16 novembre 2013

La mesta Fabriano di ieri: memorie, fondazioni e affondamenti


 
Ci sono immagini che restano impresse perchè fotografano il tempo che passa, le situazioni che cambiano e i passaggi epocali che si compiono. Giovanni Paolo II arriva a Fabriano nel marzo del 1991, in occasione della Festa di San Giuseppe Lavoratore. Il comunismo è crollato da appena due anni e il Pontefice giunge in città con l'enciclica Centesimus Annus fresca di stampa. Un documento forte della dottrina sociale della Chiesa, in cui si cominciano profeticamente a squadernare i grandi problemi di compatibilità sociale che la vittoria del capitalismo pone a una società occidentale estasiata dalla propria vittoria sul marxismo. Il Papa polacco viene trionfalmente accolto nello stabilimento di Melano, dove trova forma una dimensione umana di organizzazione del lavoro e di gestione del sistema della libera impresa. E' il culmine culturale e mediatico del merlonismo, il momento più alto toccato dalla modernizzazione senza fratture proposta - in questo spicchio di Italia di mezzo - da una dinastia imprenditoriale santificata dai risultati economici e dal benessere garantito a una comunità fedele e coesa. 


Ieri, a distanza di più di venti anni, si è invece consumato simbolicamente il ciclo di vita del merlonismo. E l'immagine che resterà impressa di questa strana giornata è un cielo grigio attraversato e illuminato dalle sirene silenziose ma lampeggianti di una forza pubblica smisuratamente comandata a proteggere un mesto e sereno canto del cigno. Francesco Merloni, dal suo punto di vista, ha giustamente celebrato una vicenda economica e sociale su cui sarà la storia a dare un giudizio articolato ed equanime. Ma è sembrato comunque eccentrico e crepuscolare l'aver discusso ancora e di nuovo di distretti industriali e di filiere lunghe nel cuore di una città che fu distretto e ora vive una stagione di declino quasi lunare e di smobilitazione psicologica da centro minerario. Eppure in questa scelta di Francesco Merloni c'è anche un sottile motivo di nostalgia, il rifiuto ostinato di cedere di chi è cresciuto con un'idea di impresa lontana dagli attuali nomadismi del capitale e con impianti e stabilimenti ben piantati a terra oltre che legati all'esistenza collettiva di specifiche comunità. Viene in mente Guido Gozzano: "Loreto impagliato e il busto d'Alfieri, di Napoleone, i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!), il caminetto un po' tetro, le scatole senza confetti, i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro (...)". 

Il grigiore del cielo su Fabriano poteva e doveva essere il migliore viatico per i lavoratori. Il grigio è il colore della lotta, degli scioperi, delle tute blu incolonnate. Vecchie memorie pure queste, ricordi sbiaditi e ingialliti di una cultura operaia che in questa terra non ha mai trovato sintesi, radicamento e presenza. Eppure oggi era un'occasione buona per fare di Fabriano l'epicentro simbolico di una reazione, la metafora visibile e rigogliosa di una risposta dal basso o semplicemente di un tentativo, di una velleità dignitosa di replica alle dure leggi dell’economia e del profitto. Ed era sinceramente straordinaria e pacifica l'idea di concludere il corteo sindacale a ridosso del Gentile, stabilendo una linea di demarcazione tra il comizio all'aperto e le parole disperse tra i velluti e gli stucchi del teatro. Il percorso probabilmente era stato studiato con l'obiettivo di dare forma al contrasto, di far apparire nitidamente la linea di confine tra la luce calda e accorata del lavoro e l'ombra rituale e distante del potere. Ma una pioggia non esattamente torrenziale ha convinto gli organizzatori a ricorrere al piano B, a deviare lontano dal centro storico. Destinazione Palasport, con qualche seggiola allineata sul parquet a fronteggiare, come umile e dimessa presidenza, una gradinata riempita di teste reclinate e meste. La lotta operaia confinata in un Palasport è un ossimoro che salta agli occhi e colpisce nello stomaco, una rinuncia che già conoscemmo quando gli operai della Ardo si tennero ostinatamente lontani dal centro storico per non disturbare e non arrecare disagio, come se nella difesa del lavoro fosse concepibile l’agire in punta di piedi, come danzatori di motivi eterei e classici. Ed è delitto metalmezzadro ritenere che una manifestazione di lavoratori possa interrompersi per via della pioggia, come se uno scroscio fosse evento dirimente, casualità capace di fiaccare le ragioni di chi non dovrebbe sentire ragioni. E a fine mattinata giusto brandelli di sola Fiom a recuperare qualche simbolismo marginale in centro storico, mentre altri lavoratori e altre sigle preferivano il rompete le righe, il tutti a casa di chi non vuole disturbare i potenti perché ai potenti ha dato il cuore, l’anima e la  memoria. Girando per le strade cittadine all’ora dell’aperitivo ho pensato che sirene, polizia, vigili urbani e carabinieri avevano difeso il nulla e presidiato innocui fantasmi. Di fronte al ripiegamento malinconico di padroni e operai erano sufficienti quattro pensionati con la pettorina e il giubbotto arancione per dire a tutti che non era successo nulla perché nulla poteva succedere.
    

19 commenti:

  1. perfetto è la realtà inculati ancora una volta dalla cassintegrazione che profetica arriva prima dell'anniversario e baby Letta te lo ricorda, la forza impiegata sproporzionata con scopo o semplice premio giornata vacanza per gli agenti piú metitevoli? Nella mia città vorrei piú eventi così piú cinvegni piú delegazioni piú russi e piú cinesi meno kabobo urlanti incazzati per la fame e piú elite ricca desiderosa di essere viziata.

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    1. sorry meritevoli and convegni

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    2. il mondo è cambiato, bisogna che ne prendete atto,
      anzichè fare i moralisti un tanto al kilo. Se c'erano un po' di sindacalisti in più a fare casino cosa cambiava? Niente.
      Bisogna competere, e la cassa integrazione incula chi lavora, non chi rivendica a vuoto senza lavorare più da una vita

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    3. E' arrivato stocazzo! Come minimo lavori in qualche ente pubblico

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    4. No, impresa privata, me ne sono andato da Favriano da un pezzo, muovete il culo anzichè insultare il prossimo

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    5. anonimo delle 15:04 e delle 15:31 te ne sei andato hai fatto bene e allora da spettatore quale che sei che soluzioni avresti?

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  2. Ho visto per caso la manifestazione del pomeriggio, a parte il piacere di salutare diversi colleghi anconetani, ma cosa c'entravano cori antifascisti con le problematiche dei lavoratori??? Io nn lo ho capito... Tutto vero sul forte dispiegamente delle forze dell' ordine, ma in questi casi, il Questore preferisce avere a disposizioni 20 uomini e donne in piu', piuttosto che in meno, in caso di necessita'.
    L'importante, a mio avviso, e' che tutto sia andato in modo civile senza incidenti alcuno...poi se qualcuno parla di sprechi..io dico che la sicurezza, la sanita, la scuola e la ricerca, non sono mai soldi buttati al vento o nelle tasche di pochi!!!!
    F.to giorgio fraticelli

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    1. quella del pomeriggio non era una manifestazione esclusivamente sul lavoro, ma una manifestazione su tre tematiche casa, reddito, futuro, tematiche molto ampie e complesse; ed era organizzata da qualcuno che non si vergogna di essere quello che è e lo ribadisce in piazza. Per alcuni l'antifascimo è un valore imprescindibile da ogni situazione.

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  3. Il miglior commento che può sostanziare la malinconia che trasonda dal tuo post è la graduatoria dei post più letti che appare alla colonna destra del blog.
    Chi ti segue, e quindi questo paese, si anima solo quando parli di vicende personali in post su cui compaia almeno tre volte il nome "dell'imputato" di turno. Se tratti di argomenti generali, che pesano sì come macigni sulla coscienza di tutti, ottieni solo un ritorno ancora più grigio dell'area di ieri. Il sindacato ha subito la trasformazione che ha avuto il ruolo dei parroci. Riferimenti, quando nella pieve pochi sapevano scrivere, residuali nella temporalità, quando il livello di conoscenza e di capacità analitica è divenuto diffuso. Va preso serenamente atto come gli strumenti attuali siano completamente difformi da ciò di cui sembri anelare il ritorno. F.I.S.T. di Jewison è del 78 e sono passati 40 anni. E' necessaria una nuova osmosi con il contesto globale. I nuovi strumenti passano attraverso la conoscenza e, soprattutto, attraverso la consapevolizzazione della stessa. Ridisegnare il senso di classe sacrificato all'utilità marginale di pochi attraverso nuovi paradigmi, posti sul piano di chi gestisce, è questa la sfida da lanciare.

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  4. Una volta a scuola negli anni 80,alle superiori se qualcuno non andava troppo bene si sentiva dire di andare a lavorare da Merloni perché il padrone cercava tanta forza lavoro a basso tasso di intelligenza,tanti sono andati ,tanti sono rimasti fino alla crisi.Poi dopo tanto culo fatto in fabbrica agli stessi viene detto di rimanere a casa perché non servono piu', i limoni spremuti si buttano.Persone ad uso e consumo.Adesso che non servono e' colpa loro,non di quelle teste di cazzo che non sanno fare gli imprenditori e che ora incensano solo il passato.
    La colpa e' sempre dei piu' deboli.

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  5. I'm singing in the rain
    Just singing in the rain
    What a glorious feelin'
    I'm happy again
    I'm laughing at clouds
    So dark up above
    The sun's in my heart
    And I'm ready for love
    Let the stormy clouds chase
    Everyone from the place
    Come on with the rain
    I've a smile on my face
    I walk down the lane
    With a happy refrain
    Just singin',
    Singin' in the rain...

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  6. La gente so è adagiata sulla CI a BESTIA

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  7. come se dice da noi contenti e coglionati , loro contenti noi coglionati , si sono autoproclamati ancora come coloro che hanno costruito un territorio ( un illusione ) , con un strategia militare sono riusciti ad entrare ,evitando in tutti i modi possibili l'incontro con fabriano , come se dovessero passare nel lazzaretto , seduti al calduccio si sono detti tutte le solite baggianate , circondati da centinaia di persone colpite in modo irreversibile dalla sindrome di Stoccolma , che non saprei dire per quale motivo applaudono felici per aver avuto la loro occasione di uscire belli vestiti di tutto punto come per festeggiare un lieto evento, mentre festeggiavano i loro aguzzini ,e la città che sottovoce chiaramente senza disturbarli riflette e si chiede : Ma chi cazzzz........... paga centinaia di persone ma a che cazzzz................servono ma non potevano organizzare un bell'incontro nelle loro ville private , invece di continuare a farsi belli con i soldi della comunità , è proprio vero non c'è fine alla loro avarizia. Per finire mi piacerebbe sapere quanto è costato alla comunità questo bella gita fuori porta 100000-200000-300000 euro bòòòòòòòòòòòòò non ci pensiamo e continuiamo a sopravvivere con la nostra bella CI e loro continueranno continueranno continueranno. Spero solo che non ci sia indulgenza per loro di fronte al giudice supremo.

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    1. giustissimo!tutto vero!!

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    2. non dovevano avere così paura (cecchini, antisommossa) bastavano carabinieri e polizia di Fabriano poi però tutti questi turisti in divisa magnano e magari ritornassero con le famiglie a farsi na vacanzetta. Tutto questo spiegamento denota insicurezza sopratutto nel governo della città e poi della nazione. Letta asettico voto 6 ripetitivo Prodi polemico voto 6 smemorato Francesco Merloni scruge voto 6,5 il buon padre di famiglia tira la cinghia Francesca Merloni voto 7 coerente Maria Paola Merloni voto 6- bronzface Andrea Lapo Merloni dandy voto 6- coraggioso e silente Milani lo ha lasciato fuori dal teatro altrimenti disturbava sempre in cerca del barattolino del miele Spacca pig voto 7 ingrassato e sognatore tutto il resto a corollario pian pianino rimarranno in 5 o 10 a darsi il premio con fuori 1000 agenti a difenderli roba da medioevo roba di fate castelli draghi cavalieri coraggiosi re avidi e tanti morti de fame. Per i presenti al teatro una piacevole serata per i contestatori una inutile giornata per i disoccupati la solita routin per le forze dell'ordine una quieta scampagnata

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    3. che voti alti?! sei stato troppo largo di manica promuovi tutti mi sa che Simonetti non sarà così tenero

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    4. si è speso per gli spostamenti, perchè gli agenti vengono pagati lo stesso sia se stanno in caserma sia se vanno in strada, dire una spesa di 100.000 euro mi sembra una cosa esageratissima.

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  8. per non disperdere ciò che è bello
    per inviare in tutto il mondo il respiro di una città creativa
    per dire pane al pane e vino al vino


    Tôi đang hát trong mưa
    Chỉ hát trong mưa
    Những gì một feelin vinh quang '
    Tôi hạnh phúc trở lại
    Tôi cười đám mây
    Vì vậy, tối lên trên
    Mặt trời là trong trái tim tôi
    Và tôi đã sẵn sàng cho tình yêu
    Để cho các đám mây bão đuổi
    Tất cả mọi người từ các nơi
    Thôi nào với mưa
    Tôi đã có một nụ cười trên khuôn mặt của tôi
    Tôi đi bộ xuống làn đường
    Với một điệp khúc vui
    Chỉ ca hát,
    Singin 'in the mưa ...

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