2 maggio 2014

I conclavi su Ardo che somigliano a patacche


 

Sul caso JP, nonostante fossi stato tra i pochi a raccontare un'altra verità delle cose poi confermata dai fatti, ho deciso di tenere a bada la polemica e di non farmi prendere dalla cattiva tentazione di giocare a "quelli che l'avevano detto". Nel contempo, però, ho anche sperato che cessasse il diluvio di bufale e fregnacce che da circa sei anni inquina e adultera i ragionamenti istituzionali sul caso Ardo. Un gusto del fuorviante che può essere tollerato nelle chiacchiere da bar, in piazza o al mercato il sabato mattina, ma che risulta assolutamente disdicevole quando a ingrossarlo e ingrassarlo sono figure che ricoprono incarichi istituzionali o di natura sindacale. Purtroppo l'illusione del vero sul caso Ardo è durata poche ore, perchè in una città in cui le classi dirigenti (si fa per dire) sono state sempre educate al paternalismo, diventa irrefrenabile la tentazione manzoniana di troncare e sopire, il bisogno di sfocare e diluire la verità come fosse una pillola far ingoiare di nascosto a una platea di adulti eternamente bambini e protetti da una campana di vetro di puttanate vestite a festa. L'avamposto del fuorviante è stato, come spesso accade, il Sindaco Sagramola che ieri ha ipotizzato il metodo e la soluzione: un conclave fiume - tra Porcarelli, sindacati, banche, istituzioni e Governo - con fumata bianca corrispondente a un accordo tra le parti, per garantire parziali compensazioni finanziarie agli istituti di credito che hanno vinto il ricorso e tenere in piedi JP e le sue produzioni. Chi ama il lieto fine facile delle fiction televisive non può che plaudire alla quadratura del cerchio. Il problema è che il cerchio non è quadrato ma tondo. Ma Sagramola, rassicurante e curiale, si guarda bene dal dirlo. E i fabrianesi, comunità notoriamente mite e con l'anello al naso, sorridono e abboccano. Proviamo quindi a fare quel che non fa chi dovrebbe farlo. Il punto di partenza è che siamo davanti a una sentenza di secondo grado che ha confermato l'annullamento della vendita di Ardo e JP. Le possibilità consentite dalla giurisprudenza sono due: o si ricorre in Cassazione per una sentenza definitiva o si rinuncia al ricorso accettando come definitivo il pronunciamento del Tribunale del Riesame. Nel primo caso la Cassazione può confermare o smentire quanto sostenuto in secondo grado. Se conferma, come probabile, si torna alla situazione ex ante. Se invece ribalta si torna ai gradi di giudizio precedenti per una nuova istruttoria. Nel caso di rinuncia al ricorso in Cassazione la sentenza di secondo grado diventa invece definitiva. Si tratta di opzioni che sono frutto non di conclavi ma dell'ordinamento giurisdizionale italiano. E con esse bisogna fare i conti. Ad oggi, e probabilmente anche domani, si dispone di due punti fermi: che la Ardo andava venduta a 54 milioni di euro e che la vendita a Porcarelli non esiste. Quindi i commissari dovranno riaprire la procedura di vendita a partire dal valore congruo stabilito dal Tribunale. Il Conclave sagramoliano, quindi, oltre ad essere privo di spirito santo è anche inutile perchè Porcarelli pagando 54 milioni potrebbe tranquillamente proseguire nell'attività di JP. Già perchè va detto una volta per tutte che le banche non hanno ostacolato la vendita di Ardo a JP ma fatto valere, in quel contesto, la loro posizione di creditori privilegiati e quindi titolari di diritti. Il problema è un altro e cioè capire quali siano le reali intenzioni di Porcarelli che nel luglio 2013 - come emerse da una interrogazione della parlamentare umbra del Movimento 5 Stelle Tiziana Ciprini - chiese ed ottenne dal Ministero delle Attività Produttive un ridimensionamento del suo impegno. Riduzione confermata in sede di question time dall'allora sottosegretario Carlo dell'Aringa. E adesso caro Sagramola, come si dice all'apertura del Conclave: extra omnes. Fuori tutti. E forse è davvero il caso che seguiate l'invito alla lettera.
    

14 commenti:

  1. Mi spieghi una cosa qualcuno. Ma tutto il denaro entrato nelle casse della JP dalla vendita dei macchinari ex Ardo, si mormora che ce ne sia per milioni e milioni di euro, che fine farà se la vendita è annullata?

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  2. Se la vendita e' annullata torna tutto a prima della vendita. Macchinari compresi

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    1. Cioè le catene vendute ai Turchi ( la fonte viene dal Kebab ) come tornano indietro ? Mandiamo la Concordia ai Turchi e la nave al ritorno ci riporta su i macchinari ?

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    2. Infatti so cazzi

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  3. bravo GP (non JP!!)...più realista del RE!

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  4. Proprio vero il conclave Sagramoliano e' privo di spirito santo! Molto divertente....

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  5. Hanno fatto un disastro con la Ardo, ieri Landini diceva le tue stesse cose Simonetti, Una fabbrica che accetta senza lotta la Cassa é solo destinata a chiudere

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  6. Come al solito Giancarlone se sveglia ora dalla pennichella, mentre il PD dorme ancora della grossa e i sindacati giocano a rimpiattino.

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    1. Oggi l'attenzione era su quello che aveva detto Piero Pelu....

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  7. si', e Fabriano muore....!

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  8. Ma ti sta tanto a cuore la Ardo-JP? Ci hai scritto 4 "scazzi" si può sapere quando lo chiudi questo blog? Sei il RE della polemica alla favrianese, e giù con Sagramola che non ho capito cosa ci possa entrare lui, hai visto le strade in che stato sono? I disservizi in comune sono migliaia come i migliaia di euro buttati. Dai puoi fare di meglio e ricordati benedetta CIG a vita!

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    1. Appunto visto che Sagramola non c'entra nulla sulla Ardo-JP almeno avesse il buon senso di stare zitto, tanto più sta in silenzio più fa bella figura altrimenti dice solo cazzate e concetti sterili.

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    2. La CIG finisce ed anche a breve. Se leggi quello che ha scritto Spacca lo si capisce bene che anche in Regione vi hanno abbandonato. Ed ora saranno cazzi. Favria' non conta più un cazzo nemmeno come bacino elettorale, perché tanto co tutta la merda che vi hanno fatto mangiare continuate a votarli, quindi ora le attenzioni le rivolgono da altre parti, dove possono conquistare altri voti nuovi.

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    3. con l'aria che tira la cig a vita te la scordi, bravo Simonetti a parlarne, è ora di finirla coi fancazzisti stipendiati dallo stato

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