3 luglio 2012

Il consuntivo 2011 tra francescani e domenicani

Se fossi il direttore di un quotidiano fabrianese e dovessi preparare la prima pagina per l'uscita sul Consiglio Comunale di oggi pomeriggio, titolerei così: "Il centrosinistra rinnega Sorci". E poi accompagnerei lo strillo a tutta pagina con un occhiello: "Scontro tra cattolici sui residui attivi". Sono questi, infatti, i due temi degni di nota emersi dalla discussione sul rendiconto finanziario del 2011. Sagramola ha parlato chiaramente, sostenendo che il Consuntivo è solo l'ultima fotografia di una fase chiusa e demarcando senza mediazioni la linea divisoria tra il prima e il dopo. Insomma il sorce è servito. E sulla linea di Sagramola si sono attestati praticamente tutti, a partire dall'Udc - cosa comprensibile - fino al Pd che, con un balbettante Crocetti, ha provato a tenere assieme capra e cavoli pencolando tragicamente dalla parte dei cavoli sagramoliani. Come la prenderà quel gran tanghero del Raton? Vedremo ma prevedo inondazioni. Poi è stata la volta dei residui attivi, la Grandissima Pugnetta che tiene banco da intere annate. Chiariamo a prova di scemo. I residui attivi sono crediti che il comune vanta, ad esempio, nei confronti di chi non paga la mensa scolastica e dovrebbe invece farlo. Siccome il Comune può spendere solo quello che ha incassato è chiaro che tanto maggiore è l'ammontare dei residui attivi e tanto minore è l'autonomia di spesa. In più i residui attivi possono risultare inesigibili e quindi diventare valori contabili con cui pulirsi il culo. Con tutte le conseguenza del caso. Quindi si tratta di un problema non di poco conto. Nessun consigliere ha provato a prendere i residui per le corna, lasciandosi incantare dalla lectio magistralis della dirigente responsabile del servizio, che ha passato venti minuti a spiegare la procedura, senza che nessuno le ricordasse che il Consiglio Comunale è un organo politico e non una platea universitaria. Fatto sta che, proprio a partire da questo silenzio collettivo, si è innescata la scintilla di uno scontro tra due scuole cattoliche alternative nell'approccio alla filosofia dei residui attivi. Da un lato il francescanesimo di Sagramola, attento a rilevare come i residui attivi siano una voce di bilancio che nasconde storie individuali di persone e famiglie in difficoltà, che devono essere trattate con attenzione e con una vocazione al distinguo. Dall'altro il monaco domenicano Ottaviani puntualissimo, nella sua magrezza penitenziale, nel proporre una visione del Comune come Leviatano indifferente alle vicende dei singoli, come Inquisizione Regolatoria che non fa sconti a nessuno, colpisce a occhi chiusi e, sulla scorta di un interclassismo inquietante, considera uguali tutti i suoi cittadini: ricchi e poveri, imprenditori e disoccupati, primari e pazienti. Da cristiano non cattolico ho commesso un peccato mortale: sui residui attivi ho tifato Sagramola. E non ne sono minimamente pentito.
    

5 commenti:

  1. Mi pare che Ottaviani abbia detto che preferiva che le questioni umane non fossero trattate solo dall'assessore a ciò delegato e decise con propri personali criteri etico-morali, ma che il Consiglio Comunale fosse artefice di una sorta di decalogo a cui attenersi nel valutare le singole situazioni.
    Anche perché non sarebbe la prima volta che chi ha veramente bisogno non chieda (per pudore o vergogna) e quindi non ottenga, mentre chi bisogno non ha, usufruisca di sconti o moratorie solo perché più spavaldo nel chiedere.
    Questione delicata da affrontare ma, lasciando le "situazioni umane" a parte, anche fossero il 50% vogliamo finalmente agire sul rimanente 50% che di umano ha solo la furbizia o la sbadataggine del cittadino?

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  2. Marco Ottaviani04 luglio, 2012

    Giasim, si vede che propendi per un'aurea da Cataro, almeno etimologicamente, piuttosto che alle tonache mendicanti di Francesco e Domenico.
    Il tuo contributo, sempre apprezzabile nei tratteggi, stavolta, lasciamelo dire, mi sembra appannato da una precostituzione che ricorda il ruolo dei benedettini alle corti dell'Europa medievale. E Fabriano, si sa, è famosa per più di un loro anacoreta.
    Dubito infatti che nelle vesti del sommo merliniano, magari sbadigliando davanti ad uno streaming che procede a strapponi, abbia così frainteso il mio intervento da rigirarne tutto il senso.
    Di certo la tua militanza in Consiglio, seppur in cromie lontane dal verde, ti avrà consentito di comprendere il significato di un residuo attivo di bilancio e di certo la camaleontica progressione non avrà sublimato il rispetto della democrazia e della necessità che le scelte e le regole della Comunità non possano essere arrogate nell'unicum di chicchessia, Sindaco, Assessore o Dirigente.
    E' la decisione condivisa di una pubblica assise, qual'è il Consiglio Comunale, che detta le linee cui tutti debbono attenersi; ed è proprio la regola che crea equità.
    L'affermazione del Sindaco è invece molto più che socialmente pericolosa per tutta la Comunità e l'asimmetricità nell'opportunità che ne deriva può innescare comportamenti devianti pericolosi. Per i servizi a domanda e per l'imposizione fiscale Fabriano ha le fasce d'esenzione più alte di ogni altro Comune limitrofo; le abbiamo approvate a maggioranza ed abbiamo cercato di stratificarle nel miglior modo possibile. Potrai quindi comprendere come i residui derivino da un'ampio successo del free-riding che molti residenti hanno partecipato. La soggettività del giudizio da te condivisa ha condotto invece ad elargire contributi ad personam di 150 euro, per farti un esempio, per un ciclo di massaggi ovvero ad erogare 100 euro quale contributo per l'esecuzione di una RNM a chi era già esente ticket. Vederla nell'ottica francescana da te dipinta alimenta sicuramente l'utilitarismo partitico ben noto alle scuole politiche del vecchio PCI; se, invece, per superare il buonismo onde cogliere l'equità e la giusta responsabilizzazione occorre essere domenicani allora vuol dire che abbandonerò la Ratio Studiorum per entrare fra i predicatori.
    Tuo, verticalmente, modello di El Greco,
    Marco Ottaviani

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  3. Dotto'..ma è una replica o una diagnosi sui nei? Belfagor

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  4. Massimo Frascarello04 luglio, 2012

    Interessante scambio di pensieri, ad accompagnare il mio consueto precocissimo mattutino.
    La sintesi che tutti mette d'accordo, compreso me, è tutta nel concetto dell'equa ripartizione e socializzazione della sfiga. Purchè sia ben chiaro da che parte sia.
    Saluti, amici.

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  5. Caro Marco, è sempre un piacere scorrere la tua prosa ipnotica. Con la consapevolezza che è difficile non restarne sedotti e rei confessi. Devo dire che hai colto un mio antico e mai rivelato affetto per l'eresia catara e in generale per tutti i figli dell'apocalisse che hanno contestato le diverse, troppe, ortodossie: quella militaresca dei "canes domini" come quella creaturale ma non troppo degli accoliti del Poverello. Ma di certo cataro non sono nell'etimologia perchè la purezza poco mi si addice e tanto meno la perfezione. Soprassiedo sulla mia "camaleontica progressione" perché farsi la pelle di sauro in due decenni ci sta, senza bisogno o timore di sottolineature tardivamente maliziose. E se dovessimo misurare la tempistica di altrui conversioni dovremmo munirci di cronometro e fotofinish. Su un punto hai ragione: non condivido il culto della regola come strumento risolutivo, perché non sono mai stato liberale e non credo che il Consiglio Comunale, di suo, possa mitigare o arginare gli abusi che appartengono alla mala pianta della natura umana più che alla fornicazione politica. Probabilmente hai ragione quando adombri elementi non estinti di socialismo nel mio modo di pensare. Credo però che distinguere e analizzare i casi non sia di suo motivo di abuso. Ogni storia è una storia singola e la regola è una riduzione di complessità che serve alla statistica e ai bilanci ma assai poco alla realtà. Inoltre sappiamo bene che l'Italia ha regole per ogni virgola della vita e che più la regola è severa e più sollecita l'aggiramento e l'eccezione. Il caso per caso deve ovviamente essere sottratto alla discrezionalità del Sindaco o dell'assessore e va condiviso col Consiglio per togliere alla singola storia l'impronta di categoria. Una miriade di persone accede ai contributi in quanto straniero e tanto meglio se extracomunitario. Invece proprio se andiamo a sviscerare il singolo caso possiamo liberarlo dalle ideologie buoniste, che non puoi attribuirmi senza falsificazione integrale della realtà, ma anche dal cattivismo di chi pensa che il disagio sociale sia sempre e soltanto il fare dei furbi. Mi porti l'esempio dei contributi ad personam di 150 euro per ciclo di massaggi. E' vergognoso ma lo è a prescindere dalla regola. Serve all'utilitarismo partitico? Può darsi ma è morto e sepolto caro Marco. Più operano ad personam e meno voti prendono. A proposito ...immagino che visto il liberalissimo culto delle regole sarai il primo a firmare il ricorso sull'ineleggibilità di Tini...!

    Tuo
    giasim (da oggi (Guillabert de Castres)

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