15 luglio 2014

Su Indesit è tutto un giro di pellicani pigri e di increduli coalizzati




LA COALIZIONE DEGLI INCREDULI
Per ora, a nome degli artigiani, è intervenuta la Confartigianato, che ha espresso un giudizio molto severo sulla vendita di Indesit a Whirlpool, paventando gravi rischi di chiusura per le piccole imprese del territorio e trasferimenti forzati dei colletti bianchi a Varese. Si tratta di una posizione comprensibile ma rischiosa, perché contiene un giudizio di valore su quanto ancora non si conosce, e che viene espresso dando per scontata l’esistenza di una congenita predisposizione americana alla pulizia etnica nei confronti dell’entroterra e delle sue realtà produttive. In questo senso è possibile, anzi probabile, che si possa coagulare una “coalizione degli increduli”, che va dai sindacati alle associazioni di categoria, animata dall’obiettivo di opporre una resistenza organizzata ma vana al cambiamento in atto. Una sfida senza prospettive perché, Lucio Battisti docet, uno scoglio non può di certo arginare il mare, anche se un certo anacronismo di posizioni regala l’illusione romantica di una battaglia di nobile retroguardia, di una bella morte che, al di là di certi estetismi dannunziani, costituisce un elemento aggiuntivo di problematicità e di crisi.

IL TERZISMO ALLA FAVRIANESE NON FUNZIONA PIU'
Sul versante politico c’è da dire che l’uscita di Matteo Renzi – che ha definito fantastica l’acquisizione di Indesit – ha disarticolato il fronte dei resistenti, con il Governatore Spacca, inizialmente capofila degli scettici, prontamente riconvertito alle virtù del libero mercato e allineato al panta rei del mare che sommergi scogli, scoglietti e scoglionati. Le associazioni degli artigiani, se vogliono offrire una visione non puramente difensiva della rappresentanza, devono comprendere che il terzismo alla favrianese – monocliente e a zero innovazione – non può essere la base di una ripartenza per il sistema locale dell’artigianato. E ciò a prescindere dalle intenzioni strategiche di Whirlpool. 

CONCERTAZIONE ADDIO
L’arrivo degli americani cambia, infatti, un sistema di governance e di relazioni fondato sul cerimoniale dei tavoli di concertazione, ossia sul diritto riservato a qualsiasi soggetto organizzato di disporre, per i temi di sua competenza, di un vero e proprio potere di veto. Con l’arrivò di Whirlpool, alla multinazionale tascabile subentra una multinazionale stato, che assai difficilmente agirà ricorrendo a metodologie di relazione di natura concertativa. Il che significa una inevitabile e brutale riduzione del potere contrattuale della politica e delle parti sociali. E sembra essere proprio questa contrazione di ruolo, in tutta sincerità, la principale preoccupazione che anima la “coalizione degli increduli”. Altrimenti ci si porrebbe un altro tipo di problema e cioè quali azioni intraprendere per rendere competitivo e ad alto valore aggiunto il sistema dell’impresa artigiana rispetto alle eventuali esigenze di outsourcing della multinazionale e come operare – attraverso accordi sindacali di secondo livello – per garantire a Whirlpool un incremento di produttività compatibile con la tutela dei lavoratori e dei loro diritti, senza abbarbicarsi  - con la disperazione dei naufraghi - all’alberello diroccato dell’accordo del dicembre 2013. 

LA METAFORA DEI PELLICANI
Si racconta che a Monterrey, in California, in una baia popolata di pellicani, furono insediati stabilimenti che inscatolavano pesce per le truppe americane dislocate in Europa a combattere i nazisti. Col passare del tempo i pellicani smisero di cacciare, accontentandosi degli scarti prodotti dall'industria conserviera. A guerra finita, quando l’industria conserviera chiuse i battenti, la zona di comfort generata durante il periodo bellico portò i pellicani quasi ad estinguersi, perchè col tempo avevano completamente smarrito l’abilità di cacciare. Per salvare la specie a rischio furono importate, ad hoc, colonie di pellicani selvatici, per insegnare ai "viziati" a cacciare di nuovo, a riutilizzare in forma predatoria il becco e a ricostruire l'equilibrio di un intero ecosistema in crisi. Chi ha orecchie per intendere intenda.


    

9 commenti:

  1. Simonetti quella che ti chiami con eleganza concertazione era solo aum aum

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  2. Bella quella dei pellicani. ..cmq gli americani della Carnival..x la Concordia spenderanno 1500 milioni = 2 INDESIT...Schettino se magnato 2 INDESIT. ..

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  3. Non sempre condivido perche' ognuno ha le sue idee ma questa volta condivido la tua analisi. La metafora dei pellicani poi e' appropriata e da ......riflessione attuativa!!!!

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  4. Che Schhettino si è pappato due Indesit fa davvero venire i brividi

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  5. Fantastica metafora

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  6. Ma anche i colletti bianchi indesdit attualmente in comune finiranno a Varese?magariiiiiii!!!!!!!!!!..tutti in politica per nn lasciare fabriano!

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  7. Si', ma vedete che qui la gente non capisce? Ma può' Confartigianato fare una dichiarazione del genere? Ma possibile che questa ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA ancora se la prende con i Merloni perché non danno poi' becchime ai piccioni? Hanno capito che e' ora che BASTA? Whirlpool e' l'occasione per cambiare marcia, capimo o no?! Adesso potrebbe cominciare la vera pulizia: chi vale e' dentro, gli altri fuori! Ma le avete viste le facce da funerale di tutti quelli che sanno benissimo che adesso si resta per valore proprio, se c'e', e non per volere di qualcuno? E' ora di CRESCERE............!

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  8. Non c'é più merlonia fatevene una ragione l'impero è crollato. Sarà come per la Faber la Franke ha tagliato moltissimi fornitori e a breve vedrete che anche Francesco Merloni prenderà decisioni di vendita. Il mercato è globale, lo stile famiglia non funziona più. Magari vendessero anche nel pubblico, iniziando dal comune di Fabriano sovradimensionato, vogliamo parlare dello stato pietoso delle strade di Fabriano? Vogliamo parlare dell'Asur timbrano il cartellino poi?

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  9. Calzante metafora! I fabrianesi dovranno cominciare a "rimboccarsi le maniche ".....e la cosa non sarebbe del tutto negativa ...anzi !!

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