La zona franca urbana e le serpi vecchie

L'amministrazione Sagramola è davvero una serpe vecchia. Non gliene va bene una. Non per destino o per malasorte ma perchè se le cerca. Con ostinazione e metodo. Seguendo il richiamo infallibile delle profezie che si autoavverano: se pensi che una cosa andrà male è sicuro che male andrà. Dopo settimane di catalessi politica - inframezzata da ritrovi insulsi incentrati sulla condivisione gastronomica - il segno di vita che mancava alla Giunta ha provato a darlo Paglialunga. Un assessore che avrà pure mille difetti e una condanna, ma che conserva un'idea minima di cosa significhi fare politica. L'idea lanciata dall'assessore al commercio è di quelle difficili da realizzare: istituire una zona franca urbana, in grado di attrarre investimenti e alleggerire la situazione finanziaria e fiscale che travolge commercio e artigianato locale. In più di una circostanza questo blog ha rimarcato l'impraticabilità dell'operazione e i mille vincoli - di tempestività e risorse - che si frappongono alla sua realizzazione. Ma è giusto riconoscere che si tratta di un embrione di iniziativa politica, un modo per rimettere in circolo idee e pensieri e uscire dalla lunga e pietrificante stagnazione sagramoliana. Paglialunga, sostenuto dal semieretico assessore Galli, ha convocato le tre parlamentari fabrianesi - Fucksia, Merloni e Terzoni - e le associazioni di categoria degli artigiani e dei commercianti, per mettere a punto, sulla ZFU, un percorso condiviso. Una scelta ragionevole per trovare i primi sostegni e le prime sinergie istituzionali. Anche se non si ha notizia nè di appuntamenti successivi nè delle modalità di coinvolgimento delle forze politiche, del Consiglio Comunale e delle diverse articolazioni della società civile fabrianese. Il problema è che il deficit di visione, organizzazione e diplomazia politica di questa amministrazione è emerso subito nella sua prepotente e geometrica potenza. Delle tre parlamentari fabrianesi si è presentata la sola deputata Terzoni. Il problema, se può essere definito tale, è che oltre alla Terzoni e alle associazioni di categoria erano presenti pure i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Arcioni e Romagnoli e alcuni esponenti dell'associazione Sveglia Fabrianesi. Dal punto di vista formale e sostanziale non si capisce a quale titolo fossero presenti a questo incontro. Erano forse stati invitati tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione, e si sono presentati soltanto i grillini? Erano state invitate tutte le associazioni, a vario titolo coinvolte nel progetto di zona franca urbana, e si sono presentati solo i volitivi amici di Sveglia Fabrianesi? A naso e a buonsenso non mi pare davvero sostenibile la tesi dell'invito plenario a diserzione quasi plenaria, ma assai più fondata e veritiera quella dell'autoinvito. Il che rende ancor più evidenti le responsabilità di un'amministrazione che avrebbe dovuto gentilmente accompagnare alla porta gli intrusi, ricordando che sarebbero stati sicuramente coinvolti in altri passaggi relativi all'istituzione della zona franca urbana, ma assolutamente estranei alla logica dell'incontro organizzato ieri pomeriggio. Una caduta di stile politica, protocollare e metodologica che inficia la credibilità stessa di un progetto che si proietterà all'esterno come frutto di un asse tra Giunta, Movimento 5 Stelle e un'associazione non partitica ma coinvolta in legittime azioni politiche. Il risultato di questa leggerezza è che dalla riunione di ieri escono tutti ammaccati: le associazioni di categoria, confinate sullo sfondo di una liason politica; la Giunta, ancora una volta incapace di gestire le relazioni politiche, e Sveglia Fabrianesi che verrà accusata di essere collaterale a determinate forze politiche e istituzionali. L'unico commento da parte delle forze di maggioranza e di opposizione è venuto dal consigliere comunale dell'NCD Danilo Silvi che, sbagliando mira e obiettivo, si è lamentato soltanto della mancata convocazione di tutti i consiglieri comunali all'incontro di ieri. In realtà il vero problema non era tanto lamentarsi per chi non c'era ma indignarsi politicamente per chi c'era e non avrebbe dovuto essere lì. Se le cercano tutti. Come le serpi vecchie.