1 settembre 2012

Aneddoti e curiosità di una partita a bocce

Foto di Fabrizio Moscé
Per prima cosa vorrei ringraziare il Sindaco Giancarlo Sagramola per aver accolto tempestivamente il mio appello a battere un colpo. Oggi, dopo un mese di silenzio, è finalmente intervenuto per replicare alle parole di Mastro Titta e sinceramente credo sia anche merito del sottoscritto. Alla faccia di chi dice che cerco a tutti i costi di generare ansia. I Bicarbonati non generano ansia ma speranza e, si sa, chi vive sperando... Ma come potete vedere dalla foto, donatami dal grande Fabrizio Moscè, il tema del giorno non è il piccato controcanto sagramolesco ma un'inquietante serata in allegria tenutasi presso la residenza campestre del feudatario bianco Angelo Tini, con tanto di finale terrificante in forma di partita a bocce. Eravamo convinti di aver oltrepassato la border line con crescia, gelato e passeggiata ai Giardini del duo Sorci & Spacca ma, come sempre, la realtà supera la fantasia. Angelo Tini, evidentemente preoccupato e indispettito dal culo e camicia dei due ex sodali di partito, non ha voluto essere da meno, offrendo una magnifica testimonianza di come il potere faVrianese si esprima, tuttora, attraverso i sacri simboli della ruralità merloniana: la partita de bocce, il bianco de cantina co la punta de bisolfito, l'affettati de casa, la fetta de cocomero fresco fresco, la pizza de Pasqua scongelata, un bicchiero de spuma, du diti de vino de visciole dell'anno passato, la cena giù di sotto dal rustico ritrutturato, la crescia fatta da lo forno a legna e il limoncello nostrale (ma non si dovrebbe dire nostrano? Boh...). Certo, è difficile immaginare Tini che organizza una partita di Bridge - con gli assessori tutti acchittati da un filo di perle sul decoltè e lo chignon in testa - o un finger food con signore in tacco 12, ma la partita di bocce è davvero il riassunto spavaldo di un'amministrazione che deve ancora capire chi accosta, chi picchia e chi tira il pallino. Da alcuni spifferi sandonatesi sembra che il gruppo si sia diviso in due squadre. Una prima compagine composta da Sagramola, Paglialunga, Alianello e Pellegrini; e la seconda da Tini, Saitta, Crocetti e Guidarelli. Galli, infortunato alla mano, pare abbia invece svolto funzione di arbitro, il che la dice lunga circa le sue ambizioni e prospettive future. Sempre secondo alcune gole profonde pare che lo stesso Galli sia stato visto fare ossessivamente il giro del campo di bocce sempre a senso unico e in senso orario, mentre Alianello ruotava su stesso con il fischietto in bocca, la paletta in mano e la Girella Motta al cioccolato sul piatto. La squadra di Sagramola ha perso la prima partita - e non avevamo dubbi in proposito visto che Giancarlone vive in una sorta di eterna rimonta - e vinto la seconda, con grande indignazione di Saitta, che sembra abbia avuto da ridire sulla rettitudine morale del risultato finale. Assente la Patty dai Capelli Rossi, che non ha riconosciuto al gioco delle bocce la dignità cattolica di palla prigioniera. Secondo mormorii non identificati si è pure sfiorata una lite tra comari di maggioranza, scongiurata dal puntuale intervento anestetico di Pellegrini e dagli appelli di Piero Guidarelli, che ha ricordato agli astanti di non avere con sè i ferri del mestiere e di non poter garantire l'immediata ristrutturazione dei connotati degli assessori coinvolti. Di solito, poi, quando si gioca a bocce - come insegnano quei bifolchi dei francesi che lo considerano il loro sport nazionale - alla rivincita che pareggia segue sempre la bella che risolve. Con una scelta politicamente emblematica dello stallo in cui annaspa la band del Giancarlone Nostro, si è invece deciso di chiudere la Disfida all’una di notte rimandando la prova conclusiva. Tanto per confermare la tesi andreottiana secondo la quale un problema accantonato è mezzo risolto. Del resto era molto tardi e i politici, si sa, sono poco avvezzi alle ore piccole, in quanto notoriamente prodighi di casini e puttanate del giorno dopo quando gli capita di fare pericolosamente tardi la sera prima. Per la bella, quindi, se ne riparlerà prossimamente e pare scontato un cambio di disciplina: dalle bocce alla ruzzola. Così, giusto per essere fedeli fino in fondo alla gloriosa faVrianesità del cinquantennio passato. Quella del padrò. Quella de Merlò!
    

12 commenti:

  1. Simone' non te ferma gnente e nisciuno! L.S.

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  2. fanno tutto loro....organizzare una partita a bocce con le info che arrivano in tempo reale all'esterno vuol dire darmi un assist a porta vuota....

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  3. Sembra che qualcuno non sia stato invitato ! O sbaglio?! Belfagor

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  4. Mi sfugge la replica.....

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    1. Pure a me. Dove ha risposto Sagramola?

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  5. Il sindaco non ha risposto a te, la presunzione qui ha raggiunto livelli di guardia.

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  6. Fai come me...usa il bicarbonato per digerire...e poi quando non ti sente nessuno fai anche il ruttino...credimi e' na vita da non mori' mai!!!

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  7. Non capisco per quale motivo la risposta dedicata a un commento apparso in un blog, non debba apparire sullo stesso blog ... mi sembra un principio minimo di comunicazione pubblica e politica.

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    1. già, sarà perché il sindaco non ha raccolto nessun appello....come scritto dall'anonimo sopra...

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  8. Attento alle "gole profonde", Gian Pietro...potrebbe anche capitare che qualcuno, prima o poi, ti alzi una palla farlocca per farti fare una figuraccia
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    G.R.

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