26 aprile 2012

Sonia Ruggeri e io: gentilezze e punti di vista

Caro Gian Pietro,
avendoti avuto come allievo, so benissimo che sei una persona intelligente e riesci molto bene a capire quando bisogna dire basta. E tu, come me, anche se in situazioni e modi diversi, hai detto basta.
Io non mi sono rinchiusa, né mi rinchiuderò a vita privata; anzi continuerò, secondo il mio stile, a lavorare per la città con più determinazione ed entusiasmo di prima. Per il momento sto cercando di portare a termine importanti progetti per i quali ho operato in questi anni; in futuro, poi, cercherò di fare squadra con donne e uomini che siano al di fuori di certe attuali logiche di partito, così lontane dai bisogni veri dei cittadini e che assolutamente non mi appartengono, né mai mi sono appartenute. E’ vero che la Politica, con la P maiuscola, è indispensabile, se si vuole governare bene un Paese o una città, ma quella dei nostri attuali partiti spesso non è vera Politica, è quasi sempre ricerca di consensi; per questo la Politica va rifondata; questa è la vera sfida del futuro ed è per vincere questa sfida che ora desidero lavorare, proprio perché voglio bene alla mia città e al mio Paese. Ti lancio una provocazione: “ perché non ti unisci a me e a tantissime altre persone, per dimostrare concretamente che è possibile tornare a fare Politica con la P maiuscola; per dimostrare concretamente che è possibile volare alto, fare squadra nel pianificare e condividere con i cittadini le scelte e i progetti?
Un caro saluto
Sonia Ruggeri

Gentilissima Professoressa Ruggeri,
uso il Lei perché resta la mia docente di letteratura italiana e perché sono un ragazzo all’antica e il tu rivolto alle signore con cui non si ha sufficiente confidenza mi sa sempre di cameratismo sciatto. Detto questo vorrei ringraziarla di cuore per le buone parole che ha usato nei miei confronti, per la stima – totalmente ricambiata - che da esse traspare e per la provocazione che mi lancia. Diversamente da lei sono un uomo di partito a ventiquattro carati, un semplice militante della Lega Nord che non vede e non desidera altro approdo. Men che meno azioni trasversali o anche solo vagamente civiche. Le mie dimissioni da segretario cittadino del partito non sono state un grido di dolore contro la cattiva politica ma soltanto un’assunzione di responsabilità integrale rispetto a quanto accaduto con la vicenda della lista per le comunali. E questo è un fatto che resta scolpito nella mia vita politica e personale e che, per il momento, non ammette ripensamenti, deroghe o deviazioni. Ovviamente guardo con simpatia tutto quel che si muove in città e ogni soggetto che mette al centro del proprio agire quel principio della speranza, che un visionario marxista come Ernst Bloch individuava come elemento distintivo nella vita dell’animale uomo. Non tanto per me, misantropo impenitente, quanto per i miei figli che, come piccoli navigatori, rappresentano la mia bussola e la mia lente d’ingrandimento quotidiane. Purtroppo, cara Sonia, la politica, come tutte le cose umane, non consente l’uso delle maiuscole perché siamo soltanto rami storti e tali dobbiamo restare se non vogliamo attentare all’ordine naturale delle cose. Lei ha ricoperto un ruolo di responsabilità politica e amministrativa ed è giusto e importante che a esso dia la giusta continuità. Io sono solo un cadetto di Guascogna che si diverte a sparare qualche freccia virtuale da una finestra aperta sul futuro. E, per ora, questo è il mio unico impegno possibile e immaginabile. Anche se molti, disabituati alla libertà e all’ironia, già mi vedono in mare aperto a cercare qualche nuova isola da colonizzare, dimenticando che faccio parte della “razza di chi rimane a terra”.
Mille grazie
Gian Pietro Simonetti
    

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