Quella che trovate di seguito è l'intervista che Fabrizio Bassotti, segretario provinciale della Fiom CGIL, ha rilasciato a questo blog nel corso del fine settimana. Una intervista che, in qualche modo, apre le danze in vista del tavolo ministeriale di questa settimana e segna anche qualche interessante distinguo rispetto all'odore di accordo che si comincia a respirare a seguito di alcune recenti uscite del Presidente di Indesit Company Milani.
Il comunicato della
Indesit sul taglio degli esuberi in Campania in cambio della firma sindacale ha
dato l’impressione che Milani abbia deciso di scuotere l’albero perché i frutti
sono maturi. Possiamo dire che c’è odore di accordo?
Penso che con quel
comunicato Milani voglia mettere ulteriormente una parte dei lavoratori contro
altri lavoratori, un territorio contro l'altro, per indebolire il fronte
sindacale e cercare di far emergere le prime crepe. Non so se Milani senta
odore di accordo, ma secondo me ha dato un segno di debolezza, perché ho la
sensazione che il tempo non giochi a suo favore.
Si parla
insistentemente della possibilità di un accordo separato modello Fiat, ossia
con il sì di Fim e Uilm e la Fiom fuori dai giochi. Verità o illazioni?
Penso sia difficile
capire se ci sarà e chi firmerà un accordo di quel genere perché le variabili
in questa vertenza sono tante e articolate e le specificità dei territori
coinvolti non permettono di fare previsioni.
Si ha l’impressione che
la Indesit punti a salvare gli stabilimenti di Caserta presentando il conto a
Fabriano. E’ una scelta industriale o il conto del gatto selvaggio?
Salvare? Io direi dare
ossigeno a tempo determinato e breve all'area sud. Per diverse ragioni, a partire
dal fatto che nel Mezzogiorno ci sono molte più possibilità di finanziamenti
pubblici a sostegno dell’occupazione. Ma c’è da dire che lo spostamento
dell'assemblaggio - solo dell'assemblaggio - dei piani di cottura da Melano a
Caserta è stato annunciato prima del gatto selvaggio. Per quel che mi
riguarda non la chiamerei neanche scelta industriale ma, più opportunamente,
specchietto per le allodole. Una specie di gioco delle tre carte, perchè il
piano di cottura viene stampato, tagliato e smaltato ad Albacina e l'indotto è
localizzato a Fabriano. Spostare l'assemblaggio, che a Melano occupa più di 200
persone, a Caserta,comporta un forte aggravio del costo del prodotto finito e quindi si tratta
di una scelta e di una logica antindustriale, irrazionale e antieconomica. Sicuramente
tra un po' di tempo il management ripenserebbe anche Caserta affermando che
quelle produzioni non sono più sostenibili. Con questo otterrebbero una doppia
delocalizzazione di due intere gamme di prodotto in due step: oggi la lavatrice
con carica dall'alto in Turchia e tra uno o due anni i piani cottura in
Polonia.
La Piattaforma di
Ricerca, su cui tanto ha investito la Regione, è di colpo sparita di scena.
Poteva avere un ruolo o è servita soltanto per dare alla Indesit uno spazio
aggiuntivo di manovra?
La
piattaforma fisica di ricerca e sviluppo della Regione potrebbe essere
sicuramente positiva in un'ottica di prospettiva a lungo termine perché
coinvolge le prospettive e il futuro degli elettrodomestici in Italia. E’ un
progetto per tutto il settore degli apparecchi domestici, che però non si
intreccia e non assorbe nessuno degli esuberi dichiarati da Indesit. Anzi ha
dato l'opportunità ad Indesit e al Presidente Spacca di dichiarare che Melano
non chiude, ma a Melano ci lavorano 300 operai e 50 impiegati e non certo una
sessantina di ingegneri e studenti, come si evince dal progetto Piattaforma.
Cosa faranno, secondo
te, la Regione Marche e il sindacato di fronte a un accordo che dovesse
penalizzare Fabriano a favore di Caserta?
Questo piano penalizza
tutti e non dà garanzie a nessuno. Può apparire paradossale ma usano la
chiusura di Melano, come ho detto prima, per dare un contentino a tempo
determinato a Caserta. In questo contesto è assurdo che la Regione non abbia
preso posizione in merito e questo silenzio indebolisce i lavoratori nel
confronto sia con l’azienda che col Ministero. Per quel che mi riguarda non è
condivisibile un accordo di questo genere semplicemente perché non dà
prospettive e decreterebbe, definitivamente, la fine della produzione degli
elettrodomestici in Italia, con tutte le conseguenze del caso......
Se si dovesse
andare ad un accordo separato tra Indesit e Fim e Uilm i lavoratori di Albacina
e Melano, secondo te, diranno di sì o bocceranno l’accordo?
Non mi interessa la
questione “accordo separato si accordo separato no”. Mi appassiona il merito
degli accordi e, ad oggi, le posizioni dei lavoratori sono chiare, sanno che
non hanno altre alternative a questo posto di lavoro e sanno perfettamente
quali ricadute avrebbe quel piano sulla loro vita e sul loro lavoro. Aggiungo
che di fronte ai ricatti – come quello che emerge dall’ultimo comunicato
Indesit - i lavoratori si impauriscono o si arrabbiano sul serio,quindi è
difficile davvero fare una previsione.
All’inizio della
vertenza eravate riusciti a coinvolgere gli impiegati e la città. Poi il black
out. Cosa è successo su questo doppio versante?
Hai
mai visto una vertenza così lunga sul territorio? Ci sono state due
mobilitazioni, condivise giustamente con i lavoratori a cui non ha aderito il
sindacato di maggioranza, e questo è stato deleterio. A riprendersi gli impiegati
ci ha pensato l'azienda: gli è bastato dichiarare che i 150 impiegati in
esubero su 1000 verranno tutti riassorbiti.
Perché il sindacato non
ha mai presentato un piano alternativo? Per deficit di conoscenze, per divisione interna tra le
sigle o perché qualcuno pensava che alla fine gli ammortizzatori sociali
salvavano capra e cavoli facendo contenti tutti?
I piani industriali li
devono presentare le aziende. Sicuramente noi non abbiamo accesso a tutti i
dati aziendali - costi, flussi, prezzi delle materie prime, mercati etc - però
abbiamo competenze ed esperienza perché seguiamo direttamente gli altri colossi
del settore che operano in Italia.
Quali sono stati
secondo te i punti deboli del sindacato in questa vertenza e cosa non
rifaresti?
Il punto debole più
rilevante è scontare quindi anni di mancata politica industriale, e il non
trovare le istituzioni regionali e nazionali dalla propria parte. Una politica
che per propria incapacità progettuale avvalla scelte come quella della Indesit
e scarica tutto sull'anello più debole a scapito del futuro del Paese.
Onestamente rifarei tutto, anzi cercherei di fare ancora di più. Fino a due anni
fa, prima di essere distaccato in legge 300 per lavorare nel sindacato, ero ad
Albacina. Ed è facile capire perché questa, per me, sia assai di più di una
normale vertenza. E poi voglio dire un’ultima cosa: noi ora stiamo parlando al
passato, ma per quel che mi riguarda, la questione dopo il ricatto Indesit non
è assolutamente chiusa.
Insomma la FIOM non firma
RispondiEliminali vojo vendè cert sindaclisti de fabbriano che se vendono a caserta....li voglio guardà da le palle dell'occhi
RispondiEliminaIo credo che ci sia poco da firmare, se le condizioni sono quelle lette oggi sul quotidiano Campano corriere del mezzogiorno, dove si parla solo di Caserta. Facciamo il punto:
RispondiEliminaCASERTA - CALDORO DICE DI AVER OTTENUTO AFFIDAMENTI
1) tutti i piani vanno a Caserta, anche quelli destinati in Polonia
2) comunque le lavatrici partono per la Polonia
3) teverola chiude
4) si salvano 100 operai, quindi 540 - 100 = 440 esuberi
5) di 440 se ne riassorbiranno 369 entro il 2019 rimanendone 71
QUINDI NEL 2019 CARINARO NON RIASSORBIRA' 71 OPERAI
FABRIANO:
1) si spostano i piani a Carinaro
2) melano non chiude
3) si lasciano blocchi cucine e forni speciali e arrivano forni POL
4) si salvano +/- 100 operai, 480 - 100 = 380 esuberi
5) ??????????????????????????
NON VI PARE MANCHI QUALCOSA?
Dopo l'articolo prima mensionato, sono molto curioso per l'incontro di domani.
Cosa ne pensi Gian Piero?
Grazie sempre per l'ospitalità.
V. G.
mio dio dove andremo a finire senza la "base" (intesa come base dei consumatori) Fabriano tira il freno a mano, tutti parcheggiati, che inverno terribile ci attende
RispondiEliminaE in comune pensano a chi deve organizzare il capodanno,forse per i pochi lecca lecca della giunta? Ma che andassero.........
RispondiEliminaIl comune non esiste,ma chi li ha eletti ???????????????
Elimina6962 fabrianesi che forse ora sono quelli che si lamentano di più
EliminaLa politica dovrebbe agire sul livello macroeconomico. Sulle crisi aziendali nulla può, quindi non è che possiamo prendercela col Comune per il Piano Indesit. E va anche detto che il consenso alla monocultura industriale è sempre stato larghissimo e trasversale. Credo che in qualche modo tutti quanti abbiamo fornito consenso a quel sistema economico. Ho pensato tante volte a un nome, a una persona o a un gruppo che abbiano combattuto davvero contro i rischi di quel sistema riuscendo ad aggregare su altre ipotesi. Non me ne è venuto in mente uno che sia uno.
EliminaSE RIPENSO A QUELLO CHE DISSE AI QUATTRO VENTI ( UN GIORNO SUL GIORNALE E L'ALTRO PURE) BASSOTTI IN OCCASIONE DELLE VICENDE CB, BEST... E QUELLO CHE POI E' SUCCESSO DOPO MI VIENE DA TAGLIARMI LE VENE... SPERIAMO CHE LE CASSANDRE DI BASSOTTI SIANO SMENTITE DAL DESTINO FATUO...
RispondiEliminaFortuna che ce stanno gli altri due sindacati pecore, eh !!!
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