12 febbraio 2014

Fabriano tra zone franche e ruderi creativi



immagine di Fabrizio Moscè


Credo di essere stato uno dei pochi, e sicuramente il solo a metterlo nero su bianco, a sostenere che il riconoscimento dell’Unesco era una foglia di fico, un’azione di propaganda – tra il ridicolo e il disperato - con cui coprire le brutte nudità di una città disabituata al vero e al riconoscimento della propria crisi. E questo blog è stato anche l’unico spazio di discussione pubblica immune dai gridolini di stupore sul distretto creativo, perché una realtà con il 50% della forza lavoro inoccupata non può, per definizione, essere creativa, perché l’otium è generatore di stimoli e di cultura dove l’identità è segnata storicamente dalla funzione delle arti liberali e non certo dove hanno rimbombato, per decenni, le catene di montaggio e le isole di produzione. Ma, come spesso accade, chi prova a guardare più lontano del naso viene accusato di disfattismo, populismo e incapacità di essere costruttivo. Almeno fin quando non ci pensa un amministratore in carica a togliere il velo senza neanche rendersi conto di farlo. Il che rende il tutto più impressionante e spassoso. Stamattina l’assessore Paglialunga – che si sta agitando come un pesce fuor d’acqua per smarcarsi dal cono d’ombra in cui lo ha confinato il Sindaco dopo la condanna per falso ideologico – ha rilanciato la questione della zona franca urbana scrivendo ai parlamentari fabrianesi. Di fatto, dando per scontato il silenzio della senatrice di Scelta Civica, rivolgendosi alla due parlamentari del Movimento 5 Stelle con una impossibile richiesta di fronte comune. Ma quel che colpisce non sono tanto le implicazioni politiche della proposta – che arriva con un ritardo di almeno un lustro – quanto alcuni degli argomenti che l’assessore ha utilizzato per dare un rinforzo alla sua proposta. La descrizione che Paglialunga fa del centro storico somiglia quasi a un resoconto lunare: “Ad oggi si sta assistendo a uno spopolamento del centro storico sia in termini residenziali che commerciali. I residenti nel cuore pulsante della città sono 400. Nel Corso si contano dai 25 ai 30 locali commerciali sfitti. Senza considerare il palazzo degli ex Magazzini Latini”(fonte: Il Messaggero). Mi si dirà che non erano necessari gli acquerelli descrittivi dell’assessore Paglialunga per capacitarsi di una situazione che è sotto gli occhi di tutti, ma che su tale scenario venga apposto il sigillo di un pubblico amministratore in carica toglie il velo al cumulo di sciocchezze che sono circolate per mesi sulla città creativa. Viene da chiedersi: ma con un centro storico in queste condizioni e senza un'idea che sia una di rilancio e di valoirizzazione su che basi siamo stati riconosciuti come città creativa Unesco? Solo perchè qualche secolo fa si produceva carta fatta a mano e fino a ieri lavatrici e cablaggi? E’ possibile che una commissione di esperti non abbia effettuato almeno un sopralluogo visivo prima di formalizzare questa nomina e che nessuno abbia storto il naso davanti a un centro storico praticamente abbandonato a sè stesso? Sabato scorso, a margine del segretissimo ritiro delle Quadrelle, il Sindaco ha affermato che la sua amministrazione, in questa seconda parte del mandato, vuole puntare sulla valorizzazione del distretto creativo e delle botteghe artigiane. Ci chiediamo dove si sia nascosta la creatività, dove si trovino queste fantomatiche botteghe artigiane e se in Giunta si esprimano attraverso la stessa lingua madre. Perché è fortissima la sensazione di messaggi contraddittori che denotano una confusione biblica di linguaggi e di visione, una Torre di Babele in cui ciascuno gioca una privatissima partita le cui finalità – durare e pararsi il culo - non hanno nulla a che vedere con il destino della città che deve morire del tutto prima di poter rinascere a nuova vita.
    

17 commenti:

  1. Ma lui come assessore al commercio che ha fatto? Non era lui che si lamentava delle fiere ( delle cipolle e di quella di Maggio) che non andavano fatte nel salotto buono della città? Per tacere dell'idea di fare una sorta di magazzini Harrod's !!! Ora il salotto buono della città e' vuoto e lui se ne accorge solo ora? Ma in che mani siamo????

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  2. Non che voglia difendere questa amministrazione. Ma ritengo che i nodi al pettine sono di lunga data. Ora con la crisi emerge tutta la pochezza della gestione cittadina che risale perlomeno agli ultimi 40 anni. Ma in tempo di vacche grasse si sà tutto và bene. Ora la cosa che mi sconcerta è appunto la mancanza di visione ma allo stesso tempo la presunzione di poter essere portavoce di cambiamento. Il che rispecchia esattamente la situazione politica Nazionale. Ovvero non puoi intraprendere slogan e iniziative spot se non sei pienamente consapevole di cosa sia accaduto, cosa stà accadendo e quali sono le conseguenze. In questo modo sei solo complice di un declino scontato. Pura e semplice propaganda politica. Come sempre. Se la smettessimo di dividerci solo per fini puramente ideologici e si cercasse di fare la quadra sulle possibili vie di fuga forse qualcosa si potrebbe fare. E in questo stato di emergenza destra, sinistra 5 stelle forse potrebbero insegnare un senso civico oramai perduto. In alternativa può solo montare la protesta. Hanno una grandissima responsabilità o fanno il salto di qualità o periscono sotto il malcontento.

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  3. Io sinceramente l'unica creatività che trovo in città è in questo blog e nelle sue ironiche immagini. Complimenti! L.C.

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  4. http://www.fabriano5stelle.it/wp-content/uploads/2013/06/Mozione_28_IstituzioneZonaFranca.pdf

    Giusto per dare alla notizia della zona franca il nome del corretto promotore.



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    1. Di una zona franca da istituire a Fabriano e Ascoli Piceno aveva parlato il ministro dello sviluppo economico nel 2009, durante la sua visita ad Ascoli Piceno.

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  5. caro Fabrizio avevo avuto modo di vedere questa immagine "bucolica" ieri e devo dire che mi ha lasciato una sensazione dolce amara peggiorata dal semi immobilismo politico culturale del nostro territorio. Personalmente credo che il maggiore problema di questa città, vale a dire il livello di disoccupazione, non possa essere efficacemente controllato con dubbi riconoscimenti dell' Unesco o piani di sviluppo di botteghe artigiane o improvvisi sviluppi turistici che purtroppo derivano da una mentalità non nel nostro DNA. Penso altresì, e la storia d'Italia lo testimonia chiaramente, che il benessere di un territorio si costruisca sulla base di attività industriali ben concepite. le botteghe artigiane ed i riconoscimenti dell Unesco servono anche sì ma da corollario. mi viene in mente l'interessante progetto made in Fabriano che però deve essere supportato da scelte politiche decise e coraggiose volte a favorire l'arrivo di imprenditori verso il nostro territorio e sviluppare in generale la cultura d'impresa dei nostri moltissimi concittadini che loro malgrado si trovano oggi senza lavoro e quindi senza un futuro, al fine di stimolare la nascita e lo sviluppo di nuove attività. la cosa primaria che credo oggi non sia attuata è una sorta di unione di intenti tra il governo cittadino e i gruppi Civici di pensiero che orienti gli sforzi verso priorità ben definite e chiare a tutti.

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  6. L'ho detto prima io mi sembra una cosa da bambini anche perchè l'assessore ha avuto il merito di riconoscere che l'idea era del 5 Stelle. Anche se di zone franche si parla da almeno dieci anni

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  7. Non sono d'accordo con questa tua analisi o perlomeno non lo sono in parte.
    Io penso che il riconoscimento dell'Unesco sia un qualcosa di importante e significativo che potrebbe davvero fare da traino per un diverso sviluppo di questa nostra bella città, purtroppo però, e in questo la penso come te, c'è ormai da decenni un'amministrazione locale totalmente inadeguata che vanifica riconoscimenti importanti come questo.
    Per quanto riguarda creatività ed artigianato ci sarebbero anche loro ma il sostegno viene a mancare non solo a livello di amministrazione locale ma anche nazionale: siamo un paese che nelle sue scelte politiche ha ormai rinnegato se stesso, la propria arte, il proprio patrimonio, la propria cultura, la propria lingua, la propria storia.
    E nella città della carta per antonomasia, veder chiudere le botteghe di carta fatta a mano dispiace davvero.
    SA

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    1. Parliamoci chiaro! Se vai a chiedere a qualsiasi italiano o a qualche altro cittadino del mondo di media cultura e gli chiedi quali sono le città creative UNESCO, vuoi scommettere che la stragrande maggioranza delle persone non sono in grado di risponderti? Questo perché il riconoscimento UNESCO per Fabriano, come si dice in gergo della comunicazione: non buca lo schermo! Quello delle città creative UNESCO non è un marchio popolare nel mondo. Per farsi notare davvero nel mondo, bisogna solo rimboccarsi le maniche con i propri mezzi, le proprie idee e lavorare molto bene con la comunicazione. Altrimenti potranno darci tutte le medaglie di latta di questo mondo, ma Fabriano farà sempre la fine della somara legata al palo.

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    2. Se poi qualcuno mi spiega cosa significa FOLK ART e perché Fabriano è una città creativa per la FOLK ART lo ringrazio fin da ora.

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  8. Fabio per quel poco che posso fare mi piace stimolare lo spirito critico delle persone. A volte mi accusano di utilizzare immagini troppo forti…. In Comune hanno addirittura fatto sparire una mia scultura perché, mi hanno detto, ha fatto inorridire “qualcuno”. Non mi piacciono i concetti banali o scontati o le cose fatte per accontentare tutti e nessuno, quindi prendo come un bel complimento la sensazione “dolce amara” che ti ho lasciato. Grazie. Fabrizio Moscè

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  9. Made in Fabriano??? Ma c'è Urbani e allora si rema contro!!!!!
    Che qualcuno mi smentisca, sarò sempre più pesante!!!!!
    g.f. cav

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    1. A Favria' se vene fatto qualcosa da qualcuno che non è dentro il cerchio magico allora se rema contro.

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    2. ............la stessa cosa vale per il commercio..........

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    3. Caro Giorgio io non mi arrendo anche se non sono stato eletto sindaco . Continuerò a lavorare per il nostro territorio con Made in Fabriano e con tutti coloro che hanno apprezzato e valorizzato questa iniziativa. P.s. Domani Airforce compirà 17 anni di attività e colgo l'occasione di invitare te e coloro che saranno in consiglio ad una semplice conviviale dopo il consiglio stesso .saluti UU

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    4. Fabriano se non sei nel Cerchio Magico del PD oppure delle Coperative rosse ti attacchi al KAISER!
      Grande Urbano non ti arrendere sei un Uomo di Valore la gente ti stima

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  10. Una volta eravamo distretto industriale. Da cinque anni parlano di distretto culturale. Ora è emerso il distretto creativo. Della serie: vai avanti tu che mi vien da ridere.

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