18 gennaio 2013

Caso Best: modernità del conflitto e limiti dell'informazione


Sembra un destino quello di chiudere le fabbriche quando giunge l'inverno. Quasi che la stagione possa servire a rendere più duro e impegnativo il resistere dei lavoratori; come se il freddo e il grigiore fossero la prova metereologica e cromatica di una volontà collettiva che ha bisogno di essere temprata da condizioni difficili. Stamattina scendono fiocchi e per presidiare per ore una fabbrica con zero gradi di temperatura e la neve che cade ci vogliono buone ragioni e la certezza che quel che si sta facendo non è vano. Di fondo credo che Giove Pluvio, o chi per lui, lo faccia apposta, per dare a questa disperata lotta degli operai della Best il sapore del romanzo sociale e di un romanticismo ambientale in cui inserire la quotidianità degli scioperi, dei tavoli e delle vertenze. Era una giornata fredda e grigia, a metà anni ottanta, quando i lavoratori della Lorev scoprirono di non essere una realtà produttiva di eccellenza ma esuberi che non sarebbero stati più riassorbiti. Ero un ragazzo ma ricordo bene quello sciopero di solidarietà delle scuole superiori e la lunga fila indiana di studenti che raggiungeva a piedi lo stabilimento di Marischio. Sinceramente l'augurio è quello di un esito migliore, per la Best, rispetto a quello che conoscemmo allora. Ritornando all'oggi c'è da dire che la cronaca e i resoconti dei giornali evidenziano un elemento nuovo e cioè che gli impiegati si sono uniti agli operai, consapevoli che il destino è comune e che l'antica divisione tra colletti bianchi e colletti blu non ha ragione di esistere quando in gioco non è la diversità di mansioni e di profili professionali ma l'esistenza stessa dell'azienda e di un comune sentire. Così come cominciano a giungere, con un ritardo che induce al sospetto, le dichiarazioni di solidarietà del mondo politico. Dichiarazioni formali, anemiche e prive di coinvolgimento ma, come si dice in questi casi, piuttosto che niente è sempre meglio piuttosto. Quel che colpisce è invece la fatica dei giornali a cogliere gli elementi di modernità del conflitto che si è innescato attorno alla Best. Si parla di picchetti quando siamo di fronte a puri e semplici scioperi; si accenna a un muro contro muro tra azienda e sindacati quando l'asimmetria di un rapporto totalmente sbilanciato, dovrebbe suggerire ben altra immagine e cioè quella di un muro aziendale che si rovescia sulla carne viva e ferita dei lavoratori. La fatica del descrivere nasce dal paradosso di queste terre: essere luoghi ad alta densità operaia ma privi di cultura operaia. Un paradosso che ha trovato la sua espressione più compiuta con la crisi Ardo, quando l'implosione violenta di una grande azienda non ha prodotto, nei lavoratori, alcuna reazione ma soltanto un placido adeguamento alla pantofola degli ammortizzatori sociali lunghi. I lavoratori della Best, consapevoli di non avere il culo coperto dalla legge Marzano, hanno fatto ricorso all'unico strumento di rivendicazione possibile: se stessi, i propri corpi e le proprie vite. Ed è anche a causa di questa modernità "fisica" e non liquida del conflitto - che ha restituito vigore anche alle solitamente quiete federazioni metalmeccaniche dei sindacati confederali - che la politica è sembrata presa in contropiede. Una politica locale senza ragione sociale, senza rappresentanza chiara di interessi sociali, priva di una visione del modello industriale in grado di decifrarne caratteri e contraccolpi non può che faticare ad allinearsi ai cambiamenti. Adesso occorrerà capire il seguito, verificare i rischi di escalation, comprendere la soglia di contrattazione possibile, riflettere sulla sostenibilità di una lotta prolungata e dura, misurare il punto di resistenza delle organizzazioni sindacali e la loro border line psicologica e materiali. Questioni di fondo che incideranno profondamente sull'esito di questa battaglia e che avrebbero bisogno di un'informazione capace di raccontare e divulgare le complesse dinamiche del conflitto sociale e sindacale. Una capacità che ci è negata da decenni di sicuro paternalismo e di retorica armonia. Ma possiamo fare da subito un passo in avanti. Qui ed ora.
    

42 commenti:

  1. hai ragione...il caso Ardo fu la prova provata di una cultura rassegnata

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  2. Sono convinto che sia una partita decisiva per i lavoratori della Best ma anche per la cultura del territorio. Senza saperlo i lavoratori si sono fatti carico di un interesse generale del territorio che va oltre il loro destino

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  3. sarei curioso di sapere cosa dice Sagramola che ha sempre fatto quello di sinistra

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  4. Stiamo parlando di posti di lavoro....non buttiamola sempre in politica

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  5. ho letto su facebook il comunicato del 5 Stelle sulla best...agghiacciante

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    1. al di là dell'uso raccapricciante dei punti esclamativi, il tono, in certi massi, mi ricorda molto i comunicati delle BR. Non entro nei contenuti che si limitano a 2 punti che fanno ridere i polli

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    2. Concordo con l'anonimo di sopra.
      Le due proposte fanno francamente ridere.
      La Best i capannoni di certo non se li porta dietro.
      Ma rimaranno di loro proprietà. che facciamo, un esproprio proletario?
      Mi vengono i brividi a pensare che questi vogliano andare al governo.
      Se l'idea è quella di creare cooperative di lavoratori scoprono l'acqua calda, l'hanno già fatto in altre parti con risultati alterni.
      Che incominciassero a proporre qualcosa, ma di sensato ed applicabile.
      andare sempre contro alla lunga stanca. Altrimenti faranno la fine di Bertinotti, Di Pietro & C.

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    3. Penso che siate di parte e poco informati. I ragazzi del movimento sono impegnati seriamente e preparati e se partecipate a qualche riunione come ho fatto io magari vi rendereste conto che scrivete tante sciocchezze compreso Miura che dimostra molta impocrisia nel descrivere ogni volta il lavoro di questi ragazzi che a me senbra stiano facendo molto più di quello che hanno fatto gli altri nel passato.
      La stupidità e l'ipocrisia della gente come voi è quello che ha rovinato il mondo, spero che nessuno dei grillini si faccia mai influenzare da anonimi così abietti.
      Voterò per il movimento cinque stelle anche grazie a voi.

      Luigi F.

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    4. E dove sarebbe la mia ipocrisia Luigi? Esiste forse un reato di lesa maestà che dovrebbe mettere al riparo il Cinque Stelle dalle critiche? E cosa avrei scritto di così terribile sul movimento? Nulla. Ho detto che tacciono sul tema? Vero. Ho detto che le due candidate al parlamento tacciono? vero. Dove sarebbe l'ipocrisia sentiamo

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    5. se voti per un partito perchè altri lo criticano come minimo sei un po' confuso e condizionabile. Da ultimo questo blog consente commenti anonimi. E siglarti Luigi F. è poco più che anonimo vista la diffusione del nome. Saluti. Gian Pietro Simonetti

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    6. obietto sull'abietto!

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    7. Sarò anche prevenuto e non metto in dubbio che i 5* si stiano preparando, ma qualcuno mi spieghi questa cosa:
      "Possiamo gestire noi le fabbriche, senza le esigenze e le ingordigie dei consigli di amministrazione si può produrre rispettando i diritti dei lavoratori e dell’ambiente garantendo a tutti un lavoro e un reddito dignitoso, tutto ciò si chiama ‘redistribuzione"
      Noi chi? io, te e Miura? Come si dirige una fabbrica con i soviet o le cooperative di dipendenti? Le proprietà dei macchinari e dei brevetti le compriamo o ce le teniamo così, visto che li abbiamo pensati noi? Gli immobili? Entriamo in una proprietà altrui a impiantare la nuova attività in base a quale legge? Queste sono alcune domande che mi vengono in mente e che mi piacerebbe avessero una risposta concreta da parte di chi si candida a governare il paese

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    8. Bravo, ma tanto i 5* sono preparati....

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  6. Al di là di tutto la vedo male. Penso che di fatto non esistano strumenti concreti per far recedere l'azienda.

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    1. a recedere non recede nessuno. Ora sarebbe il caso di proporre qualcosa di alternativo, anche perchè se lasciano qua i macchinari, i progetti e pure la macchinetta del caffè, cosa si fa dentro quei capannoni?

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  7. pensi che cgil cisl e uil riusciranno a non farsi mandare a fanculo dai lavoratori?

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  8. Ultim'ora:
    Il nostro amato presidente Monti è disponibile a sostituire l'imbelle USA costruendo per l'Italia la stazione spaziale "Morte Nera".
    "Inizieremo con un primo investimento in studi preliminari, che verrà finanziato con un super super IMu e una ulteriore contrazione delle pensioni, portate a 70 anni. Il primo studio costerà 85 miliardi. creerà posti di lavoro

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    1. che c'entra co' la Best?

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    2. Capisco che si tratta di umorismo troppo raffinato.
      Che ne dici se sostituiamo "Morte Nera" a opere inutili o caccia bombardieri?

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  9. un punto, oltre le chiacchiere parasindacali: come spiegare agli americani di Nortek la situazione. Adesso con la fabbrica di Cerreto ci perdono. Perchè devono continuare a perdere? Sarà una domanda politicamente scorretta, caro Gian Pietro, ma il punto è proprio questo. L.L.

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    1. L'azione possibile delle organizzazioni dei lavoratori eviterei di chiamarle chiacchiere parasindacali. Detto questo poni una domanda seria. Io comprendo le ragioni economiche di Nortek e il suo punto di vista. In parallelo rifletto anche sui diritti di cittadini italiani che lavorano per la Nortek. In questi casi serve una triangolazione tra azienda, sindacati e Ministero del Lavoro. Credo che l'unica soluzione sia trattare le modalità di uscita - anche se il cuore mi spingerebbe al gesto romantico dell'occupazione - senza quella bestialità degli ammortizzatori sociali lunghi che uccidono le competenze e il futuro dei lavoratori. Credo che lo Stato debba tutelare i suoi cittadini e il libero mercato. E farlo contestualmente. Una terza via non la vedo. E la tua domanda politicamente scorretta è la più fondata

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    2. Nortek ci perde? Facciamola rimanere a Cerreto regalandole l'energia elettrica. Magari fatta da una bella centrale a carbone di proprietà di Passera.

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    3. Lo sai che il costo dell'energia elettrica è uno dei principali problemi delle industrie italiane? Se servisse a salvare 125 famiglie dalla disoccupazione ci farei un pensierino

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    4. non credo proprio che il problema di Nortek a Cerreto sia di costi energetici (e lasciamo stare Corrado Passera, magari concentrando le attenzioni sulla Passera che ci è sempre piaciuta). Tornerei sulla riflessione di Gian Pietro, ovvero sulla tutela dei cittadini lavoratori e del libero mercato, "contestualmente". In questa fase economica assomiglia molto alla storia della botte piena e della moglie ubriaca. Gli ammortizzatori sociali lunghi sono poi un problema anche per la finanza pubblica, alla lunga non più sostenibili. Forse tutti dovrebbero parlare di più un linguaggio di verità, perchè quando vai fuori mercato sono dolori... L.L.

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    5. gli ammortizzatori sociali sono un rimedio, non una soluzione...anzi, se troppo prolungati, causano anche danni difficilmente risanabili, perchè, diciamocelo, quando un lavoratore è "fuori dal giro" per più di 3-4 mesi, poi, per riprendere il via, fatica come un dannato....pensa a riprendere dopo 3 o 4 anni...
      per decenni, i comuni, hanno offerto incentivi alle aziende per farle avviare attività nel territorio...poi, incentivi dello stato o delle regioni per gli investimenti....; è come nel mercato dell'auto, hanno incentivato la rottamazione, per qualche anno il mercato ha girato, poi, finiti gli incentivi, è iniziato il tracollo; nell'edilizia, il finanziamento per il terremoto ha fatto lo stesso "danno"...
      penso che sia sufficientemente chiaro che non serve a niente "dopare" il mercato con misure provvisorie, non strutturali.
      immagino che ormai, anche la "casalinga di Voghera" abbia capito che da noi la produzione non funziona per l'eccessivo costo della manodopera e per il carico fiscale....ma nessuno ha ancora preso provvedimenti...tranne quegli "imprenditori" che lo sconto sulla manodopera se lo sono fatti da soli (come la JP, tanto per citare il più noto)
      non ci vuole una laurea alla Bocconi...ci vogliono solo le palle per stravolgere un sistema clientelare parassitario.
      _____________________
      G.R.

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  10. Miura che fai scrivi e ti rispondi?

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    1. Effettivamente è il mio hobby preferito quelo di passare le giornate a scrivermi e a rispondermi! Sono prove tecniche di follia! :))))

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    2. la buttano sui sospetti di autorisposta, caro Gian Pietro, invece di andare al centro della questione: perchè un imprenditore americano deve mantenere un sito non più produttivo in Italia (nella fattispecie Cerreto) e incappare in uno stuolo di petulanti e/o postulanti che la mettono sul sindacale, la lesa maestà, il distretto che soffre etc etc... L.L.

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    3. Il problema è la competitività del sistema, ossia l'attrattività imprenditoriale di un Paese. E la nostra è oggettivamente bassa.

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    4. Le industrie italiane delocalizzano per tanti motivi: il primo sono le low cost country, bassa manodopera e incentivi dei governi di quei Paesi. I motivi più grandi per cui le imprese vanno via sono: l'alto costo del lavoro (in termini di tasse e contributi), l'alta tassazione (molte aziende più forti infatti producono qui e mettono le sedi legali in Irlanda, in Svizzera, in Lussemburgo ecc.), la burocrazia farraginosa,la carenza di infrastrutture .... e il pizzo, le tangenti. Si dice che bisogna attirare investitori esteri o ci si domanda perchè gli stranieri non vengono a investire in Italia. Beh, quando un governo avrà fatto si che l'impresa italiana non espatri più, allora vorrà dire che ha rimosso quegli ostacoli per far si che gli investitori esteri tornino a investire da noi.
      Maurizio C.

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    5. sono daccordo con Maurizio...
      ______________
      G.R.

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    6. La storia della manodopera a basso costo è finita da un pezzo, perchè basso costo di produzione= produzione scadente. Lo dimostrano il caso della Polonia e della Romani, nonchè di alcuni paesi Sudamericani.
      I Veneti spostano in Carinzia e Svizzera dove l'operaio costa come in Italia. solo che gli ci sono incentivi statali, un pò come con la Banca del Mezzogiono qui da noi nei fulgidi anni 80.
      La soluzione è semplice: tagli a zero il Welfare ed i soldi che risparmi li re-investi in tassazione al 23 % per industrie e lavoratori.

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  11. Letto il comunicato tipo Soviet dei 5Stalle. Che belle parole. Ma ai fatti ? Cosa fanno occupano la fabbrica come occupano ex negozio di Salimbeni ? Oppure vogliono occupare la fabbrica e iniziare a fare cappe ? Lo sanno che la crisi della cappa oltre alla crisi del mercato è dovuta alla fine della moda della cappa "esterna" e al passagio alla cappa incassata ? l osanno che una cappa incassata costa solo 15 euro e la vendi a 30 se va bene ? Se la stessa Indesit se le fa da sola con 4 operai mollando il contratto ocn Elica forse il settore cappa è saturo ? A ma che faccio a fare ste domande tanto qua non rispondono e al masismo ti invitano alle runioni... si per parlare di cosa ? chiacchiere al vento ? Il forum del sito è Vuoto ...un po come l'incapacità usare il liquid feedback. Giampi digli che fine fa chi prende giusto il voto di protesta... finisce per aprire un blog.. ma per fortuna tu almeno sai scrivere !! Loro nemmeno quello !
    CS

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    1. In aprile scrivevo che sarebbero caduti nelle loro stesse contraddizioni.
      Avevo ragione.
      Ora scrivo quello che faranno in parlamento: owdscllv lkflflds lldfdlk liie8jf llddsl , òòsò k. '' ,s,, ??????????????

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  12. Beh io non ho avuto manco la soddisfazione di avere il voto di protesta!!!!!! Cazzo!!

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  13. Ps: copiano come sempre il loro Padre Padrone Grillo: http://www.repubblica.it/politica/2013/01/18/news/grillo_eliminiamo_sindacati-50836458/

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  14. Abolire i sindacati e le imprese ai lavoratori. Due punti del programma i socializzazione di Mussolini durante la Repubblica Sociale. Via i sindacati, via i Partiti, il Parlamento da aprire come una scatola di tonno. Cose già viste. Fortuna che la storia si presenta la prima volta come tragedia e la seocnda come farsa

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    1. detto da uno che ha fatto il segretario di un partito che vuole la secessione e sputa merda sulla bandiera italiana dopo aver militato nel partito figlio della resistenza.....fa un pò ride.

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    2. Sei un poverino che non sa un cazzo visto che non rimproveri di certo il delfino di Almirante di essere il prossimo alleato del partito degli eredi della resistenza. E comunque tieniti Grillo e il suo fascismo di ritorno

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  15. Il brodo di coltura di5*e' come in tutti i movimenti settari e oligarchici l'ignoranza male da cui come disse un dimenticato Alberto Bucci non si può' guarire...certo che sono parafascisti il problema e' che si sentono la medicina di tutti i mali del nostro paese e oramai compromessi nel loro ambito tra familismo e porchetta non hanno nemmeno le palle per ammettere che hanno preso un granchio epocale l'urna farà' giustizia

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  16. da twitter

    giancarlo sagramola ‏@GiancaSagramola
    Riunione aperta con istituzioni sindacati e lavoratori per la difesa del lavoro alla best

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    1. Chiudete le porte che fa corrente

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