E adesso su Indesit è certo che caleranno la firma e il sipario. E' questo il lascito politicamente più succoso della celebrazione dei cinquanta anni della Fondazione Aristide Merloni. Fino ad ora nessuno degli osservatori si è soffermato, con l'attenzione che sarebbe stata giusta e necessaria, sulla funzione propedeutica e "climatica" svolta dall'evento di venerdì; un colpo di reni mediatico con il quale l'infiacchita gens merloniana ha cercato di riconquistare simbolicamente il suo territorio, occupando di nuovo il centro della scena dopo mesi di backstage e di forzata assenza dovuta alle asprezze e alle incrinature di relazione prodotte dalla vertenza Indesit. Se analizziamo l'evolversi delle cose attraverso questa specifica chiave di lettura diversi elementi cessano di riflettere la propria casualità. A partire dai continui posticipi novembrini del tavolo ministeriale tra Indesit e sindacati, quasi che la trattativa potesse rappresentare un serio e ingombrante ostacolo in vista di una celebrazione a cui avrebbe preso parte, quasi a garanzia e conferma di un certo equilibrio di poteri economici, il Governo nella sua massima espressione funzionale. Così come non è ozioso rimarcare come il mese corrente abbia pure rappresentato un momento di accelerazione nei processi di divisione del sindacato sul caso Indesit, al punto che da più parti si è apertamente ipotizzata la possibilità che si arrivasse a sottoscrivere un accordo separato. E proseguendo nella carrellata dei sospetti - intesi come possibile anticamera della verità - non è forse un segnale forte di "non voler disturbare il manovratore" e simbolismo firmaiolo tutto pappa e accordo quello lanciato da un sindacato che recinta la protesta in una gradinata di Palasport, si tiene a qualche chilometro di distanza dalle celebrazioni istituzionali del merlonismo e porta in piazza solo pochi brandelli dell'unica sigla notoriamente meno propensa a una transazione al ribasso con Milani? Ma laa quadratura del cerchio è arrivata puntualissima stamattina grazie alla funzione rivelatrice assolta da una dichiarazione congiunta del Sindaco Sagramola e del primo cittadino di Comunanza. Una dichiarazione direttamente rivolta ai sindacati in vista della nuova e forse decisiva riunione del tavolo al Ministero delle Attività Produttive prevista per domani. Alle organizzazioni dei lavoratori - quasi che i rapporti di forza negoziale fossero sbilanciati a favore del sindacato - i due sindaci giungono clamorosamente a chiedere "un forte impegno di responsabilità per concordare con l'azienda ogni modalità per tutelare il lavoro: la situazione è difficile ma non bisogna irrigidirsi in posizioni precostituite che non aiutano il dialogo e il confronto" (virgolettato del Carlino). Si tratta di un ennesimo caso di ribaltamento ideologico, con Sagramola - l'uomo che sussurrava alle maestranze, l'imbufalito Sindaco che una foto memorabile ritraeva in giacca e cravatta alla testa di un livido corteo melanese - che si ritrova a bacchettare non la Indesit ma il sindacato, ovvero a picchiare il più debole, suggerendo alle organizzazioni dei lavoratori una precisa linea di cedimento, come se un eventuale dissenso o una possibile resistenza non fossero carne e sangue a tutela del lavoro ma sintomo d'irresponsabilità e problema, irrigidimento pregiudiziale che danneggia il dialogo e il confronto. Eccoci. Finalmente ci siamo. Adesso sussistono davvero le migliori condizioni politiche e climatiche per una memorabile e scintillante disfatta. Ci meritiamo questo e altro.
17 novembre 2013
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Oh, a Fabriano la storia non insegna! Vi siete accorti che già' si sussurra di vendita di asset Indesit a Whirlpool, Elettrolux, LG, indiani non meglio identificati, cinesi...... tutto questo mi ricorda gli iraniani e i cinesi di Ardo....... chi vivrà' vedrà'....!
RispondiEliminaIo lo detto appena stacca la CI dell'Ardo Fabriano diventa un 20 mila abitanti
RispondiElimina7 anni a prendere i soldi senza fare nulla che paese del Cazzo
Eliminafinalmente si iniziare a parlare di come questo paese va a rotoli con l'assistenzialismo fine a se stesso.... o meglio nell'interesse dei soli politici che ci hanno governato e ancora oggi ci governano.... tutti i giovani diplomati e laureati senza lavoro, a zero Euro, i concittadini di 40 - 50 anni senza nulla..... ed ancora parliano dei cassaintegrati che sono lo sono da 7 anni....
Eliminapuò essere la dimensione giusta per ripartire
RispondiEliminaÈ vero
Eliminae fa magna' sempre gli stessi....ma che cavolo dite!
Eliminanegli ultimi anni, ogni volta che un politico, a qualsiasi livello, usa la parola "responsabilità", sottolinea una qualche castroneria nel resto del discorso; ormai è quasi diventata una regola grammaticale!
RispondiEliminaOrmai sono giunto ad una conclusione, è inutile cercare di salvare le briciole, qui, bisogna ribaltare il tavolo, "radere al suolo" tutto e ricominciare daccapo; ad ogni vertenza, si perde qualcosa (e non si guadagna mai...teniamolo a mente), quindi, o ci si rassegna a fare le pecorelle e lasciarsi condurre indifferentemente al pascolo o al macello, oppure bisogna smettere di scegliere la soluzione "meno-peggio".
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G.R.
Attento che si spaventano i moderati....
Eliminachissà se a maggio rifinanziano il vitalizio (CI) ?
Eliminaah, qui, se la gente non se spaventa, non se smòve....io, c'ho il c..o stretto da un bel po'...
Elimina_____________
G.R.
La creazione della "zona rossa" di Venerdi ha sancito defintivamente il distacco tra la "gens" merloniana e la città, se mai ce ne fosse ancora il bisogno di una tale certificazione.
RispondiEliminaTra l'altro abbiamo vissuto il momento storico del passaggio dalle lotte di piazza alle lotte al palas, aveva ragione Enzo Biagi "In Italia l'unico atto rivoluzionario del xx secolo è stato fatto dal suo artefice, viaggiando da Milano a Roma in vagone letto". Era il 29 ottobre 1922 e si riferiva alla tristemente famosa "Marcia su Roma", ribadiva cosi in queste poche parole l'animo combattivo del giovane (per allora) popolo d' Italia. Mi auguro che, visto i passaggi cruciali che attendono l' italico futuro, questa rimanga un abitudine del tutto fabrianese.
A Fabriano, adesso, ci serve un sindaco arrabbiato, un Robin Hood, uno che rischia........ non si puo' giocare al ribasso!
RispondiEliminama Sagramoless ma quando ce pensi ? un Robin Hood a me me pare più il frate e Tini lo sceriffo de Nottingam. Visto poi lo schieramento di miliziani l'altro giorno, e l'occupazione del teatro, periodo buio molto buio, prima se levano dai cojoni e mejo stamo.
EliminaFabriano può, e merita molto di più!
RispondiEliminaDeve solo resistere all populismo alla Pariano e allo stupido "comunismo" dei CSA, Realizzare che gli sbagli del passato sono, in fondo, stati gli sbagli di tutti. Rimboccarsi le maniche e progettare il futuro ancora possibile.
approvo!
EliminaAbbiamo superato la linea che rendeva ancora possibile riparare e rattoppare. Adesso serve una fase di distruzione creativa e poi di nuova edificazione. Fabriano ha bisogno di nichilisti e solo in seconda istanza di costruttori
RispondiEliminaprima ancora serve una task force di psicoterapeuti per provare a superare questa sindrome di stoccolma.
Eliminail nichilismo è un punto di vista ancora troppo elevato per una realtà così terra terra...
purtroppo ha ragione quest'ultimo lettore.........
EliminaIn ogni contrattazione vi è un limite, poche chiacchiere, qui il limite è della decenza, della dignità, della difesa delle famiglie; cosa potranno garantire questi "nostri sindacatini"??? Io dico molto poco.
RispondiEliminaMa la preoccupazione è che se anche i Sindaci dei due comuni marchigiani interessati, Fabriano e Comunanza, abbassano la guardia in difesa degli operai, se la politica si arrende al in questa maniera "al padrone", era meglio un religioso e innocuo silenzio, almeno la figura era salva!!!!
F.to Giorgio Fraticelli
(ari)ben detto, Giorgio (mi permetto, anche se non ci si conosce di persona)!
Eliminaera meglio il silenzio...ma nemmeno questo, riescono a capire!
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G.R.
Il potere dei Sindaci in queste circostanze è ridicolo
Eliminama ridicolizzarsi ulteriormente, è da sconsiderati.
Elimina__________
G.R.
è chiaro la proprietà affiderà alla Goldman Sachs il mandato ufficiale ad indicare una fusione (vendita) con probabile Samsung,Lg,Haier,ArceliK. Una fusione in minoranza significa vendita. Ancora stai li a scrivere de sta Indesit? Scrivi di cosa si può fare! Di cosa questa città può fare!
RispondiEliminainfatti come fanno i sindacati ad un auspicare un accordo lunedì 18/11 se la proprietà vuole fare una fusione in cui sarà socio di minoranza? E il 21 novembre Milani ha il cda in cui dovrà indicare un primo aggiornamento? Allora i sindacati aspettassero di accordarsi con il nuovo socio di maggioranza sempre che parlino bene il coreano il cinese o il turco, le lingue sono fondamentali nel nuovo mercato globale anche per i sindacalisti.
EliminaAvevo scritto qualche giorno fà del fatto che il lago dei Merloni a Bellaluce è straripato come il Vajont, (per fortuna senza vittime) facendo evacuare tre famiglie in Via Grandi. Perchè nessun giornale ne parla? Non si poteva rovinare la festa di venerdì? Poi bisognerebbe chiedersi chi ha rilasciato le autorizzazioni?
RispondiEliminaIo ho capito che Fineldo incarica Goldman Sachs di trovare possibili alternative per investire in Indesit in una operazione che può portare la famiglia a diventare azionista di minoranza (chi è in minoranza non è proprietario il proprietario è colui che detiene la maggioranza) il 21 novembre Milani deve riferire al CDA Indesit un primo aggiornamento, i destinatari della fusione (vendita) sarebbero Samsung, Lg,Haier,Arcelik. nello stesso tempo i sindaci chiedono : I Sindaci di Fabriano Giancarlo Sagramola e di Comunanza Domenico Annibali si sono incontrati nella giornata odierna per valutare la situazione della vertenza Indesit, dopo un’attenta riflessione hanno convenuto di rivolgere alle parti, Sindacato ed Azienda, un appello affinchè lunedì 18 si possa raggiungere un accordo per sostenere il lavoro nel territorio. “Chiediamo al Sindacato un forte impegno di responsabilità per concordare con l’Azienda ogni modalità per tutelare il lavoro; all’Azienda ogni sforzo per evitare esuberi e per mantenere produzioni e lavoro nelle Marche. La situazione è difficile ma non bisogna irrigidirsi in posizioni precostituite che non aiutano il dialogo ed il confronto. Ogni sforzo fattibile deve essere fatto per raggiungere l’accordo.” Allora mi chiedo se il 21 Milani deve dire al CDa Indesit "Ho trovato il compratore" come fanno il 18 a chiedere sforzi all'azienda Indesit per evitare esuberi e mantenere produzioni se dopo due giorni non saranno più i Merloni ad essere i padroni? Il 4 novembre Milani rilancia come un benefattore pentito della sua malvagità "resteremo in Italia" in un mese tramite Golman Sachs incaricata da Fineldo di cercare un socio di maggioranza, questo significa vendere o no? Coreani Cinesi o Turchi una volta detenuta la maggioranza delle azioni decideranno loro del futuro di Indesit in Italia, altro che sogni e promesse.
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