1 luglio 2012

Il Rag.Tini e la tuta dell'Uomo Ragno

Secondo Radio Piazza, emittente radiofonica informatissima e cazzuta, Angelo Tini si sta godendo qualche giorno di riposo. Non si sa se ai monti o al mare. Certo è che oggi è il suo compleanno e il genetliaco è sicuramente una straordinaria occasione per fare il punto della situazione e redigere bilanci. Preventivi o consuntivi non si sa, ma ci accontentiamo dei simbolismi racchiusi in questa data. I più istituzionali sostengono che la vacanza serva al vicesindaco del vicesindaco Sagramola - dato che il sindaco è solo uno e tutti gli altri fan trentuno - per affilare le unghie in vista del Consiglio Comunale di martedì, che ha un solo punto all'ordine del giorno: la discussione sul rendiconto 2011. I più manigoldi raccontano, invece, di un Rag.Angelino da San Donato che approfitta della pausa volontaria per mettere a punto la memoria difensiva con cui replicare ai ricorsi sulla sua presunta ineleggibilità. Siccome appartengo al circolo dei situazionisti, credo che il ragazzo della Via Gluck stia semplicemente spacchettando i problemi, affrontandoli in ordine rigorosamente cronologico. Prima il rendiconto 2011, poi l'eventuale ricorso e infine tutto il resto. Fossi Tini mi cagherei addosso per il rendiconto, dedicando invece evacuazioni regolari alla faccenda dell'ineleggibilità. Quest'ultima, infatti, è roba da azzeccagarbugli, da casistica giurisprudenziale e da filosofi del diritto. E il diritto, notoriamente, è come la pelle dei coglioni, che si può girare e rigirare a piacimento senza lasciare un'ombra di nettezza ma solo una sensazione pirandelliana di vago e irrisolto. Diverso è il caso del Rendiconto 2011. Non tanto per i numeri, che Tini maneggia con sopravvalutatissima sicumera, quanto per il retrogusto freudiano che ne accompagnerà l'esame. Il rendiconto 2011 è, infatti, di integrale mano sorciana. Ossia frutto di un approccio, di una prassi e di una strutturazione che Tini ha contestato, fino a qualche settimana fa, con impeto ribaldo e lirismo carducciano: ma per le vie del borgo dal ribollir de' Tini va l'aspro odor dei vini i numeri a contestar. L'elemento divertentissimo e freudiano è che, mentre Sagramola può rivendicare il rinnovamento nella continuità rispetto a Sorci, Angelino da San Donato è costretto a giustificare il ribaltamento della realtà rispetto a se stesso. Davanti al civico consesso dovrà indossare la tuta dell'Uomo Ragno e arrampicarsi sugli specchi di Palazzo Chiavelli per far dimenticare, ai molti astanti ignari, che Tini è diventato il principale oppositore di Tini, un alter ego capace di trasformare il Consiglio Comunale in uno straordinario monumento allo sdoppiamento politico e contabile. Mi immagino la scena: il Presidente Pariano dà la parola all'assessore Tini che illustra il rendiconto. Ragionamenti appassionati, pieni di fervore numerario e di visioni previsionali. Applausi dalla maggioranza! Poi Pariano passa la parola all'opposizione che risponde con lo speaker unico, il consigliere Angelo Tini, che, con altrettanto fervore, contesta capitolo per capitolo i numeri dell'Assessore Tini. Insomma un buiaccaro, un puttanaio al cubo, un delirio di psicoanalisi applicata alla politica. Forse solo un Dio ci salverà da questo inconcepibile gioco delle parti. Ma ultimamente Fabriano pare sia diventata atea anche in questo.
    

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