9 ottobre 2012

Quella volta che Galassi scese in campo

Per comprendere bene e a fondo il ruolo svolto da Abramo Galassi nella storia di Fabriano e della sua industria è, probabilmente, buona cosa attendere il giudizio equanime che verrà formulato, con ogni probabilità negli anni a venire, da qualche studioso o ricercatore di storia economica attento al ruolo e alla funzione svolta da questo esperimento di alternativa industriale al merlonismo realizzato senza uscire dal perimetro della manifattura metalmeccanica. Attraverso questa pagina voglio invece ricordare una dimensione di Abramo Galassi che le cronache hanno dimenticato o rimosso e che immagino nessuno, a parte il sottoscritto, si prenderà la briga di ricordare. Era il 1995 e si sarebbe dovuto votare per eleggere il nuovo Sindaco di Fabriano, che sarebbe subentrato ad Antonio Merloni. Tangentopoli aveva spazzato via i partiti della Prima Repubblica e la lunga vicenda della Democrazia Cristiana stava finendo in un corpo a corpo segnato da espulsioni e carte bollate tra i popolari guidati da Gerardo Bianco e l'altro pezzo di partito cattolico ispirato da Rocco Buttiglione. Anche a Fabriano i democristiani subirono il colpo ma alla fine trovarono la quadra candidando a Sindaco Luigi Viventi, il braccio destro politico e aziendale di Antonio Merloni. Un pezzo della Dc, tentata dal desiderio di chiudere col merlonismo politico, iniziò a prendere le distanze fino ad appoggiare la candidatura di Abramo Galassi a Sindaco che, dopo lunga riflessione, aveva deciso di scendere in campo, sostenuto dal centrodestra e con l'appoggio più o meno dichiarato di importanti esponenti democristiani. Dal canto suo la sinistra si presentava unita all'appuntamento elettorale e dopo una carneficina di candidati - uno dei quali, quello proposto da Società Civile, linciato fino all'infamia e che morì qualche anno dopo forse anche a causa di quella feroce caccia all'uomo - spuntò la figura su cui si trovarono a convergere tutti: Giancarlo Castagnari. Sembrava una partita senza storia, con Viventi favoritissimo e pronto a proseguire, in un'ottica di continuità politica e amministrativa, la linea tracciata in un decennio di Dc trionfante da Antonio Merloni. Al ballottaggio ci finirono Viventi e Castagnari. Galassi arrivò terzo ma raccolse un pacchetto consistente di voti dovuti, più che ad ogni altra cosa, alla sua credibilità di industriale di successo e di uomo mite e discreto. Dal secondo turno elettorale uscì un vero e proprio cataclisma politico. Contro ogni pronostico divenne Sindaco Castagnari, disarticolando in una notte quaranta anni secchi di egemonia democristiana. Galassi, resistendo a molte e insistenti pressioni, non diede indicazioni di voto per il ballottaggio ma fatti due conti senza una quota consistente di voti provenienti dalla sua coalizione Castagnari non avrebbe mai vinto. E oggi che se ne è andato per sempre da questa città e da questo mondo mi piace ricordare che se non fosse sceso in campo, in quella primavera di tanti anni fa, Fabriano non avrebbe conosciuto neanche quella breve, entusiasmante ed effimera rivoluzione elettorale e politica. E' solo un ricordo ma in certi momenti anche i ricordi hanno il loro perchè.
    

4 commenti:

  1. Ricordo con un misto di malinconia e nostalgia l'amministrazione Castagnari, così come mi vengono alla mente periodi importanti della mia adolescenza. Quella breve, entusiasmante ed effimera rivoluzione elettorale e politica che vide un uomo di cultura, repubblicano e neanche troppo simpatico, finalmente sindaco di Fabriano. Chissà quanto dovremo aspettare ancora per una situazione del genere. Del professor Galassi che dire? Un uomo d'altri tempi, un creativo dell'industria. Non dimentichiamoci che fu lui insieme a l'allora socio Ermanno Casoli, a inventare e produrre la cappa. Fabrizio Moscè

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  2. Caro Fabrizio sia chiaro non fu Galassi a far vincere Castagnari ma sicuramente Castagnari vinse anche in ragione di quella discesa in campo che evidenziava un frattura nel campo dei moderati.

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  3. No Moscè la cappa l'ha inventata Franco Mantini. Per quanto riguarda altri aspetti al di la dei panegirici che si tessono intorno ad ogni dipartita è ovvio che anche l'esperienza umana e politica del professor Galassi è stata coinvolta in episodi non esattamente esenti da giudizi negativi. Ricordo un altro grande vecchio che ebbe uno scontro col Professor Galassi al momento della vendita della Faber. Resta sempre quello che lui ha costruito per la città e personalmente ricordo il giorno che con cordialità mi concesse un po' del suo tempo per illustrarmi come procedevano le trattative col Veneto Banca

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  4. Lo so, lo so Gian Pietro che non fu Galassi a far vincere direttamente Castagnari...ma io ho nostalgia lo stesso di quella breve esperienza politica e volevo ribadirlo (anche se non frega a nessuno). Riguardo all'invenzione della cappa, all'anonimo dico che se è così mi scuso, la sapevo diversa.... ma ciò non toglie niente alla sostanza, Galassi è stato pur sempre un pioniere del settore. Fabrizio Moscè

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