25 aprile 2012

Le profezie del Coccetto di San Marino

Ogni gita ha il suo souvenir e il coccetto ricordo da riportare a casa. Mi ricordo che, tanti anni fa, andavano di moda certe statuette - di cani, di gatti, di rocche del Titano - che cambiavano colore a seconda del tempo. Blu col tempo buono e rosa con la bassa pressione o viceversa. Ho ricordato questa cosa ascoltando il discorso di Sorci, al monumento del Partigiano ai Giardini Pubblici, per la commemorazione del 25 aprile. Un intervento scritto, inframezzato da pause silenti per il cambio pagina, tutto concentrato sull'idea di collaborazione come virtù civica per uscire dalla crisi. Evidentemente Sorci, come il coccetto di San Marino, stava cambiando colore: da nuvoloso spinto all'azzurro primavera. Più che un caso un indizio, una profezia di "clima ", un input di metereologia politica inviato ai tanti candidati e candidatini presenti e improvvisamente rapiti da spirito resistenziale e partigiano. Un Sorci senza mimetica garibaldina, tutto grisaglia e buonsenso. Una novità assoluta per un uomo di sangue e arena come il Barbuto, tanto che da settimane ne annunciavo la discesa nei fondali, l'azione da sommergibile in cerca di tordi da silurare. Mentre scorrevano le sue parole, e tutti facevano bella ciao alla libertà ritrovata, ho percepito una drammatica conferma dell'inciucione che ci stanno preparando nelle cucine della Grande Coalizione, un inno alla gioia della Balena Urbamola, un appello a dire di sì al pugno di ferro in guanto di velluto dei poteri forti. Il richiamo all'unità d'intenti, alla collaborazione tra diversi, alle relazioni costruttive e bla bla e bla bla è la nuova frontiera del conformismo in cui pretendono di farci annegare, per meglio completare l'opera di cannibalismo della comunità fabrianese. E se vuoi fottere chi dissente aggiungi un posto a tavola, fallo sentire amato e riverito, assorbigli ogni disobbedienza, uccidi il vitello grasso e ricordagli che gli vuoi bene. In poche parole richiamalo al dovere della condivisione e dell'unità. La Sibilla Barbuta, anche detto il coccetto di San Marino, ha parlato. La strada migliore per chi si oppone a questo nuovo Termidoro è ascoltarlo, prendere nota e riflettere. E poi decidere di fare esattamente il contrario. Con spirito giacobino e senza straccetti in umido.
    

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