26 febbraio 2014

Dai sogni di Merlonia all'idraulico di Cartoonia


Ristrutturazione Impianto Idraulico Roma 

Si discute, da qualche giorno, della possibile soppressione del presidio Polfer presso la Stazione Ferroviaria di Fabriano. Si tratta dell'ennesima falla che si apre nel corpo della città e che, ormai, fa somigliare Fabriano a un cartoon in cui un idraulico sconclusionato cerca disperatamente di mettere una toppa all'impianto, ma subito l'acqua si fa largo attraverso una nuova crepa e appena anche questa viene richiusa la stanza s'inonda attraverso l'ennesimo e sadico pertugio. Una volta è il Tribunale che chiude, poi la Stazione dei Carabinieri declassata a tenenza, quindi l'Ufficio delle Entrate che trasloca, e ancora l'officina riparazioni delle locomotive a rischio chiusura e infine il taglio del reparto di ostetricia e il caso Polfer. Di fronte a questo rutilante contesto di soppressioni e dismissioni le istituzioni hanno risposto limitandosi a rincorrere i problemi, appunto come farebbe un affannatissimo idraulico della Disney, senza chiedersi per quale ragione non ci sia ambito della vita cittadina in cui non si facciano i conti con un cornicione in bilico o con un muro portante che barcolla e forse crolla. La ragione è molto semplice anche se, per mille motivi di psicologia collettiva, risulta estremamente difficile da riconoscere e accettare: Fabriano è una città che perde pezzi non certo a causa di una congiura esterna o di una pura e semplice strategia penalizzante di spending review - messa in campo dagli enti pubblici coinvolti - ma perchè ha perso importanza e si stanno, quindi, sfaldando le tante sovrastrutture che avevano contribuito a sopravvalutarla, facendone un piccolo centro di gran lustro, di smisurata ricchezza e di enorme potere. E' accaduto quel che accade nella favola di Cenerentola: allo scoccare della mezzanotte la carrozza è ritornata ad essere zucca e gli eleganti cocchieri simpatici topolini di campagna in cerca di formaggio e granaglie. Esiste quindi un problema di approccio, ossia prendere razionalmente atto che Merlonia è diventata Cartoonia. Accettare questo violento e rapidissimo cambio di pelle non è facile per nessuno e anche ieri - nei tanti commenti postati in questa pagina sull'ipotesi di una Indesit con gli occhi a mandorla - si è potuta cogliere la deformazione percettiva di chi si ostina a non accettare la realtà, immaginando multinazionali che arrivano a Fabriano con in tasca denaro contante e ambiziose strategie di sviluppo di questo territorio. Nell'incapacità di elaborare il lutto siamo tutti personalmente coinvolti e non sorprende che il Sindaco si faccia interprete e megafono di questo dolore irrisolto, quando si mobilita sul caso Polfer - come già fece su molti altri temi e falle - soffermandosi sui dettagli invece che sulla sostanza più compatta e inquietante. E' vero, come dice il primo cittadino, che la soppressione del presidio Polfer crea un problema aggiuntivo di sicurezza, ma non è questo il punto cruciale. La realtà amara - e lo dico anche con note sentimentali legate alla mia biografia personale e familiare - è che la stazione ferroviaria di Fabriano non è, e non potrà, più essere un punto nevralgico della politica dei trasporti regionale e interregionale, perchè non siamo più quel centro economico propulsivo in grado di giustificare il mantenimento di una stazione che diventerà sempre più di transito piuttosto che di incrocio strategico. E da questo punto di vista sarebbe anche il caso di ricordare che, già alcuni anni fa, maturò una feroce polemica in merito alla scelta di Trenitalia, poi in parte rientrata, di sopprimere alcune fermate fabrianesi dei treni Eurostar. Su questi temi bisogna essere franchi a costo di apparire brutali: il Sindaco, rispetto ai singoli casi di soppressione, non può fare di più di quel che sta facendo, perchè alla politica non compete più alcun ruolo dignitoso e incisivo ma soltanto la produzione di intenti e di slogan. Ma sicuramente Sagramola può richiamare i fabrianesi a una nuova consapevolezza e cioè che Fabriano è ormai, in tutti i sensi, un centro minore che deve iniziare a pensare e a riflettere sul futuro, partendo da questa identità e dai punti di forza e di debolezza che la nuova configurazione determina. Purtroppo, invece, si preferisce continuare con le illusioni cenerentoliane, con "i sogni che son desideri" e con le rimozioni freudiane di chi rinuncia a guardare la realtà giocando con le parole e con le visualizzazioni, con i distretti creativi e con le etichette Unesco. Maddechè!
    

9 commenti:

  1. Come i nobili decaduti che giravano con la carrozza e la gente gli rideva dietro

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  2. Sul fatto di "sperare" che qualcuno investa su Fabriano penso sia lecito. Per il resto, da Ostetricia a Polfer, sono in linea. Non erano "sostenibili" prima che c'era un via vai importante. Ora che via vai c'è ? Ma in una città che si impoverisce, che non da speranze, cosa pensi che si debba fare ? Cosa ti inventi se non hai Risorse, Menti e sopratutto sei oramai avanti con l'età ?

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  3. Verissimo quello che scrivi Simonetti!! Hai fatto una analisi lucida e chiarissima di quello che purtroppo siamo diventati mentre tantissimi,ahimè,ancora devono riaprire gli occhi dal sogno merloniano terminato e accettare la nuova realtà fatta di...nulla!! Chiusura totale di attività e negozi,chiusura di servizi sanitari e pubblici importanti ,perdita giornaliera di lavoro ecc. Solo assistenzialismo statale e assistenzialismo extracomunitario e nulla più!! Si può credere con questi chiari di luna di tornare quelli di un tempo??

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  4. E quindi Simonetti non usare più il termine Metalmezzadri ma solo mezzadri.

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  5. Ci vuole più rigore ci vogliono le ronde di cittadini con i manganelli oppure agenzie private per la sicurezza ma sopratutto il futuro della sanità nei piccoli centri saranno le cliniche private a pagamento. Sicurezza sanità istruzione tutto a pagamento. Attendiamo la fine della cassa integrazione per vedere il definitivo declino morale e sociale di questo piccolo centro montano, quest'anno segnerà la svolta per la città, andrà a finire che tutta la giunta si dimetterà per salvarsi dall'imminente catastrofe. Per un sindaco avere in mano una città che muore è terribile. Io da cittadino sono sempre più deluso, i negozi chiudono i ristoranti chiudono, Fabriano diventerà una città fantasma.

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  6. Quando l'argomento è la fabrianesità colpita tutti zitti e chiotti. Che fenomeni!

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  7. Ma quando sciopa questa maggioranza in comune è ora che se levano dai maron! BASTA siete un disastro VIA andate VIA

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  8. Simonetti ma sei andato in ferie?

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  9. La Merloni trombata pure come sottosegretaria? Mala tempora currunt...

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