20 marzo 2014

Fabriano si gioca tutto con Giotto e con Gentile


 

La Mostra del Gentile del 2006 portò in città circa 90 mila visitatori. Un numero rilevante per le nostre abitudini di provinciali ma assai opinabile in termini di successo della manifestazione. Quel che allora colpì più di ogni altra cosa, fu che la Mostra non lasciò in eredità nulla di significativo e di strutturale alla città in termini di cultura turistica, di ricettività e di accoglienza. Le ragioni del lascito inesistente derivarono dalla tempistica di quella rassegna pittorica perchè Fabriano, nel 2006, era come il Titanic qualche miglio prima dell'incontro con l'iceberg: allegra, benestante e ignara dei primi scricchiolii che cominciavano a provenire dal sistema Ardo. Per questa ragione la Mostra del Gentile fu mediamente percepita come un'occasione aggiuntiva rispetto alla logica ancora trionfante della produzione industriale, come un evento bomboniera, un tocco di colore di cui compiacersi senza preoccuparsi di mettere a frutto, in termini strategici, quella che poteva essere una straordinaria opportunità di diversificazione economica. Fu quindi un deficit di consapevolezza - espressione di un senso comune fortemente industrialista - a sancire il fiato corto di quella importante manifestazione di turismo e di conoscenza artistica. In questi giorni è stato ufficialmente annunciato da Vittorio Sgarbi che a partire dal 25 luglio si terrà a Fabriano una grande Mostra di arte medievale, dedicata a quella complessa e ramificata corrente pittorica che conduce da Giotto a Gentile passando per per Cimabue e per il Maestro di Campodonico. Ancora una volta, quindi, Fabriano sarà al centro della scena artistica nazionale e internazionale con effetti di sicuro richiamo su visitatori mediamente colti e di nicchia. Ma a differenza di quanto accadde nel 2006 questa Mostra non si caratterizzerà come un elemento di decoro che va a sommarsi al profilo di una città ricca e serena, ma un fiore nel deserto, un'eccezione vitale che va a posarsi su una realtà sempre più decadente e ripiegata nonostante le etichette e gli opinabili riconoscimenti dell'Unesco. Da questo punto di vista è fondamentale non cullarsi sugli allori pensando che il risultato positivo sia garantito soltanto dalla qualità delle opere, dalla probabile presenza di opere giottesche e dalla presidenza del comitato scientifico opportunamente affidata a Vittorio Sgarbi. Il successo di questa manifestazione dipenderà, infatti, anche da come la città sapra affrontare questo appuntamento: se sarà in grado di fare rete, di superare gli egoismi marchettari, di non ridurre il tutto a qualche occasione di lavoro temporaneo da immolare sull'altare di relazioni amicali e parentali, di superare certe presunzioni bottegare e di tenere la politica il più lontano possibile da tentazioni interventiste e di coordinamento. Ma la vera sfida che attende la città è quella dell'accoglienza, che è concetto che oltrepassa di molto l ruolo fondamentale che spetta alle strutture turistiche e ricettive. L'accoglienza coinvolgerà, infatti, ciascuno di noi, perchè spetterà a tutti i fabrianesi fare la loro parte per non dare la solita idea di una città sfigata, popolata da collinari introversi ed erti, sempre soggetti a un analfabetismo di ritorno e a una concezione del forestiero come intruso, estraneo da tollerare e accompagnare rapidamente all'uscio dandogli giusto il tempo di mollare qualche centinaia di euro per ticket, pasti e soggiorno. Conoscendo ciò che siamo da sempre e ciò che siamo diventati in questi anni di crisi è fortissima la sensazione che la Mostra sgarbiana possa risolversi, allo stesso tempo, in un successo artistisco e in un flop turistico, ossia l'ennesimo evento da archiviare nel grande raccoglitore delle occasioni perse. Da questo punto di vista sarà dirimente capire come verranno strutturate le azioni di coordinamento, chi saranno i protagonisti dell'organizzazione, quali elementi di coinvolgimento e di condivisione verranno messi in campo, quale ruolo si ritaglieranno le istituzioni, quale funzione intenderà svolgere la Fondazione e chi si incaricherà di gestire le dolenti note dell'accoglienza e della ricezione che saranno, senza ombra di dubbio, i punti deboli di questa straordinaria rassegna di pittura medievale. Potrebbe essere l'ultima occasione per Fabriano. Proviamo a non buttarla nell'armadio dei cani.
    

12 commenti:

  1. faccio un'ipotesi devastante!! coordinamento Balducci Ing. Giovanni assessore al turismo, accoglienza ed organizzazione soc.coop .onlus " il tulipano" organizzazione Pellegrini Giorgio e Buschi Renata , la fondazione farà la sua parte!! le istituzioni si ricaveranno il ruolo di protagonista nell'inaugurazione e ad ogni convivio culinario. risultato...... un de profundis Mozartiano.

    RispondiElimina
  2. L'articolo di Simonetti mi sembra molto più serio e costruttivo del disfattista che ha commentato sopra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. caro anonimo chi vive a fabriano conosce bene i personaggi elencati dal tuo predecessore, specialmente uno: parla poco ma tira, a suo piacimento e non solo, molte fila oscure...ai più ignari

      Elimina
  3. io purtroppo non nutro speranze.
    non piu'!

    RispondiElimina
  4. Come minimo si turisti li manderemo al supermercato dei poveri a prende le merendine scadute

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se sono arrivati in 25.000 per la maostra/mercatoi dell'artigianato, per questa mostra arriveranno in 250.000 !!!

      Elimina
  5. La mostra di Giotto non è altro che una manovra di marketing del consiglio d'amministrazione della Fondazione così come la stagione sinfonica (peraltro affatto da disprezzare), sicuramente non sentita profondamente nei loro cuori dato che molto probabilmente il nome Giotto lo associano più ai pastelli che si usavano a scuola piuttosto che al pittore che ha rivoluzionato la pittura chiudendo con il medioevo ed aprendo nuovi percorsi. Siccome poi ci vuole molta moneta e la Fondazione coi tempi che corre (ha il 90% del capitale in azioni ed obbligazioni del Veneto banca non so se mi spiego!!!!!) un po' difficile che potranno fare grandi cose. Quindi chi ci guadagnerà di sicuro sarà quel birbone di Sgarbi e l'immagine di lor signori della fondazione che venderà ai concittadini un prodotto di cui il 98% di ruffian baratto non ci capisce una mazza e il travolgente risultato per la città sarà che i bar centrale e ideale raddoppierarano in quei mesi gli introiti. Il tutto sempre a spese di quel popolo cojone risparmiato dal cannone!!!!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Complimenti! Complimenti! Complimenti!

      Elimina
    2. Travolgente risultato per la città non ci sarà perché solo il bar centrale ci guadagnerà. Il caffè ideal è stato dichiarato fallito tre giorni fa. E andiamo! !!!!!!!!

      Elimina
    3. Ma cosa dici? Non ne sapevo nulla

      Elimina
  6. concordo in pieno è una occasione per diventare maggiorenni (ed era ora!)

    RispondiElimina
  7. sono molto preoccupato per l'emergenza sicurezza che potrebbe verificarsi dato l'immane afflusso di turisti previsto!
    innanzi tutto bisogna intensificare i controlli antidroga perché se ne fanno un po' pochini e non c'è da fidarsi degli appassionati d'arte!
    la polfer, invece che dismetterla, la potenzierei con un reparto antiterrorismo che in stazione serve come il pane, mentre per proteggere le aree montane utilizzerei i cinghialari 24/24h invece che a chiamata (naturalmente facendoli turnare!).
    infine credo sarebbero utili anche delle ronde anti-movida dei cittadini per proteggere le antiche mura del centro da eventuali musiche diaboliche troppo frastornanti e volendo anche da pericolose scritte inneggianti al fare tappa a scuola!
    solo che poi rimarrebbe scoperto il problema dei parcheggiatori!
    va be' bisognerà chiedere anche l'intervento dell'esercito...prepariamoci, così saremo pronti anche in vista della prossima invasione cinese!!!

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone