8 luglio 2012

Il ritorno del Pierrot di Belvedere

Senza volerlo ho scoperto di essere in linea con il magistero di Giovanni XXIII: separare sempre l'errore dall'errante e il peccato dal peccatore. Personalmente, ad esempio, considero la democristianeria un peccato capitale assai più grave di molti dei sette peccati canonici. Ma quando passo dalla democristianeria ai singoli democristiani in carne ed ossa divento molto più sorridente e indulgente, proprio perchè mi viene naturale distinguere tra errore ed errante. E' risaputa la mia conflittuale ma affettuosa amicizia con Roberto Sorci, così come il piacere di conversare con quel pennellone furbo di Roberto Bellucci o, ancora, il tirare su battute e numeretti a uno scavezzacollo come Claudio Biondi. Ma c'è un altro democristiano che mi ha sempre attirato, nonostante non abbia mai scambiato neanche due parole con lui: Guido Papiri. Si tratta di un democristiano anomalo che, per ragioni familiari, ho conosciuto solo di riflesso. Silenzioso, poco avvezzo alle ciarle e alle conventicole, ma di cervello finissimo e lunga permanenza ai vertici del potere che conta: la sanità. Un democristiano dal passo lento e felpato, straordinariamente simile a Pierrot, la maschera triste innamorata della luna. Un Pierrot di Belvedere - perchè prima dell'avvento di Fidel Castriconi la frazioncina era nota come terra degli avi papiriani - con la capacità di incarnare un vero miracolo della statica umana: spalle protese in avanti, schiena in diagonale, bacino di nuovo in avanti all'altezza delle spalle. Papiri ultimamente era scomparso di scena e al massimo lo si poteva incrociare, in qualche passeggio solitario, lungo Corso della Repubblica o all'altezza della Banca Popolare. I democristiani che passeggiano, di solito, non lo fanno perchè si sono ritirati a vita privata ma per guardare, osservare e capire come gira il vento, se il vento è cambiato o se è sempre lo stesso vento che, gira e rigira, rimette tutte le cose al loro posto. Inoltre, altra peculiarità dei democristi, va cancellato dall'orizzonte il concetto di quiescenza perchè il potere bianco non conosce pensione e riforme Fornero. Ieri, mentre divoravo una Margherita in un lungomare marchigiano, mi sono caduti gli occhi sul Corriere Adriatico. Ed ho trovato la foto del Divino Guido in testa a un articolo relativo alla sua nomina a Presidente del Lions Club di Fabriano. La rotazione delle cariche nei club della borghesia, di solito, mi interessa quanto una gara di tiro al piattello, ma la Presidenza a Papiri ha attirato la mia attenzione perchè penso che questa non sia solo una nomina ma un viatico, un riconoscimento che prelude ad altre promozioni assai più succose e politicamente rilevanti. A cosa punta il Pierrot di Belvedere? Per quali onoreficenze future fa scendere la sua lacrima sul viso? Chissà. Certo è che passeggia spesso lungo Corso della Repubblica. Ma non si ferma mai. Neanche a dare uno sguardo alla vetrina di Lotti e all'entropia dei suoi libri esposti. Forse è solo interessato ad altro. Alle finestre di fronte. Chissà.
    

7 commenti:

  1. Simonetti hai una mente contorta , la passeggiata lungo il corso del nostro Pierrot di Belvedere è semplicemente per andare dal suo barbiere di fiducia, poi sulla strada può sempre capitare di trovare una onoreficenza si può sempre alzare gli occhi e sospirare l'ho persa l'ho persa .... cosa avrà mai perso? Indovina.

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  2. Le finestre di fronte....a Lotti

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  3. Si ma ce fa poco con la finestra di fronte a Lotti.

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  4. Ulteriore fenomeno del nulla strapagato dai contribuenti.

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  5. Io sarei curioso di sapere che fa nella vita quello del post precedente....

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  6. Delfino curioso !!!! non ti preoccupare nulla che abbia a che fare con incarichi politici.

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