Prof.Ruggeri ha lasciato il Pd otto mesi fa. Un arco di tempo caratterizzato da un sistematico silenzio. La sua vicenda politica è definitivamente chiusa?
Ci sono momenti in cui credo sia necessario mettersi da parte per trovare la lucidità di guardare le cose col giusto distacco. Come diceva Italo Calvino a volte serve allontanarsi per poi tornare. Sto riflettendo su quale sia il modo migliore di tornare a lavorare per un’idea nobile e alta di politica. Sono entrata in politica molto tardi ma ho vissuto questi anni con grandissima intensità. Mi considero una donna di partito ma sono sempre più convinta che i partiti abbiano smarrito ruolo e identità
Una settimana dopo le primarie con Sagramola Lei se ne andò accusando alcuni dirigenti del Pd di averla spinta a candidarsi e poi di averla abbandonata al suo destino. Chi furono i pugnalatori?
Devo precisare una cosa e cioè che la decisione di lasciare il Pd era maturata prima dell’esito delle primarie. La verità è che non condividevo più un certo modo di fare politica. Anzi diciamo che sono uscita da un partito che da anni aveva smesso di fare politica e che viveva sul desiderio di poltrone. E oggi mi rendo conto che questo giudizio trova sempre più riscontri.
Quindi non ci sono stati pugnalatori…
Non mi piace puntare il dito contro nessuno ma ci sono state persone che consideravo amici che hanno insistito affinché partecipassi alle primarie. Il segretario del partito Alianello, ad esempio, si è impegnato molto per convincermi. Alla fine ho accettato per non far saltare la scelta delle primarie. Ma mi sono ritrovata tutto il partito contro. Credo che Roberto Sorci sia stato l’unico a capire quello che provavo. Ma devo dire che quasi nessuno del Direttivo del Pd mi ha sostenuta. Due donne che stimo molto mi sono state accanto e di questo le ringrazio ancora.
L’UDC aveva promesso di fare campagna per lei ma a conti fatti non portò a votare nessuno. Su quale altare l’ha sacrificata il partito di Casini?
L’Udc non mi ha appoggiata. Forse qualcuno di loro lo ha fatto a livello personale. Circolava voce che la loro intenzione fosse quella di sostenermi ma in realtà questa è stata una chiacchiera senza fondamento. Magari il mio nome è stato fatto solo perché c’era bisogno di qualcuno da immolare come mi è successo spesso anche nei primi anni di impegno politico. Io non condividevo l’idea stessa delle primarie interne e prima di candidarmi, per correttezza, ne ho parlato anche con Sagramola.
Lei pensa che Sagramola fosse un predestinato? In fondo il suo nome era già circolato nel 2007 quando sembrava in bilico una ricandidatura di Sorci…
E’ vero Sagramola era un predestinato ma alla fine il suo nome non usciva mai ufficialmente. Tanto che faticavo a capire la necessità delle primarie in presenza, appunto, di un predestinato. Ma ripeto, non ho rancori. Ho sofferto per come è andata ma ho razionalizzato. La mia sofferenza attuale è quella di una cittadina che si domanda che uso fare dell’esperienza politica accumulata. Credo che si debba volare alto e guardare lontano. Servono competenze, progettualità, spirito di squadra, e passione politica. Una volta i partiti erano questo. Oggi non più. E lo dico con il rammarico profondo della donna di partito.
Sagramola l’ha più cercata in questi mesi? Per essere chiari amicizia distrutta, ricostruita o ancora in stand by?
Io ci tengo molto all’amicizia e alla lealtà. Con Giancarlo siamo sempre amici e sempre con la chiarezza che contraddistingue il nostro rapporto.
Ma le chiede consigli politici?
No, solo raramente. Debbo dire che sono stata invitata una volta ad un tavolo sul 150° della Pinacoteca, ma non sono potuta andare, come al momento feci sapere, per motivi familiari. La nostra amicizia è al netto del rapporto politico
Lei è stata per anni l’emblema del cattolicesimo democratico impegnato in politica. Una sorta di antimerloni. E’ per contrappasso che la sua uscita di scena abbia coinciso con la vittoria di un Sindaco dell’Azione Cattolica?
Antonio Merloni nei primi anni novanta mi invitava a cena e io puntualmente rifiutavo perché in quel momento lo consideravo un segnale di vecchia politica. Per tante cose lo stimavo anche se avevamo una concezione molto diversa del fare politica e dell’ispirazione ideale. I miei ideali erano quelli tradizione del Partito Popolare e della Democrazia Cristiana di De Gasperi e Don Sturzo. Sulla mia uscita di scena e sull’elezione di Sagramola non c’è contrappasso. Nonostante l’origine culturale e ideale comune ci sono sempre state diversità tra di noi. Sagramola, per dire, è molto più di sinistra di me.
Come mai secondo lei il Pd di Fabriano non ha candidato nessuno alle primarie?
Me lo sono chiesta pure io. Credo sia un ulteriore segno di debolezza del Pd di Fabriano che non riesce ad agire a testa alta e in autonomia. Ma lo dico con distacco perché non condivido più nulla della politica del Pd.
Fosse stata deputato del Pd avrebbe lasciato il partito di Bersani per candidarsi con Monti?
No non lo avrei fatto. Per questo sono contenta di non essere un deputato del Pd. Per quel che mi riguarda sono uscita per convinzione e quando non era il “momento dei sospetti”. Diversamente lo avrei sentito come il salto della quaglia.
Quindi non condivide la scelta di Maria Paola Merloni?
Non entro nel merito delle scelte personali e delle motivazioni che ciascuno dà al proprio operato. Certo è che Maria Paola credo avesse interamente consumato il senso del suo impegno nel Pd. E quindi vedo nella scelta la presa d’atto di qualcosa che era cambiato nel profondo.
Chi sono i tre politici fabrianesi da cui comprerebbe un’auto usata?
Diciamo che ci sono politici fabrianesi che stimo. Spacca ad esempio, che ho guardato a lungo come un modello, anche se negli ultimi tempi non l’ho sentito vicino. Ha idee e progettualità, anche se a volte tende troppo alla mediazione. Poi c’è Sorci che ha il difetto opposto, cioè di tendere troppo di frequente alla rottura piuttosto che alla mediazione. Ma è una persona che ha molte delle doti di cui hanno bisogno i politici e che sa fare politica.
Insomma ammira solo politici della vecchia guardia…
Beh faccio fatica a vedere figure interessanti tra i cosiddetti nuovi….
E tra i politici di opposizione?
Considero Ottaviani una persona molto intelligente e capace anche se troppo segnata dalla prevalenza dell’”io” sul “noi”. E poi anche Urbani che ci mette tanto impegno. Ma il problema è che vedo una opposizione che fatica ad avere un ruolo importante di costruzione e di proposta.
Sagramola non compare……
Sagramola ha un compito difficile perché la crisi pesa e mancano le risorse. Mette tanto impegno, però finora vedo poca regia, e poco volare alto, ossia le qualità necessarie per restituire un ruolo e una dignità alla politica.
Parliamo un attimo di cultura. La Pinacoteca non è attrattiva e il Comune non può permettersi di acquisire opere. Non è il caso di dare un incarico a un direttore esterno esperto e capace di costruire mostre e rassegne di successo?
Prima di lasciare ho consegnato una relazione di fine mandato in cui ho fatto il punto della situazione, cercando di individuare alcuni obiettivi e input. L’Idea era quella di un Piano Territoriale della Cultura che, tra le altre cose, prevedeva un’azione di valorizzazione dei complessi per creare un continuum architettonico che potesse anche far rivivere il centro storico. Dentro c’era il Polo della Parola con l’Archivio Storico del Comune e l’Archivio di Stato, il Polo Bibliotecario, con un importante sezione multimediale, al San Francesco e il Polo delle Arti Visive, nel complesso Spedale del Buon Gesù-Giardini del Poio-Palazzo del Podestà all’interno del quale si sarebbe dovuto lavorare per un polo museale espositivo per grandi Mostre e comprensivo di un progetto sul Gentile virtuale e dell’istituzione del Centro Studi su Gentile da Fabriano. Tale progetto era stato condiviso e fortemente sostenuto dalla Regione e dal suo Presidente e per esso erano stati programmati e approvati dalla Regione stessa ingenti finanziamenti europei. In questo quadro avevamo pensato a un modello gestionale unitario da attribuire a un coordinatore esperto.
E che fine ha fatto questa relazione?
Non so che fine abbia fatto, della cosa avevo parlato con Sagramola, ma forse è ancora presto, siamo appena all’inizio del mandato. Anche perché questo punto di vista era inserito nel progetto presentato all’Unesco. Da questo punto di vista devo dire che Francesca Merloni e suo padre ci hanno dato una grossa mano con Poiesis e con l’Unesco. Attraverso Poiesis abbiamo inserito Fabriano in un reticolo culturale importante e la porta dell’Unesco non si sarebbe aperta senza l’azione di Francesca Merloni. Ma adesso lo scatto dobbiamo farlo noi, collettivamente.
Il centro storico è ridotto a parcheggio diffuso. La pedonalizzazione integrale e l’anello non consentirebbero un recupero drastico di bellezza?
Io credo che non sia più il tempo delle azioni e delle scelte a pioggia. Un progetto di viabilità serio va pensato e realizzato. In questo senso la scelta delle rotatorie permanenti mi preoccupa perché temo che non si parlerà più di un Piano di Viabilità. Magari le rotatorie hanno risolto qualche problema ma manca la visione d’insieme. E senza una visione strategica delle cose Fabriano non ne esce. Si dice che mancano le risorse. E’ vero ma questa difficoltà deve spingerci ad essere ancora più creativi. Bisogna fare squadra anche nella ricerca di nuove linee di finanziamento. E un ruolo spetta anche alla Fondazione Carifac che dovrebbe concentrarsi sempre di più sul finanziamento di progetti strategici.
Sonia Ruggeri alle politiche voterà per il Pd?
Sono sincera: no. Non per rabbia ma per distanza. Alle primarie per la scelta del segretario del partito, diversamente dagli altri esponenti cattolici del partito, votai per Bersani piuttosto che per Franceschini. Bersani è un politico intelligente ma mi ha deluso perché non ha rilanciato quel ruolo alto della politica di cui abbiamo parlato prima.
E il progetto Monti lo giudica interessante?
Monti è una persona che può rilanciare il ruolo dell’Italia in Europa ed è l’unico che alza un po’ il tiro e cerca di proporre un discorso nuovo. Anche se desta qualche preoccupazione l’uso della leva fiscale e, più di tutto, il rischio di poca attenzione agli ultimi. Diciamo che è il politico più in linea con le esigenze del nostro tempo ma a condizione che non abbandoni la strada maestra dell’equità. E su questo penso che la vicinanza di una figura come Riccardi possa costituire un elemento rassicurante e una garanzia.