14 gennaio 2014

La condanna di Sorci: annessi, connessi e conseguenze

 
Per tutto il pomeriggio di ieri i mezzi di informazione e i social media hanno rimbalzato la notizia della condanna, per evasione fiscale del Comune di Fabriano, dell'ex Sindaco Roberto Sorci, ritenuto responsabile del reato in quanto legale rappresentante del Comune stesso. La condanna a quattro mesi di reclusione è stata commutata in una multa di circa 34 mila euro. L'ex Sindaco di Fabriano ha dichiarato che impugnerà la sentenza e nel frattempo ha alzato il tiro sulla vicenda inviando una lettera al Presidente Nazionale dell'Anci Fassino e al Ministro dell'Interno Alfano per chiedere loro di riflettere e magari decidere sull'anomalia, tutta italiana, per cui è il Sindaco a rispondere civilmente e penalmente di errori ed omissioni in atti gestionali, quando essi dovrebbero chiamare in causa la responsabilità del dirigente preposto cui la legge, di fatto, attribuisce competenze pressochè esclusive su alcune materie. Conoscendolo immagino che l'ex Sindaco fornirà documentazione sufficiente per chiarire ogni aspetto della vicenda. Certo è che il caso Sorci pone un problema di carattere generale che va al di là dell'aspetto meramente penale, perchè evidenzia l'ormai allarmante rottura di un equilibrio tra i poteri di governance degli enti locali e chiama in causa la relazione, profondamente perversa e totalmente sbilanciata, che intercorre tra la politica e la tecnostruttura pubblica. Di fatto, seppure su piccola scala, la posta in gioco non è tanto l'innocenza o meno di Sorci ma la libertà e l'autonomia della politica, intesa come confronto dialettico di idee e progetti di governo della collettività che si alimentano attraverso il gioco democratico dei rapporti di forza e per il tramite di un sistema di regole delineato come perimetro di gioco comune e condiviso. La politica come arte del possibile è solo e soltanto questo e le sue sintesi decisionali dovrebbero trovare concreta declinazione attraverso l'azione di un apparato che ne garantisca l'applicazione e i procedimenti attuativi. Ma da diverso tempo ciò che dovrebbe funzionare con la routine di un equilibrio virtuoso, fondato sul primato della politica rispetto alla tecnocrazia, si è rovesciato nel suo contrario, in una politica costretta a rinunciare alla sua funzione più creativa per guardarsi continuamente le spalle, fino a diventare, come ha detto giustamente Sorci, una pratica più consona a un studio di commercialista che non al fuoco delle assemblee elettive. In questo quadro di sovvertimento di tutti i canoni tradizionali del buonsenso politico e democratico, i dirigenti dell'apparato si trovano nella condizione privilegiata di poter esprimere, supportati anche dalla norma e dalla giurisprudenza, un esteso e profondo potere di veto e di decisione autonoma rispetto alla politica. Fino alla perversione, davvero sintomatica della border line che si sta sfiorando, di errori gestionali della tecnostruttura direttamente imputati alla responsabilità civile e penale della rappresentanza politica. Che è un po' come se l'amministratore delegato di un'azienda, invece di dedicarsi alle grandi strategie di mercato, fosse costretto a ridurre le sue prerogative a una continua analisi e vidimazione di bonifici e fatture. Ma purtroppo ciò che risulta demenziale al buonsenso dell'impresa privata, appare del tutto naturale e tollerabile quando i ragionamenti si spostano all'interno di un carrozzone pubblico sempre più tentacolare e kafkiano. Ma se è vero, come è vero, che l'errore ricade comunque sulla politica, anche quando la politica dovebbe essere materialmente estranea o addirittura vittima dei fatti, si pone anche un altro problema e cioè che un sistema così concepito consente, a un apparato di funzionari e burocrati a tempo indeterminato, di tenere sistematicamente sotto scacco la politica attraverso il ricatto potenziale dell'errore. Se di un mancato versamento di una quota d'IVA paga, infatti, pegno il Sindaco è chiaro che l'errore diventa una spada di Damocle che il dirigente o il funzionario possono utilizzare per ridurre a miti consigli e a buoni propositi una politica scalpitante o comunque gelosa della propria autonomia. Ecco quindi che il caso Sorci consente di cogliere, in solido, alcuni dei sottili meccanismi di indirizzo e di diktat che l'apparato ha imposto alla politica e alla Giunta Sagramola in occasione della vicenda Tares. Il punto, quindi, non è quello di schierarsi a favore o contro Sorci, ma cogliere in questa vicenda un caso emblematico di conflitto tra la libertà dell'agire politico e il potere abnorme di cui dispone una casta di burocrati che fa e disfa prendendosi gli onori e scaricando sulla bistrattata politica tutto il fango delle responsabilità. Il problema è radicale e profondo e la risoluzione si configura davvero come un bivio decisionale: o il Parlamento chiarisce e legifera in materia, delineando una riforma all'americana in cui i dirigenti vengono nominati da chi governa con contratti di mandato, o davvero le campagne elettoriali, le elezioni e i ballottaggi da momenti di scelte delle alternativedi governo si trasformeranno in procedimenti formali e senza prospettiva. Perchè chiunque vinca sarà costretto a inchinarsi al primato della burocrazia da una legislazione borbonica che tutela lo scaricabarile e punisce le risultanze elettive.
    

10 commenti:

  1. Ma infatti la battaglia che dovrebbe sostenere la politica è questa . A livello Europeo si riflette la stessa identica cosa. Il Fiscal Compact e il MES sottoscritti dall'Italia portano i governi ad essere sempre meno democratici e sempre più schiavi della tecnocrazia. E si stà accettando il tutto passivamente dimenticando una cosa fondamentale che è l' economia ad essere funzionale per l'uomo e non viceversa.

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  2. Condivido in toto la tua analisi, se permetti vorrei aggiungere un elemento che spero possa fa nascere un bel dibattito : come e' possibile che un ente pubblico possa fare un evasione iva, quindi fiscale?
    Cosa e' accaduto? Errore, imperizia, o volonta' precisa?
    Come e' stata gestita la cifra non versata?
    E' stata utilizzata per erogare servizi?
    Credo che il comune, per spazzare via ogni dubbio, debba riferire a noi cittadini cosa sia realmente successo, se non lo fa' incorre in un altro clamoroso errore di comunicazione,non puo' passare il messaggio che un Comune non paga le tasse...

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    1. la cosa e semplice gli uffici hanno sbagliato nella compensazione perché il comune usa i suoi crediti IVA in compensazione tra dare ed avere anche con altri enti. Quindi si sono scordati di aver compensato il credito con un altro debito IVA, e un errore che ci stà chi lavora a volte sbaglia ed è naturale anche se nel caso di specie si dimostra che l'organizzazione è labile visto che il dirigente mette becco nel lavoro di tutti gli altri dirigenti e poi non si accorge di quello che succede nei suoi reparti. ma quello che è grave è quello che è successo dopo la contestazione dell'errore . Dove mi hanno prima fatto firmare una dichiarazione che i crediti erano stati regolarmente pagati con i soldi 2007 e 2008 e successivamente invece il dirigente ha pagato le somme contestate senza neanche avvisare l'amministrazione oltre tutto in presenza di un reato penale perché la norma tributaria dice che sopra a 50 mila euro anche se di ritardato pagamento scatta il penale. Immaginate la mia faccia quando ho aperto la busta con il decreto penale. Comunque il comune non evade questo è bene dirlo con chiarezza si è trattato di un errore l'evasione ha senso se qualcuno ne trae beneficio e l'ente pubblico che poi è sempre a credito non ne trae beneficio l'iva non può essere usata per spesa corrente il credito rimane soppeso in quell'allocazione che i tributaristi chiamano cassetta IVA . e non produce neanche interessi. quindi non ha senso per la pubblica amministrazione la norma tributaria. Si pone invece il problema della fiducia e della capacità dell'operato dirigenziale. Il rapporto dirigenziale è soprattutto un rapporta fiduciario. Per chiarezza i contratti , la tesoreria , gli stipendi , qualsiasi atti di gestione sono firmati solo dal dirigente mica

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  3. E la cosa assurda che il Dirigente la passi liscia.

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  4. La dirigente prima lascia meglio e'''
    G.f.cav

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  5. Caro Sagramola manda a casa immacolata riscossione, peccato che non la voglia nessuno, ha distrutto il comune e nessuno ci mette le mani, vedersi tra qualche mese in che cardini ti ritroverai con un'incompetente come quella. E poi un po' di giustizia sociale anche tra i tuoi dipendenti, se un errore simile l'avesse fatto un dipendente non dirigente che fine avrebbe fatto? Sarebbe ancora al suo posto? Avrebbe subito una censura? Sarebbe stato mandato sotto processo come è successo a qualcuno per 50 centesimi? La legge e uguale per tutti o solo per i più sfigati? Tanto è unitile continuare a scrivere non cambierà nulla i pesci più piccoli finiscono in padella e i pesci grossi si aumentano lo stipendio alla faccia di chi paga le tasse. Caro Giancarlo , t u ci metti la faccia e lei si prende i soldi!!!! Falla finita mandala.................. E forse riacquisti un po' di popolarità tra i fabrianesi.
    F.t. Tex

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  6. Sbaglio, o l'immacolata riscossione, a questo giro, è innocente?...mi pare che in quel periodo fosse un'altro, il dirigente...
    Comunque, il primato dei tecnici sulla politica, non da buoni frutti...e sarebbe proprio ora che i dirigenti pagassero per le loro responsabilità!...penso avremmo molti meno debiti fuori bilancio.

    ______________
    G.R.

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  7. Giustamente, tutti difendono Sorci (oggi, sui giornali, anche Sagramola). Mi chiedo come mai non dice una parola CROCETTILAQUALUNQUE

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    1. l' Onorevole CrocettiAntonio Razzi (suo padre) non gli da il permesso

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  8. Da commercialista/revisore di enti locali (a scanso di equivoci, sono di Ancona), penso che la difesa di Sorci sarà dura, perché la normativa in materia è chiara, anche se siamo nel campo del diritto penale e non conoscendo bene gli atti del processo, non so come sia stata valutata la componente "personale". Ciò che è assurdo, in questa vicenda, è che il sindaco, ammesso e non concesso che avesse avuto conoscenza del mancato versamento/compensazione dell'Iva, non avrebbe potuto fare assolutamente nulla senza l'intervento del dirigente, perché in un ente locale, se non firma la determina un dirigente, non esce un euro e il sindaco non può far altro che atti di indirizzo.
    Un esempio eclatante di pessimo coordinamento di norme di legge. Peccato che all'ex-sindaco questo "scherzo" gli potrebbe costare una tombola!

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