11 giugno 2013

Il Palio di San Giovanni e gli esuberi di Melano

Se gli operai della Indesit non si fanno consumare la rabbia dalla pigrizia del riflusso e dalla demotivazione che il passare dei giorni può instillare in chi combatte con la sensazione permanente di essere in bilico, allora la partita non è detto sia condannata a volgere la barra al peggio. Ma serve la saggezza dei buoni cristiani: candidi come colombe e astuti come serpenti. E' necessaria una lotta dura ma prudente perchè se il fabrianese si incazza per il blocco stradale, se prova fastidio per i cortei e i picchetti e se, in cuor suo, spera che le manifestazioni si facciano tutte a Roma, dove occhio non vede e cuore non duole, allora il Vesuvio della delocalizzazione potrà tranquillamente eruttare la sua nube ardente sull'intera comunità dei metalmezzadri pompeiani. Non c’è niente di peggio infatti, in una vertenza che si profila lunga e complessa, che l’isolamento dei lavoratori. Il rischio di isolamento è sempre una possibilità concreta e può attecchire per mille ragioni. Di certo saldare alleanze non è un lusso ma una questione di vita o di morte. Ecco quindi, giusto per fare un esempio, che se è vero che il blocco stradale rappresenta un'arma di rivendicazione tradizionalmente efficace sul piano mediatico e della notizia, è altrettanto certo che un ricorso spinto a questa formula di mobilitazione, alla lunga, può scompaginare la saldatura tra lavoratori e cittadini, perchè genera un disagio oggettivo al movimento delle persone, con una serie di effetti collaterali che raramente vengono valutati nella loro capacità di modificare atteggiamenti e punti di vista. E’ quindi fondamentale comprendere che le forme di lotta devono essere une e trine: politicamente efficaci, mediaticamente impattanti ma, soprattutto, a basso tasso di disagio per la popolazione. Ciò significa garantire la tenuta dei vincoli di solidarietà tra lavoratori e cittadini e mantenere le lotte operaie in una linea erga omnes, ossia valida per tutti e a vantaggio dell'intera collettività. Ma proprio per questa mobilitazione di categoria che si fa interesse generale è fondamentale che anche la città dia qualche segnale concreto di mobilitazione a fianco dei lavoratori. Fra tre giorni, ad esempio, comincia il Palio di San Giovanni Battista che si protrarrà fino al 24 giugno, e tutti sanno che le emozioni collettive dei fabrianesi tenderanno a concentrarsi sulle infiorate, sulle osterie e sulle sfilate in costume d’epoca, piuttosto che sugli esuberi di Melano. Siccome è rinomato e conosciuto il meccanismo che sostiene e alimenta, da secoli, la funzione politica del panem et circenses non è infondato affermare che il Palio, in questo preciso momento, possa rappresentare una sfiga suprema per gli operai e una gran botta di culo per l’azienda. In una città con una forte e radicata cultura operaia e di classe sarebbe naturale chiedere all'Ente Palio di cancellare tutte le iniziative previste in cartellone, onde evitare il solito dualismo di una città che festeggia e si ubriaca nelle osterie mentre tantissimi suoi cittadini guardano negli occhi la disperazione: the show must go on. Ma se proprio non si riesce a fare a meno di fabbri e dame, di fiori secchi e di stendardi allora si porti la vertenza Indesit in ogni iniziativa prevista: con gli striscioni negli spazi che ospitano le infiorate, nelle osterie delle quattro porte, con le bandiere del sindacato fatte volteggiare dagli sbandieratori e gli operai in carne ed ossa a sfilare nel corteo storico e presenti sul palco la sera della disfida del Maglio. Così che tutti vedano quel che sta accadendo: i fabrianesi coinvolti, quelli solidali, quelli indifferenti e già che ci siamo pure quei pochi o tanti che faranno un salto qui da altre città e da altri paesi.
    

24 commenti:

  1. mi piace di più la seconda ipotesi, far chiudere bottega anche al palio che comunque arranca già di suo è una campana a morto e sembra più un lenzuolo steso che una cassa di risonanza. penso si dovrebbe invece investire sul palio ora più che mai e usarlo come suggerisci come cassa di risonanza per quanto sta succedendo, come cornice vitale in cui inserire il dramma e dare voce alle lotte. sarebbe invece colpevole usarlo come diversivo. sarebbe cosa buona e giusta dedicare uno spazio alla vicenda indesit in tutte le iniziative del palio, declinarle, tanto per buttarne una se non fosse troppo tardi (come è) sarebbe da cambiare il tema delle infiorate. ci vorrebbe davvero creatività, quella vera stavolta, per far passare il concetto che a fabriano la piazza non piaccia piena solo quando c'è da festeggiare o da festivalare, come mi pare sia stato finora.

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    1. avevo pensato anch'io alla seconda ipotesi...
      impossibile fare eventi "a tema" per ragioni di organizzazione...si parte da mesi prima, per realizzare eventi come l'infiorata, non si creano in una settimana.
      non sarà facile convincere teste saldamente radicate all'idea del palio, per poter fare qualcosa...vediamo un po'.

      sicuramente sono contrario alla prima ipotesi...è come tagliarsi un dito per l'unghia incarnita.

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  2. per la seconda ipotesi sono d'accordissimo...Non bloccare il palio ma mettere dei segni per non dimenticarsi durante la festa

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  3. Ennesima buffonata che sento.. Ok sra chiudendo l indesit, abbiamo il cuore stretto ogni minuto della giornata perché siamo fabrianesi, perchè ci è sempre piaciuto fare i "lecca lardo", perché sarà il nostro vicino di casa, o peggio ancora il nostro parente, a piangere perché non sa come andare avanti, ma noi giovani abbiamo bisogno di vedere una Fabriano che ride, che vive e che spera, vogliamo una Fabriano che sa vivere del settore terziario e che smetta di attaccarsi con unghie e denti al pensiero che "magni solo se te sporchi le mani(operaio)", diamo spazio alla cultura..lo chiediamo per favore a una classe di over 40 come voi che ci sta buttando all'aria la città e il futuro a causa dell'ingratitudine nei confronti dei grandi uomini del passato e della piccolezza di vedute!

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    1. Quoto tutto, tranne che metterei culo al posto di cuore.

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  4. Simonetti seguendo il tuo ragionamento il Palio avrebbe dovuto ammainare le bandiere già cinque anni addietro con la crisi dell'Antonio Merloni, Fabriano è in crisi da un pezzo non certo da dopo la notizia Indesit. I sindacati fino ad ora, più che difendere i lavoratori, hanno puntato a mantenere calmi gli animi, altrimenti a questo punto non c'avrebbero regalato la J&P di Porcarelli. Una vicenda a dir poco grottesca.

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  5. Il Palio temo che chiuderà bottega nel giro di breve tempo, i tagli ai (pochi) finanziamenti pubblici, il calo degli sponsor, la quasi totale indifferenza delle amministrazioni pubbliche e la proverbiale puzza sotto il naso dei fabrianesi che li porta ad essere sempre spettatori di quello che succede e mai attori fanno presagire questo scenario, e lo dice con tristezza chi ci lavora, divertendosi, da 10 anni. Giusto 2 anni fa ho portato a Fabriano, sotto Palio 40 amici da tutta Italia che sono rimasti stupefatti dalla bellezza della città, e dall'ospitalità dell'ambiente. Venendo al tema del post, spazi di sensibilizzazione e manifestazione se ne possono trovare, basta ragionare con un po' di sale in zucca e condivisione, quello che vorrei evitare è far diventare il Palio un capro espiatorio con i soliti benpensanti a dire "fanno il palio e la gente invece non lavora", questo perchè non è assolutamente vero e lo dimostra la dimensione polopare della manifestazione e della gente che sta dentro le porte, con tanti operai e lavoratori che hanno ben chiara la situazione e che comunque ha voglia di fare qualcosa seppur piccolo per valorizzare un po la città

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  6. Panem et circensem.
    Solo che il pane sta finendo.

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  7. Ricordiamoci che il Palio volendo o non volendo è l'unica manifestazione che la "città" propone ai propri cittadini.I Fabrianesi sono persone un po strane,vogliono vogliono ma non sono mai contenti e mai si rendono partecipi di una manifestazione culturale collettiva. Ormai il Palio è giustamente di chi lo fa e di chi lo sente,e secondo me andrà avanti perchè ci sono persone fantastiche, di ogni porta, che con il proprio lavoro gratuito rendono onore a questa città o almeno a ciò che ne rimane. Non sono della stessa opinione di chi vorrebbe usare il Palio come mezzo per farsi sentire in questo periodo cosi grave, ci sono ben altri mezzi molto più incisivi come quello di aver bloccato il traffico a mio avviso. I sindacati... si state tranquilli ci pensano loro...

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  8. Come tutte le cose "a parlar vien facile"! Leggo di un Palio che è alla frutta (è una campana a morto.......) poi di un Palio che dovrebbe essere la cassa di risonanza, ma come già detto a parlar si fa presto!!!! Sono desolato anche io per la situazione fabrianese ma generalizzare rende solo tutto più comico. Cosa facciamo??? cosa puo' essere figo dire??? Ah si: dai chiudiamo la multisala, una protesta NESSUNO AL CINEMA!!! Poi? cavolo farebbe figo proporre NON ANDIAMO AL CIMITERO!!! Andremo anche su tutti i giornali o telegiornali. Poi dai che a ragionar di stronzate ne potremmo dire tante. Allora che facciamo una bella gara a chi la spara più commuovente??? Accendiamo il cervello, come diceva mio padre. Non è distruggendo altro che si risolve qualche cosa. Il Palio funziona, è partecipato e nonostante i problemi, è un momento forse di fuga dalla realtà, la cosa che non deve succedere è che i problemi vengono dimenticati, perché scusate, ma se una manifestazione che dura 10 giorni cancella dalle menti dei sindacati e cassaintegrati il problema, non è la fortuna dell'azienda ma altro. Capisco la voglia di fare ma che non porti a distruggere altro. Magari a chi scrive non piace o non interessa il Palio e per fortuna non tutti la pensano come lui ma magari, riflettiamo!!!!!!!!!

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    1. se accendi il cervello anche tu ti accorgi che c'è scritto che far chiudere bottega anche al palio sarebbe una campana a morto.

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    2. La mia battuta, magari di difficile interpretazione, comunque voleva dire che del Palio se ne parla bene poi male a seconda di come fa più comodo. La mia risposta era per l'articolo e non per la tua risposta della quale non condivido però il voler buttare al vento il lavoro di mesi di molti volontari che ti giuro gratuitamente danno anima e corpo per una sola passione.

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    3. capito. chiaro che non va buttato al vento, mortificare quel po' di slancio vitale che è rimasto in città sarebbe un delitto, mi scuso se è sembrato che volessi dire questo.

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  9. Faccio fatica a capire perché il Palio non possa essere un modo tra i tanti per rafforzare la posizione dei lavoratori.....boh....

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    1. Perchè il Palio è solo sbornie, e di problemi da affogare nell'alcool adesso c'è n'è uno in più.

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    2. riduttivo...

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    3. forse perché le ferite di fabriano nelle rappresentazioni ufficiali siamo abituati a non menzionarle o a non farle vedere, sono un disturbo alla pubblica quiete degli ultimi 50 anni, che è finita comunque. si tratta di capire come gestire questo passaggio prima di tutto passando per le vie ufficiali, nelle quali dovrebbe avere finalmente accesso tutto quello che finora si è nascosto sotto il tappeto. se si alimentano il silenzio e l'invisibilità che si è garantita finora (chiaramente anche perché di fiato alle trombe ne è stato dato ben poco anche dai lavoratori e sindacati), temo che il botto delle migliaia di frustrazioni solitarie sommate sarà ancora più forte.

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  10. Penso leggendo i commenti che nessuno voglia distruggere il Palio anzi tanto di cappello ai volontari ma dare risalto tramite il Palio ad un disagio reale che Fabriano stà vivendo sia in fin dei conti un gesto di vicinanza tra i cittadini e forse potrebbe accendere un pò di passione solidale che purtroppo credo che ancora manchi molto. Quindi non la butterei su una questione di pro o contro ma per non abbassare la guardia ma mantenere vivo il pensiero sui disoccupati passati e futuri.

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    1. Ma figuriamoci se c'è qualcuno che mette in dubbio il lavoro e il valore dei volontari!!! Condivido molto questo commento delle 12.44: passione e solidarietà possono convivere e fruttificare. Le battaglie per il lavoro non possono essere confinate avanti ai cancelli ma devono contaminare la città. Solo così si può sperare di ottenere qualcosa

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  11. Fabriano é una citta dove contavano contano conteranno sempre e solo i SORDI!

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  12. Una piccola città che più perde i pezzi e più si accartoccia su se stessa. Non c'è via d'uscita purtroppo, crediamo ancora di essere al centro del mondo. Il liberismo ci sta mostrando la sua vera faccia. Noi ci attacchiamo alle frasi di Aristide e Vittorio, che hanno costruito un impero sfruttando le regole del capitalismo a proprio favore fino a costruire un impero che a tutt'oggi appare in salute. Quando chiedevano a Vittorio "perchè restare a Fabriano" lui rispondeva "perchè non ci conviene andarcene". Adesso evidentemente conviene. Cosa possiamo fare adesso? Secondo me c'è poco da fare, ma di certo impedire di fare festa, stare a lutto, bloccare il traffico dei pochi pensionati rimasti non mi sembrano grandi idee.
    Purtroppo la risposta è sempre la stessa in questi casi: penso a Sheffield, un distretto industriale marshalliano simile a quello locale, penso al "location paradox" che ha spazzato via la nostra industria, e vedo che in passato altri distretti hanno avuto il nostro stesso destino.
    Guardiamo un pò fuori da questa valle, facciamoci un'idea di quello che sta accadendo nel mondo e di come Fabriano sia solo un esempio su mille.
    Samuele

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  13. Dopo aver adottato il logo resistente come profilo facebook, chiedo il permesso di stamparne una copia e appiccicarmela addosso con una bella spilla a balia come simbolo della mia solidarietà a tutti i lavoratori e, soprattutto, come segno di autocritica per non aver fatto nulla di concreto per la mia città e quindi per me. Chiedo il permesso di invitare chi conosco a fare altrettanto. Ho apprezzato ogni parola del post del 10 aprile e credo fermamente- mi permetto una confidenza che non mi compete-che tu abbia pienamente ragione quando scrivi: ” Può essere un primo passo di nuova coralità. E per una volta proviamoci, perché non tutto è perduto e non tutto il resto è noia.”.
    Magari ci ritroviamo in tanti a condividere i sentimenti che questo simbolo rappresenta e farlo durante il Palio potrebbe contribuire a dare visibilità al dramma che stiamo vivendo.

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    1. Quel logo è di chi desidera usarlo. Ci mancherebbe! Sia che Fabrizio Moscè ne siamo ben felici!

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    2. Vi ringrazio!

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