La scorsa settimana sono stati in
molti a manifestare scandalo per l’ordinanza del Tribunale di Ancona relativa
all’annullamento della Ardo alla JP Industries. Uno scandalo segnato dall’indignazione
e privo di quelle pezze d’appoggio giuridico che non sono una variabile tra le
tante ma l’elemento necessario per inquadrare razionalmente il giudizio
negativo e dare fondamento alla valutazione critica del provvedimento. Il
rifiuto dell’ordinanza si è invece basato su un’esigenza sociale, sicuramente forte
e mobilitante, come la tutela dell’occupazione; in pratica una motivazione
sostanziale contrapposta al quadro formale che avrebbe dovuto contenerla. Ma
piegare la norma a una ratio esterna,
quale che sia il suo valore etico, significa indebolire uno dei meccanismi
dello stato di diritto, ovvero la coincidenza, almeno d’enunciato, tra forma e
sostanza. Il sindacato, in questo contesto, ci ha messo sicuramente del suo,
ricorrendo sistematicamente alla logica dei “due pesi e due misure”. Infatti,
quando il giudice ha applicato la legge su Ardo si è scatenato il pandemonio –
corredato dai classici richiami alla Costituzione più bella del mondo violata
dal complotto delle banche - ma quando la medesima toga ha sgomitolato in punta
di diritto cause e concause del caso Tecnowind, applicando la disposizione del
concordato preventivo con prosecuzione di attività, la tempesta critica
rapidamente si è placata e ad essa è subentrato un gioco di armonie, di cori mielosi
e di serenissime note. Personalmente ritengo l’idea del concordato un elemento
di turbamento rispetto alla concezione schumpeteriana dell’imprenditore
innovatore e alla logica liberale di una concorrenza di mercato sottoposta a
regole precise, ma ciò non significa che il dissenso debba necessariamente
sfociare nello scandalo. Per la semplice ragione che le leggi possono essere
cambiate e che chi non gradisce quelle vigenti può farsi promotore di una loro
modifica. Concretamente la legislazione italiana e, in parte anche quella
europea, punta a privilegiare la continuità operativa dell’azienda rispetto ai
diritti dei creditori, che molto spesso sono piccole aziende fornitrici,
costrette a transare al ribasso i propri crediti, trasformandosi, di fatto, in
banche dell’azienda cliente. L’idea stessa del concordato, oramai concesso a
iosa, ossia di irragionevoli indebitamenti ristrutturati tagliandone
l’ammontare e la gerarchia di restituzione qualora essa sia funzionale alla
continuità aziendale, costituisce un’istigazione all’abbassamento della qualità
imprenditoriale e un’alterazione del principio fondamentale della concorrenza,
ossia l’esistenza di pari opportunità di contesto nel mercato di riferimento.
Questa scelta normativa di proteggere la continuità aziendale per tutelare
l’occupazione, ha una sua legittimità culturale e sostanziale, ma se
analizziamo i problemi in un’ottica di sistema la diminuzione della qualità
imprenditoriale e l’alterazione dello scenario competitivo che ne derivano
tenderanno a rallentare lo sviluppo e la crescita e, di conseguenza, lo stock
degli investimenti e il livello dell’occupazione. Il caso Tecnowind, ossia una
violenta crisi da indebitamento, pur nel plauso per la soluzione in procinto di
essere raggiunta, pone un problema e una domanda: il problema è che se passa
l’idea che il debito sia uno strumento da usare per trasformare, attraverso il
concordato, i fornitori in banche, è facile che gli effetti a catena sul
sistema delle piccole imprese possano diventare devastanti. La domanda riguarda,
invece, il destino di chi concepisce la partita imprenditoriale in modo più
saggio e tradizionale: gestire un’azienda con lo spirito del padre di famiglia
è ancora una virtù o è soltanto un modo elegante e nobile per perdere
competitività e quote di mercato? Sono temi di profonda attualità che la crisi
profonda del lavoro può spingere temporaneamente da parte ma che non possono
essere cancellati da una ragion di stato dietro la quale, spesso, trovano
comune asilo la ragione dei bisognosi e quella assai meno nobile dei furbi.
30 settembre 2013
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L'abbassamento della qualità imprenditoriale è evidente a Favriano, a prescindere dalle problematiche sull'indebitamento. Una riflessione la farei sull'assenza sin qui di commenti. Con tutta l'aria protestataria che c'è in giro (ma ben coperti dalla cig!), appena nomini "liberale" scappano tutti?
RispondiEliminahahahhaah Si bè fa molto ridere che nessuno commenti, la verita (nuda e cruda) è che le aziende che veramente si possono permettere di stare in Italia(senza portare via un solo posto di lavoro dal bel paese) senza contraccolpi sono il 5%, ce la detto ieri mattina il nostro professore di Matematica Finanziaria che insegna alla Cattolica, non un coglione qualunque.
RispondiEliminaPerchè parlare in maniera oggettiva delle cose in Italia è cosi scandaloso?
perchè la gente non accetta di pensare le cose in modo globale e ancora pensa in modo provinciale? Siamo nel 2013 c'è internet l'Ignoranza non è più tollerabile
Giusto pensare in modo globale. Ma se indosserai un paio di jeans, ricordati che pensare in modo globale significa pure che il tuo abito è stato fabbricato sfruttando bambini e lavoratori con una paga da fame. Oppure sottoponendo i lavoratori ad acidi e sostanze dannose. Esistono due modi per pensare in modo globare, più giustizia e diritti, distribuzione delle risorse più equa e difesa della vita umana. L'altro modo è mors tua vita mea. Scegli tu dove stare e non cantare troppo vittoria, perché più si pensa in modo globale, più la ruota gira veloce e in un attimo si finisce nella parte "nera" del mondo, dove la debolezza si paga a caro prezzo. Il prezzo che l'Italia sta iniziando a pagare. Per il momento sono i più deboli a pagare, ma nessuno può dirsi sicuro.
EliminaInfatti grazie alla globalizzazione ci troviamo nello stato attuale,con ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.
EliminaInfatti l'ignoranza non è più tollerabile e tu che studi alla cattolica controlla come hai scritto "ce lo ha detto"
RispondiEliminaPoi le lezioni all Cattolica la Domenica mattina sono rinomate.
EliminaCaro anonimo delle 20,02 quando avrai terminato di studiare chiederai il posto di lavoro a quel 5 percento di aziende rimaste in Italia o fuggirai anche tu ? Scusa dimenticavo che siamo nel 2013 e come dici tu c'è internet .buona fortuna
RispondiEliminaMi pare ovvio che in Italia non ci rimango neanche morto, non studio alla cattolica ma il professore che teneva il seminario su Export e Internazionalizzazione insegna lá
EliminaQuello che ti ha insegnato quel professore non è internazionalizzazione ma delocalizzazione magari finanziata con i soldi pubblici come è successo nei paraggi
EliminaArdo e Tecnowind, ma sono due storie completamente diverse!!!
RispondiEliminaLa prima negli ultimi due anni di vita industriale ha allargato il debito " su consiglio dei soliti marpioni" ad oltre i 500milioni di Euro, la seconda era in una posizione completamente diversa e con un portafoglio di ordini importanti, è ovvio che le banche hanno accettato di dilazionare il debito, ma lo hanno fatto solo xkè in questo caso hanno speranza di rientrare. Il Giudice come dice Giampy ha applicato la Legge, anche se nel caso della Ardo doveva considerare che le banche ricorrenti erano state imprudenti e negligenti nel foraggiare una azienda non con una posizione da incaglio, ma ancora più grave da black list!!!!! Ma i direttori generali, i consigli di amministrazione di questi colossi bancari, che approvano piani industriali fasulli, quando pagano????????
Su tecnowind sarebbe interessante conoscere il margine operativo prima di valutare il portafoglio ordini
EliminaQuando una azienda arriva ad avere trenta milioni di debiti con le banche ,non paga i fornitori e usa i dipendenti come ricatto per ottenere il concordato con prosecuzione di attività la dice tutta sulla gestione operativa .essere pieni di ordini in queste condizioni e' un un affronto verso quelle aziende che lottano nei mercati mondiali senza usare questi mezzi distruttivi .la cosa incredibile e' che hanno anche realizzato fabbriche in Cina e Romania per poi avere questi risultati . Questo sistema non può più essere tollerato .sei andato in Cina?sei andato in Romania? Benissimo i soldi per ricoprire i danni fatteli dare dai cinesi e dai romeni.oggi non ho voglia di firmarmi .saluti a tutti
EliminaPer l'anonimo delle 20.02 : non andare piu' alla cattolica di domenica mattina a sentire il tuo professore ,ti fa perdere la cognizione del tempo e delle cose.
RispondiEliminaPoi le cazzate lasciatele almeno per i giorni feriali tu e l'esimio prof.
Certo che se questi universitari della cattolica sono tutti cosi'.....
RispondiEliminala ragione dei bisognosi è rabbia
RispondiEliminaQuesta mattina un gruppo di lavoratori hanno instaurato una protesta perché hanno paura di perdere il posto di lavoro per loro ed il sostentamento x le loro famiglie. Questo gruppo di lavoratori fanno parte delle RSU EX ( se così di può chiamare ) ANTONIO MERLONI.
RispondiEliminaCome mai quando c'era da tutelare i 1300 lavoratori ( non riassunti da JP),non mai fatto nessuna forma di protesta
Certo loro in quel periodo non rischiavano niente grazie dll'inciucio.