9 aprile 2013

L'eutanasia dolce di Poiesis


Poiesis rientra ufficialmente nel novero delle occasioni perdute. Un destino che l’accomuna alla Mostra dedicata a Gentile da Fabriano e all'altro Rinascimento. Entrambe le manifestazioni si sono proposte e imposte come evento, come donazione culturale una tantum, come atto di generosità unilaterale di una famiglia ricca e prestigiosa nei confronti della città che ha consentito a quella stessa famiglia di cumulare ingenti ricchezze e di brillare nel firmamento imprenditoriale. Fabriano, da questo punto di vista, ha reagito a Poiesis confermando la sua epidermica estraneità ai processi culturali: con una passività quasi ovina, con lo stupore di ritrovarsi - senza volerlo, senza saperlo e senza immaginarlo - al centro di un’inedita scena culturale, costruita nello spazio ristretto di luoghi familiari attraversati e vissuti senza passione, e col desiderio che l’evento fosse magicamente in grado di lasciare tracce e impronte indelebili su cui edificare una fortuna collettiva fondata sulla routine di una replica annuale. Invece era nella natura intrinseca di Poiesis lasciare in eredità soltanto polvere e vento perché il format nasce per sovrapporsi allo spirito cittadino senza compenetrarsi con esso proprio per renderlo replicabile a prescindere dalle città e dai luoghi. Ma si è preferito alimentare un’illusione piuttosto che fare i conti con la realtà. A consuntivo possiamo confessarlo serenamente: è stato inutile passare ore ad ascoltare, con sguardo rapito e colto, concerti di pianisti noiosi e solitari ai Giardini del Poio sperando che fossero il seme di una rinascita; è stato ridicolo sentirsi il centro del mondo per via di una notte di musica balcanica trascorsa col musicista pronto a farsi icona e mito; è stato inutile girare a vuoto sbalzati da Poio a Castelvecchio e da Castelvecchio a Poio per commentare mostre di artisti contemporanei capricciosi e incomprensibili. Tutto inutile e vano, come nel Qoelet biblico, anche perché Poiesis, così come l'abbiamo conosciuta, non si terrà più. Lo ha comunicato Francesca Merloni annunciando alla città il trapasso dolce, una morbida eutanasia giocata sulla finzione dell’effetto speciale: Poiesis cambia nome e format per vivere e sopravvivere in un momento di stasi e di crisi. Un annuncio pensato per dare miele alla delusione, per evitare un altro sfregio al già malconcio spirito cittadino, per animare la finzione amara di una proposta che muore ma risorge dalle sue ceneri più bella che pria. Francesca Merloni ha provato a raccontare il cambio di nome e di format come una necessità evolutiva, come una prassi di miglioramento necessaria per emozionare e sorprendere. Ma questo è l’ordine del discorso ufficiale perché il successo di Poiesis e la sua capacità attrattiva sono dipesi oltre che dalla qualità della proposta culturale – comunque discutibile e radical chic – anche dal fatto di connotarsi temporalmente come Festival, come rassegna iperconcentrata di eventi e di appuntamenti dislocati in uno spazio in cui era possibile passare da una manifestazione all'altra vivendo giornate di emozione individuale e collettiva. Spalmare gli eventi di Poiesis lungo una linea annuale significa trasformarlo in una sommatoria di appuntamenti che eserciteranno attrazione soltanto su un centinaio di concittadini e al netto di ogni richiamo turistico e sovracomunale. E il cambio di nome e di format fa pensare che Po-Etico (come si chiamerà il nuovo format tutto fabrianese) non sia altro che un modo per regalare alla città un sottoprodotto più modesto e limitato, conservando intatto il format e il nome originario, magari per operazioni di trasposizione altrove, dove gli sponsor sono più disponibili a foraggiare e dove è possibile costruire continuità, partecipazione e protagonismo in collaborazione con la comunità ospitante. Nel caso sarebbe stato sufficiente sostenerlo con chiarezza perché una città che sopporta stoicamente 3.800 disoccupati e cassintegrati è assolutamente capace di assorbire la diserzione di qualche artista coi lunghi capelli bianchi e il solito musicista con Marlboro e codino. Ma ripeto: bastava dirlo chiaramente invece di fare la solita pedagogia prudente che gli aristocratici amano così tanto e così intensamente riservare al popolo che li onora. 
    

28 commenti:

  1. precisazione...
    poiesis è stato largamente foraggiato con soldi pubblici...alla "famiglia" è andato solo l'onere di chiedere...e forse, manco quello.

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  2. Adesso però non facciamo tutti quanti gli antimerloniani.....non lo siamo stati per 50 anni e non è necessario esagerare adesso

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  3. Favriano è morta, mai visto un cadavere festeggiare.

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    1. Dipende da come, e se, ha vissuto.

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  4. stanno ancora parlando le panze....voglio un risveglio di cervelli gente!!!
    ciao poiesis non sentiremo mai la tua mancanza: arte e cultura non sono un UFO che atterra per qualche giorno e poi r.i.p.arte...

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  5. Se Poiesis l'avesse messo in piedi un organizzatore pinco pallino qualunque nessuno o pochissimi fabrianesi sarebbero andati agli eventi. Ma siccome c'era una Merloni. Credetemi, lo dico in tutta sincerità, mi ha fatto veramente tristezza tutta quella passione improvvisata quanto esagerata dei fabrianesi, passione quasi sempre esteriore, com'è tipico nel costume di questa città, non supportata da alcuna sensibilità o cultura artistica.

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  6. A me Poiesis piaceva...per alcuni giorni sembrava di vivere in un'altra città.

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  7. A me Poiesis piaceva...per alcuni giorni sembrava di vivere in un'altra città.

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    1. Mi sa tanto che tu ci vivi in un'altra citta'.

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  8. Semplice, la nostra Fabriano non serve più. E' servita per le prove generali! Usata e buttata. Ma la storiella la conosciamo già......... La cosa più triste? Se mai dovessero ripresentarsi altre occasioni i fabrianesi ci ricadranno ancora, e ancora, e ancora, e ancora........!

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    1. Siamo una comunità di persone che fingono di essere ciniche e smaliziate ma siamo sempre illusi e creduloni. Diamo sempre un'altra possibilità e questo può essere la nostra condanna e il nostro asso nella manica....chissà

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  9. Ai 3600 disoccupati, destinati purtroppo ad aumentare,sai cosa importa di Poiesis ? Un bel niente,anzi finalmente non vedranno piu' le sfilate di quattro poeti da strapazzo e gli svolazzanti vestitini della Merloni che balzella tra i giardini del Poio e Castelvecchio tutta sorridente e baldanzosa in barba ai sudditi ormai ridotti allo stremo. Anche lei forse come la Buldrini si meravigliera' di questi poveri,...........davvero non lo sapevo che ci fosse tanta povera gente !!!Ma andate a fanculo stronze !

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    1. questa si che è catarsi!!! quotissimo!!!

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    2. Insieme alla Merloni, c'erano di suddite con i vestini svolazzanti e sudditi fighettini che amngaivano pane e cicoria pur di spendere e spandere in quel del Poio e Castelvecchio.

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  10. Diciamo che non conoscono i problemi per difetto di conoscenza diretta......

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  11. quante esagerazioni!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    1. Allora tu grande saggio che non esageri illuminaci.

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    2. Ma quale esagerazioni,le aziende Fabrianesi hanno quasi tutte la cassa integrazione aperta da anni.I dipendenti della jp industries non la percepiscono da dicembre 2012.I negozi chiudono e di nuovi non se ne vedono.Su Fabriano e' scesa una cappa di povertà inenarrabile e parliamo di esagerazioni ? Ma cosa cazzo deve capitare ancora per rendersi davvero conto della situazione.Ci dovremmo forse ritrovare in piazza bassa tutti quanti in fila nudi con la ciotolina in mano aspettando che ci mettano il cibo per dire:oh cazzo ma allora siamo diventati davvero poveri-

      L.

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    3. Non ci farebbe male metterci in fila in piazza bassa....

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    4. Hanno aperto due gelatierie, per magnà e fasse vedè in giro per il corso i soldi ce sò sempre.

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  12. Sono in tanti a non conoscere i problemi,e' sicuramente per questo che Fabriano e l'italia tutta si trova in questa situazione economica. Ma possibile che nessuno si renda conto che i nostri politici non sono in grado di risolvere i problemi.Semplicemente , non e' che non vogliono, non lo sanno fare.

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    1. O forse è impossibile risolverli

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    2. Impossibile risolvere cosa?

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    3. A - è possibbile
      B - non è possibbile
      C - è impossibbile
      (cit.)

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    4. un problema ha SEMPRE una soluzione (cit)
      ______________
      G.R.

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  13. Ma cosa scrivi Gian Pietro Simonetti, i disoccupati a Fabriano sono più di 4000 e chi sarebbero gli aristocratici?
    Per favore non confondere i parvenu con chi di la nobiltà la ha da centinaia di anni.
    Rabbrividisco al solo pensiero, al solo pensiero!
    Non confondere la pirateria con l'aristocrazia!

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    1. faccio ammenda e chiedo venia! precisazione assolutamente fondata

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  14. Amen. Tuttavia esimi critici di ora (non parlo di giampi) dove eravate tutti quando denunciavamo questo fascismo pedagogico culturale sui giornali? La citta' ha anche ora quel che si meritano le sue professoresse
    Alex

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