E’ rottura tra Indesit e sindacati. Le organizzazioni hanno abbandonato il tavolo della trattativa perché l’azienda non ha modificato la sua posizione sui 1.425 esuberi previsti dal Piano di salvaguardia e riorganizzazione. Ciò significa che si è giunti a un punto di non ritorno, col numero degli esuberi che diventa una linea del Piave sia per l’azienda che per i sindacati. Chi tiene vince e chi molla perde: un caso da manuale di escalation negoziale che esclude ogni possibile compromesso, perché le parti hanno assunto una posizione rigida e le posizioni rigide conducono al blocco. A questo punto discutere delle reciproche posizioni diventa una gara tra opposte volontà, un braccio di ferro che si risolve soltanto in una contesa sterile, dove ciascuna delle parti tende a focalizzarsi solo sui propri obiettivi e risultati. Con l’abbandono del tavolo il sindacato si è fatto carico di una scelta molto difficile da gestire, perché se non si verifica un cambio radicale di posizioni da parte dell’azienda è difficile tornare a trattare senza dare l’impressione di una resa. E sappiamo bene che sono i lavoratori – in quanto soggetto più debole - ad avere bisogno di un accordo, mentre l’azienda può farne tranquillamente a meno. Per ora la reazione dei lavoratori è stata quella di rispondere alla rottura del negoziato con scioperi ed azioni spontanee. Si tratta di una risposta comprensibile e umanissima che, però, ha bisogno di direzione perché non esiste effervescenza che non si consumi rapidamente e senza lasciare il segno. A questo punto le possibilità sono due: o si trova una via d’uscita concertata e bilaterale tra azienda e sindacati per riprendere le trattative, superando lo stallo negoziale generati dall’entità degli esuberi, o si rischia l’occupazione delle fabbriche e degli uffici. Niente di scandaloso, ovviamente, che si prefiguri pure un’ipotesi di occupazione, che è parte integrante della storia del movimento dei lavoratori. Ma, nel caso, occorre essere consapevoli che siamo all’extrema ratio della mobilitazione sindacale. L’occupazione è una scelta radicale che ha bisogno di gestione e di metodo perché presuppone finalità negoziali, obiettivi organizzativi, una coerente strategia comunicativa, la capacità di sostenere logisticamente un’esperienza di frontiera, di garantire l’adesione solidale dell’intera comunità fabrianese e di evitare che le azioni divisive messe in campo dall’azienda possano avere la meglio sulle ragioni della lotta. Ciò richiede l’esercizio di una leadership sindacale efficace, di una strategia legata ai risultati che si vogliono ottenere e di una tattica conseguente, perché una buona strategia può essere annullata da una tattica scadente e una buona tattica può rendere ottima una scadente strategia. Ma visto il flop che si è registrato in occasione della visita di Susanna Camusso, è davvero ardimentoso immaginare che quelle stesse organizzazioni sindacali siano in grado di gestire una macchina complessa come quella necessaria a sostenere e a dare respiro a un’occupazione. Far saltare un tavolo di negoziazione è bello ed emozionante e magari regala una scarica di vitalismo ribelle e di sindacalismo rivoluzionario ma restringe drammaticamente gli spazi di contrattazione. Il rischio è che il sindacato possa rimetterci la faccia, ritornando al tavolo con la coda tra le gambe come raccontato efficacemente da tanti film e pellicole “sociali”. E a quel punto sarà resa senza condizioni. Per i lavoratori e per tutti i fabrianesi.
21 giugno 2013
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Epilogo prevedibilissimo. Coerente con una azienda quotata in borsa che guarda EBITDA e dividendi. E che gli enfant gâté se ne stiano defilati è una cosa utile a prescindere. Così dovrebbero comportarsi anche i cuginetti, sempre di stretta osservanza gâté. Anche il loro papi ha delocalizzato negli anni, e di che tinta. Solo con meno rumore e appena mitigato da molta musica e poesa, pagate in larga parte con una facile fantasia fiscali. La poiesis ai fanciulli, la prosa ai citrulli.
RispondiEliminaChe si occupino le fabbriche la vedo dura ma possibile ( però voglio vedere Albacina cosa farà ), che si occupino gli uffici la vedo impossibile. Vedremo sfilare la maggioranza silenziosa anche a Favria?
RispondiEliminasfilino o meno, questi ce li avremo sul groppone per anni. Prima raccomandati per entrare, adesso assistiti per uscire...
RispondiEliminaIntervento pertinente
EliminaPiuttosto che salvare (posticipare) la perdita di posti di lavoro Indesit, io chiederei all'azienda di mettere a disposizione la sua divisione Marketing, fottutamente eccelente, per aiutare a creare NUOVI servizi e occupazione locale.
RispondiEliminaE' chiaro che c'è competizione, perchè Sorci,dopo aver fatto pagare al Comune studi(Piano Strategico) da centinaia di migliaia di euro, dal quale è venuto fuori che a Vallina si può fare pastorizia, si è messo a fare anche quelli. Gli manca solo la pasta a mano.
Questa è una città che tutti amiamo: unione e pensiero lungo.
Prima li assumono in cambio,di un voto, poi li mettono uno contro l'altro scientificamente,poi danno tutte le leve ai bocconiani un tanto al chilo preferibilmente se vengono da sopra Bologna quando vedi in faccia il mostro oramai sei fottuto allora tenti col leccaculismo a prescindere se sei bravo ti specializzi in fiere nelle lande più lontane almeno mangi e voli gratis mentre loro ti segano la sedia e ti ritrovi con il culo per terra a invidiare chi a costo di sentirsi dare del matto pericoloso li ha mandati a cagare ,io sono uno di questi, e magari ha fatto la sua strada altrove......adesso li dovremmo anche assistere e comprendere e sostenere, mi dispiace io non ci sto
RispondiEliminaSottoscrivo
EliminaMisero popolo educato ad essere schiavo timoroso, protesti come se fosse una pausa al cambio turno, ormai avvilito aspetti la dolce dismissione totale, in una notte porteranno via tutto e al mattino troverai solo dei capannoni vuoti. È questa la moneta con cui ti ripagano. Ubriacati di vino e vomita sui sampietrini le tue disgrazie mentre i colletti bianchi sghignazzano delle tue lacrime di sangue versate, ti hanno tolto tutto l'orgoglio l'onore e la voglia di gridare, nasconditi perché non hai nemmeno la faccia da alzare. Triste è il popolo che non ha capito, che bisbiglia la sua fine e a passo lento con i chiusi occhi va verso il destino.
RispondiEliminaChe di cojioni emo capito!!! Sto stornello vallo a cantare al sorce topo che stamani vagava allegrotto per il corso
Eliminama chi è sto tunto che copia/incolla sta cazzata?
EliminaMa perché lunedì non sciopera nessuno ? Nessuno blocca il palio ? No no lunedì città deserta fino al palio staranno tuti a Senigallia....
RispondiEliminaPozza piove
EliminaLe strategie sindacali si decideranno all'ombra dei bagni Mafalda tra una gazzosa e mezzo bianco perché per il mojito c'è vogliono i soldi
Eliminaperché nessuno sciopera? ma ancora lo chiedete? vi hanno ammaestrato a non fare scioperi andate al mare è meglio anzi restatsci che è ancora meglio e da settembre grande esodo da Fabriano verso la Germania almeno lí operarai silenziosi e laboriosi vengono apprezzati, chiusa una porra si apre un portone, a lasciate perdere ormai è finita l'unica cosa ricordatevi di A.M. e di M.P.M.
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