22 agosto 2013

Di nuovo Indesit, ma ancora tra polveroni e fumi senza arrosto

In attesa che le maestranze rimettano piede negli stabilimenti in bilico tra continuità e dismissione, la fabbrica delle illusioni ha ripreso a macinare a pieno regime sogni e chimere. Ha aperto le danze il Resto del Carlino che ieri ha architettato un'operazione da disinformazione sovietica, pubblicando un articolo in cui, col supporto di una fonte ovviamente anonima e vicina alla proprietà Indesit - ovvero alla famiglia Merloni, che ci si guarda ancora bene dal nominare - si sparge miele piuttosto che sale sulla ferita sociale prodotta dal Piano di Salvaguardia adottato dalla multinazionale fabrianese del bianco. Il cuore della confidenza anonima ruota attorno a due concetti che vibrano nel timpano dei lavoratori e della comunità con la seduzione sirenica ed annegante che sobillò la resistenza dell'Odisseo avviluppato alla pertica: nessun licenziamento e nessuna vendita ad altri player internazionali del settore. Ed oggi, con evidenti finalità di rafforzamento dell'annuncio, lo stesso quotidiano riporta alcune dichiarazioni del primo cittadino, che parla esplicitamente di "messaggi che arrivano dalla proprietà", e un'intervista al segretario dei metalmeccanici della Uil Gentilucci, quasi tirato per la giacca dall'intervistatore fabrianese nel tentativo, stiracchiato e tendenzioso, di strappare un'ammissione di stupore circa la "clamorosa" dritta incartata dal giornale a supporto ideologico di un rientro pacifico e ordinato dei lavoratori. Tecnicamente si tratta di un classico polverone mediatico. Innanzitutto perchè l'anonimato delle fonti è oggettivamente sospetto, oltre che insostenibile, quando in ballo ci sono 1.425 lavoratori e non la semplice e gustosa coloritura di un retroscena politico. E poi perchè, così facendo, il giornale si è fatto portavoce artigiano di una linea di retromarcia aziendale che, nel caso fosse confermata, avrebbe dovuto seguire altre strade e trovare conferma in tutt'altre sedi. Ma siccome Sagramola parla esplicitamente di "messaggi che arrivano dalla proprietà" - e trattasi di persona che si deve ritenere quanto meno informata sui fatti - ci sono ragioni deduttive per ritenere l'articolo comunque ispirato da ambienti di vertice dell'azienda. Occorre quindi indagare nel merito per giungere a qualche sensata considerazione. E la sensazione è che non ci sia nulla di nuovo se non l'intenzione di pestare l'acqua nel mortaio per logorare il fronte dei lavoratori, confondendo posizioni e chiavi di lettura: innanzitutto perchè in nessuna occasione il management della Indesit ha fatto cenno all'ipotesi di licenziamenti di massa, ribadendo invece l'obiettivo di un ricorso contrattato agli ammortizzatori sociali lunghi, per un numero di esuberi rispetto a cui non si è mai profilata la possibilità di una contrazione o di una revisione al ribasso; in seconda istanza perchè il Piano Indesit è incentrato su strategie di recupero di redditività e competitività che possono risultare più o meno propedeutiche rispetto a una ipotesi di cessione del pacchetto azionario di controllo da parte della famiglia Merloni. L'ipotesi della vendita ad altri player internazionali - che alcuni danno per certa e altri riconducono al campo scivoloso delle congetture - rientra infatti in una procedura assai più complessa che non contempla annunci a mezzo stampa locae ma trattative riservate, valutazioni d'azienda, accordi preventivi e quindi passaggi formali regolati da una normativa che, a garanzia del mercato e degli investitori, non può essere aggirata in caso di scalata di aziende quotate in Borsa. Alla luce di queste considerazioni si può tranquillamente sostenere che siamo di fronte a fumo senza arrosto, perchè l'annuncio del vecchio spacciato per nuovo non sposta di un solo centimetro la linea contrattuale stabilizzatasi a metà luglio. Ma anche il fumo - specie in situazioni complicate come questa - ha il suo perchè. E l'impressione è che l'effetto annuncio sia finalizzato a fiaccare un'unità sindacale già minata da alcune divisioni emerse a ridosso delle ferie di agosto. Il tutto per facilitare la digestione di un Piano che non contempla margini dedicati a modifiche sostanziali: ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali, chiusura dello stabilimento di Melano e narrazione collaterale di un possibile mantenimento della proprietà ai Merloni come illusione mediatica e vaselina comunitaria. E riflettendo su questi temi viene davvero da pensare che avesse ragione quel pensatore antico nel sostenere che nei teatri di guerra la prima a morire è sempre la verità.
    

9 commenti:

  1. Poi arriveranno i cinesi gli iraniani e gli indiani.

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    1. I cinque stelle invece no, stanno ancora in vacanza, non vanno nemmeno alla Camera a votare.

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    2. Ecco una vittima dell'informazione targata PD PD-L...dimmi una cosa...che si sarebbe votato il 20 in aula?

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    3. Nulla, e non aveva senso andare. L'anonimo di prima non si informa. Ma anche tu non seminare terrore !

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    4. M5S in ferie come tutti gli altri con i soldi pubblici. Uguali agli altri.

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  2. Sono molto d'accordo con questo articolo tanto che tirato per la giacchetta ho detto con molta determinazione a Dimarco, come le indiscrezioni riportate, sarebbe stato meglio che la proprietà o chi per lei, le avesse fatte invece che ad un giornale, a qualche rappresentante dei lavoratori. Non essendo ciò stato fatto, anche io ho pensato ad uno strano gioco atto ad un imbonimento dei lavoratori per il rientro dalle ferie. Pensate che ci siamo talmente imboniti, che domani mattina Uilm e Fiom alle ore 5 insieme ai lavoratori, saranno avanti lo stabilimento di Albacina per bloccare i 2 turni richiesti dall'azienda ai lavoratori dello stampaggio, per recuperare semilavorati destinati a non si sa chi. Non scherziamo, non so come andrà a finire perché più volte anche il vostro blog ha messo in evidenza le difficoltà di questa trattativa, per duemila problemi ben centrati in altri articoli del vostro blog, ma almeno non molliamo la presa fino a che realmente non ci siano aperture siggnificative che ad oggi non intravedo e sarò un sindacalista di campagna, ma non è certo un articolo del giornale che mi può rassicurare e farmi abbassare la guardia. Ringrazio il blog per l'ospitalità. Gentilucci Vincenzo.

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  3. Caro Vincenzo sono io a ringraziare te per l'attenzione e per il tuo impegno di questi due mesi davvero difficili. I sindacalisti di campagna mi piacciono anche perchè non abbassano la guardia ma purtroppo il pluralismo sindacale se da un lato è una garanzia di rappresentanza dall'altro è facile preda di manovre divisorie. Per quel che mi riguarda cercherò di seguire con il massimo scrupolo possibile l'intera vicenda. In bocca a lupo a te, ai lavoratori della indesit e a tutti noi fabrianesi

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  4. Il Resto Del Carlino grazie a A.Di M. è progressivamente diventato il Bugiardone 2.0 o meglio il Bugiardone del Padrone.

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  5. Grazie per l'imbocca al lupo. Crepi.

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