5 novembre 2012

Tra equità e buoni lavoro


La questione delle sovvenzioni ad personam fu un tratto peculiare e certo non edificante della passata amministrazione, un modo veloce ma oneroso di tenere sotto controllo una pentola sociale in ebollizione e abbassare la temperatura attraverso sovvenzioni spesso non giustificate da un bisogno reale ed evidente. Un approccio tampone all'assistenza sociale giustificato, in parte, dalla velocità con cui Fabriano si è trovata ad affrontare una crisi a cui non era preparata, né dal punto di vista culturale né sotto il profilo della capacità di gestione pubblica del problema. Tra l’altro l’idea del finanziamento personalizzato e a pioggia ha avuto il demerito di approfondire la divisione tra fabrianesi storici e neo fabrianesi giunti in città dall'estero o da altre regioni italiane. Grazie a un misto di orgoglio atavico e di welfare familiare i fabrianesi storici hanno, infatti, attinto solo in minima parte alle risorse pubbliche disponibili, come dimostrarono clamorosamente anche i dati relativi all'accesso al Fondo di Solidarietà. Il grosso della torta finì in altre mani e nessuno ha mai spiegato dettagliatamente e compiutamente nelle sedi preposte quanto incise la necessità e quanto invece certe doti recitative e di sfrontatezza. Per queste ragioni sono favorevole alla proposta dei buoni lavoro lanciata dall'amministrazione comunale. Chi ha bisogno di denaro deve poter accedere alle risorse ma in cambio deve essere disponibile a lavorare. Anche se quando sussistono davvero condizioni di necessità, occorre essere consapevoli che il bisogno non attende la chiamata del comune per mettere a posto le fioriere o pulire il laghetto del giardino pubblico. In questo senso credo che il Comune debba accantonare una quota da destinare ad aiuti immediati e urgenti, riferendone al Consiglio Comunale e limitando al massimo quella discrezionalità che così tanto ha contribuito a minare la fiducia dei cittadini rispetto all'equità della pubblica amministrazione. Rispetto all'idea dei buoni lavoro c’è un punto che non mi convince fino in fondo e cioè la possibilità di accesso a risorse pubbliche per i cassintegrati e i lavoratori in mobilità, ossia per soggetti che già godono di un importante ammortizzatore sociale finanziato dalla collettività. Da questo punto di vista credo sia un segnale di equità riconoscere invece un canale di accesso privilegiato ai disoccupati e, in modo particolare, a quanti hanno perduto il lavoro senza accedere ai benefici della cassa integrazione e che magari si trovano in una fascia d’età in cui è difficile ricollocarsi nel mondo del lavoro. Anche se alla fine dei giochi è sempre incombente il rischio di una soluzione all'italiana  accesso alla graduatoria aperto a tutti perché tutti sono uguali quando si parla di esercizio di un diritto. Fin quando non si scopre che tra gli uguali ce ne sono alcuni, che per diverse ragioni, sono più uguali degli altri.
    

10 commenti:

  1. Concordo. In ogni caso sempre meglio dei "pasticci" senza regole con gente che passava il pomeriggio al video poker ed altri senza i soldi per pagare la bolletta dell'acqua . . . .

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  2. si dice poi, che c'è anche chi, dell'assistenzialismo, ha fatto un mestiere...molto più redditizio di un qualsiasi lavoro!
    c'è chi ha la faccia come il culo e prende dovunque ci sia da prendere, mentre chi ha davvero bisogno, spesso, non chiede per vergogna.

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  3. taluni assistiti sarebbero da mandare al pascolo dentro la proprietà di Antonio Merloni (10 metri di cipressi a coprire un giardino svizzero) e poi chiamati per lavorare sul serio, anche a spazzare i viali. Altrimenti niente soldi...

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  4. Lo scrivo da tempo, su "Geronimo" e non solo: la questione "servizi sociali" a Fabriano è cosa seria. Fa bene Gian Pietro a parlarne. Negli ultimi anni sono stati aiutati quasi esclusivamente i falsi poveri, cioè i lavoratori in nero, spesso maghrebini o albanesi, che riescono a tenere l'Isee bassissimo. Ma che in realtà stanno accumulando, facendoci fessi, ricchezze considerevoli che neanche spendono nella nostra città. Servono, infatti, a comprare, nei loro Paesi d'orgine, appartamenti, ville addirittura, che, ovviamente, essendo proprietà fuori dall'Unione Europea, non figurano nelle dichiarazioni Isee (regola assurda questa!). Ciò consente, quindi, a quei furbacchioni d'oltremare di continuare a godere di privilegi ributtanti.
    E' ora di finirla, cazzo: da ciascuno secondo le proprie possbilità, a ciascuno secondo i propri bisogni....
    Stefano Gatti

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    1. nel 2011 ho fatto la richiesta del contributo regionale (ero disoccupato) ...più per curiosità che altro; una persona che conosco, leggendo la graduatoria, ha visto il nome di una cittadina ucraina, compagna di un ristoratore (nel cui locale, nemmeno a dirlo, lei lavorava regolarmente...in nero,penso), che si è piazzata nei primi posti!
      il reddito ISEE è una mezza cagata (o una cosa fatta bene a metà), il problema grosso è che le diverse realtà che danno contributi ai bisognosi (caritas, comune ecc), non si confrontano direttamente e spesso sovrappongono i loro interventi, magari trascurando altri bisognosi.
      ____________________
      G.R.

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    2. Con lo stesso sistema tanti nostri nonni o padri hanno comprato le nostre case e personalmente, mi incazzerei piu' con gli italiani che da decenni non pagano le tasse, alla faccia dei lavoratori dipendenti. Credo che se andiamo a cumulare i soldi fregati allo stato, hanno fatto piu' danni loro che non gli stranieri che tentano di dare un futuro alla propria famiglia.

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    3. Erano altri tempi, altre condizioni e nessun diritto.

      Sacco e Vanzetti, sono infatti morti di troppa generosità...
      (Gl'italiani non lavoravano in America, ma "sotto" l'America.)

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    4. io sono tra quelli che da sempre combatte, nel proprio piccolo, le pessime abitudini italiane, prima fra tutte il truffare la collettività. quindi considero gli evasori fiscali miei nemici di classe. ma non mi va di essere preso per il culo anche da questi parassiti, da questi paraculi d'oltremare. anche loro sono miei nemici di classe. so quello che dico perché conosco la comunità maghrebina residente da noi, che però da noi non spende neanche un euro di ciò che accumulano disonestamente, eccezion fatta per le baguettes che comprano all'IperSimply. ed ha perfettamente ragione G.R. quando dice che l'Isee è una cagata pazzesca: non è possibile che non risultino i terreni, i fabbricati, i conti correnti all'estero e neanche le automobili di lusso! ma non avete mai fatto caso alle scene surreali a cui si assiste passando in via Di Vittorio, davanti la San Vincenzo de Paoli? sono talmente arroganti ed impuniti (gli albanesi, soprattutto) che non si vergognano ad andare a prendere il pacco alimentare a bordo di BMW, Mercedes..... ma è normale che noi non diciamo e soprattutto non facciamo niente?
      Stefano Gatti

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  5. non vi proccupate che i cassaintegrati non ve li rubano i voucer di lavoro! volete sapere perche?
    perche sfortunatamente la maggior parte dei fabrianesi sono propietari di casa propia,o addirittura sono ricchi come me che ho quattro spiccioli in banca,che ho ereditato un azienda agricola di 4000 metri a cantia(sulla pedemontana)non vi preoccupate tanto gli italiani non ci rientrano nei vostri famosi e tanto elogiati voucer di lavoro.....Ma vergognatevi

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    1. Comprendo e condivido le sue parole, ma i lavoratori ex Ardo continuano a credere alle favole, pur di portarsi a casa quello straccio di stipendio. Invece intorno alla Ardo le piccole imprese crollano e chi non ha assistenza e non ha famiglia a Fabriano piange. Quante risorse stiamo bruciando con questo accanimento sul progetto JP? Dove andremo a finire a forsa di tanti proclami e pochi fatti? Quando si iniziera' fare una vera e sonora protesta per rivendicare un futuro a Fabriano? Il lavoro e' dignita' e deve essere difeso.

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