Forse Giovanni Porcarelli ha capito che non tutto il male viene per nuocere e che la sentenza del Tribunale del Riesame apre anche qualche inedito varco negoziale per l'industriale di Cerreto d'Esi. Di questo possibile passo di lato si è fatto interprete l'avvocato Leoni Latini, legale di Porcarelli, che ha paventato la possibilità che le banche, in attesa del pronunciamento della Corte di Cassazione, chiedano la sospensione immediata delle attività della JP Industries, come effetto dell'esecutività della sentenza di secondo grado. In realtà tutti i soggetti coinvolti nella vicenda sanno bene che le banche ricorrenti non hanno alcun interesse di rilievo a lavorare per il fallimento della JP, ma il fatto che il legale lo rimarchi significa che Porcarelli ha compreso i vantaggi del farsi desiderare, utilizzando l'ipotesi di un suo possibile disimpegno come fattispecie capace di mobilitare la solidarietà e il sostegno degli influenzatori e dei decisori. Una "strategia del corteggiamento" finalizzata quindi a incrementare il potere negoziale di Porcarelli rispetto al Governo, ai sindacati e alle istituzioni locali, perchè come in amore anche in casi come questo è assai probabile che a vincere sia proprio chi fugge. In questo quadro occorre sottolineare anche un altro punto di forza che è parte integrante della scena e cioè che, formalmente, Porcarelli è parte lesa. Nessuna norma al mondo, infatti, può imputare a carico di chi acquista il fatto che il valore di vendita dei cespiti inseriti nel perimetro di cessione sia ampiamente sottostimato rispetto a quello individuato dalla perizia tecnica ordinata dai commissari ministeriali, che al dunque sono i veri artefici della transazione. Male che vada, quindi, Porcarelli potrà indossare le vesti sacrificali dell'imprenditore vessato dalla burocrazia togata e rilanciare al tavolo chiedendo un sostanzioso risarcimento per i danni materiali e operativi subiti, sempre che la faccenda non gli si complichi per via di altre questioni sempre riconducibili all'acquisizione degli asset Ardo. Ma questo scenario, che esonera l'imprenditore cerretese da responsabilità, non condona gli evidenti deficit strategici e di mercato che hanno scandito la sua azione in questi due anni e mezzo di vita della JP Industries e che hanno trasformato il Piano Industriale datato novembre 2011 in una chimera di cui si sono rapidamente dissolti fondamenti e tracce. E' quindi utile ricordare ai lavoratori, ai fabrianesi, al sindacato e a tutti gli stakeholders proprio quei fondamenti, quelle tracce e quei numeri di cui di cui si sono persi nozione e notizia e che costituiscono un punto di riferimento fondamentale per stabilire se l'operazione Porcarelli - al di là delle sentenze della giustizia amministrativa - rappresenti o meno un'esperienza industriale di rilievo. Quasi quotidianamente, infatti, troviamo dichiarazioni di politici e sindacalisti che richiamano il "progetto della JP", senza mai delinearne i contorni e i contenuti. Il Piano Industriale che ha accompagnato la nascita di JP prevedeva uno specifico impegno da parte dell'acquirente: farsi carico per quattro anni di 700 operai ex Ardo. In realtà Porcarelli ottenne subito per due anni - con falcoltà di estensione anche al biennio successivo - l'apertura della cassa integrazione a rotazione per ristrutturazione. Ora, dato che siamo giunti quasi a metà del terzo anno dei quattro previsti, potrebbe essere utile, in attesa che qualche volenteroso informi la collettività su eventuali scostamenti di consuntivo, riprendere il filo a partire da una sintesi di quel Piano Industriale condensata attorno tre voci fondamentali: il numero dei lavoratori impiegati, l'ammontare degli investimenti realizzati e il fatturato conseguito. Rispetto al numero dei lavoratori stabilmente utilizzati nella produzione, il Piano ne prevedeva 250 nel 2012, 400 nel 2013, 550 nel 2014 e 700 nel 2015. Non sarebbe interessante conoscere l'effettivo impiego di manodopera nel primo biennio magari attraverso un'indicazione cumulativa del monte ore lavorate? Sul versante degli investimenti il Piano prevedeva un ammontare complessivo di 26 milioni di euro, di cui 14 milioni nel primo biennio e 12 nel secondo. E' così pretenzioso e irriverente chiedere conto dello stato dell'arte visto che il Piano è stato siglato innanzi ai rappresentanti del Governo, ossia di un organo costituzionale? Infine il fatturato. Il Piano prevedeva un fatturato di 40 milioni di euro nel 2012 fino a giungere ai 130 milioni di euro del 2015, ovvero un tasso di crescita baldanzoso rispetto alle condizioni reali del mercato. Quale scostamento si è verificato rispetto al budget di vendita? Inoltre, visto che l'allora sottosegretario Dell'Aringa ebbe a confermare che il ministero nell'estate del 2013 accordò, col placet dei sindacati, una riduzione dell'impegno di Porcarelli rispetto al Piano iniziale, quali sono i valori attuali a cui si deve fare riferimento per chiarire impatto e portata dell'operazione JP? Sono quesiti semplici ma non oziosi, domande alle quali è necessario rispondere se si vuole evitare il rischio di accordare un sostegno acritico a un disegno industriale che un vera e propria propaganda di regime racconta come un esperimento di gran pregio brutalizzato dalle sentenze dei tribunali. Dare al caso JP un retroterra di valutazioni obiettive è non solo faticoso ma probabilmente anche inutile perchè la razionalità è stata rimpiazzato dalla più banale delle finzioni e da un'ossessione semplificatoria che ha fatto strage di verità, di diritto e di buonsenso.
Ancora una ricostruzione attenta e puntigliosa in questo blog
RispondiEliminaTe lo dico io come va a finire:
RispondiEliminaPorcarelli tira avanti alla chetichella, si farà buttar fuori da questa impresa più grande delle sue possibilità, aspettando la prossima sentenza e successivamente si riaprirà un contenzioso per risarcimento danni verso lo Stato... perché sia chiaro che dai Commissari di tasca loro non uscirà un Euro!!! Il tutto finirà nel grande calderone dei fallimenti ed alla fine a rimetterci saranno gli operai in primis e le stesse banche che hanno tirato la corda sul fine corsa!!!
Porcarelli chiederà i danni allo Stato per una 50tina di milioni di Euro, cosi da sistemare tutte le passività del gruppo.
Giampy te piace sta storiella fabrianese????
sono convinto anche io che finirà proprio in questo modo..........
Eliminacome fa JP a dimostrare che ha avuto un danno da 50 mln di euro? è come se vai a sbatte con 'na 126 e chiedi i danni de 'na Ferrari
EliminaFinisce in fallimento. Porcarelli potrà chiudere il valore pagato per acquisire gli asset, il valore degli investimenti documentabili e una cifra come danno imprenditoriale e di immagine sottratti i valori dei macchinari alienati. Fatti due conti massimo intorno ai 15 milioni non di più
EliminaIl nero non lo contate?
Eliminachi ha le spalle coperte casca sempre in piedi e anche questa volta non si fugge da questa massima
RispondiEliminala finanza pubblica è l'unica che ci rimetterà di sicuro. Gli altri qualcosa ci guadagnano, TUTTI, compresi quelli che in paese normale farebbero già un altro lavoro
RispondiEliminainfatti perché il lavoro si trova facilmenta grandissimo salame !!!!!
EliminaSe il culo lo smuovi e non ti accontenti di andare a mangiare la sera a casa di mamma e papà il lavoro lo trovi, presciuttaro
Eliminaesatto, movi le chiappe, non c'è solo favriano
Eliminase je levano la Cig vedrai se lo move il culo, il problema è ... che non gliela levano
EliminaUn sentito grazie ai sindacati che hanno sempre abbracciato il piano industriale reputandolo ottimo. Come al solito non ci avevano capito un cazzo. Complimenti anche a chi si ostina ad appoggiare questa casta.
RispondiEliminaSindacati schifosi, sono il freno a mano dell'Italia. Setta, casta, rifugio di imboscati.
EliminaUn sentito grazie al PD fabrianese che continua a dormire il sonno dei giusti, a differenza del PD di Nocera Umbra che ieri ha chiesto con forza al Governo e alle Regioni Umbria e Marche di fare finalmente chiarezza sull'accordo di programma per le aree ex Merloni.
RispondiEliminala differenza che a guidare il PD fabrianese e' Crocettilaqualunque
RispondiEliminaE alla fine condannano pure Antonio Merloni. Decadenza inesorabile.
RispondiEliminaNon vedo in questi post il sempre puntualissimo commento di Muratori. Sarebbe interessante sapere anche l'opinione di Sveglia Fabriano...
RispondiEliminaRicostruzione attenta e puntigliosa , non direi proprio , si è semplicemente limitato a riassumere per sommi capi il piano industriale, per potere comprendere a pieno i fatti bisognerebbe analizzare gli avvenimenti purtroppo negativi accorsi subito dopo l'acquisizione della JP che hanno ostacolato ed impedito l'attuarsi del programma , avvenimenti che sono sotto gli occhi di tutti, il detto " non c'è peggiore cieco di chi non voglia vedere " è propo vero, al di là di come finirà credo che il Porcarelli meriti il rispetto ed il riconoscimenti di tutti per il coraggio e la tenacia con cui ha portato avanti e sta ancora portando avanti l'impegno assunto , quando credo potrebbe fregarsene..
RispondiEliminaSi facciamogli il monumento a Porcarelli che si e' preso sta rogna solo per amore del prossimo!! ma quando la smettete de pija per culo?
Eliminama una cortesia, qualcuno lo ha mai letto o redatto il piano industriale della J&P' perchè risulta che ad oggi non sia stato depositato nulla in proposito , se non un intento ad integrazione dei documenti !!! e allora di quali eventi parliamo? la crisi già era conclamata al momento dell'acquisto , se per eventi negativi si intende un immobilismo industriale ok perfettamente d'accordo!!! il problema vero è che il progetto reale , ipotizzabile, e cioè la restituzione di tutto il giochino ai precedenti proprietari, è stato interrotto o anticipato dall'azione legale e secondo me legittima, ma è un'opinione del tutto personale, delle banche . di chiacchiere sul programma industriale se ne sono fatte parecchie ma di questo piano industriale neppure l'ombra.M.D.
EliminaUn monumento magari no, ma sicuramente e' un uomo che ha piu' coraggio di te!
RispondiEliminaL'anonimo che ha espresso apprezzamento per Porcarelli deve poter dire la sua senza essere ripreso. La libertà d' opinione e' l'essenza di questo blog
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