5 gennaio 2013

L'eterno ritorno del Generale Lavazza

In ogni film di fantascienza che si rispetti c'è sempre un Alieno Resistente che complica i piani e mette a rischio la vita e gli equilibri degli umani. Quello che se gli tagli un braccio gli ricresce in un istante; che quando lo uccidi rinasce subito a nuova vita, come un Lazzaro allegro e  minaccioso; che appena pensi di essertene liberato te lo ritrovi dietro l'angolo col sorriso metallico e la voglia matta di menare ancora le mani. Ma se la fantascienza non ci garba allora possiamo sbizzarrirci coi sinonimi e l'Alieno Resistente si tramuterà in un gommosissimo Misirizzi, oppure in un Rieccolo dedito all'eterno ritorno nietzschiano o ancora in un Caffè Lavazza, che più lo butti giù e più si tira su. Ora anche Fabriano ha il suo Alieno Resistente, il Lavazza di Nebbiano, l'uomo che visse almeno tre volte: Urbano Urbani. E' giusto di ieri la notizia che correrà per il PDL nella lista della Camera dei Deputati. Chapeau! Perchè nessuno prima di lui - forse solo Viventi, ma gli era servito qualche anno di quarantena - era riuscito, in soli sei mesi, a rinascere dalle proprie ceneri di candidato sindaco sconfitto. Non si conosce a fondo la radice di questo postulato euclideo della politica, ma pare sia destino di tutti i candidati sindaci sconfitti lo sposalizio con la solitudine, l'angoscia di fronte al sipario che si chiude, il dolore per le pubbliche attenzioni che svaporano e per i fan che, silenziosamente, si diradano e rinnegano le antiche lodi. Urbani dopo la sconfitta con Sagramola aveva perduto parecchio del suo smalto, ma a differenza di Carmenati - devastato dallo sfogo di Sant'Antonio, successivo alla sconfitta del 2007 - era rimasto in piedi. Sicuramente claudicante e mesto ma ancora capace di impegnarsi in Consiglio Comunale e di portare avanti l'idea di Made in Fabriano, come se nulla fosse successo. Una forza di volontà frutto di un ego ipertrofico e di uno stock infinito di autostima, grazie ai quali è riuscito ad allontanare il sospetto che quel residuo di attivismo post elettorale, fosse solo un movimento di circostanza, la scia conclusiva di un impegno tutto racchiuso nello sforzo preelettorale di allargare la propria base di consenso in vista delle elezioni comunali. In molti avevano scommesso su un lento declino di Urbani, magari ironizzando anche su certe sue strategie di rimozione della sconfitta che avrebbero messo in crisi, in un colpo solo, gli inconsci di Freud e gli archetipi di Jung. E invece ieri mattina la berlusconata che non ti aspetti: Urbani candidato alla Camera dei Deputati. Ovviamente è assai difficile che possa essere eletto, perchè sono molti gli appetiti regionali che si addensano attorno alle liste dei partiti politici. Ed è difficile anche perchè non è verosimile che uno stesso gruppo industriale possa esprimere e piazzare, in un colpo solo, un deputato e un senatore. Ma una cosa è certa, al di là di ogni ragionamento politico: Urbani è risorto e correrà come se avesse la certezza di un'elezione in bilico solo per qualche manciata di voti. E lo farà con quello spirito a metà tra il suntuoso e il dozzinale a cui ci ha abituati: dipensando denari, mobilitando persone e corridori, occupando contado e frazioni, mettendo a rischio i trigliceridi personali e i tassi di colesterolo totale della popolazione fabrianese. Ed è anche per questa scia di attivismo prussiano che lo precede e lo accompagna, che Casoli ha calato il suo nome. Perchè sa che Urbani presidierà il territorio palmo a palmo - come un Ho Chi Min dedito alla cacciata dei francesi dall'Indocina - e che tale presidio darà alla risalita berlusconiana un segno locale evidente e tangibile. L'obiettivo vero non è l'elezione di Urbani ma il rafforzamento di Casoli, che ha bisogno di portare al Berlusca la prova provata che aveva senso, anche in chiave territoriale, ricandidare per la terza volta il fedelissimo patron dell'Elica. Una sfida, questa, che ha più bisogno di sangue e di generali che di Imperatori ieratici e lontani. E Urbani è fatto su misura quando alla guerra di trinca subentra quella di movimento. E allora salviamo il Generale Lavazza, quello che più lo butti giù e più ritorna su. Anche se alla fine si ripropone. Come l'anima verde dell'aglio che, notoriamente, Berlusconi non gradisce. E che poco gradirono, qualche mese fa, pure i fabrianesi.
    

10 commenti:

  1. Massimo Frascarello05 gennaio, 2013

    Molti candidati/eletti fabrianesi al parlamento, per un unico pugno di mosche in mano alla città della carta. Straccia, ormai.

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  2. E pensa un po' che invece è tutti tanto gasati!!

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  3. prima di tutto queste elezioni sapranno di un grande imbroglio e è ora che lo dici! perché monti vince alla faccia del popolo sovrano altrimenti a luglio arriva un nuovo commissariamento dalla ue. Possibile che non avete ancora afferrato la portata del problema.

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  4. secondo me è stato sempre un va avanti te che a me me viene da ridere cioè er sor Casoli non se pò mette direttamente contro i Merloni come testimoni mi hanno confermato averlo udito di persona, pirsonalmente affermarlo. 5 anni fa se fosse sceso contro sorci, molto probabilmente avrebbe vinto ma non è sceso, punto!!!! Quindi manda avanti, il per me bravissimo, luogo tenente a pià i boccatoni ed a fare lo stuntman al posto del capo ma d'altronde è pagato per questo....
    La Spada dell'Islam

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    1. Magari esse pegati per pija boccatoni !!! Io ce metterei la firma.

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  5. Io non mi capacito del Pd di Fabriano che non ha manco un candidato

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    1. I voti andranno tutti all'UDC !!! Oppure a Tabacci !!!

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  6. Ritornando a Urbani, Generale Lavazza o post fata resurgo???????
    Donna Armanda

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  7. Sempre si lagna,
    Poco guadagna,
    Nulla ha studiato,
    Fa il letterato;
    Ottimo arnese
    Da Polizia!
    Eccellentissima
    Stoffa da spia!

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  8. Urbani che dovrebbe fare la parte del Sancho Panza è il vero Don Chisciotte

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