19 novembre 2012

Il teatro della verità

Come era prevedibile e certo attorno all'Accordo di Programma è subito cominciata una rappresentazione fantasiosa, una pièce teatrale di evidente stampo pirandelliano. Sagramola, preoccupato dalla possibilità di restare schiacciato dall'onda d'urto spacchiana, ha deciso di giocare d'anticipo, indossando gli abiti dell'attore protagonista. Senza riservarsi un solo istante di ponderata riflessione, il Sindaco è scattato come un velocista alle prese con una gara senza rivincita. I soldi dell'Accordo sono una miseria, le bocche aperte una marea e pochi gli spiccioli per ciascuna delle bocche comunali aperte nella marca anconetana. Meglio muovere le chiappe in anticipo, quindi, perché chi si avvia per tempo mangia quando è ora. Tutto edificante e bello se fosse anche minimamente vero. Infatti, il dato certo è che nessuno immagina l'Accordo di Programma come sorgente d'impresa e levatrice di inediti profili imprenditoriali. Trattasi di verità impronunciabile che se trovasse dimensione reale e parole limpide si porterebbe dietro effetti di guerra civile. E quindi la Ragion di Stato prevede, per la nostra gente, una menzogna sempre più articolata e arzigogolata, popolata di sindaci che, a parole, si dedicano alla maieutica, stimolando la nascita di nuove, impossibili, creature imprenditoriali. Sagramola si è subito immedesimato nel ruolo di animatore, lanciando un accorato appello alle banche. Il ragionamento del Sindaco Catalizzatore è semplice: ci sono risorse economiche, volontà politica, entusiasmo amministrativo ed embrioni d'impresa. Adesso, care banche, tocca a voi! Premesso che le banche non stanno simpatiche a nessuno va detto che, ultimamente, costituiscono pure uno straordinario alibi per tutti ed è davvero facile fare il gioco del cerino e lasciarle col fiammifero in mano. Ma stavolta il rinomato cinismo del credito può fornire una sponda alla verità come già accadde col ricorso sui crediti annullati dall'operazione Gei Pi. Infatti il sistema bancario non caccerà un quattrino per sostenere la menzogna dell'Accordo di Programma, perchè non è possibile, per gli istituti di credito, finanziare qualcosa che non c'è e che non ci sarà. E gli osservatori, come sempre, si divideranno in due fazioni: da un lato i santi bevitori, che punteranno il dito accusando le banche di boicottare le magnifiche sorti e progressive delineate dal blocco politico sindacale spacchiano; dall'altro gli apoti, quelli che non la bevono, che ringrazieranno gli istituti di credito per aver acceso la luce in sala mentre la recita sul palcoscenico cominciava a replicarsi all'infinito. Personalmente mi iscriverò alla fazione degli apoti filobancari. Non per amore di filiali, sportelli e giroconti ma perché sulla questione Ardo e sull'Accordo di Programma si è realizzato uno sfregio quasi sovietico di verità. Chi continua a credere che ci sia qualcosa oltre il deserto di un distretto distrutto somiglia a quei comunisti che partivano per la Russia per andare a vedere il socialismo, rimanevano di merda quando se lo trovavano davanti, ma tornando a casa raccontavano a tutti che bisognava fare come in Russia. E' quel che sta accadendo ora: sono tutti consapevoli della finzione in corso ma nessuno dice che il Re è nudo. Rimandare è un po' morire. Fino alla prossima puntata.
    

8 commenti:

  1. in casi come questo, la politica, proprio non la capisco...
    e da ignorante, mi appoggio al davanzale e guardo.
    ______________
    G.R.

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  2. Ribadisco, ripeto, confermo, quanto scritto altre innumerevoli volte: NON SERVE A NIENTE, è solo un palliativo, una presa per culo, un rimandare il problema sperando che addà passà a nuttata.

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  3. Fai bene a ripetere, ribadire e confermare. Questi puntano sull'assuefazione. Se stacchiamo tutti al spina sono contenti come le pasque

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  4. se fossimo davvero un paese serio, e vi assicuro ce ne sono di piu' seri del nostro, le vere idee imprenditoriali, interessanti, innovative sarebbero finanziate almeno in parte dai veri imprenditori, economicamente forti, attraverso forme piu' o meno snelle di affiancamento. Il vero I M P R E N D I T O R E dovrebbe spingere verso la crescita, il nuovo anche oltre il semplice tornaconto personale.
    Ma qui, ragazzi, siamo in Italia, I T A L I A........! Qui vince sempre il piu' furbo.

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    1. Si il più furbo e l'idea più farlacca l'importante che provenga dalla persona giusta e gradita agli ambienti che contano. Ed il più delle volte è una cagata pazzesca.

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  5. Giusto qualche spunto leggendo l'accordo di programma.
    Ci sono delle contraddizioni che qualcuno dovrà pure chiarire.

    Una delle cose che stridono di più è quella relativa agli incentivi alla "autoimprenditorialità" - vengono sì dati contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso agevolato e contributi alle spese di gestione, ma possono accedere solo PMI con maggioranza numerica e di capitali costituita da persone da 18 a 35 anni. Questo a pagina 19.

    Ma il lettore attento avrà segnato in precedenza un dato: a pagina 11 si dice che il 60% degli ex-Ardo non riassunti da J&P ha più di 45 anni (e non dice quale è la percentuale degli over 35).
    Quindi se hai più di 45 anni devi solo sperare che qualche azienda approfitti degli incentivi all'assunzione previsti.
    E non basta, oltre ad avere tra 18 e 35 anni, devi avere la fortuna di vivere in Umbria oppure nei comuni di Jesi, Mondavio e Pergola.
    Come dire, se siete di Fabriano e con più di 35 anni, emigrate che fate prima, neanche una pizzeria potete aprire con questo accordo di programma.

    Per non parlare poi di come 1139 operai con bassa qualificazione possano sperare di essere assunti nelle numerose aziende di Domotica che nasceranno di qui a poco tempo nel comprensorio marchigiano.

    Se poi andate a vedere come la Regione Umbria spenderà le risorse, vedrete differenze con la Regione Marche anche molto importanti. Mah!

    Se avete la pazienza di leggerlo l'accordo di programma potete anche scaricarlo da questo link.

    http://www.officinasviluppoaziende.it/wordpress/wp-content/uploads/documenti/Accordo_programma_Integrativo_EX%20Antonio%20Merloni_2012.10.18.pdf

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  6. Gli over 35 saranno il 90%, ricordo pochissimi più giovani di me o della mia stessa età

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  7. Il problema in Italia è che si parla di giovani ma la situazione degli over 40 è peggiore. Chiedono di allungare l'attività lavorativa e poi le aziende in questo contesto licenziano o mettono in condizioni di licenziarsi gli over 40 per sostituirli con risorse più giovani e a minor costo. E per questa categoria ricollocarsi è alquanto arduo.

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