Abbiamo ampiamente discusso, nei giorni passati, in merito alla rimozione dello striscione Indesit, che ha campeggiato per circa un semestre sul balcone di Palazzo Chiavelli, e a i suoi significati sindacali e politici. Qualcuno, forse consapevole dell'errore mediatico commesso, ha cercato di minimizzare l'operazione Asporto, riducendola a evento minore, quando era ormai troppo tardi per ricollocarla sottotraccia. In realtà erano chiari sia i moventi politici e i tornaconti mediatici del Sindaco - desideroso di mettere un sigillo sulla vertenza e di incassarne il dividendo politico - che quelli dei sindacalisti, pressati dalla necessità di chiudere una storia sbagliata che ha indebolito i lavoratori e il sindacato, esponendo quest'ultimo al rischio di una disfatta non certo attutita da un referendum tenutosi in presenza di una pistola fumante come la procedura di mobilità. Fatto sta che l'evento minore è riuscito a guadagnare l'apertura del telegiornale regionale Rai del 23 dicembre e lo "strillo" delle locandine dei quotidiani locali del giorno della Vigilia. E questo anche come effetto logico della dissociazione della Fiom che, oltre a far uscire uscire la ciambella senza il buco, ha contribuito a ingigantire la notizia e a cambiarla di segno rispetto alle intenzioni ottimali degli organizzatori. La Federazione di Landini ha, infatti, preso nettamente le distanze dalla rimozione cerimoniale dello striscione, ricordando come non ci sia nulla da festeggiare dato che l'accordo sottoscritto qualche settimana fa - poi incomprensibilmente firmato dalla stessa Fiom a seguito del referendum tra i lavoratori - rappresenta una caporetto sociale per il territorio fabrianese e limitrofo, visto che si perderà il montaggio di 400 mila piani di cottura a Fabriano e l'assemblaggio di 300 mila pezzi a Fossato di Vico. Ma nonostante si trattasse di manifestazione fuori luogo, sopra le righe e fondata sul rovesciamento dei contenuti reali dell'accordo, nessuna obiezione di merito e di comunicazione è riuscita a fermare la coppia emergente della politica fabrianese: Giancarlo Sagramola e Andrea Cocco. Il Sindaco e il Segretario Generale della Fim Cisl della provincia di Ancona, anche stavolta, si sono celentanamente imposti come la "coppia più bella del mondo", il Binomio del Silenziatore, gli assertori congiunti e convinti del Modello Fruittella, la caramella morbida da mordere, i protagonisti di una gestione arrotondata e soffice della spigolosa e ferrigna crisi industriale che investe il territorio. Ogni volta che si scopre un focolaio di crisi o un rischio mobilità S&C sono i primi ad arrivare sul posto e, generalmente, senza il caschetto da pompieri: inizialmente irremovibili tracciano linee di rifiuto regolari e profonde, rincuorano i lavoratori, chiamano a una lotta quasi socialista nel suo romanticismo, porgono l'orecchio a sfoghi e disperazione, se ne fanno interpreti in tutte le sedi attraverso parole contrite e definitive che sembrano pietre focaie pronte a generare scintille e roghi. Appunto, sembrano pietre. Perchè poi, piano piano, con variazioni lente e infinitesimali le pietre perdono massa e consistenza e diventano sfere leggerissime che volteggiano nell'aria e cambiano verso e direzione ad ogni stormir di fronde. Ogni volta S&C compiono la loro traiettoria trifasica, fino a farne procedura standard e routine replicabile: in prima istanza apocalittici e incazzati, con lo sguardo fiero di chi tiene il mondo in gran dispetto; poi sereni e botticelliani, con l'occhio pensoso di Venere che nasce a intravedere dialoghi e vie d'uscita; infine istituzionali e lievi, con la dentatura mite e soddisfatta di chi è riuscito a narrare un massacro in forma di innocua e orecchiabile bagatella. Ma al di là delle evidenti affinità elettive che ne legano l'agire, S&C rappresentano, in forma rivista e modernizzata, una sperimentazione di potenziale collateralismo, in cui la federazione dei metalmeccanici della Cisl rischia di diventare la fonte di legittimazione sociale del sagramolismo, inteso come interpretazione riduttiva ed edulcorata della crisi economica ed occupazionale della città. C'è da augurarsi che S&C facciano decadere al più presto la E commerciale che li unisce, perchè in una fase come quella che stiamo vivendo è fondamentale tutelare l'autonomia e la credibilità delle parti sociali, chiamate a svolgere un difficile ruolo di cerniera e non certo a intrupparsi con un sistema politico che piega ogni contesto e ogni situazione al bisogno di esposizione mediatica e di consenso politico dei suoi protagonisti.
25 dicembre 2013
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Con gli errori di Sagramola ormai ci si fa una collana di quelle lunghe
RispondiEliminaCercare il consenso con questi mezzucci la dice tutta sulle capacità del sindaco Sagramola. Fabriano ha bisogno di ben altro e anche con la massima urgenza
RispondiEliminaIl problema vero per me e' la mancanza totale di sintonia tra il sindaco e il "popolo". Non e' sintonizzato e non capisce quello che sta succedendo. E questo per un sindaco e' il vero peccato politicamente "mortale". Ovviamente questo vale per sindaco e giunta tutta!
RispondiEliminaBUON NATALE!
permettimi di copiare tutto e sostituire la parola "sindaco" con "sindacato"...il discorso fila allo stesso modo, purtroppo.
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G.R.
A me sinceramente non piace questo blocco sindacato e politica. Puzza di regime
RispondiEliminaprima era " la storia siamo noi " ora dovrebbe essere "l'innovazione siamo noi" senza innovazione di prodotto e di processo finisce tutto nel 2018 ma di tempo ne abbiamo tanto possiamo trastullarci allegramente
RispondiEliminaIn questo Natale rivolgo un preghiera d'amore a tutti gli ammalati a tutte le persone che soffrono e che combattono ogni istante il dolore, Signore aiutali e dona loro sollievo e tranquillitá.
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