Per comprendere alcuni
comportamenti dei fabrianesi è sempre estremamente utile e fruttuoso ricorrere alla lezione del
passato e agli effetti profondi prodotti dal potere quarantennale di una
famiglia rapidamente trasformatasi in una monarchia assoluta. Le monarchie
assolute, si sa, generano automaticamente corti e cortigiani. E le corti sono
ambienti dove regna il formalismo e proliferano i serpenti, bipedi biforcuti avvezzi ad agire di soppiatto e a
nascondersi sotto le foglie ignorando, per default, ogni tentazione di lealtà e di trasparenza.
Quindi, quanto più estesa è la corte tanto più consistente è la quantità dei
serpenti pronti a colpire e lo stock di veleno a disposizione di faide e agguati. Non so perchè ma ho sviluppato questo
ragionamento consequenziale ripensando a certe reazioni che si sono messe in
moto a seguito del mio post di ieri sera sul market sociale. Fornendo ai
cittadini alcuni elementi aggiuntivi di conoscenza sulla questione mi sono
trovato di fronte a un fenomeno interessante e cioè che alcune persone protette
dall’anonimato – ma talmente ingenue da scrivere rendendosi immediatamente riconoscibili e confermando collegamenti col tema in oggetto -, sono
venute nel blog con l’obiettivo, e forse pure con il mandato, di irridere,
rintuzzare e delegittimare i contenuti proposti dall’autore. Ovviamente in
forma rigorosamente anonima, come si addice a una fabrianesità da sempre capace
di farsi cloaca combinando, allo stesso tempo, il massimo di omertà e e il massimo di parole dal sen
fuggite. Una reazione nervosa che, proprio per questa sua natura allusiva e omertosa, si fa segno che
lascia intendere altro e cioè sul tema del market sociale c’è ancora molto da
chiarire, parecchio da approfondire e alquanto da esplorare. Non si spiega,
infatti, un sussulto di così viva preoccupazione quando la sostanza della mia
tesi è puramente metodologica e fa riferimento a un concetto gestionale di base e cioè che il progetto di supermercato sociale –
al netto della propaganda buonista e delle fanfare sul volontariato - comporta un investimento e necessita di
attività giustamente remunerate. Una constatazione serena e oggettiva di chi, non essendo né clericale né
cattocomunista e quindi non ipocrita, sa bene che il funzionamento dei sistemi e delle organizzazioni
– di qualunque natura essi siano - comporta un investimento e che tutto ciò che è
"aggratise" puzza sempre e maledettamente di doppio fondo, di fregatura e di interessi non dichiarati. Se fossi stato un decisore
politico, intenzionato ad aprire un market sociale, avrei fatto un’operazione
molto lineare e trasparente: presentare alla città l’idea progettuale, gli
obiettivi, i costi da sostenere e le fonti di finanziamento a cui ricorrere,
senza atti di dolore sulla povertà e senza inutili proclami sulla bontà ma
focalizzandomi laicamente – come si addice a una pubblica amministrazione – sui
risultati da ottenere e sulla relazione tra costi e benefici. Invece la smania
di segretare, di chiudere a chiave gli armadi, di provare a distrarre e
spostare altrove il focus alla fine restituisce sempre il sentore di un
magheggio, di una mistura di cui è meglio non far conoscere gli ingredienti e
la formula. E, ovviamente, quando si percepisce questo bisogno impellente di
giocare a nascondino da parte di chi dovrebbe precisare e chiarire è naturale alzare
le antenne e immaginare che dietro un’operazione ce ne sia un’altra e poi un’altra
e un’altra ancora, in un gioco di scatole cinesi in cui questa città marcisce
da decenni. Per bonificare la scena politica e restituire fiducia ai cittadini è sufficiente adottare un criterio: dichiarare sempre e preventivamente gli interessi in gioco perchè gli unici interessi che fanno storcere il naso sono quelli che non vengono dichiarati. Purtroppo fino ad ora questa operazione di svelamento non è mai avvenuta. Anche grazie alla complicità di tanti fabrianesi, felici
di partecipare al gioco immondo dell’ipocrisia e dell’intrallazzo.
20 febbraio 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
VAi sempre dritto al centro delle cose,l'omerta' e gli intrallazzi di questa citta' e' uguale o se no peggio di altre citta' del nostro bel paese....Ah,dimenticavo..La "mafia" esiste solo altrove....... MA MI FACCIANO IL PIACERE............!
RispondiEliminaIl ragionamento di Simonetti mi sembra condivisibile. Non c'è niente di male a progettare strutture sociali dichiarando apertamente quanto costano e chi c'è coinvolto. Questa storia di attività che al Comune non costano un euro è una balla che offende l'intelligenza dei cittadini
RispondiEliminaMaga, maghella, dove hai messo la cartella!!!!!!
RispondiEliminasolo un piccolo appunto. Esistono esempi di persone che fanno le cose senza riceverne un utilità personale. Non voglio riferirmi qui alle centinaia di attivisti, ma ad esempio ai ragazzi che gestiscono la bottega del CommEecio Equo e Solidale. è possibile fare le cose senza essere retribuiti, è possibile dedicare tempo agli altri senza per forza averne un ritorno economico. So benissimo che ormai siamo portati (io per primo) a cercare o vedere qualcosa di losco quando una cosa appare essere fatta senza un interesse personale. Però queste realtà esistono.
RispondiEliminaNon volevo certo generalizzare ma togliere all'idea dell'interesse personale o di gruppo l'alone di negatività che poi gli interessi spinge a nasconderli rendendoli torbidi
RispondiEliminaLo so che non intendevi fare questo. Ho solo voluto lanciare un messaggio positivo ;)
EliminaSimonetti non parla mai a vanvera e tutto quello che dice è sempre fondato sulla verità e su fonti sicure.. e la questione del market ha creato scompiglio anche dentro la maggioranza stessa dicono gli spifferi proprio perché gestita malamente fin dall'inizio..Ma che fine hanno fatto la trasparenza e la partecipazione ma quanto sono scaduti in basso
RispondiEliminaFinché sono in campagna elettorale son tutti specchiati ed immacolati, poi nella realtà dei fatti...pensano solo a fare i cazzi loro e ci riescono anche male.
EliminaNon ti preoccupare che gli amici degli amici non li lasciano mai senza "Da Magnà"!
EliminaPiuttosto che rispondere alle tue legittime domande, Saitta preferisce incontrare "gl'illegali" del Fabbri!
RispondiEliminahttp://www.viverefabriano.it/index.php?page=articolo&articolo_id=453613
Cosa dobbiamo pensare?