Oggi mi pare giusto meditare sul
Tema di Lara. E non parliamo del capolavoro di Pasternak e di quel Dottor
Zivago che ha portato generazioni di lettori e di cinefili nelle steppe
innevate della Madre Russia. Il tema di Lara è tipicamente fabrianese e
riguarda il più noto dei ristoranti cittadini che pare abbia chiuso i battenti.
E’ un altro mattone nel muro della crisi, l’ennesimo sfaldamento di una comunità che crolla su stessa anche
attraverso la parabola declinante dei suoi simboli. La pizza di Lara e lo
scoglio di Lara non sono stati, per lunghi anni, soltanto una mitologia
gastronomica alimentata da una comunità abitudinaria e poco avvezza alla
sperimentazione, ma una certezza relazionale, un elemento dell’arredo mentale
dei fabrianesi che ha resistito al trascorrere del tempo e ai cambiamenti del
gusto. Da questo punto di vista mi ha sempre colpito quell’insegna esterna mai rinnovata
e quasi ridotta memoria in bilico di una continuità che non aveva bisogno di
ritocchi visivi e di restauri formali. L’identità di una città si compone di
tanti elementi e la sua anima più profonda si alimenta di suggestioni
molteplici e varie. La chiusura di un ristorante, a volte, è capace di toccare
corde emotive che vanno al di là del ciclo di vita di un pubblico esercizio. C’è
un “sentimento del tempo” nelle cose che finiscono che è capace di narrare la
crisi meglio di mille ricerche e report analitici. Fabriano è una città che ha
sempre convissuto con sospetto con l’idea del fuori casa ma la pizza di Lara era la proposta che rendeva
praticabile e conciliabile l’idea della condivisione esterna con la visione radicalmente
casalinga dei fabrianesi. Non è quindi interessante sapere perché questa storia
finisca e quale contesto abbia determinato il cortocircuito che ha spinto i
proprietari ad adottare tale decisione. Così come non cambia la scena l’eventuale
riapertura in nuovi locali e sotto nuove insegne. L’unica certezza è che si è
interrotta un’emozione condivisa e si è infranto un simbolo della migliore
socialità locale. Cose che prescindono dal gioco commerciale delle chiusure e
delle riaperture. Il dato davvero sconvolgente è come ogni chiusura e ogni
evento negativo che coinvolge ciò che resta del nostro tessuto economico, tenda
a replicare assuefazione, a generare e diffondere una propensione digerente
dove tutto viene consumato e metabolizzato senza lasciare traccia e senza animare
una reazione di orgoglio o soltanto di scazzo. Fabriano perde pezzi e la cosa è
considerata e ritenuta normale, come in una tombola rovesciata dove ognuno
spera di non essere il prossimo numero estratto dal sacchetto e annunciato dal
banco. Ed è facile immaginare che la doglianza prevalente, rispetto al Tema di
Lara, sarà legata alla perdita delle pizze, degli scogli e dei frittini,
dimenticando che non è questo il punto vero ma l’inarrestabile dissipazione di
simboli che sta trasformando questa città in un luogo ameno senza storia e
senza memoria.
9 gennaio 2014
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Complimenti. Veramente un bel pezzo.
RispondiEliminaun luogo ameno senza storia e senza memori, pieno di gente rassegnata che voti a comando. Così l'hanno concepita la nostra città le ultime giunte.
RispondiEliminai peccati di omissione sono sempre i più gravi
RispondiEliminaProprio vero, io sono un terribile nostalgico. Pensa mi manca ancora lo chalet di Walter Coccia.
RispondiEliminaM.llo Badoglio
Ci vorrebbero analisi economiche serie: il totale dei soldi a disposizione dei cittadini da spendere in cene e aperitivi sono in diminuzione. Questo porta alla scomparsa dei simboli della fabrianesità. La domanda a cui dovremmo saper rispondere è: fino a quando dovremo contrarre gli spazi della nostra città affinchè siano commisurati alle nostre nuove possibilità economiche? Di cosa dovremo privarci ancora? Di quanto dovranno scendere i prezzi degli affitti dei locali commerciali affinchè qualcuno si assuma il rischio di investire in nuove attività? Il centro ormai è svuotato, la gente non esce più, i locali si deprezzano, i proprietari dei locali aumentano gli affitti. C'è qualcosa di malato nelle coscienze fabrianesi.
RispondiElimina"Ci vorrebbero analisi economiche serie"
EliminaSi potrebbe anche semplicemente prendere esempio da come altri hanno superato con successo crisi simili.
i proprietari dei locali aumentano gli affitti? Alcuni non hanno bisogno di guadagnare, hanno già introitato abbastanza, o sono ricchi da generazioni ma le varie Imu li ridurrà a più miti consigli, vedrai...sono come quelli che sostengono che le case valgono a fabriano ancora 3mila euro/mq...illusi
EliminaNon vorrei fare l'avvocato delle cause perse, ma per esempio il Comune, seguendo l'orma di quello che è stato fatto per il residenziale, potrebbe lanciare i canoni concordati per i commerciali. Rinunciando a parte della tassazione in cambio di uno stimolo al settore imprenditoriale. Le case sicuramente non valgono + 3mila al metro. ma nel lungo periodo troppo sotto i costi di costruzione non si può andare...
EliminaIo penso che il Comune i canoni di locazione dei locali commerciali di sua proprietà li abbia già abbassati, e non di poco, almeno a leggere quanto pubblicato sull'albo pretorio.
Eliminainfatti sembra che tutto sia ragionato per scappare da fabriano.per esempio l'acquisto di una casa.da qualche anno che giro per comprare e non si trova nulla.i prezzi all'agenzia delle entrate sono di 1300euro al mq edificio nuovo.invece basta guardare in giro e accorgersi che chi vende pretende di vendere a 3000euro al mq.stessa casa a fabriano 160.000.stessa casa in un comune vicino (sasso oppure cerreto)60.000euro.incredibile (lo stesso vale per gli affitti)come non accorgersi del tempo che si vive????paradossale davvero
EliminaIn un momento come questo a Fabriano, anche se l'affitto fosse gratis o il locale fosse di proprietà è impossibile avviare o proseguire qualsiasi attività!
RispondiEliminaLa gente spende poco-niente e lo stato impone una tassazione iniqua a cui non si può reistere. I lavoratori dipendenti non si rendono conto degli adempimenti burocratici e alla tassazione che ormai ha raggiunto il 70%!!
tutte queste chiusure sono normali!!! o lo stato cambia o moriamo
E' tutto scritto e pianificato .Leggetevi il club Bilderberg e capirete tutto.Dipende solo da quello che hanno deciso o decideranno per noi i padroni del mondo.Non possiamo farci niente.Lo so e' sconfortante ma e' cosi'.
RispondiEliminaL.M.
Ce ne faremo una ragione.
EliminaTranquilli nuovo locale a febbraio si riapre
RispondiEliminaquando si comincia a chiudere e riaprire vuol dire che qualcosa scricchiola di brutto
RispondiEliminamacche' ....niente di brutto....anzi si specula un po' sulle mobilita' ,casse integrazioni.ormai fanno tutte cosi le imprese private:chiudono,licenziano e poi riassumono con le agevolazioni statali.insomma paga sempre l'inps alla fine (e l'imprenditore si limita a incassare)
Eliminapura fantasia, le piccole aziende fabrianesi ed in particolare il piccolo commercio è in grande crisi.
EliminaMi sembra anche la grande distribuzione visto che dall'inizio dell'anno non c'è più nemmeno il supermercato davanti al Palas, e l'anno passato ha chiuso addirittura il Dico.
Elimina.. Oppure si vuole investire migliorando il locale .. È un augurio!!
RispondiEliminama allora, lara chiude o no?
Eliminatorneremo a prendere la pizza come al solito...o un kebab
Il problema e il costo del lavoro, la tares gli affitti il gas l'elettricità , tutto aumenta non si riesce più a pagare tutto e allora si chiude. Meglio chiudere che indebitarsi sempre di più con equitalia che continua a chiedere interessi sproporzionati.
RispondiEliminaF.t. Geronimo
fino a quando gli affitti resteranno come quando le cose andavano fin TROPPO bene,i locali continueranno a chiudere.
RispondiEliminaI big, lara pesci ecc...resisteranno,se vogliono,gli altri chiuideranno. poi a un certo punto le cose si sistemeranno, resta da vedere quando e a che prezzo.
Io non credo che la gente spenda poco, la gente spende con più attenzione ed è piu selettiva. Per chi fa commercio o ristorazione come dieci o vent'anni fa la vedo dura. La crisi spurga....
RispondiEliminaSimonaiss Simonaiss visto il consiglio dove eri tu? Sagramoletta sotto attacco ma resiste resiste anche se ho visto che ha accusato il colpo o meglio preferivo Rossi sindaco come dialettica politica gli da la callafredda. Tini mamma mia ma che è veramente lui il sindaco? Nessuno ha parlato della macchia Paglialunga ma che santo tiene in paradiso? La silente maggioranza come l'acqua cheta, puzza puzza che puzza!
RispondiEliminaAspettavo un intervento bello corposo da chi e' il vero leader della maggioranza AntonioCrocetti Razzi senior
EliminaGiuseppe Galli si è distinto come sempre, ha sicuramente la stoffa per ricoprire incarichi di piú alta responsabilità. Ha un approccio alla politica fresco e dinamico. Sagramola ha ampiamente deluso un sindaco che apre il suo intervento ricordando che riusciva a passare solo lo scritto e non l'orale per il concorso da dipendente pubblico non inizia bene la sua difesa, e poi votare contro come se temesse un ammutinamento di qualcuno della maggioranza, si sarebbe dovuto astenere e lasciare libera scelta. Insomma Galli Rossi Solari forse sono i veri politici che hanno nel dna la matrice per un cambiamento per l'innovazione.
EliminaSolari e Rossi a livello dialettico e di preparazione danno due e tre giri alle mummie della Giunta.
Eliminadopo un consiglio così una bella pizza da Lara offerta dal sindaco ci stava bene
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