14 novembre 2012

Il noioso derby dello scoperchiamento

Fabriano, oltre alla sfiga geografica è pure vittima della sfiga metereologica. C'è un vecchio detto che recita: "Fabriano è la città dello sconforto: piove, tira il vento e suona morto". Questa saggezza popolare ha qualcosa di assai inquietante ma è difficile derubricare il tutto a pregiudizio e sostenere disinvoltamente il contrario. Per una volta, però, avevamo l'occasione di non lamentarci troppo e di non fare del vittimismo scontato perché in questi giorni, in quanto a pioggia, danni, vento e affini, abbiamo visto di molto peggio in zone non troppo distanti da noi. Invece stamattina i giornali aprono con resoconti comprensoriali quasi apocalittici: pioggia in stile biblico, tombini intasati dalla melma, alberi divelti dalle folate che bloccano le strade e, immancabile come il rintocco della mezzanotte, l'occhio attento e vigile del Sindaco, che presidia tutti i punti critici e previene i danni con lo spirito eccelso del boyscout in camiciotto e pantaloncini. Speriamo che tanto zelo non degeneri e che fra poco non ci raccontino che nel suo ufficio di primo cittadino c'è sempre la luce accesa, perché proveremmo un sicuro e doloroso spasimo da comparazione. Alla fine si potrebbe chiudere il discorso inquadrando il tutto in una classica sindrome da dilatazione della realtà. E farci sopra due risate, a metà tra il divertente e l'impietosito. Però, con naturale malizia, non si può non evocare pure una potenziale connessione tra maltempo e scopertura del Giano. Per i sostenitori della tombatura del fiume le esondazioni di questi giorni sono una gigantesca botta di culo, perché consentiranno di indorare ulteriormente lo slogan "prima di tutto la sicurezza", che è diventato il mantra reiterato e retorico di questa amministrazione comunale e di tutto il fronte dei contrari. Un po' di apocalisse sulle piogge di questi giorni in città era quel che ci voleva per rafforzare gli allarmi e rinverdire le posizioni di chi sconsiglia il cielo aperto del fiume. Personalmente mi è sempre piaciuta l'idea del fiume che non s'inabissa, del parco fluviale, del corso d'acqua che ritorna amico della città e dei cittadini. Ma siccome le idee camminano con le gambe degli uomini mi sento di dire che pure nel fronte degli "aperturisti" intravedo ombre che spingono alla diserzione e all'indifferenza: nuovi pretoriani dell'ideale, ambientalisti un tanto al chilo, cultori inattesi del buono e del bello. Con il paradosso finale che, come l'omino di Altan, comincio ad avere opinioni che non condivido, perché la partita tra chi vuole scoperchiare il Giano e chi vuole tenerlo rinserrato e chiuso comincia a somigliare più a un derby tra fazioni che a un confronto tra diversi approcci d'ambiente e d'urbanistica. E allora siano pioggia e apocalisse: "Piove sui nuovi epistemi  del primate a due piedi, sull’uomo indiato, sul cielo ominizzato, sul ceffo dei teologi in tuta o paludati, piove sul progresso della contestazione, piove sui work in regress, piove sui cipressi malati del cimitero, sgocciola sulla pubblica opinione." (E.Montale)
    

8 commenti:

  1. più che altro, penso che tra gli "aperturisti" sia arrivato un po' di sconforto per via del silenzio "tombante" del municipio...quasi come se l'amministrazione stia ignorando volutamente, con l'atteggiamento di chi non deve dare ascolto a nessuno.
    non sono molti, quelli a cui piace "perder tempo coi mulini a vento"....

    ________________
    G.R.

    RispondiElimina
  2. In realtà, Gian Pietro, penso che le pioggie di questi giorni abbiano evidenziato che il Giano scorre tranquillo anche in caso di prolungati periodi piovosi. Inoltre non posso fare a meno di sottolineare ancora una volta che tombatura di un corso d'acqua, nella casistica dei disastri idrogeologici, non è mai associata a maggiore sicurezza dei cittadini, solo a Fabriano è così, nel resto del mondo i fiumi scoperti sono considerati molto più sicuri in casi di eventi eccezionali. Un caloroso saluto. Fabrizio Moscè

    RispondiElimina
  3. Fiumi aperti, o trombati, e esondazioni non sono quasi mai in contatto diretto, esonda e distrugge tutto quello che per incuria criminale e' lasciato da sempre e in tutta Italia nell'abbandono o peggio deviato e costretto da cemento un tanto al metro cubo quello si....il fiumiciattolo nostro non esonderebbe nemmeno se il mare per magia andasse al contrario e comunque sta misero e abbandonato come un gfiume vero.....

    RispondiElimina
  4. La differenza tra chi sta lottando per vedere il Giano scoperto e chi ha deciso che deve restare così come è sta in due modi di vedere il territorio. I primi considerano il Giano una parte della città, parte integrante di Fabriano, collegato alla rete cittadina di strade, vallate, storia, cultura. Vedono nel Giano una sorta di possibile rinascita della città, in grado, se valorizzato a dovere, di donare un motivo di attrazione turistica in più. Chi ha deciso che il "fiume" deve essere coperto invece considera il fiume solo per il suo tratto dentro la città, come un corpo estraneo capace solo di creare pericoli e problemi. In questo atteggiamento ci vedo molto della Fabriano degli ultimi tempi: nascondere i problemi piuttosto che affrontarli, evitare preoccupazioni intraprendendo iniziative in grado di allontanarle invece che investire per trasformarle in risorse. Un pò come è successo con la privatizzazione del servizio idrico, della raccolta e gestione dei rifiuti...affidiamo tutto all'esterno e dimentichiamoci del problema...c'è qualcun altro che ora se ne occupa, l'amministrazione deve solo tirare fuori il portafoglio ogni volta che le società lo richiedono. In questo caso la soluzione al problema e lo spaventapasseri allontana preoccupazioni è la copertura del fiume. Nascondiamo il fiume con tutte le sue vergogne affinchè non ci si debba preoccupare in futuro nemmeno della sua manutenzione. In questi giorni ho sentito più volte dalla bocca dei tecnici sparsi per l'Italia martoriata dalle calamità umane (calamità naturali sono altre, queste sono calamità umane perchè provocate dall'uomo e non dalla pioggia) che molti problemi sono stati provocati dai corsi d'acqua coperti. E noi che abbiamo in questo momento la possibilità di decidere che farne del nostro fiume avendo i soldi a disposizione, e non ne avremo più non so per quanto tempo, che facciamo? Rimaniamo ben saldi a una visione delle cose che ormai è superata dagli eventi. Il gruppo di lavoro che si è formato intorno al comitato per la difesa del Giano comprende tecnici e professionisti. Hanno ipotizzato soluzioni alternative che nel progetto di ritombatura non sono stati presi minimamente in considerazione, stanno eseguendo uno studio dell'intero corso del fiume che tiene conto dell'ittiofauna presente, della valenza storica degli elementi architettonici che lo accompagnano, dei problemi legati agli scarichi diretti e alle discariche a cielo aperto che lo coinvolgono...stanno studiando soluzioni alternative in grado di ridurre il rischio esondazione (un rischio che non si può comunque eliminare in nessun modo, ma solo ridurre)prevedendo aree da trasformare in casse di espansione fuori della città. Stanno elaborando l'idea di un Parco del Giano, per rendere il fiume vivibile e vivo con tanto di percorsi pedonali e ciclabili, sentieri didattici per le scuole, aree di pic-nic. Gli altri hanno previsto parcheggi sopra la copertura...E tutto questo oo stanno facendo senza secondi fini, spinti solo dalla voglia difare qualcosa di utile per la città...si può dire la stessa cosa per chi vuole coprire il fiume? Sedi derby si tratta io credo che non dovrebbero esserci dubbi per quale squadra tifare.

    RispondiElimina
  5. Il comune dovrebbe preoccuparsi del pericolo che è la Serraloggia, che è diventata il canale di scolo perfetto per allagare dal Corso in giù.

    RispondiElimina
  6. A me sembra così normale che una città sfrutti in qualche modo ciò che ha, che trovo surreale che esista il problema SE scoperchiare il fiume, al limite posso capire QUANDO..
    capisco che ci possano problemi per le fognature, ma "volendo tutto se fa'"

    Comunque a proposito di sicurezza non tutti pensano che tombare un fiume voglia dire renderlo più sicuro:

    http://www.facebook.com/notes/informazione-libera/a-genova-fiumi-tombati-e-costruzioni-nei-corsi-dacqua/10150377086869154

    http://www.meteoweb.eu/2011/11/alluvione-nel-messinese-gabrielli-evento-eccezionale-decine-di-sfollati/99060/

    http://www.geometri.cc/articolo/9737/Fiumi-tombati-e-mancata-pianificazione-tra-le-cause-dellAlluvione-a-Genova

    http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=29486&content=1

    RispondiElimina
  7. Balilla Beltrame con un opera di attenta ricostruzione storica della piene (assai rare) del torrente Giano ha dimostrato - a mio parere senza ombra di dubbio - che le esondazioni sono prodotte da due fattori. Il primo il torrente in piena; il secondo l'acqua che arriva dal Corso Repubblica e da via della Portella. Mi sembra evidente che tombare il fiume sia opera inutile e forse dannosa analizzando il modo in cui la parte bassa di piazza del mercato viene allagata. Nei primi anni 60 il corso cittadino fu tombato per il cattivo odore non per motivi di sicurezza. Ora si scrive "sicurezza" ma si legge "parcheggio".

    RispondiElimina
  8. Ci sono anche i derby decisi, quando meno te lo aspetti, dall'arbitro ... non dar nulla per scontato su questa faccenda, Simonetti, in fondo la tombatura potrebbe rischiare di diventare una metafora ...

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone