La Indesit delle relazioni industriali costruttive, dei dieci piani di morbidezza, delle scelte ponderate e concertate è sparita stamattina con la decisione di chiudere gli stabilimenti di Melano e Albacina. Ufficialmente si tratta di una scelta dovuta a un problema di approvvigionamenti generati dagli scioperi a gatto selvaggio di questi giorni. In realtà si gioca sulle mille pieghe della lingua italiana che, essendo come la pelle dei coglioni, consente di denominare difficoltà di approvvigionamento delle linee produttive ciò che si configura come un vero e proprio lock-out, una serrata non apertamente dichiarata e riconosciuta. I sindacati, in un comunicato congiunto, hanno parlato di comportamento antisindacale dell'azienda. Si tratta di una posizione solo formalmente dura ma necessaria per coprire mediaticamente il nuovo scenario e pianificare una risposta efficace. In realtà, e i sindacati lo sanno benissimo, non siamo di fronte a un semplice comportamento antisindacale, ma a un vero atto ostile, scioccante e inatteso, che spazza via - come una folata di tramontana chiarificatrice - la prima fase di questa vertenza, basata su un conflitto a bassa tensione, su scaramucce sostanzialmente componibili. Il vertice della Indesit, con l'intuito animalesco e sopraffino di chi si gioca una partita strategica che deve soltanto essere portata a termine e vinta, ha compreso appieno che con gli scioperi a gatto selvaggio si concludeva la parabola del buon metalmezzadro conciliante e che il conflitto avrebbe compiuto un salto di qualità totalmente inedito per il nostro territorio. E consapevoli che chi picchia per primo picchia due volte hanno deciso di affondare repentinamente la lama nel burro, confidando sull'effetto spiazzante della mossa a sorpresa e sulla convinzione che uno scontro al calor bianco possa mettere a repentaglio la tenuta sindacale, fiaccare la volontà di lotta dei lavoratori e disarticolare l'azione unitaria delle maestranze. Fortunatamente, come scrissi qualche giorno fa, la componente campana e casertana dei lavoratori Indesit è sul piede di guerra e ha subito promesso un salto di qualità nel livello della protesta. In questa Guernica sociale, di cui la guerra dei nervi è componente fondamentale, sarà decisiva la posizione dei colletti bianchi che, in una eventuale radicalizzazione dello scontro, rischiano di trovarsi in mezzo, come vasi di coccio tra i vasi di ferro. Ma sarà centrale anche la tenuta dell'unità sindacale che è l'unico, vero argine al rompete le righe dei lavoratori. E l'effetto formicaio impazzito, il tutti a casa, l'8 settembre di Albacina e Melano è ciò che trasformerebbe la delocalizzazione Indesit in una marcia trionfale e e l'approdo in Polonia uno sbarco in Normandia. In gioco, a questo punto, c'è una scelta difficile: o si contratta o si occupano fabbriche e uffici. Tertium non datur. E non ci saranno prigionieri. Oggi siamo tutti Fiom, Fim e Uilm. Ma per favore, fate mettere in soffitta quella terribile t-shirt.
28 giugno 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Lo scrissi poco tempo fa, a Favrià vedremo sfilare la mnaggioranza silenziosa dei tempi di Lama, perchè col cazzo che quelli degli uffici scioperereranno accanto agli operai.
RispondiEliminabeh gli impiegati sono in una posizione difficile sempre....non bisogna demonizzarli....
RispondiEliminaesattamente, gli impiegati sono in una posizione difficile. Vi assicuro che la nostra protesta è stata ideata e gestita in maniera oculata, tale da evitare quel che l'azienda ora ci imputa. Quindi è stata una decisione puramente politica e capziosa e forzosa, perchè nessun materiale mancava all'interno dello stabilimento di Melano.
Eliminaci avrei scommesso!
Elimina____________
G.R.
non devi assicurarci di nulla caro amico....è una serrata come ne facevano nell'ottocento i padroni delle ferriere
Eliminate la saresti aspettata una mossa del genere?
RispondiEliminami sa tanto che la "facile" previsione che buttai là, qualche giorno fa, riguardo alla riduzione degli esuberi dopo le trattative, non avrà alcun riscontro.
come diceva il porco sul tavolaccio "bella 'n'è!"
_______________
G.R.
E come avrebbe detto Totò alla faccia del bicarbonato di sodio.
RispondiEliminaA me la maglietta non piace, è triste, solamente per le condizioni di salute di quello che secondo me è e resta a tutti gli effetti il PRESIDENTE della Indesit Company. Ora quattro mercenari stanno sputtanando, stanno mettendo alò pubblico ludibrio oltre mezzo secolo di una storia di cui essere orgogliosi e francamente da fabrianese questo non lo posso tollerare e non lo sopporto più!!! Io mi vorrei rivolgere ad Andrea Merloni, perchè per me è e resta l'erede designato da Vittorio, prendi un pò di coraggio e fai una scelta di campo netta cacciali via tutti, oppure se ci nascondi un altra verità abbi il coraggio di dircela anche se fosse più brutta ancora, le generazioni di lavoratori che sono state sempre a vostro fianco lo meritano e voi glielo dovete!!!
RispondiEliminaNon condivido la tua analisi ma il tuo appello è molto dignitoso...
EliminaCome fa a ccciarli che ce la messi lui =D Fate tenerezza
Eliminaopinione di lavoratore Indesit!!!
RispondiEliminaOltre il danno la beffa.
RispondiEliminaHo sempre visto i lavoratori merloniani dei privilegiati, invidiandoli un pò,
perchè è vero che prestavano la loro opera per lo stipendio meritato ( chi più, chi meno, chi per niente ) ma inoltre, in cambio di sorrisi, voti e taciti consensi bivaccavano alle feste del padrò con la fiera consapevolezza di appartenere a qualcosa di grande, e l'illusione radicata da generazioni, di aver parte anche loro all'immensa ricchezza della famiglia, entrando nella mentalità del figlio protetto che dorme su sette cuscini.E mentre loro guardavano gli altri, tra un panino con la porchetta, feste gratis e cotillon, la famiglia guardava fiera il suo gregge conquistato, e con l'aiuto dei cani, sapientemente indirizzavano il branco ora da una parte, ora da un altra. E' giunta l'ora di levare le tende, la crisi mondiale incombe ed è ora di mettersi al riparo, perchè secondo me di veri industriali oltre ad Aristide non ce ne sono stati, quindi i capitani improvvisati alleggeriranno le zavorre alla svelta senza tanti scrupoli senza più maschere e contentini e porteranno la nave al primo porto sicuro per un passaggio di consegna a chi una nave la saprà veramente guidare ( forse ). F.
A Refrontolo (TV) a settembre la Sech Costruzioni Metalliche si insedierà negli ex stabilimenti che Indesit ha chiuso poco tempo fa' ( nel silenzio dei lavoratori fabrianesi).
RispondiEliminaLa difesa del territorio si fonda sulle proposte e gli uomini e non sulle risorse, che non ci sono più, sia per l'impoverimento dell Stato che per le condizioni economiche dell'Europa del sud. Non mi sembra prematuro cominciare a porre dubbi sulla rielezione del Presidente della Regione che, atutti gli effetti, è da considerare uomo della Famiglia Merloni, suo rappresentante istituzionale. Le parole di ipocrita circostanza sono già state dette più volte ed è ora che un segnale sia dato con largo anticipo in modo che si crei un asse importante e trasversale che possa far temere la perdita del controllo politico della Regione Marche. Solo così vedremo un tangibile intervento delle forze politiche per raggiungere un onorevole compromesso che soddisfi i contendenti.
RispondiEliminaun tempo c'erano i dirigenti (vittorio in primis)che risiedevano qui a fabriano,che,almeno in apparenza ci "tenevano"che l'indesit(ariston)andasse bene e se possibile crescesse. ora la famiglia merloni(piena zeppa di soldi e con poca riconoscienza verso chi li ha arricchiti) ,si è defilata. dirigenti,del livello di CAIO-GERRA neanche l'ombra(unico compito dei quattro figli di merloni era scegliere l'amministratore delegato idoneo a scelte coraggiose)
RispondiEliminamilani e gli altri lecchini stanno facendo quello che sanno fare meglio,riempirsi le tasche di soldi(anche chi è stato mandato a casa,dei dirigenti,ha preso dai 400.000 al 1.500.000 di sesterzi)
e portare il lavoro dove gli operai costano meno.gli uffici andranno a milano(vicino a casa di milani)i merloni espatrieranno,non potendo farsi piu' vedere da queste parti,e Fabriano diventerà terra di emigrazione.
gran brutta fine di una bellissima storia.
I Merloni non si faranno più vedere? Ma dove vivi? Quelli della Ardo sono emigrati? Hanno preso 2000 voti alle ultime regionali!!!
EliminaUna cosa che non sanno i Merloni e Milani,ammesso che glie ne freghi qualche cosa,ma penso proprio di no,è che dopo che avranno portato tutto all'estero,decadrà l'unica ragione di comprare elettrodomestici indesit,e cioè che è made in italy.quindi in molti,spero,potranno aquistare elettrodomestici della marca migliore.Che se tanto mi dà tanto,dubito che sia un elettrodomestico made in poland o,peggio ancora,turco.
RispondiEliminaCazzo, sti tedeschi cianno tutte le fortune......
Perché c'è ancora gente che compra lavatrici, frigo, piani cottura e cappe Made in Fabriano? Io non l'ho mai fatto. Haier tutta la vita, anche se ne cambio uno ogni due anni risparmio sempre.
Elimina