6 novembre 2013

Ardo in Cigs: ragioni e dilemmi


 

La decisione di prolungare di sei mesi la cassa integrazione per i lavoratori ex Ardo non riassunti dalla JP - al di là dell'applicazione delle normative vigenti in materia di mercato del lavoro e ammortizzatori sociali che connota il rinnovo come ultimo giro prima della mobilità - risponde a complesse ragioni di ordine economico, politico e sociale. Dal punto di vista economico il prolungamento della cassa integrazione assolve a una triplice funzione: applicare un modello riparatorio nei confronti di lavoratori che sono rimasti fuori dai processi di riassunzione in JP - le cui modalità hanno generato polemiche, iniquità, favoritismi e problemi -, replicare un approccio compensativo in termini di reddito disponibile nei confronti di un territorio che ha perduto, in poco tempo, una rilevantissima quota di fatturato industriale e di valore aggiunto e posticipare il tracollo economico della comunità fabrianese, nella speranza che in questo breve lasso di tempo possa trovare forma un qualche miracoloso, seppur tecnicamente improbabile, elemento di rilancio imprenditoriale e produttivo. Si tratta di un rimandare e prendere tempo che contiene elementi di rischio dovuti al complicarsi di tutte le situazioni che non vengono prese di petto ma lasciate marcire nel tempo. D'altro canto è anche comprensibile, per motivi politici e sociali, il tentativo di non andare alla rottura traumatica di un equilibrio di sopravvivenza materiale che potrebbe determinare prodromi di scontro sociale difficili da governare e gestire. Sussistono, quindi, robuste e oggettive ragioni a sostegno della necessità del prolungamento della cassa integrazione. Ragioni che, per quanto possibile, vanno svincolate dall'emotività e dal risentimento. Il che non significa che la fondatezza di alcuni elementi economici e sociali comporti un'automatica e conseguente rimozione di tutti gli elementi di insostenibilità che una decisione come questa si trascina inevitabilmente dietro. A partire dalla sensazione di disparità tra sommersi e salvati che viene alimentata dall'idea di una corsia preferenziale vincolata alla dimensione dell'azienda per la quale si era prestatori d'opera; un passaggio privilegiato che lascia, nell'animo di tanti fabrianesi espulsi dai processi produttivi di piccole e piccolissime aziende, il senso di disagio di chi deve sopravvivere senza altro paracadute che i pochi mesi di assegno di disoccupazione. Ma il vero problema che va inquadrato e risolto riguarda i danni di prospettiva prodotti da un concezione degli ammortizzatori sociali lunghi che diventano istigazione all'inedia e prassi parassitaria invece che caratterizzarsi come formule di sostegno economico temporaneo, finalizzate al reinserimento lavorativo, alla riconversione professionale e alla valorizzazione di esperienze sempre più necessarie e strategiche di autoimprenditorialità. La sfida, anche in chiave locale, è quindi quella di contrastare derive assistenzialistiche che possono scatenare una guerra tra poveri, legando la fruizione dei benefici a comportamenti attivi rispetto al lavoro e in relazione ai doveri sociali a cui ogni cittadino deve assolvere. I lavoratori soggetti ad ammortizzatori sociali lunghi e i sindacati che ne rappresentano le istanze hanno il dovere di esprimere una diversa consapevolezza dei problemi, a partire dal fatto che la cassa integrazione pluriennale a zero ore risulta economicamente insostenibile, socialmente divisiva e moralmente iniqua. Ovviamente nessuno immagina un reinserimento lavorativo immediato - le cui possibilità dipendono dall'andamento del mercato e dalla capacità di competere e generare valore delle imprese - ma una chiara volontà di rientrare in gioco, di fare manutenzione delle competenze e di essere disponibile a trasformare le prestazioni di welfare in un'occasione di nuova socialità. Chi percepisce un assegno di cassa integrazione - corrispondente a una quota parte dell'ultima retribuzione - dovrebbe essere impiegato in lavori socialmente utili e di manutenzione urbana e sociale, per un ammontare di ore corrispondente al livello di copertura retributiva garantita dagli ammortizzatori sociali. Su questo tema dell'utilizzo dei cassintegrati in attività orientate al pubblico beneficio, sarebbe opportuno che l'amministrazione comunale, se non lo ha già fatto, provvedesse a richiedere un parere tecnico all'INPS. Nel frattempo sarebbe interessante conoscere, in materia, l'opinione delle organizzazioni sindacali, storicamente restìe interrogarsi sulla possibilità stessa di un diverso e più proficuo utilizzo della forza lavoro a diverso titolo esclusa dai processi di produzione.

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29 commenti:

  1. Non credi che sarebbe meglio tagliare l'orario di lavoro (e la paga) di TUTTI gli italiani di un 6%, per portare la disoccupazione a livelli fisiologici???

    Questo anche per non creare un'ulteriore frammentazione sociale, tra i vari tipei di lavoratori.
    Con un futuro di pensioni contributive è importante avere un lavoro che permetta un livello congruo di contributi ed una almeno minima possibilità di crescità professionale.

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    1. anche perchè il restare "fermi", senza lavorare, crea dei danni impressionanti, soprattutto psicologici.
      oltretutto, si ridimensionerebbe in modo pesante il ricorso al lavoro nero.
      ___________
      G.R.

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    2. Concordo!

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    3. tagliare del 6% TUTTE le buste paga!!???? anche delle imprese che vanno bene? e cos'è un trascinameno verso il basso? il comunismo dei fallimenti? siamo seri...se un impresa è fallita (la Ardo lo è)..aria, cambiate mestiere. PUNTO

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    4. "e cos'è un trascinameno verso il basso? il comunismo dei fallimenti?"

      Il tuo commento di disgusta, per egoismo ed individualismo. L'intero paese soffre un grave periodo di crisi, milioni d'italiani sono senza lavoro, anche provando ad "essere seri" e cambiando mestiere. La mia era una proposta con la quale si toglie solo un 6% (di ore lavoro/paga) a chi ancora lavora, per ritornare ad una situazione sociale più sostenibile.
      Specifico che non ho alcun problema personale di lavoro, ma sono sempre sensibile
      ai problemi sociali.

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    5. è sparita la seconda parte di quanto avevo scritto e comunque il pietismo e il falso solidarismo hanno rovinato l'economia italiana, tienilo a mente. Il sostenibile è diventato insostenibile, basta guardare la realtà

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    6. e disgustoso è il tuo falso moralismo

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    7. Non ci trovo niente di male nell'essere solidali, quando l'altro si deve guadagnare la sua pagnotta da solo. L'assistenzialismo è un'altra cosa.

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  2. gentile simonetti,puo' spiegarmi come ad un bambino di 10 anni,
    chi e' che paga la cassa integrazione?i soldi da dove provengono?

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  3. qui puoi trovare tutte le informazioni necessarie da fonte istituzionale su modalità funzionamento e pagamento della cassa integrazione ordinaria e straordinaria
    http://www.inps.it/docallegati/mig/doc/pubblicazioni/opuscoli/casintguad.pdf

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  4. Altri 6 mesi de parassitismo No Words

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  5. Caro Simonetti in riferimento ad un tuo passaggio dove dici che "Chi percepisce un assegno di cassa integrazione - corrispondente a una quota parte dell'ultima retribuzione - dovrebbe essere impiegato in lavori socialmente utili e di manutenzione urbana e sociale, per un ammontare di ore corrispondente al livello di copertura retributiva garantita dagli ammortizzatori sociali. Su questo tema dell'utilizzo dei cassintegrati in attività orientate al pubblico beneficio, sarebbe opportuno che l'amministrazione comunale, se non lo ha già fatto, provvedesse a richiedere un parere tecnico all'INPS. Nel frattempo sarebbe interessante conoscere, in materia, l'opinione delle organizzazioni sindacali, storicamente restìe interrogarsi sulla possibilità stessa di un diverso e più proficuo utilizzo della forza lavoro a diverso titolo esclusa dai processi di produzione."
    Ti volevo ricordare che il comune eroga ugualmente un sussidio o simile agli extracomunitari che sono residenti a Fabriano anche se questi non hanno mai lavorato e ne tanto meno versato neanche un centesimo di tasse allo stato, i quali se ne stanno tranquilli al bar senza fare un cavolo,mentre noi fino a quando non SIAMO STATI MESSI IN C.I.G abbiamo sempre PAGATO tasse,contributi e fatto girare l'economia locale,e inoltre ti ricordo ancora che anche in C.I:G paghiamo tasse,mentre loro non pagano una beata minchia, anzi non fanno altro che aumentarci la spesa (rivolgiti alle ass.di volontariato che erogano pasti e vestiti).
    Quindi prima fai lavorare loro che vivono sulle ns.e vs.spalle,e poi leggiti bene il regolamento dell'erogazione della cassa integrazione.

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    1. Chi più chi meno tutti a panza all'aria state!

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    2. Caro amico non ho criminalizzato nessuno ne' credo di essere mai stato tenero nei confronti degli extracomunitari. Ho posto un problema di equità e sostenibilità del sistema ma capisco che sia più facile spostare il focus. Ti faccio una domanda: dopo anni di inattività pensi di avete ancora competenze spendibili sul mercato del lavoro?

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    3. premesso che io, sono (in toria...) cassintegrato, al momento (ma la mia copre al massimo 12 mesi); se fossi chiamato a fare lavori socialmente utili, non mi tirerei indietro.
      se partiamo dal presupposto che c'è sempre qualcuno "peggio" di noi, tanto vale sperare in un "big-bang"...
      ___________
      G.R.

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  6. Si anzi ne abbiamo accumulate anche di +

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    1. si, di cazzate

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    2. Prendeteve st'altra mucchiata de Milioni e fate il piacere almeno di non rompere i coglioni con uscite totalmente ridicole, nessuno si merita di essere stipendiato per 7 anni senxa fare un cazzo.

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    3. ineccepibile, anonimo delle 22,04, concordo

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  7. Benedetta cassintegrazione che arrivi sotto Natale e porti gioia nei cuori e tanti regali ai bambini, la cassintegrazione è come la lotteria se ce l'hai la tristezza porta via, la cassintegrazione aiuta le famiglie un lavoretto in nero e il reddito va su e la pillola va giù, la cassintegrazione chi non ce l'ha la vorrebbe per poter dormire tranquillo e andare a fare colazione al bar tutte le mattine, la cassaintegrazione aiuta perché una settimana bianca sotto le feste ancora la puoi sognare, la cassintegrazione aiuta a far la spesa e pagare le bolette e chi non la ha mangia poco e rimane al verde, la cassintegrazione aiuta le famiglie meglio del reddito di cittadinanza, la cassintegrazione benedetta cassintegrazioone sonni tranquilli e pace in famiglia chi non ce l'ha vive male, con la cassintegrazione la vita è bella e il pranzo della domenica si fa con la pasta fresca e i pasticcini, la cassintegrazione la cassintegrazione è il sogno dei disuccupati di lungo periodo è il sogno di tutti quelli che pur volendo non lavorare non trovano lavoro. Cassintegrazione cassintegrazione arriva anche per me così vorrà dire che qualcuno mi ha assunto e poi m'ha mandato in cassintegrazione.

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  8. La cassintegrazione vien di notte con le buste tutte rotte, porta soldi a piene mani per la gioia dei merloniani. La cassintegrazion sfama la famiglia alla faccia di chi non la piglia. La cassintegrazion è na cuccagna e la moglie tutta si bagna. La cassintegrazion ti manda al mare a mostrar le chiappe chiare. La cassaintegrazion è un diletto per chi ha lavor nero dopo il letto. La cassintegrazion rende felici e di nuovo al bar si va a far bevute con gli amici.

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  9. Andate a Cagar! Parassiti! La gente non ne può piú di queste italianate! A qualcuno TUTTO ad altri NIENTE, presto la situazione sfuggira di mano il malcontento cresce senza sosta ed io saró a godere dello spettacolo!

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  10. La settimana scorsa durante una riunione del comitato territoriale di confindustria di Fabriano ho presentato la seguente proposta :valutare la possibilità di utilizzare i soldi dell'accordo di programma per realizzare a Fabriano "la fabbrica dell'economico etico" .Cerco di spiegare l'idea : l'obbiettivo e' quello di poter produrre qui alcuni prodotti che ,per motivi di costi e di competitività vengono prodotti nei paesi emergenti . Nella maggior parte dei casi un prodotto viene ideato,progettato e industrializzato e commercializzato nel quartier generale di una azienda e poi prodotto in uno dei paesi che ho detto sopra per ridurre i costi produttivi .ora proviamo a immaginare che dopo questo processo ci sia nel nostro territorio una fabbrica con sole strutture produttive dove non esiste alcun costo aggiuntivo oltre a quello produttivo .Una fabbrica che possa avere qualche beneficio su l'imu ,l'energia prodotta con pannelli solari il cui investimento possa essere finanziato dall 'accordo di programma ,una organizzazione produttiva in cooperativa e forse qualche altra agevolazione da ricercare e mettere in campo. Praticamente una fabbrica dove l'obbiettivo principale e' quello di produrre con il costo produttivo competitivo . A questo punto una azienda potrebbe avvalersi di questa struttura produttiva che può produrre nel territorio con costi competitivi ma in maniera etica per i propri dipendenti. Come ho detto prima una azienda ha le sue strutti te tecniche,amministrative,gestionali,commerciali,logistiche che sono coinvolte nella realizzazione dei prodotti e che nella maggior parte dei casi sono nel territorio per cui quello che a loro serve e' un costo produttivo competitivo .Se questa struttura potesse dare una risposta a questa domanda forse il sistema potrebbe incastrarsi come un mosaico dove ogni ruolo viene inserito in un nuovo processo che funge da supporto per recuperare la fattibilità dei prodotti economici che non sono prodotti qui .Per ora è' solo una idea ma che metto sul tavolo a disposizione di tutti i soggetti che potrebbero concorrere alla sua sperimentazione e realizzazione .tanti saluti Urbani Urbano

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    1. tutto sta a capire che tipo di vincolo hanno i soldi dell'accordo di programma...secondo me, l'intoppo, può essere tutto lì.
      A livello di risorse, anche se è "tardi", proporrei anche l'utilizzo delle risorse stanziate per la cig come finanziamento ulteriore... (ad averci pensato 6 anni fa, parleremmo di una montagna di soldi)
      __________________
      G.R.

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    2. Carissimo G.R.hai ragione che sei anni fa potevamo avere maggiori possibilità ma se riuscissimo anche ora a realizzare quello che ho proposto forse si potrebbe mettere un primo tassello che permetterebbe di mitigare forse il dramma della carenza di lavoro soprattutto per i giovani .proviamo anche ad immaginare questa fabbrica come un primo lavoro dove un giovane può percorrere i primi passi in un sistema produttivo piuttosto che stare a spasso o addirittura dover abbandonare il nostro territorio. Comunque per capire la possibilità delle risorse utilizzabili dell'accordo di programma ho chiesto al presidente di Confindustria Ancona di esporre l'idea direttamente al presidente della regione .tanti saluti U.U.

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    3. di quali prodotti parlate? mercato nazionale o globale?

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    4. Come ho detto per il momento è solo una idea ma penso che una famiglia di prodotti potrebbero essere proprio gli elettrodomestici vista la caratteristica manifatturiera fabrianese. Per quanto riguarda il mercato sarebbre auspicabile il più ampio possibile.
      Tanti saluti U. U.

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    5. che idea.......... chiudono anche i negozi dei cinesi.................che idea................

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