20 ottobre 2013

Bassotti (Fiom): caro Milani le aperture condite di ricatti sono solo specchietti per le allodole!


Quella che trovate di seguito è l'intervista che Fabrizio Bassotti, segretario provinciale della Fiom CGIL, ha rilasciato a questo blog nel corso del fine settimana. Una intervista che, in qualche modo, apre le danze in vista del tavolo ministeriale di questa settimana e segna anche qualche interessante distinguo rispetto all'odore di accordo che si comincia a respirare a seguito di alcune recenti uscite del Presidente di Indesit Company Milani.

Il comunicato della Indesit sul taglio degli esuberi in Campania in cambio della firma sindacale ha dato l’impressione che Milani abbia deciso di scuotere l’albero perché i frutti sono maturi. Possiamo dire che c’è odore di accordo?
Penso che con quel comunicato Milani voglia mettere ulteriormente una parte dei lavoratori contro altri lavoratori, un territorio contro l'altro, per indebolire il fronte sindacale e cercare di far emergere le prime crepe. Non so se Milani senta odore di accordo, ma secondo me ha dato un segno di debolezza, perché ho la sensazione che il tempo non giochi a suo favore.

Si parla insistentemente della possibilità di un accordo separato modello Fiat, ossia con il sì di Fim e Uilm e la Fiom fuori dai giochi. Verità o illazioni?
Penso sia difficile capire se ci sarà e chi firmerà un accordo di quel genere perché le variabili in questa vertenza sono tante e articolate e le specificità dei territori coinvolti non permettono di fare previsioni.

Si ha l’impressione che la Indesit punti a salvare gli stabilimenti di Caserta presentando il conto a Fabriano. E’ una scelta industriale o il conto del gatto selvaggio?
Salvare? Io direi dare ossigeno a tempo determinato e breve all'area sud. Per diverse ragioni, a partire dal fatto che nel Mezzogiorno ci sono molte più possibilità di finanziamenti pubblici a sostegno dell’occupazione. Ma c’è da dire che lo spostamento dell'assemblaggio - solo dell'assemblaggio - dei piani di cottura da Melano a Caserta è stato annunciato prima del gatto selvaggio. Per quel che mi riguarda non la chiamerei neanche scelta industriale ma, più opportunamente, specchietto per le allodole. Una specie di gioco delle tre carte, perchè il piano di cottura viene stampato, tagliato e smaltato ad Albacina e l'indotto è localizzato a Fabriano. Spostare l'assemblaggio, che a Melano occupa più di 200 persone, a Caserta,comporta un forte aggravio del  costo del prodotto finito e quindi si tratta di una scelta e di una logica antindustriale, irrazionale e antieconomica. Sicuramente tra un po' di tempo il management ripenserebbe anche Caserta affermando che quelle produzioni non sono più sostenibili. Con questo otterrebbero una doppia delocalizzazione di due intere gamme di prodotto in due step: oggi la lavatrice con carica dall'alto in Turchia e tra uno o due anni i piani cottura in Polonia.

La Piattaforma di Ricerca, su cui tanto ha investito la Regione, è di colpo sparita di scena. Poteva avere un ruolo o è servita soltanto per dare alla Indesit uno spazio aggiuntivo di manovra?
La piattaforma fisica di ricerca e sviluppo della Regione potrebbe essere sicuramente positiva in un'ottica di prospettiva a lungo termine perché coinvolge le prospettive e il futuro degli elettrodomestici in Italia. E’ un progetto per tutto il settore degli apparecchi domestici, che però non si intreccia e non assorbe nessuno degli esuberi dichiarati da Indesit. Anzi ha dato l'opportunità ad Indesit e al Presidente Spacca di dichiarare che Melano non chiude, ma a Melano ci lavorano 300 operai e 50 impiegati e non certo una sessantina di ingegneri e studenti, come si evince dal progetto Piattaforma.

Cosa faranno, secondo te,  la Regione Marche e il sindacato di fronte a un accordo che dovesse penalizzare Fabriano a favore di Caserta?
Questo piano penalizza tutti e non dà garanzie a nessuno. Può apparire paradossale ma usano la chiusura di Melano, come ho detto prima, per dare un contentino a tempo determinato a Caserta. In questo contesto è assurdo che la Regione non abbia preso posizione in merito e questo silenzio indebolisce i lavoratori nel confronto sia con l’azienda che col Ministero. Per quel che mi riguarda non è condivisibile un accordo di questo genere semplicemente perché non dà prospettive e decreterebbe, definitivamente, la fine della produzione degli elettrodomestici in Italia, con tutte le conseguenze del caso......

Se si dovesse andare ad un accordo separato tra Indesit e Fim e Uilm i lavoratori di Albacina e Melano, secondo te, diranno di sì o bocceranno l’accordo?
Non mi interessa la questione “accordo separato si accordo separato no”. Mi appassiona il merito degli accordi e, ad oggi, le posizioni dei lavoratori sono chiare, sanno che non hanno altre alternative a questo posto di lavoro e sanno perfettamente quali ricadute avrebbe quel piano sulla loro vita e sul loro lavoro. Aggiungo che di fronte ai ricatti – come quello che emerge dall’ultimo comunicato Indesit - i lavoratori si impauriscono o si arrabbiano sul serio,quindi è difficile davvero fare una previsione.

All’inizio della vertenza eravate riusciti a coinvolgere gli impiegati e la città. Poi il black out. Cosa è successo su questo doppio versante?
Hai mai visto una vertenza così lunga sul territorio? Ci sono state due mobilitazioni, condivise giustamente con i lavoratori a cui non ha aderito il sindacato di maggioranza, e questo è stato deleterio. A riprendersi gli impiegati ci ha pensato l'azienda: gli è bastato dichiarare che i 150 impiegati in esubero su 1000 verranno tutti riassorbiti.

Perché il sindacato non ha mai presentato un piano alternativo? Per deficit  di conoscenze, per divisione interna tra le sigle o perché qualcuno pensava che alla fine gli ammortizzatori sociali salvavano capra e cavoli facendo contenti tutti?
I piani industriali li devono presentare le aziende. Sicuramente noi non abbiamo accesso a tutti i dati aziendali - costi, flussi, prezzi delle materie prime, mercati etc - però abbiamo competenze ed esperienza perché seguiamo direttamente gli altri colossi del settore che operano in Italia.

Quali sono stati secondo te i punti deboli del sindacato in questa vertenza e cosa non rifaresti?
Il punto debole più rilevante è scontare quindi anni di mancata politica industriale, e il non trovare le istituzioni regionali e nazionali dalla propria parte. Una politica che per propria incapacità progettuale avvalla scelte come quella della Indesit e scarica tutto sull'anello più debole a scapito del futuro del Paese. Onestamente rifarei tutto, anzi cercherei di fare ancora di più. Fino a due anni fa, prima di essere distaccato in legge 300 per lavorare nel sindacato, ero ad Albacina. Ed è facile capire perché questa, per me, sia assai di più di una normale vertenza. E poi voglio dire un’ultima cosa: noi ora stiamo parlando al passato, ma per quel che mi riguarda, la questione dopo il ricatto Indesit non è assolutamente chiusa.
    

10 commenti:

  1. Insomma la FIOM non firma

    RispondiElimina
  2. li vojo vendè cert sindaclisti de fabbriano che se vendono a caserta....li voglio guardà da le palle dell'occhi

    RispondiElimina
  3. Io credo che ci sia poco da firmare, se le condizioni sono quelle lette oggi sul quotidiano Campano corriere del mezzogiorno, dove si parla solo di Caserta. Facciamo il punto:

    CASERTA - CALDORO DICE DI AVER OTTENUTO AFFIDAMENTI
    1) tutti i piani vanno a Caserta, anche quelli destinati in Polonia
    2) comunque le lavatrici partono per la Polonia
    3) teverola chiude
    4) si salvano 100 operai, quindi 540 - 100 = 440 esuberi
    5) di 440 se ne riassorbiranno 369 entro il 2019 rimanendone 71

    QUINDI NEL 2019 CARINARO NON RIASSORBIRA' 71 OPERAI

    FABRIANO:
    1) si spostano i piani a Carinaro
    2) melano non chiude
    3) si lasciano blocchi cucine e forni speciali e arrivano forni POL
    4) si salvano +/- 100 operai, 480 - 100 = 380 esuberi
    5) ??????????????????????????

    NON VI PARE MANCHI QUALCOSA?

    Dopo l'articolo prima mensionato, sono molto curioso per l'incontro di domani.
    Cosa ne pensi Gian Piero?
    Grazie sempre per l'ospitalità.
    V. G.

    RispondiElimina
  4. mio dio dove andremo a finire senza la "base" (intesa come base dei consumatori) Fabriano tira il freno a mano, tutti parcheggiati, che inverno terribile ci attende

    RispondiElimina
  5. E in comune pensano a chi deve organizzare il capodanno,forse per i pochi lecca lecca della giunta? Ma che andassero.........

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il comune non esiste,ma chi li ha eletti ???????????????

      Elimina
    2. 6962 fabrianesi che forse ora sono quelli che si lamentano di più

      Elimina
    3. La politica dovrebbe agire sul livello macroeconomico. Sulle crisi aziendali nulla può, quindi non è che possiamo prendercela col Comune per il Piano Indesit. E va anche detto che il consenso alla monocultura industriale è sempre stato larghissimo e trasversale. Credo che in qualche modo tutti quanti abbiamo fornito consenso a quel sistema economico. Ho pensato tante volte a un nome, a una persona o a un gruppo che abbiano combattuto davvero contro i rischi di quel sistema riuscendo ad aggregare su altre ipotesi. Non me ne è venuto in mente uno che sia uno.

      Elimina
  6. SE RIPENSO A QUELLO CHE DISSE AI QUATTRO VENTI ( UN GIORNO SUL GIORNALE E L'ALTRO PURE) BASSOTTI IN OCCASIONE DELLE VICENDE CB, BEST... E QUELLO CHE POI E' SUCCESSO DOPO MI VIENE DA TAGLIARMI LE VENE... SPERIAMO CHE LE CASSANDRE DI BASSOTTI SIANO SMENTITE DAL DESTINO FATUO...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fortuna che ce stanno gli altri due sindacati pecore, eh !!!

      Elimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone