Qualcosa è cambiato anche nelle file dell'opposizione, dopo l'infuocato weekend marcato Tares. Nell'anno e mezzo che ci siamo lasciati alle spalle dall'elezione a Sindaco di Giancarlo Sagramola, la minoranza si è contraddistinta, in linea d massima, per un approccio a scaglie, a frammenti di specchio che si infrange, fortemente verticalizzato, in cui a ciascuna delle parti rappresentate in Consiglio Comunale premeva - più di ogni altra cosa - piantare bandierine autonome e sgargianti e trovare il modo più nobile e incisivo di giustificare dissensi e distinguo rispetto ai colleghi di "sventura". I momenti unitari non sono ovviamente mancati, ma il coagulo di forze tanto distinte e diverse è sempre avvenuto su temi stretti e delimitati, su capitoli brevi e modalità di giudizio in cui quasi invisibile era la linea di confine tra una condivisione una tantum e un bisogno permanente e identitario di differenziazione. Una combinazione di forze e ambizioni che ha indebolito l'impatto politico complessivo dell'opposizione e ha consentito alla maggioranza di centrosinistra di agire senza resistenze, senza attriti e senza la ricerca spasmodica di un divide et impera divenuto riflesso intrinseco e automatico all'interno della stessa minoranza consiliare. Il No alla Tares sembra aver modificato questo sottofondo di intese episodiche, restituendo la sensazione di un'opposizione improvvisamente capace di coralità e passione. Si tratta di un fatto nuovo, potenzialmente ricco di implicazioni civiche da dissodare e coltivare, che può spingere in direzione di un miglioramento della qualità espressa dal sistema politico e istituzionale locale. A partire dallo stesso centrosinistra che, diversamente da quel che pensano molti dei suoi superficiali esponenti, ha tutto da guadagnare da un'opposizione unita e forte come può averne, in una partita di calcio, un centravanti che si misura con difese agguerrite e terzini di livello piuttosto che con retrovie divise, ingessate e incerte. Inoltre la questione Tares ha dimostrato che qualsiasi risultato - anche quello minimalista del posticipo al 28 febbraio di una quota parte del dovuto - non può che nascere dal cozzo, dalla dialettica aspra e feroce di controparti che si contendono consenso e ragioni senza ricorrere, per principio, alla mediazione e al ricamo. L'opposizione di Sua Maestà, il mito del no costruttivo, del governo ombra che fa da complemento e da riempitivo alle lacune della maggioranza, è esattamente l'orizzonte pallido e incolore con cui abbiamo dovuto fare i conti per un anno e mezzo e che era necessario archiviare. Adesso la questione politica di fondo sarà comprendere se questo sia un momento di concordia casuale o se esso preluda a un trend di scelte condivise e, di fatto, prefiguri anche il desiderio di una sempre più marcata impronta civica delle scelte dell'opposizione. Sicuramente la sua articolazione "ideologica" non aiuta la destrutturazione del "partito preso" e delle enclosures verticali, delle linee di faglia che, per dire, separano i grillini dai vendoliani e quest'ultimi dai consiglieri del centrodestra. Ma è anche vero che la costruzione di una prospettiva unitaria, più che in termini di scelta volontaria, si pone come una stringente necessità per evitare che ciò che resta di questo mandato amministrativo si volga in una faticoso e insensato ritorno nell'ombra. La connessione che si è spontaneamente determinata tra la protesta dei cittadini e l'azione isituzionale delle forze di opposizione, rappresenta oggi uno stimolo e una possibilità di tenuta unitaria. Ma il tafazzismo, il masochismo politico spacciato per preziosissimo "so so fo fo" è una patologia mai doma e mai davvero rinchiusa per sempre tra robuste pareti. Ragion per cui ci sono anche parecchi motivi per ritenere possibile un ritorno agli antichi fasti della divisione, come sempre sanciti dall'irrefrenabile e adolescenziale desiderio di fare a gara a chi piscia più lontano.
10 dicembre 2013
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Gian Pietro, ebbi già modo di commentare qualche tempo fa su questo stesso tema in pieno dibattito Giano scoperto Sì/No.
RispondiEliminaOggi sul tavolo della politica, opposizione e maggioranza, di chi lo vuole affrontare insomma, c'è un tema che è quello di
dare compiutezza allo Statuto Comunale nella parte che riguarda la Partecipazione dei Cittadini.
Non ci sono infatti i regolamenti che permettono di attuare gli articoli:
71 – Consultazioni ed iniziativa popolare
72 – Diritto di iniziativa
73 – Referendum consultivo
Questi regolamenti stanno aspettando ormai dal 2005.
Chi ha tempo e voglia si legga lo Statuto a pagina 37
http://www.piazzalta.it/download/NUOVO_STATUTO_DEL_COMUNE.pdf
Una democrazia compiuta è quella che non ha paura di sentire la voce dei cittadini "non organizzati in partiti". Quindi non è un tema solo per aggregare l'opposizione ma è molto più trasversale e si inizierebbe ad accorciare la distanza tra "gli eletti" e "gli elettori". Quello che è successo negli ultimi 10 giorni consiglierebbe a tutti di farci più che un pensierino.
Abbiamo anche l'assessore alla partecipazione, non dimentichiamolo
EliminaCaro Stopponi, in realtà il sospetto che sta venendo a molti è che la giusta protesta della gente sia stata strumentalizzata da certi personaggi della politica che non vedevano l'ora di riaffiorare a galla ... bisogna tenere separata la gente povera, semplice e genuina dalla politica, anche da quella di opposizione.
EliminaNon sono diversi da quegli altri, lo volete capire???
Se Urbani fosse diventato sindaco sostanzialmente avrebbe agito come Sagramola: quando sei dall'altra parte della barricata cambi il modo di vedere le cose.
Così come Costantini, che l'altro giorno ha parlato dimenticandosi che fino a un anno fa era lui nella stanza dei bottoni, e non ha certo saputo far meglio ...
Quindi va tutto bene?
EliminaCaro anonimo delle ore 19.55 rispetto il tuo pensiero ma ti assicuro che sarebbe stato diverso .saluti U.U.
EliminaMa quale diverso e diverso. Qui, il Salvatore di Fabriano non puo' essere solo che super CROCETTILAQUALUNQUE
EliminaL'opposizione consiliare rappresenta il61,5% degli elettori che hanno votato l'anno passato al primo turno e ha dimostrato che al di la delle singole appartenenze e' coesa e forte nelle battaglie importanti che possono far cambiare decisioni già prese dal Sindaco e dalla giunta . In questi casi non si tratte di una interpellanza per le buche o per i sampietrini che ogni forza politica deve continuare a segnalare ma si tratta di argomenti che possono segnare il futuro economico e sociale della nostra città . Il generale Massimo Decimo Meridio (nel film il Gladiatore) esortava tutti i gladiatori ad essere ....uniti .un corridore solitario forse vince una tappa ma non l'intero giro.saluti U.U.
RispondiEliminaRimanendo nell ambito del film, mi sembra che l' inferno l' abbiano già' scatenato...
EliminaOggi dico: è tempo di costruire una nuova realtà, i fabrianesi che vi aderiranno ne saranno felici per tutti gli altri rompi coglioni sbattipalle lamentosi avranno sempre da recriminare in giustizia o sbagliando, i saggi agiscono in silenzio per obiettivi.
RispondiEliminaNon servono i saggi. Serve il lavoro di Crocettolaqualunque aiutato da tutti quei parassiti che stanno nel PD
EliminaIndesit Company
RispondiEliminaVAR%+0.05
ULTIMO
PREZZO9.155
Renzi mettera' in riga tutti i parlamentari del PD, invece Crocettilaqualunque non viene considerato da nessun consigliere comunale
RispondiEliminaCrocettiqualunque è solo un servitore del partito, zero espressione politica e per fortuna il rinnovamento
RispondiElimina