9 novembre 2012

Caso Gei Pi: il sindacato in ginocchio

E' evidente che ci piace pensare easy e vincere facile. Ci emoziona azzeccare previsioni e immaginare fatti e reazioni. Col fare da profeti a basso costo e da santoni di provincia. Stamattina la stampa ci aiuta nella missione promuovendo un sentore zuccherino attorno ai soggetti coinvolti nelle ultimissime vicende Ardo. Come previsto l'incontro tra Gei Pi e sindacati, svoltosi ieri mattina, ha confermato amorosi sensi - bilaterali e reticenti - che, diversamente da quel che pensa il giubilante Sindaco, non porteranno nulla di nuovo alla citta' e al territorio. Sembrava dovesse diluviare ed era soltanto canicola agostana travestita d'autunno. Per sincerarsene e' sufficiente misurare la durata del faccia  a faccia. L'incontro e' durato due ore e mezza e chi se ne intende di negoziazioni sindacali sa bene che due ore e mezza`sono il tempo necessario a una stretta di mano senza ombra di dissensi e di problemi veri. Perche' nel caso si tratta per giorni e si usa la notte come momento nevralgico per provocare cedimenti contrattuali nella controparte e risolvere le questioni piu' spinose. Altro che convocazioni a mezza mattina! Quindi, deduttivamente, occorre essere coscienti che non sussistevano disaccordi di sorta e che il patto JP - sindacati confederali, di conseguenza, non ha subito alcuna erosione per via della vendita di alcuni macchinari da parte dell'azienda. A conferma degli amorosi sensi tra le parti vale la pena meditare sui contenuti del verbale divulgati dalla stampa. Un verbale in cui il sindacato prende atto della versione ufficiale dell'azienda sulle motivazioni di vendita; che accetta future cessioni di macchinari non funzionali previa consultazione del sindacato e condivisione della scelta; che plaude a una generica conferma della dimensione degli investimenti da realizzare e, udite udite, che afferma con orgoglio di aver ottenuto l'utilizzo aziendale del ricavato della vendita dei macchinari, come se si trattasse di una felice anomalia e non invece di una regola aurea della gestione d'impresa. Non ci sono invece tracce significative degli elementi che danno sostanza e qualita' a un accordo sindacale. Mancano, ad esempio, specifiche clausole di esigibilita' che, alla fine, sono quelle che evitano che quanto accaduto si ripeta di nuovo. Cosi' come sono assenti i criteri con i quali il sindacato intende valutare, in futuro, la non funzionalita' di altri macchinari eventualmente dismessi e venduti e acconsetire allaloro vendita. Insomma, alla fine dell'opera Gei Pi continuera' coerentemente a fare quel che gli osservatori piu' avveduti hanno capito da tempo e il sindacato a fare il contrario di quel che i lavoratori si aspettano. Ben ci sta. Tutti compresi. Nessuno escluso.

ps: ho dovuto sostituire gli accenti con gli apostrofi per necessita' e non per refuso reiterato

    

5 commenti:

  1. Dalla trasferta con furore Simonè. Mi spaventa una cosa dei Sindacati. Parlano di Piani Industriali, bilanci, riconversione, mercato con una tale scioltezza che è disarmante. O sono dei geni incompresi o degli arroganti pericolosi. E non mi è capitato solo una volta di interagire con loro.

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  2. ma il sindacato in ginocchio a fare cosa?
    bonci bonci bon bon bon

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  3. Vedremo cosa diranno i sindacati quandoi l'anno prossimo, magari di notte o durante le ferie, gli stabilimenti, come per magia, si svuoteranno....

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    1. sarà "perchè c'era bisogno di dare una bella pulita agli ambienti"...

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  4. Purtroppo la connivenza dovuta a una spropositata inadeguatezza dei sindacati, vero e proprio ventre di vacca per miracolati di ogni genere, e' ormai sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere......fanno posto ai Cinesi...date tempo al tempo....sigh

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