appello, sono riusciti ad alienarsi in poco tempo la simpatia e la solidarietà di molti cittadini fabrianesi. Da che mondo è mondo, non c'è cosa peggiore, per i lavoratori, dell'isolamento rispetto al tessuto sociale in cui vivono ed operano, perchè spegnere la solidarietà di chi non è direttamente coinvolto nella vertenza significa ridurre le proprie rivendicazioni a sussulto corporativo. Il sindacato ha enormi responsabilità nella costruzione di questo millimetrico isolamento sociale degli ex Ardo: perchè non ha detto la verità sull'insignificanza industriale dell'operazione JP; perchè ha contribuito a fare degli ammortizzatori sociali lunghi un reddito di cittadinanza non dichiarato piuttosto che uno strumento temporaneo di gestione della crisi; perchè ha mobilitato lavoratori, istituzioni e Parlamento per ribaltare - a colpi di emendamenti e commi - il pronunciamento di primo grado della sezione fallimentare del Tribunale di Ancona invece che per vigilare sulla correttezza formale - che in uno stato di diritto equivale a sostanza - delle operazioni di cessione dei cespiti Ardo. In questo senso è come se si fosse consumato ed estinto uno dei fondamenti culturali della rappresentanza sindacale e cioè il farsi carico di una visione d'insieme della crisi e del suo radicamento territoriale. La crisi industriale di Fabriano è stata fatta artificialmente coincidere con il destino dei lavoratori ex Ardo riassunti dalla JP, ma tutti sanno che si tratta di una gigantesca finzione. Innanzitutto perchè sono centinaia i lavoratori della ex Antonio Merloni rimasti fuori in quanto poco funzionali a criteri di riassunzione di cui molto si ebbe a discutere. E poi perchè il vero salasso - occultato e misconosciuto - è stato quello subito dalle piccole imprese dell'indotto, prima strangolate, in sede di fornitura, dalle condizioni capestro stabilite e imposte dal "gigante bianco" e poi piegate dall'inesigibilità dei crediti da riscuotere. Aziende artigiane costrette a chiedere e a generare, come effetto immediato, uno stillicidio di licenziamenti individuali - senza welfare e senza ammortizzatori sociali - per i quali non si sono visti nè serpentoni nè fumogeni nè contestazioni sindacali. Fino a giungere agli indirizzi divisivi dell'Accordo di programma, con le sue risorse e i suoi piani di investimento possibile vincolati dalla riassunzione di lavoratori ex Ardo, come se il senso comune dei cittadini possa ancora cosiderare tollerabili percorsi di reinserimento lavorativo basati su corsie preferenziali per i lavoratori delle grandi imprese, quando essi rappresentano veri e propri attentati al principio di uguaglianza sancito e riconosciuto dalla Costituzione Repubblicana. Con il passare del tempo il corporativismo di un sindacato che sembra aver smarrito ogni traccia di interesse generale e  ogni richiamo ai valori trasversali della confederalità, è riuscito in un capolavoro al contrario: separare lavoratori e cittadini, scavando una linea di demarcazione profonda tra i privilegiati degli ammortizzatori lunghi e gli sfigati della mobilità brevissima. Fino al paradosso di spingere molte persone a fare il tifo per una conferma della sentenza di primo grado sull'annullamento della vendita di Ardo a JP. C'è un aneddoto, probabilmente non vero ma emblematico, che riguarda Picasso. Un ufficiale tedesco entrò nel suo atelier e trovandosi innanzi alla grande raffigurazione del bombardamento di Guernica domandò al pittore: "Maestro, questo è opera vostra?". E Picasso rispose: "No. E' opera vostra". In un contesto per fortuna diverso e di fronte a un sindacato probabilmente basito di fronte ad alcune espressioni di antipatia e distacco nei confronti dei lavoratori JP, verrebbe da rispondere come fece l'artista spagnolo: è opera vostra. Quindi fatevi due domande, cari amici del sindacato, e i punti interrogativi illuminateli con qualche fumogeno avanzato dopo la manifestazone anconetana di ieri.
    

11 commenti:

  1. prima o poi finirà sta commedia

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  2. Col famoso emendamento de Lodolini staranno in CIG altri dieci anni. Il sindacato difende ls disoccupazione retribuita.

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    1. "...chè Bruto è uomo d'onore, così son tutti, tutti uomini d'onore..." (compreso Lodolini): oh, gente, questo è quello che dice Peppe, il Shakespeare de noantri!

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    2. Eravamo all'incirca al 2011, un conoscente, operaio della Ardo, non ancora cinquantenne, alla mia domanda che cosa pensava di fare dato che la pensione era molto lontana, mi rispose con calma serafica pari alla fiducia su Pantalone, che ci sarebbe arrivato da cassintegrato!!! Detto da uno inserito bene nel meccanismo del Palazzo, è emblematico delle intenzioni dei nostri "palazzinari". La tragedia sta nella pochezza che ci offre il Palazzo...e co' 'ste pietanze ci fanno pure i "condannati a comannacce "!

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  3. Hanno rotto i coglioni. Parassiti e basta.

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    1. parassita sara lei prima di criticare pensi bene come sitrovano le persone anche psicologicamente e ricordi che la ruota gira prima o poi per tutti

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    2. Noi della JP stanno senza cassa da dicembre qualcuno della ex ardo è dal 2004 che sta in cassa senza muovere il culo a cercare lavoro....... Se domani la JP chiude a noi non aspetta nulla...... Purtroppo pero parlare è facile non siamo tutti uguali qualcuno sono anni che lavora a nero e qualcuno fa la fame....bisogna solo vergognarsi che un paese sta morendo e la gente che fa parla senza nemmeno cognizione di causa..... Stiamo tutti in mezzo alla strada fatevi un esame di coscienza

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    3. Io critico l'asse sindacati - commissari - Porcarelli perchè hanno inventato una soluzione che non sta in piedi. Da sola non ce la fa Indesit e volete che qualcuno creda che ci riesca Porcarelli? Hai tutto il mio rispetto credimi ma anche voi dovete spingere i sindacati a puntare sul lavoro vero invece che credere alla favola delle banche cattive. Dove sta il Piano industriale della JP e quali risultati sono stati ottenuti fino ad ora?

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    4. Non metto in dubbio le tue parole e la situazione è drammatica per noi che stiamo la dentro ma essere chiamati parassiti dopo avere lavorato una vita e stando in mezzo alla strada mi fa male...... Si spera che qualcosa si risolva o ci saranno altri 700 discoccupati che andranno a mangiare a casa di chi pensa che siamo parassiti..

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    5. Adesso se la sentenza è a favore JP vedremo le intenzioni reali ma siamo stati fermi 3 anni per questa causa e la situazione elettrodomestico italiana è uno schifo........un passo alla volta si farà tutto il prossimo sarebbe quello di ricevere lo stipendio bloccato da dicembre

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  4. Bel post Gian Pietro, condivido. L.L.

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