Ho scritto in più di un'occasione – per il poco che vale e il nulla che serve – che, nonostante l'impegno e la buona volontà, faccio sempre più fatica a
comprendere il comportamento, le posizioni e gli attorcigliamenti mediatici e
sindacali di Fim, Fiom e Uilm. In parallelo c’è, però, da dire che un certo sentore di
barocco e di naif comincia ad emergere pure nelle prese di posizione di Milani, l'algido e distante amministratore delegato della Indesit. Dopo l’annuncio shock del Piano di Salvaguardia, il
Top Manager scelse volontariamente la strada benedettina del silenzio assoluto e si inabissò di colpo come un corso d’acqua risucchiato dalle rocce carsiche; una scelta così radicale e ostinata che
nemmeno le sollecitazioni più pesanti, pressanti e autorevoli sono riuscite a intaccare. Anche perché, in circostanze come queste, è sufficiente una parola
dal sen fuggita o una virgola mal disposta ad alimentare un sistema autopropulsivo e matto di deduzioni e congetture. Ultimamente, invece, dai vertici dell’azienda sono
cominciate a filtrare – a tutta callara - dichiarazioni, precisazioni e
indicazioni riguardanti il futuro. Un cambio di passo mediatico che ha spinto a
supporre che tanta inattesa logorrea fosse il preludio di un accordo pressoché
siglato, dato che – da che mondo è mondo - un accordo, quale che sia il suo
contenuto, viene sempre annunciato e fatto digerire con congruo anticipo alle maestranze,
alla cittadinanza, ai critici e agli scettici. E l’intervista di Milani,
rilasciata domenica al Corriere della Sera - vista e considerata la tranquilla
sicumera del CEO Indesit circa accordi, prospettive e scenari di mercato - sembrava davvero il de profundis, la definitiva saldatura dello zinco sul cofano mortuario della lotta operaia.
Invece oggi Milani ha nuovamente chiamato a raccolta i giornalisti per una
conferenza stampa. D'istinto ho pensato che fosse in procinto di comunicare buone o cattive nuove, ma il comunicato Ansa – nel rimarcare i contenuti della
perorazione milanesca – ha soltanto confermato che non ci sono nuove di alcun
genere rispetto a quanto il vertice Indesit va ripetendo dai primi di giugno:
nessun licenziamento, nessuna intenzione di abbandonare l’Italia, nessuna
retromarcia sul numero degli esuberi, razionalizzazione produttiva attraverso
l’accorpamento degli stabilimenti di Melano e Albacina, trasferimento in
Polonia delle produzioni più soggette alla concorrenza sul costo e alto di gamma tra Marche e Campania. Viene
quindi naturale chiedersi come mai Milani abbia sentito il bisogno di un
nuovo giro mediatico, a distanza di una sola settimana dall'intervista al
Corriere, in cui recitare per, filo e per segno, un copione già rodato e per questo classico nella sua routine. Sicuramente la conferenza stampa non è stata convocata tanto per
ammazzare un po’ di tempo in vista del weekend. L’impressione è che, dati i contenuti non propriamente esplosivi, la chiacchierata con i giornalisti sia servita per lanciare qualche segnale di fumo, in perfetto
stile apache. Ma a quali destinatari? Non certo al microcosmo fabrianese, ossia a lavoratori,
sindacato e cittadini, che ben conoscono i contenuti e le posizioni
dell’azienda e non hanno certo bisogno di rinverdirne punti e spunti. Altrettanto
sicuramente il segnale di fumo non era indirizzato a Piazza Affari, visto che il
titolo Indesit ha reagito alla grande all'intervista del Corriere e che gli
operatori di Borsa non hanno certo bisogno della ripassata per attivare le loro
azioni speculative sui mercati azionari. Insomma, afferrare il linguaggio e le intenzioni
criptiche del Geronimo della Indesit sta diventando intellettualmente impegnativo, ma
sorge il dubbio che la presa di posizione a favore dei lavoratori da parte
della Boldrini – con tanto di foto di gruppo, maglietta in dono e impegno a
intervenire sul Governo e sulle commissioni parlamentari – possa avere convinto
Milani a intervenire di nuovo sulle intenzioni, per ora non integralmente
delocalizzatorie, del gruppo fabrianese, magari per arginare un possibile
indebolimento istituzionale della posizione Indesit ai tavoli romani di
negoziazione. Ma, ovviamente siamo nel campo del possibile e delle congetture. Ragion per cui restano aperte le iscrizioni per tutti coloro che
desiderano ampliare il livello delle ipotesi e delle possibili motivazioni.
Augh!!
13 settembre 2013
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Esatto sono "non notizie" ma d'altronde il tavolo non è il giornale ma quello di confronto al ministero. Se poi la gente quando legge gli articoli non si fermasse ai titoli... Non capisco lo sdegno continuo dei lavoratori alle non notizie
RispondiEliminala Indesit è stracotta, Milani farà lu Rei du zumpacavallo e andrà in Spagna quell'artri su qualche isola assolata e noi con bel palo in culo, te piace sta retro(retto)spettiva per il poco che vale e il nulla che serve, una città da abbandonare anzi una nazione allo sbaraglio dove uffici (pubblici) incompetenti e lasciati navigare solitari brandiscono regole oramai inutili, e in questo ancora vi fate le foto gonfiando il petto come polli per i fotografi romani, i sindacalisti fabrianesi sembrano dei presuntuosi baroni, mamma mia che posto e che gente del cazzo!
RispondiEliminaboh...non possiamo conoscere del tutto le strategie indesit (comprese quelle comunicative), però forse ha ragione il pizzicagnolo!
RispondiEliminatra le non notizie di milani e le volutamente caotiche pseudonotizie della (mala)informazione locale sui sindacati, è possibile che un accordo si sia trovato.
la lotta non c'è praticamente stata, il momento conflittuale più alto è stata senza dubbio la merda a bellaluce (grandi ragazzi!), ma d'altronde aspettarsi la rivoluzione a fabriano era un po' come credere a babbo natale!
in caso di accordo la sua bontà la potranno valutare solo i diretti interessati, tutti gli altri non possono che constatare che fabriano da questa storia ci esce con le ossa rotte (ma fratture multiple, scomposte, esposte e chi più ne ha più ne metta).
l'unica cosa positiva che intravedo è che questa eventuale rapida chiusura della trattativa metterebbe velocemente la parola fine su di un epoca che qualcuno rimpiangerà molto, ma che appartiene ormai al passato.
il futuro non si prospetta roseo, e non solo a fabriano, ma adesso è l'unica direzione verso cui guardare.
anche se con le ossa rotte, il mio augurio è che i fabrianesi ne escano fortificati almeno dal punto di vista della consapevolezza: alla fine di tutto abbiamo visto il comportamento della sacra famiglia e di politica/sindacati/informazione locali.
traiamone le dovute conseguenze e andiamo avanti...e sticazzi le lavatrici!!!
ops...intendevo dire le dovute "conclusioni", ma il senso resta quello...sticazzi le lavatrici!
EliminaSolo il rischio di nuove elezioni può salvare il culo ai merloniani sponda Indesit. Elezioni nazionali
EliminaCaro GianPietro volevo farti notare che la conferenza stampa e' avvenuta venerdì 13 . C'è chi lo considera tanto fortunato e chi nemmeno esce di casa . Negli aerei la fila 13 non c'è . Vorrà dire qualcosa.... Tanti saluti urbano urbani
RispondiEliminaHaier Haier e sempre più Haier, non disdegnando la Beko
RispondiEliminaAltro che Siria....la Cina bisogna bombarda'
EliminaBombardamo Melano e Albacina invece.
EliminaVoi mettere quante armi in più si venderebbero se bombardassero la Cina .altro che lavatrici e frigoriferi
EliminaMagari poi con l'accordo di programma si può riconvertire qualche fabbrica
EliminaMa poi i metalmeccanici de Favria saranno capaci de fa qualcosa d'altro oltre le lavatrici?
Eliminagps consentimi una critica semiseria al tuo post.
RispondiEliminacapisco l'allusione coi segnali di fumo, ma paragonare geronimo non tanto a milani, ma più genericamente al ceo di una multinazionale, non credo renda merito al personaggio storico!
geronimo, sciamano e guerriero, fu un personaggio mistico e mitico.
era si sfuggevole, ma perchè combatteva per difendere la sua gente da un nemico molto più forte di lui...anzi da più nemici (non solo dai cowboys ma anche dai messicani!)...e nonostante tutto si rivelò un vero osso duro!
nella vicenda indesit io lo avrei visto bene con la controparte.
probabilmente se anche ci fosse stato un geronimo sarebbe stato difficile evitare una sconfitta, ma almeno la pelle si sarebbe venduta a caro, carissimo prezzo!
invece di geronimi della situazione non si è vista nemmeno l'ombra...ok la sfuggevolezza, ma qua mi sembra che si è andati decisamente oltre...
augh!
Non volevo comparare il grande capo apache a milani ma soltanto ironizzare sui segnali di fumo....mi scuso per la superficialità del paragone
RispondiEliminano ma l'intento del tuo paragone era chiaro.
Eliminala mia precisazione intendeva, nel rendere merito alla figura storica, sottolineare quanto in questa delicata vicenda siano venute a mancare figure di spessore a tutela dei lavoratori e del territorio (politica, sindacati...).
a dover chiedere scusa dovrebbero essere altri, ma naturalmente sto ragionando nel campo dell'assurdo...
E la voce che il tutore di Vittorio sarà Aristide come la vedete ?
RispondiEliminaho pensato ad una burla ben strutturata!
Elimina...ma temo sia vera...
________
G.R.
Stanno tutti aspettando la votazione di mercoledì per capire se ci saranno nuove elezioni proprio come a febbraio quando tutto è stato bloccato e rimandato
RispondiEliminaMe riccomanno , arvotate MpM stavolta per paura che ve manna a casa sur serio stavorta
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